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Autore: EternalSunrise    19/01/2015    2 recensioni
E' buffo come una singola scelta possa cambiare il destino di una persona. Sora, questo, lo sapeva perfettamente, perché fu a causa di un semplice cambio d'idea che fu costretto a passare delle vacanze natalizie “memorabili”.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Axel, Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Riku, Sora
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Fifth chapter: The wolf's story



Hana aiutò Sora a rialzarsi chiedendogli se andava tutto bene e, al suo cenno affermativo, sospirò leggermente, sollevata dalla notizia. Lo fece entrare in casa e gli offrì una tazza di cioccolata calda. Ora, seduto su una poltrona davanti al camino scoppiettante, Sora si chiedeva se fosse possibile instaurare un rapporto d'amicizia con un lupo, perché era evidente che tra l'animale e la ragazza ci fosse quel tipo di legame. Per lui sarebbe stata una cosa impossibile, perché in un certo senso aveva sempre temuto tutto ciò che non riusciva a controllare, tutto ciò che avrebbe potuto schiacciarlo. Adesso che ci pensava, era forse per quello che aveva avuto quella reazione con il fratello di Hana? Improbabile, in fondo era solo un semplice ragazzo. Forse era un po' scontroso, come diceva la sorella, e diffidente, però era normale come tanti altri. Il motivo continuava a restargli sconosciuto, ma non ci badò in quel momento.

“Vi... conoscete?” chiese all'improvviso il ragazzo.

Per Hana quella non era domanda del tutto inaspettata, però aveva sperato che non venisse posta.

“In un certo senso sì. Quando eravamo piccoli io e mio fratello lo trovammo ferito in mezzo alla foresta. Allora era solo un cucciolo ed era riuscito, non si sa come, a procurarsi un profondo taglio sulla zampa destra posteriore. Le difese a quell'età sono molto basse, quindi la ferita rischiava di infettarsi facilmente causando problemi maggiori. Senza contare il sangue che perdeva. Volevamo aiutarlo, quindi Riku lo prese delicatamente in braccio e insieme andammo da nostro padre chiedendogli di curarlo. Lui, con l'aiuto di nostra madre, gli medicò la ferita dicendo che sarebbe dovuto rimanere a riposo per un po'. Ce ne prendemmo cura per delle settimane, poi una volta ripresosi tornò dal suo branco, venendoci a trovare di tanto in tanto. È un lupo molto intelligente e ormai questo è anche il suo territorio, per questo ti ha attaccato. Tra l'altro ha sei anni in più di Riku.” disse, sorseggiando la sua cioccolata.

Però c'era una cosa che a Sora non tornava “Come può un lupo vivere così a lungo, specialmente nello stato selvatico?” domandò confuso.

Hana, intenta a ravvivare il fuoco con dei pezzetti di legno, per poco non si bruciò. La ragazza, questa volta, non si aspettava per niente quella domanda. A Sora parve persino diventare leggermente nervosa. Messo anche l'ultimo pezzo, rimase a guardare le calde fiamme che pian piano riducevano in cenere il legno, come un'agonizzante tortura.

“Intendevo dire che se dovessimo convertire i suoi anni nei nostri, è come se ne avesse venticinque, ma in realtà sono circa tre e mezzo.” rispose come se nulla fosse. Poco dopo sospirò, sedendosi a terra e portandosi le gambe al petto.

Il ragazzo ignorò la reazione che Hana ebbe, pensando che forse era solo paranoico “Gli avete anche dato un nome?” chiese finendo di bere gli ultimi sorsi di cioccolata.

La ragazza fece un cenno di dissenso con il capo “Pensavamo che se l'avessimo fatto, ci saremmo legati troppo a lui e ciò non era conveniente visto che doveva tornare dagli altri lupi. Però sono convinta che ce l'abbia già un nome, anche se a noi non è dato saperlo.” spiegò.

“E ora? Voglio dire, ora che mi ha visto dici che tornerà? Non è che si è offeso perché mi avete permesso di varcare il suo territorio?” domandò leggermente dispiaciuto, perché in fondo non voleva rovinare un'amicizia.

Hana rise leggermente “No, tranquillo. Sono convinta che più tardi si farà vedere.” rispose, per poi alzarsi e avvicinarsi al ragazzo. Si abbassò fino ad arrivare alla sua altezza, abbassò lo sguardo e posò le labbra su quelle dell'altro, imprigionandogli il labbro superiore. Si staccò poco dopo, notando che Sora la stava guardando sorpreso e del tutto spaesato. Lei ridacchiò come sempre “Scusa, ma avevi i baffi di cioccolata.” si giustificò con il suo caratteristico charme, dopodiché gli prese la tazza dalle mani e andò a posarla con la sua in cucina.

