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Autore: _Fedra_    23/01/2015    9 recensioni
Giurereste mai che le ragazze che abitano al piano di sopra siano in realtà due spietate cacciatrici di demoni?
Con l'arrivo di Claire e Teresa in uno squallido appartamento alla periferia di Roma, la Città Eterna si trasforma in un teatro gotico in cui nulla è più come sembra e anche il più candido angelo di pietra può trasformarsi in un mostro assetato di sangue.
Riuscirà il giovane Raki a sopravvivere in questa nuova realtà?
DAL CAPITOLO 1:
Un'ombra scura si allungò sulle gradinate della Facoltà di Lettere e Filosofia, salendo lentamente le scale che conducevano all'ingresso.
Claire osservò compiaciuta gli sguardi dei presenti che si spostavano per lasciarla passare.
Sui loro volti poteva leggere le espressioni più diverse: stupore, curiosità, invidia, timore.
Le sembrava di poter fiutare la paura nascosta dietro quelle maschere malcelate, come se in fondo il loro istinto animale gli stesse suggerendo che ciò che temevano di più al mondo si trovava proprio davanti ai loro occhi.
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claire, Priscilla, Raki, Teresa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Occhi d'argento'
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Due.
Il mostro
 
*

 
 
 
 
L'utilitaria accostò di fronte al palazzo di mattoni rossi.
“Grazie per il passaggio”, disse Gaia rivolta a Raki.
“Non c'è di che. I tuoi sono già rientrati?”.
“No, sono via per lavoro. Stasera resterò sola”.
“Ah, okay”.
Nell'abitacolo era calato un improvviso silenzio, rotto solo dal rumore sordo dell'autoradio messa al minimo.
“Perché non sali?”, azzardò Gaia improvvisamente.
Raki avvertì una scarica di elettricità percorrergli il cuore.
Per fortuna, le pallide luci dei lampioni non arrivavano a tradire il colore che avevano assunto le sue guance in quel momento.
“D'accordo”, disse dopo istanti che parvero ore.
“Evviva!”, esclamò Gaia rivolgendogli un largo sorriso.
I suoi denti brillavano nella semioscurità.
Raki sorrise a sua volta, spegnendo il motore e uscendo nella strada ormai buia.
Le luci dei lampioni proiettavano delle lunghe ombre oblique sull'asfalto, riflettendosi sulle superfici squadrate dei palazzi.
All'orizzonte, il profilo della Stazione Tiburtina sembrava uno scheletro di vetro incandescente.
Una brezza fredda aveva preso a spirare da nord.
Raki rabbrividì, correndo ad aprire la portiera a Gaia.
“Come sei gentile”, commentò lei con un sorriso complice.
Lui non rispose, accompagnandola con lo sguardo fino al portone di casa prima di chiudere la macchina e seguirla.
“L'ascensore è guasto”, comunicò la ragazza non appena giunsero nell'androne. “Dobbiamo salire a piedi”.
“Non importa. Vuoi una mano?”, domandò Raki accennando alla cartella che le pendeva da una spalla.
“Sta' tranquillo, ce la faccio”.
“Come vuoi”.
Gaia gli strizzò un occhio, prendendo a salire le scale.
Il ragazzo la seguì.
I suoi occhi stanchi caddero senza volerlo sulle curve morbide dei suoi fianchi, facendolo arrossire.
A quanto pareva, l'ultima sessione d'esame doveva averle regalato un paio di chili in più.
“Eccoci qua”, disse Gaia soddisfatta non appena raggiunsero il primo piano.
Infilò le chiavi nella toppa ed entrò nell'appartamento, accendendo la luce.
“Era impensabile che ti lasciassi qui da sola, con questo maniaco in circolazione”, commentò Raki non appena furono dentro.
“Ah, non preoccuparti. Una volta barricata qui, mi sento al sicuro. Il problema è il tragitto dall'università a casa”, rispose Gaia posando la borsa a terra. “Tè?”.
“Sì, grazie”.
I due si avviarono in cucina.
La ragazza mise subito a bollire un pentolino pieno d'acqua.
“Mancano solo i tuoi pasticcini”, commentò ridacchiando.
“Hai ragione. La prossima volta vedrò di ricordarmeli”.
Gaia annuì.
Improvvisamente, il suo volto pallido sembrò velarsi di tristezza.
“Che cosa succede?”, domandò Raki preoccupato.
Lei sorrise, scacciando immediatamente quell'espressione.
“Niente”, rispose.
Da brava conversatrice qual era, Gaia si affrettò subito a cambiare argomento.
Gli raccontò delle sue vacanze estive a Palma di Maiorca con i genitori e il fratello maggiore, che lavorava negli Stati Uniti da qualche anno e che ormai passava a trovarli solo durante le ferie.
Parlarono di università, di esami e di progetti futuri.
Rievocarono i momenti lieti dell'anno precedente e immaginarono quelli che sarebbero arrivati il trimestre successivo.
Quando l'acqua prese finalmente a bollire, Raki aiutò Gaia a sistemare i filtri nelle tazze.
Lei gli propose di berlo in cameretta e lui rispose timidamente di sì.
Si sedettero sul letto, uno accanto all'altra, prendendo a rigirare pigramente lo zucchero con un cucchiaino.
Una nuova pausa di silenzio carico di imbarazzo era caduta tra di loro.
Raki avvertiva la carne scottare sotto i jeans a contatto con la coscia di Gaia.
“Era davvero tanto tempo che non ci vedevamo”, commentò la ragazza improvvisamente.
