Il diavolo ammalato
Kyoya alzò lo
sguardo dal computer, e si diresse in cucina. Guardò il proprio
appartamento.era grande e spazioso, con
una camera da letto, una cucina, un bagno, una doccia, uno studio ed una
libreria. Quello era l’unico posto veramente suo all’interno della casa di
famiglia. Aprì la porta del frigo e tirò fuori una pillola per il mal di testa.
Era dovuto tornare a casa da quanto gli girava, nonostante non avesse detto a
nessuno cosa lo disturbasse. Aveva mentito a Tamaki, dicendogli di avere un
incontro importante e non aveva avvertito nessuno. Non voleva assolutamente che
la febbre la spuntasse su di lui, lui era Kyoya Ootori!
Si mise la
pastiglia in bocca e tornò sul proprio letto, tirando fuori il computer
nuovamente. Quando i numeri cominciarono a danzare fuori dallo schermo capì che
forse sarebbe stato meglio riposare. All’improvviso sentì battere alla porta. “Avanti.”
Fece, leggermente scocciato. Uun inserviente entrò. “Signorino Ootori, una
ragazza di nome Haruhi Fujioka chiede il permesso di entrare.” Lui strabuzzò
gli occhi, ma annuì. “Falla entrare.” L’inserviente si allontanò, per tornare
qualche secondo dopo, seguito da Haruhi. Poi richiuse la porta alle sue spalle.
“Senpai.” Fece la ragazza. Lui la guardò, stranito. “Haruhi, che cosa ci fai
qua?” Lei fece un sorrisino degno dei gemelli. “Tamaki-senpai ha detto che
Kyoya-senpai aveva un appuntamento. Ma Kyoya-senpai è una persona troppo
meticolosa per non avvisare se voleva assentarsi. Quindi ho capito che
Kyoya-senpai stava nascondendo qualcosa e sono venuta a trovarlo.” Il ragazzo
si era mosso verso di lei mentre parlava. La schiacciò contro la porta e le
portò entrambe le mani sulla testa. La sua voce assunse un tono pericoloso. “E
non hai paura di venire qua, nella tana del lupo da sola, Haruhi?” Lei lo
guardò, con un sorriso. “Non mi faresti mai del male, senpai.” Lui non si
smosse. “Senpai, sei rosso.” Fece la ragazza. Si alzò in punta di piedi e mise
il naso sulla fronte del ragazzo. Kyoya sbarrò semplicemente gli occhi. “Hai la
febbre, senpai.” Decise lei, staccandosi. Poi, vedendo lo sguardo sorpreso del
ragazzo. “È un metodo che mi ha insegnato mia madre.” Delicatamente, liberò le
proprie mani dalla presa del ragazzo e lo sospinse verso il letto. Il ragazzo
si lasciò condurre e si sedette mesto, afferrando il computer.
Haruhi lo guardò
irritata. “Senpai, metti giù il computer.” Lui la ignorò e continuò a scrivere,
nonostante i numeri e le lettere avessero preso a ballare la salsa. Lei si
avvicinò al letto e staccò la presa. Lui la guardò, inorridito. “Haruhi tutti i
miei calcoli...!” Lei lo guardò, sapendo perfettamente che lui aveva copie di
qualunque cosa facesse da qualche parte. “Hai mangiato?” lui si girò da una
parte, rifiutandosi di rispondere. Lei sbuffò e si recò verso il bagno. Per
prima cosa prese un panno e lo bagnò, appoggiandola sulla fronte di Kyoya. Il ragazzo
rabbrividiva sotto la mano fredda della ragazza. Poi si diresse verso la
cucina.
Per circa mezz’ora,
Kyoya non fece che oscillare tra il dormiveglia, la febbre che finalmente
prendeva il sopravvento. Ma poi un delizioso profumo di zuppa lo fece
svegliare. Probabilmente stava delirando perchè vide un bellissimo angelo, con
una ciotola di zuppa in mano ed un sorrisino sulle labbra. Poi realizzò che si
trattava di Haruhi. “Avanti, Senpai, fai ah...” Il ragazzo la guardò scocciato.
Avrebbe voluto dirle ‘Uno, non ho detto di aver fame. Due, posso mangiare da
solo.’ Ma dalla sua bocca tutto ciò che uscì fu: “Uno, non ho...” prima che una
cucchiaiata di zuppa gli finisse in bocca senza molti complimenti. La guardò
furibondo, ma lei continuò imperterrita. “Se vuoi andare a scuola e battere la
dannata febbre, mangia senpai.” Lui si lasciò dunque imboccare, lanciandole occhiate
omicida di tanto in tanto.
