Il barbone dell’ospedale sputa sul terreno. Ha gli occhi nero come il cemento, spenti di follia, stanchi. Raccoglie il cappello logoro da terra con la punta del suo bastone, e lo appoggia sulla panchina. Si lava le mani con dell’acqua della bottiglietta di plastica.
Dopo esserle bagnate, si passa le grandi mani ruvide sul viso grigio, si strofina gli occhi.
Osserva i piccioni, si tocca la barba ispida, saluta gli sconosciuti che passano, ride amaramente e fuma, respira.
Il suo pancione pieno d’alcol è fasciato da dei logori pantaloni di fustagno.
Sotto il maglione marrone nasconde un porta monete, un piccolo, piccolissimo porta monete.
Cosa passa per la testa a quel barbone ubriaco e triste?