L'altro esitò, le orecchie che avevano preso improvvisamente a ronzare.
“Già”, rispose. “E pensare che abitiamo così vicini...”.
“Dovremmo vederci più spesso”.
“Con questo pazzo in giro, prometto che non ti lascio più tornare da sola. Da oggi in poi, potrai sempre contare sul mio passaggio”.
Gaia gli rivolse un sorriso carico di tenerezza.
“Sicuro che non ti sono di disturbo?”, domandò, protendendo il busto verso di lui.
La sua voce si era fatta improvvisamente più calda.
“Nient'affatto. Per te farei qualunque cosa”.
Raki era visibilmente impallidito, ma non si mosse.
Era come inchiodato dalla sua stessa adrenalina.
Il suo cuore stava pulsando più forte che mai, pompando sangue in ogni singola cellula del  corpo.
Lentamente, Gaia posò la tazza sul comodino e gli sfiorò il polso con le dita cariche di anelli.
Raki non la scacciò, anzi, la imitò simile a un automa.
Gli sembrava di vivere in un sogno talmente assurdo da dargli le vertigini.
Gaia continuava a sorridergli, accarezzandogli il palmo della mano.
Non sapeva perché, ma il suo sorriso candido gli metteva improvvisamente i brividi.
Solo allora si rese conto che i loro volti erano vicinissimi.
“Mi sei mancato”, sussurrò lei a un centimetro dal suo orecchio, sfiorandogli la guancia con le dita.
E, senza pensarci oltre, lo baciò.
Raki sgranò gli occhi per la sorpresa, ma non si mosse.
Il suo intero corpo sembrava non risponderli più.
Avvertiva solamente le dita di Gaia che gli stringevano la nuca e il maglione, aggrappandosi a lui con tutte le sue forze.
Qualcosa di umido gli colpì le guance.
Solo allora Raki riuscì a trovare la forza di allontanarle il volto dalle sue labbra, sconvolto.
“Gaia...”, sussurrò, incapace di trovare le parole giuste. “Perché piangi?”.
Improvvisamente, un dolore atroce lo artigliò al ventre.
Raki urlò, cadendo all'indietro.
La tazza fu scagliata lontano, schizzandolo di tè bollente prima di andare in frantumi sul parquet.
Il ragazzo crollò lungo disteso sul pavimento, fissandosi sgomento l'addome.
Sul maglione erano apparsi improvvisamente cinque squarci.
“Gaia!”, esclamò incredulo. “Che cosa sta...?”.
Le parole gli morirono in gola, pietrificato dal terrore.
Gaia era in piedi di fronte a lui, il volto malinconico rigato di lacrime.
Teneva le mani raccolte in grembo, come in preghiera.
Il ragazzo represse a malapena un urlo nel posare gli occhi sulle sue dita.
Quelle non erano mani.
Erano zampe munite di artigli.
“Mi dispiace, Raki”, disse Gaia in tono innaturale. “Non avrei mai voluto che vedessi...AAAAAAAARRRGH!”.
La voce della ragazza si tramutò in un ruggito disumano mentre le sue membra si allungavano a vista d'occhio fino al soffitto.
La pelle diventò scura e coriacea, i capelli rientrarono nel cranio, la massa muscolare aumentò a dismisura fino a lacerare completamente i vestiti.
Una bocca enorme irta di zanne si allargò sul suo volto ormai irriconoscibile, facendo scattare in avanti una lunga lingua biforcuta.
Quella non era più Gaia.
Era un mostro.
“Curioso, vero?”, tuonò la creatura con una voce inumana. “Avresti mai giurato che proprio la tua dolce amica fosse lo spietato assassino che si aggira per le strade di Roma?”.
“Non può essere...non può...”.
Raki non riusciva a smettere di tremare.
Il mostro assaporò tutta la sua paura.
“Sì, ho ucciso io quegli insulsi umani, così come ho divorato le interiora e il cervello di quella ragazza. Ecco perché sono riuscito ad assumere il suo aspetto e ad assimilare i suoi ricordi...guarda, sto piangendo. Doveva volerti proprio bene...”.
La creatura rise, asciugandosi con un gesto deciso il volto inumidito dalle lacrime.
“Pazienza, non avrà più importanza una volta che ti avrò divorato”, ringhiò tendendo gli artigli verso Raki.
Il ragazzo non riusciva a muovere un muscolo, paralizzato dal terrore.
Il mostro torreggiava su di lui, gli occhi gialli da rettile che galleggiavano a pochi centimetri dal lampadario.
Poi accadde l'impossibile.
Una creatura dagli occhi fiammeggianti era appena balzata dalla finestra, brandendo un'enorme spada tra le mani.
Con un gesto fulmineo, simile a un passo di danza, decapitò il mostro.
La sua testa cadde sul pavimento con un tonfo, fermandosi a pochi centimetri dalle scarpe da tennis di Raki.
Un denso liquido viola stillò con violenza dal collo privo di testa mentre l'enorme corpo rovinava sul letto, inondando ogni centimetro della stanza.
Il ragazzo levò il capo, la fronte chiazzata di sangue e sudore freddo.
Solo allora riconobbe la creatura che lo aveva salvato, anche se molto diversa da quella che aveva incontrato quella stessa mattina.
La felpa con il cappuccio e i jeans erano spariti, lasciando posto a un abito nero aderente che le esaltava al massimo il fisico slanciato e muscoloso.
I suoi occhi non erano più neri, ma di un color oro acceso, con le pupille verticali come quelle dei gatti.
O dei rettili.
L'espressione sul suo volto era quanto di più inumano potesse esistere.
Claire.
Non appena la ragazza posò lo sguardo su di lui, Raki non poté fare altro che gridare.