Quando finì di
mangiare, lei gli porse una pastiglia e dell’acqua da bere. Questa volta, prese
entrambe senza discussioni. Fece poi per prendere il computer. “Alt, senpai. Hai
bisogno di riposo.” Kyoya la guardò come a dire ‘Tu sciocca plebea osi dirmi
cosa fare?’. Fu particolarmente tentato di cacciarla, ma una piccola parte di
lui trovava la presenza di Haruhi confortante. Mise giù il portatile. Lei gli
cambiò il panno con uno più fresco. Poi si mise accanto a lui e cominciò a
canticchiare una ninnananna, come se fosse un dolce piccolino.
“Dango, dango,
dango, dango
Dango, dango,
daikazoku”
“La grande famiglia gnocco
La grande famiglia gnocco”
“Dango, dango,
dango, dango
Dango, daikazoku”
“La grande famiglia gnocco
La grande famiglia gnocco”
“Yancha na Yaki
dango
Yasashii an dango
Sukoshi yumemigachi
na
Tsukimi dango
Osumashi goma dango
Yotsu ko kushi dango
Minna minna awasete
Hyakunin kazoku”
“Il gnocco
arrosto malizioso, il dolce di fagioli marmellata gnocco
Il gnocco
visione luna è un po 'un sognatore
Il gnocco
sesamo guarda sempre prim, la quaterna sputato gnocchi
Mettere tutti
insieme per fare una famiglia di cento”
Una stupidissima canzone per bambini. Ma il modo in
cui la ragazza la cantava, accarezzandogli i capelli... si sentiva come se
finalmente qualcuno si fosse messo accanto a lui, e lo stesse tenedo per mano,
seguendolo ed aiutandolo lungo il cammino. ‘Ok, la febbre è alta.”
***
Il giorno dopo, al risveglio, temette di essersi
sognato tutto. Ma una volta arrivato in cucina, vide la figura di Haruhi, che
aveva già preparato la colazione e era vestita comodamente nella propria uniforme.
sentendo lo sguardo del ragazzo su di se lei alzò gli occhi. “Ohayō,
Kyoya Senpai!” disse la ragazza. Poi vedendo lo sguardo del ragazzo spiegò. “Sì
ho dormito qua. Ho chiesto gentilmente ad uno dei tuoi servanti di portarmi i
vestiti e l’ha fatto. E vedo che la febbre ti è passata, senpai.” Lui annuì.
Poi andò a prepararsi.
Guardò il proprio riflesso sullo specchio. Da quando
Haruhi aveva l’effetto di sconbussolarlo a quel modo. Il suo semplice sorriso e
il saluto, gli avevano fatto battere il cuore. Si lavò la faccia ed i denti e
si recò a vestirsi. Poi la raggiunse per la colazione. Mangiarono in silenzio,
ognuno avvolto nei propri pensieri. Poi Haruhi scoppiò a ridere. “Senpai,
sapete, siete adorabile quando dormite!” il ragazzo si irrigidì. Come osava
quella piccola insolente. Ma poi un’idea gli passò per la mente. Un piccolo
esperimento. Le rivolse un sorriso. Lei smise immediatamente di ridere. “Haruhi,
ho un’idea per come ripagarti.” Disse alzandosi. Anche lei si alzò. “Preferirei
di no, senpai. Non mi piace quando lei deve ripagare qualcosa.” Lui la ignorò e
si avvicinò alla ragazza. “Chiudi gli occhi, Haruhi.” La ragazza obbedì, seppur
non volentieri. Il ragazzo la esaminò attentamente. ‘È solo un esperimento’
pensò, tra se e se. Poi mise una mano dietro la testa della ragazza ed appoggiò
l’altra sul fianco. E avvicinò le proprie labbra a quelle rosee di Haruhi.
Il contatto gli portò una miriadi di emozioni.
Haruhi profumava di rose e fiori d’arancio. Le sue labbra sapevano ancora del
latte appena bevuto. Sentì il corpo della ragazza rispondere al suo. Sarebbe potuto
affogare dentro la bocca della ragazza, che combaciava così perfettamente la
sua. Ma riuscì a staccarsi in tempo. “Ben, credoche questo valga, come
ringraziamento.” Lei aveva le guancie arrossate, il respiro corto ed un’espressione
delusa in volto. “Sì, senpai.” Lui la guardò, ancora non in grado di capire
come quella piccola plebea lo avesse risvegliato. Poi, quasi come se non ne
fosse certo, le tese la mano. “Andiamo, Haruhi.” Lei si illuminò e gli prese la
mano, lanciandogli uno di quei sorrisi, quelli capace di sciogliere perfino
lui. Cercò di concentrarsi al meglio, ed insieme uscirono.
ANGOLO AUTRICE
OURAN HOST CLUB! AMO quell’ANIME!
KYOYA X HARUHI oppure MORI X HARUHI? Questo
è il mio dilemma. Che ne dite? Mi lasciate una recensione?