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Autore: Mala Mela    25/11/2008    13 recensioni
{MinatoKushina}
“Ok, ho deciso” annunciò risoluta.
Minato sorrise.
“Incredibile” la prese in giro. “Sei sicura di non volerne discutere ancora un po’?”.
“Non tentarmi, Namikaze. Potrei intrattenerti tutta la serata con un’avvincente conversazione sugli zuccherini verdi” lo minaccio Kushina, puntandogli un dito contro. “Non sottovalutare la tenacia di una donna incinta”.
“Non ti sottovaluto affatto” ribatté lui. “Forza, dimmi cosa vuoi per cena”.
“Ramen” esclamò la donna allegramente. “E quei biscotti a forma di panda che vendono al negozio all’angolo”.
“Li… vuoi mangiare nel ramen?” domandò Minato scettico, sollevando un sopracciglio.
“No, certo che no!” esclamò Kushina indignata. “Biscotti nel ramen, che idea bizzarra!” borbotto “Zuccherini al massimo, ma non biscotti”.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Yondaime
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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È una piccola, tenera, graziosa one-shot scritta ieri sera

È una piccola, tenera, graziosa one-shot scritta ieri sera. Ero al pc completamente raffreddata ed influenzata e, come se non bastasse, mio padre mi stava impedendo di vedere Bones. Inaudito!

Rassegnata ho aperto word e ho iniziato a scrivere.

 

I hope you enjoy it!

 

Mela aka Donnina FrustrataTM

 

 

 

 

· Remind me in the summer time ·

 

 

 

 

 

 

 

Ramen!” esclamò Kushina con una strana luce negl’occhi. “Anzi no, no!” si corresse. “Forse è meglio un’okonomiyaki con gamberi, seppie, cetrioli e…. ananas!”.

Oltre i vetri dell’ampia finestra il sole stava calando, proiettando luci aranciate sulla parete dietro di loro; le tende erano mosse dall’ultima brezza estiva che entrava dall’anta socchiusa, segno dell’avvicinarsi di settembre, e frusciavano come un silenzioso sottofondo alla discussione appena nata.

“…ananas?” domandò l’uomo di fronte a lei, perplesso. “Sei sicura di non preferire il ramen?”

“Minato, hai il coraggio di contraddire una donna incinta?” ribatté Kushina con un ampio sorriso, giocando la sua carta migliore. “Ti ricordo che porto in grembo tuo figlio e per questo avrò delle tremende smagliature finché campo. Ho diritto ad una misera Okomiyaki con ananas, no?”.

Minato scosse la testa, alzando le mani in segno di resa.

“Hai vinto, hai vinto”.

Kushina gli si avvicinò con tutta l’agilità che il pancione al termine dell’ottavo mese di gravidanza le permetteva, appoggiando la testa nell’incavo del suo collo. Tecnicamente sarebbe dovuta stare a letto, ma era anche vero che tecnicamente avrebbe dovuto mangiare cibi ben più sani e nutrienti. Se solo Tsunade-sama l’avesse scoperto… no, non ci voleva pensare.

“Ti amo” mormorò. “Sarai il padre migliore di Konoha. Anzi, della terra del Fuoco. Anzi, di tutto il mondo”.

“Ruffiana” decretò Minato roteando gli occhi e passandole una mano tra i capelli. “Lo dici solo per l’okonomiyaki”.

Kushina scoppiò in una fragorosa.

Ma come puoi pensare una cosa simile di me? Mi offendi” cinguettò. “Lo dico anche perché ci farai mettere degli adorabili pezzetti di ananas. E degli zuccherini! Ecco, degli zuccherini verdi a forma di lama”.

C-come?”.

“…oppure a forma di orsetto?” continuò la giovane donna, parlando quasi da sola. “E se prendessi anche delle rondelle di liquirizia? Ma sull’okonomiyaki o no?”.

“No, meglio di no” consigliò l’uomo, sempre più perplesso.

“Minato?”

“Si?”.

“Secondo te il ramen è meglio a parte o assieme agli zuccherini? Quelli li potrei aggiungere in un secondo momento” ragionò Kushina, valutando attentamente il contrasto di sapori.

“Sono certo che sarà delizioso comunque” commentò Minato trattenendo una risata.

