Beh,
che dire... non ho mai scritto né letto nonsense, però non credo che questa
storia sia classificabile in qualsiasi altra categoria, quindi provo a postarla
qui...
Questa
shottina è nata questa notte, mentre non riuscivo a dormire, nemmeno io so
perché, da un’immagine che mi ha praticamente assalita, costringendomi, all’alba
delle due, a prendere in mano penna e quaderno e a mettere nero su bianco i
miei pensieri.
Non
so cosa voglia dire questo raccontino... forse non è altro che un modo come un
altro per parlare della diversità ed è per questo che la dedico a tutti quelli
che, come me, si sentono o, effettivamente, sono un po’diversi, perché non c’è
niente di male in questo.
Temperance
Statue
La
città è bianca.
Bianca
di neve.
Bianca
di freddo.
Migliaia
di piedi, milioni volti, di teste, di gambe e braccia che si muovono,
distratte, nel tumulto che il mondo era, è e sarà.
Niente
riposo, per guardarsi in faccia non c’è tempo.
Si
deve lavorare, fermarsi non si può.
La
tranquillità?
Mai
sentita.
E
in mezzo a tutto, un punto fermo.
Due
corpi stretti in un immobile abbraccio.
Due
paia d’occhi che si guardano a vicenda da tempo infinito.
Due
statue viventi.
Un
piattino posato a terra, rimesso alla gentilezza e alla pietà di persone che
nemmeno lo vedono davvero.
Sono
un uomo e una donna di cui nessuno sa niente.
A
nessuno interessa di loro.
Trovatevi
un lavoro, dicono.
Non
capiscono che stare fermi per ore non è assolutamente come fare niente.
Sono
un uomo e una donna a cui un altro impiego non è mai stato offerto.
Lei
ha un vestito bianco e un viso color cioccolato dipinto d’argento.
Lui
una tunica nera e occhi azzurri che ammiccano da sotto una maschera che gli
copre il volto pallido solo a metà.
Statua
nera di latte.
Statua
bianco carbone.
La
città è bianca, ma di un bianco un po’ sporco.
Un
bianco ingrigito dall’indifferenza della gente che scorre come un fiume in
piena su chi vuole anche un po’di tempo per vivere.
Ci
sono due statue in mezzo alla via.
Sono
un uomo e una donna, si amano, ma a nessuno interessa.
Dopotutto,
sono soltanto statue.
Non
valgono la pena di uno sguardo.