Sora rimase del tutto senza parole. Dalle sue parti, se qualcuno si sporcava, non si davano baci o cose del genere -a meno che non si fosse fidanzati, ma quello era un altro discorso, anche perché lui e Hana non lo erano. Quindi perché l'aveva fatto? Poteva semplicemente dirgli 'guarda che hai un po' di cioccolata sulle labbra' e finirla là. Sora faceva davvero fatica a capirla, per lui quella ragazza era un vero e proprio mistero e non poteva negare che gli sarebbe piaciuto svelarlo pezzetto per pezzetto, a partire da quel bacio mascherato, che in fondo in fondo non gli era dispiaciuto affatto.

***

Il campanello dell'abitazione suonò, poi Sora sentì la porta aprirsi e delle voci dirigersi verso la sala in cui era comodamente seduto. Dall'ingresso apparvero un paio di ragazzi accompagnati da Hana, entrambi molto alti. Si alzò in piedi in segno di rispetto, poi la ragazza prese la parola “Sora, loro sono Axel e Saïx, gli amici di cui ti ho parlato.” spiegò. È vero che quando si festeggia, di solito, lo si fa con molte persone, ma al ragazzo andava bene così, anche perché in quel momento capì che accettare l'invito era stata davvero una pessima idea, visto il tremendo disagio che provava -e la colpa non era causata solo dal fatto avvenuto poco prima. Dei due ragazzi arrivati, il primo aveva lunghi capelli rossi acconciati quasi come i suoi -la differenza era che quelli di Axel erano anche tirati indietro-, brillanti occhi verdi e un paio di lacrime rovesciate, viola, tatuate sugli zigomi. Il secondo aveva lunghi capelli turchesi, occhi ambrati e una singolare cicatrice in mezzo agli occhi a forma di X. Entrambi lo guardavano molto diffidenti, come se sospettassero che egli potesse fare qualcosa di pericoloso da un momento all'altro. Sora non capiva perché erano tutti così restii nei suoi confronti. Effettivamente da quando era arrivato lì non capiva molte cose, c'era sempre qualcosa che gli sfuggiva o che gli veniva omesso. Cosa aveva che non andava? Cos'è che non doveva sapere? Qualsiasi cosa fosse, causava quell'insolito comportamento nei suoi confronti. Anche se, ad essere sinceri, poteva essere semplice diffidenza, in fondo non lo conoscevano. In ogni caso il ragazzo decise di accantonare i suoi pensieri e alzare una mano come cenno di saluto. Gli altri due si sforzarono di apparire normali e ricambiarono il gesto con un sorrisetto forzato accompagnato da un cenno del capo.

Eh no, non li capiva proprio.

Per evitare che scendesse uno sgradevole silenzio, Hana disse al Rosso di andare a prendere in cucina i piatti per la cena -aveva cucinato il fratello?- mentre a Saïx chiese di aiutarla ad apparecchiare la tavola. Anche Sora voleva in qualche modo contribuire, quindi si offrì di aiutare la ragazza, ma ella gli disse che, se proprio voleva, poteva aiutare Axel che ne aveva più bisogno. Il moretto si diresse, quindi, nella direzione dove aveva visto sparire il Rosso e, dopo aver vagato per qualche minuto, riuscì a trovare la cucina. La stanza, sotto certi aspetti, sembrava una di quelle cucine che si potevano intravedere dietro le porte di un ristorante, in cui si vedevano i camerieri sparire e riapparire frequentemente. Era immensa. Il pavimento era ricoperto da grandi piastrelle nere, le pareti verniciate di un beige chiaro e i mobili erano bianchi. Vi erano tre banchi in alluminio, muniti di lavandino, con vari utensili sopra, in uno vi erano anche i famosi piatti da portare a tavola. Fu proprio lì che si diresse Sora, mentre un Axel sovrappensiero sbucò da quella che pareva essere una cantina, con un vino d'annata in mano. Il più piccolo lo informò che Hana gli aveva detto di aiutarlo e, al cenno d'assenso dell'altro, iniziò a prendere un vassoio e una grande scodella, contenenti rispettivamente un polpettone con copertura di pancetta e una strana zuppa che sembrava contenere vongole e altro -dall'aspetto comunque invitante. Il ragazzo, seguito dal più grande -anche lui con un paio di piatti in mano-, percorse la strada a ritroso e poggiò ciò che aveva portato sull'ampio tavolo rettangolare, che gli altri due avevano appena finito di apparecchiare. Quest'ultimi andarono a prendere le ultime pietanze, poi aspettarono tutti l'arrivo di Riku.