La donna tornò a sdraiarsi sul letto, con aria meditabonda. Nella sua mente vorticavano una miriade di parole: con o senza? Zuccherini a forma di lama o a forma di orso? Ramen od okonomiyaki?

Troppe domande per una persona sola, ma anche per due, visto che Minato non le era minimamente d’aiuto.

Ok, ho deciso” annunciò risoluta.

Minato sorrise.

“Incredibile” la prese in giro. “Sei sicura di non volerne discutere ancora un po’?”.

“Non tentarmi, Namikaze. Potrei intrattenerti tutta la serata con un’avvincente conversazione sugli zuccherini verdi” lo minaccio Kushina, puntandogli un dito contro. “Non sottovalutare la tenacia di una donna incinta”.

Non ti sottovaluto affatto” ribatté lui. “Forza, dimmi cosa vuoi per cena”.

Ramen!” esclamò la donna allegramente. “E quei biscotti a forma di panda che vendono al negozio all’angolo”.

“Li… vuoi mangiare nel ramen?” domandò Minato scettico, sollevando un sopracciglio.

“No, certo che no!” esclamò Kushina indignata. “Biscotti nel ramen, che idea bizzarra!” borbotto “Zuccherini al massimo, ma non biscotti”.

Minato sospirò profondamente, scuotendo la testa. Armato di buona volontà prese le chiavi di casa ed uscì, alla ricerca di ramen e biscottini a forma di panda.

 

 

 

“Mi sa che i biscottini li mangerò domattina” decretò la donna, appoggiando sul comodino la porzione di ramen istantaneo. “Avrei dovuto prendere le rondelle di liquirizia, accidenti”.

“Quelle le avresti intinte nel brodo?” domandò Minato sedendosi accanto a lei e passandole un braccio attorno alle spalle.

“Sì, è probabile” si sentì rispondere. “E poi le avrei fatte assaggiare anche a te, per nulla al mondo ti avrei privato di un simile piacere”.

“Troppo buona” commentò. “E troppo generosa, non me lo merito”.

Ma io ti amo… voglio condividere tutto con te” aggiunse Kushina appoggiandosi a lui. La sua voce voleva suonare ironica, ma la stanchezza non glielo permise.

Rimasero entrambi in silenzio, mentre la tenda a pochi metri da loro continuava a frusciare mossa dal vento. Un rumore lento e cadenzato, quasi ipnotico. Quei mesi erano stati caldi, ma erano iniziati presto e terminati ancor prima, come a voler risvegliare tutti da quel torpore dorato. E dopo l’estate sarebbe arrivato l’autunno, ed insieme a lui loro figlio, Naruto.

Ma l’estate era destinata a finire.

 

“…troppo bello” mormorò Kushina rompendo il silenzio.

“Chi, io?” chiese Minato con una breve risata. “Lo so amore, non serve che lo ripeti in continuazione” aggiunse ironico.

“No, idiota, non parlavo di te: parlavo di tutto” Kushina gli diede un piccolo pugno sulla spalla, piegando le labbra in un sorriso malinconico. “A volte mi sembra che la vita qui a Konoha sia troppo bella per essere vera. Prima i poi dovrà finire”.

Gli occhi azzurri di Minato vagarono per la stanza, scrutò le varie scatole di dolci che durante quella settimana la compagna l’aveva costretto ad acquistare, spesso anche costringendolo ad uscire di casa in piena notte, osservò le varie foto riposte sulla cassettiera e i quadri appesi ai muri. Ebbe l’impulso di sorridere, ma il pesante e gelido macigno che gli gravava sul petto glielo impedì.

“Non dovresti fasciarti la testa prima di rompertela” si limitò a redarguirla gentilmente, senza esternare il proprio -immotivato- disagio.

“Lo so Minato, solo che…” la giovane donna si morse le labbra, in cerca delle parole adatte. “Non credo possa esistere un per sempre felici e contenti, ecco” concluse malinconica. L’uomo annuì.

“Forse non è per sempre” disse dopo un breve silenzio. “Ma si può essere felici e contenti anche solo per un attimo, e non sarà la sua brevità a renderlo meno perfetto. Un attimo e tutto acquisterà senso in funzione di quel solo, fuggevole istante”.

 

“…ma comunque avrà fine”.

“È inevitabile, Kushina”.

Lo so”.

 

   
 
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