Buonasera a tutti! :)
Innanzitutto, grazie infinite a tutti voi che avete letto, recensito, inserito tra i preferiti e le seguite questa storia: vi confesso che un'accoglienza così sentita era l'ultima cosa che mi sarei aspettata!
Grazie, grazie davvero!
Spero che non vi stanchiate mai di seguirla!
Ora veniamo a noi...
Vi confesso che inizialmente avevo previsto di non tagliare il capitolo con la morte dello yoma, ma la scena successiva sarà molto lunga e piena di informazioni importanti e quindi, per non stancarvi, ho pensato di concludere con questa immagine.
Spero di non lasciarvi troppo con il fiato sospeso! * Claire e Raki mi hanno chiesto esplicitamente di concedere loro un attimo di respiro *
In ogni caso, non preoccupatevi: venerdì prossimo saprete anche il resto! ;) * per fortuna, faccio sempre in modo di essere molto puntuale con gli aggiornamenti...chi mi segue da un po' di tempo lo sa ;) In fondo, è anche una questione di educazione verso chi legge *
Per tutte le informazioni, potete comunque contattarmi sulla mia pagina Facebook: https://www.facebook.com/LeStorieDiFedra
E ora veniamo ai ringraziamenti un po' più "personali" :)
Per le recensioni: Uzumaki_Devil_Dario, AlanKall, Angelika_Morgenstern e SognatriceAOcchiAperti
Per le seguite: bienchen e Uzumaki_Devil_Dario
Per le preferite: Angelika_Morgenstern
Un abbraccio a tutti e a presto :)

Vostra
F.


 

 
   
 
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