In realtà il ragazzo era già arrivato da un po', ma si era trattenuto in giardino per aver a che fare il meno possibile con l'inglesino. Non gli piaceva. Non gli piaceva affatto. Non era questione di nazionalità, no. Lui non era quel genere di persone. Se a posto di quel ragazzino, che era stato costretto ad ospitare, ci fosse stato un italiano o un americano stesso, avrebbe avuto gli stessi pensieri. Il suo problema era un altro, legato a un fatto del passato. Sua sorella gli diceva sempre che non doveva far ricadere la colpa su tutto il mondo, perché il colpevole non aveva nulla a che vedere con gli altri. Gli diceva anche che il passato era passato, che non poteva mostrarsi rancoroso per sempre e, quando cercava di farlo sorridere, gli diceva che tenere il broncio a lungo faceva venire prima le rughe. La verità era che lui si stesso si sentiva in colpa, per non aver fatto nulla, per non aver nemmeno cercato d'impedire che ciò accadesse. Hana questo lo aveva capito. Lei capiva sempre tutto. 'Eravamo dei ragazzini, cosa potevamo fare?' diceva. Lui non negava che ciò fosse vero, non pretendeva di riuscire a fare ciò che non era alla sua portata, ma se avesse almeno provato, probabilmente non avrebbe avuto rimpianti.

L'argenteo scese con un salto dall'albero sul quale si era rifugiato a pensare e, finalmente, rientrò a casa. Il suo migliore amico era già lì. Axel era l'unico, oltre a sua sorella, con il quale poteva parlare. Certo, era un ragazzo strambo e a volte molto egocentrico, però sapeva essere un amico fantastico sul quale poter sempre contare. Saïx gli piaceva un po' meno, forse perché effettivamente sapeva poco o nulla di lui. Un giorno il Rosso se l'era portato appresso e glielo aveva presentato. 'Lui è mio cugino' aveva detto. Se fosse vero o meno, Riku non lo sapeva, ma contava sulla fiducia che aveva nell'altro e, in compenso, era certo che non gli piaceva. Non del tutto almeno.

Trovò la tavola già apparecchiata e, come aveva supposto, l'inglesino era ancora lì. Stavano chiacchierando tutti allegramente, Hana era evidentemente riuscita a fargli fare buona impressione agli occhi di Axel e ciò portava all'automatica approvazione di Saïx. A quanto pareva, l'unico a cui non andasse a genio era lui. Non poteva certo dire che il ragazzino fosse privo di virtù, anzi, era beneducato, non faceva il cascamorto con sua sorella ed era rispettoso nei confronti di tutti. Era un ragazzino per bene insomma -scappatella del bagno a parte, visto che poteva capitare a tutti-, ma il modo di pensare dell'argenteo non ammetteva eccezioni.

Una volta fatto il suo ingresso, cominciò la processione per andare in bagno a lavarsi le mani e, in un attimo, erano già tutti a tavola. 

 


Ciao :D
Credevo di non riuscire a pubblicare, invece eccomi qua ^^. Per fortuna mio padre ha in un certo senso sospeso i "lavori di verniciatura", quindi sono riuscita ad accendere il pc :) tra l'altro la mia stanza, ora, è assolutamente magnifica *Q* mi piacerebbe mettere qualche foto, ma non me ne viene manco mezza decente xD 
Tornando a noi, anche in questo capitolo il titolo sprizza fantasia da tutti i pori u.u" 
Finalmente(?) vengono esaudite alcune domande sul lupo e con ciò qualcuno vedrà le proprie supposizioni crollare pietosamente xD in ogni caso vi è piaciuta come mini-storia? Sinceramente non sapevo che inventarmi, quindi mi sono buttata su un qualcosa di... classico? o.O
Grazie a questa mini-storia, Sora riesce finalmente... a capire ancor meno la situazione u.u ahahah mi diverto a mettere confusione nella sua testolina **. Per non parlare di QuellaCosaCheNonSapreiComeDefinireMaCheNoi(Alis:Io)ChiameremoBacio! Domanda che vi sorgerà (credo) spontanea: ma Hana non era fidanzata? Beh, sì, però chi sono io per dirle cosa fare (si fa per dire u.u)???? xD
Domanda numero due: quanto è figo Axel? v_v
No ok, ora torno seria xD (non che lo sia mai stata). Su di lui non ho molto da dire, anche perché non ho scritto praticamente nulla e non voglio finire con lo spoilerare u.u per quanto riguarda Saïx, ne parleremo più avanti :3 ho trovato carina l'idea di metterlo come cugino di Axel ^^.
Finalmente si vede un po' il punto di vista di quel gran figo di Riku, anche se non si sa nulla di preciso u.u accontentatevi per ora! xD
Per il momento abbiamo finito, vedremo che succederà ne prossimo capitolo ;) devo anche mettermi a finire di scrivere il settimo, altrimenti tra due settimane non avrò niente da pubblicare >.>" 

Purtroppo oggi non ho molto tempo >.< quindi non mi dilungherò più di tanto. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ringrazio tantissimo tutti quelli che seguono questa fic :D 

Alla prossima settimana,
E.S.
  
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