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Autore: bullet_    24/01/2015    1 recensioni
Che succede quando un ragazzo distrugge tutto ciò che hai sempre creduto di sapere su te stesso?
"Non mi piacciono i ragazzi. Ma mi piaci tu. Ha senso?"
"No."
"Bene."
{Lashton}
ıTRADUZIONEı
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Un po' tutti
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Oh, it's alright

I guess it's alright

I've got nothing left

Inside of my chest

But it's alright.”

-Fun. , 'All Alright'

-Luke

Ashton prese il suo tè senza latte e con un cucchiaino di zucchero e si sedette sul pavimento vicino a Luke. Luke studiò il suo volto con la coda dell'occhio e notò tre cose:

1. Ashton aveva una leggera traccia di barba sul mento e per qualche ragione questo gli fece rimbalzare il cuore nel petto.

2. Quando il volto di Ashton era rilassato gli angoli della sua bocca si piegavano verso il basso, il che gli sembrò strano, perché anche quando era triste o arrabbiato sembrava sempre che fosse sul punto di sorridere.

3. Ashton aveva addosso la sua felpa e gli stava enorme (anche se in realtà stava grande anche a Luke) ed era adorabile.

Voleva tenergli la mano così tanto che resistere gli bruciava le ossa, ma Luke sapeva che sarebbe stato troppo, troppo presto, con Zayn lì e Louis lì e tutti lì, tutti che guardavano, vedevano, sapevano.

Luke distolse cautamente lo sguardo dal modo in cui Ashton stava soffiando via il vapore dal suo tè, e cercò di concentrarsi su Louis che si stava preparando a parlare.

“Penso di non sbagliarmi quando dico che abbiamo tutti avuto una serata di merda. Beh, io no, ma voi sì e per qualche ragione avete prediletto il mio appartamento come vostro luogo di rifugio e conforto.” Iniziò a dire Louis ed era ovvio che fosse laureato in cinema e teatro.

Louis pensò Luke, era il tipo di persona su cui ricadeva lo sguardo di tutte le persone in una stanza. C'era qualcosa in lui, qualcosa di detestabile eppure magico e magnetico, che richiedeva attenzione. Non doveva fare niente di particolare; gli bastava starsene lì a ciondolare e alla fine tutti quanti, chi per interesse e chi per disgusto, volevano sapere chi fosse, cosa fosse, perché fosse com'era. Era un particolare talento di cui Louis non sembrava essere consapevole.

Luke sì, invece—aveva notato che quando Louis si era preparato a parlare, tutti gli sguardi si erano inspiegabilmente rivolti verso di lui.

“Quindi credo che, per sistemare qualsiasi piccolo dramma sembri esserci fra voi, e sto proprio parlando con te, Zayn, dovremmo discuterne apertamente e alla luce del sole. Per toglierci i rispettivi pesi dal petto. Tutto insieme, senza interruzioni.” Louis si guardò intorno e bevve un lungo sorso di tè, assaporando l'immobilità programmata della sua pausa drammatica.

“Chiunque abbia in mano Roberta avrà il diritto di parlare. Nessun altro, tranne me perché questo è il mio appartamento e siete sotto dittatura, signore e signori. Tutto chiaro? Domande?”

“Chi è Roberta?” chiese la rossa seduta accanto a Niall. Luke la riconobbe, ma non riusciva a ricordarsi chi fosse.

“L'orsetto.” disse Louis, come se non riuscisse a credere che non lo sapesse. “Altre domande?”

“Perché ci sono delle candele?” chiese ancora, e wow aveva un accento americano davvero marcato, quel tipo di accento che impasta le vocali e assottiglia le consonanti.

“Non devo spiegarti il mio modo di essere. Altre domande?”

“Perché non devi spiegarci il tuo modo di essere quando noi dobbiamo parlarti dei nostri problemi?” chiese ancora lei, guardandolo con sguardo torvo. Louis sbiancò perché, come Luke ben sapeva, non era abituato ad essere contraddetto.

“Perché io sono il dittatore. Altre domande?”

“Tutti odiano un dittatore stronzo.” disse lei con enfasi, facendo ridacchiare Michael.

Louis chiuse gli occhi, scosse la testa, e le passò l'orso.

“Prego, comincia tu. Dicci la tua storia, bimba dai capelli rossi.”

“Ciao, mi chiamo Grace e sono dipendente da—,”

“Questo Circolo dei Sentimenti è una cosa seria, rossa senz'anima assassina di cuccioli.” la interruppe Louis.

“Sono una rossa tinta!” disse Grace in sua difesa. Luke si ricordò dove l'aveva vista—era la barista al Bell and Whistle, il pub dove aveva incontrato Louis qualche giorno prima.

“Sei comunque un'assassina di cuccioli senz'anima.” borbottò Niall da accanto a lei.

“Okay.” disse Grace come un coltello. “Niall mi ha invitata a cena, ed io ho detto di sì, e visto che sono una testa di cazzo ho messo un vestito bianco. E il cameriere mi ha rovesciato mezza bottiglia di vino addosso, allora Niall ed io ce ne siamo andati e siamo andati a casa sua e mi sono messa addosso questi pantaloncini, ma non avevo il reggiseno con quel vestito quindi l'ho fatto andare al negozio per comprare un reggiseno sportivo, e quando è tornato aveva quella cazzo di rivista e—,” Grace si bloccò e trasse un respiro profondo.

“In pratica, ha scoperto che io...gli ho mentito—beh, non gli ho detto tutta la verità—su alcune cose e abbiamo litigato ed io me ne sono andata, sono uscita al freddo vestita così. E Niall, visto che non è del tutto stronzo, è uscito a cercarmi. E avevo molto freddo e il tuo era l'appartamento più vicino, Louis. Quindi siamo finiti qua.”

“Mentire è sbagliato.” disse Louis. “Su cosa hai mentito, Grace?”

“Delle cose. Non erano cose importanti.”

“Mi prendi per il culo—,” disse arrabbiato Niall.

“Niall.” lo rimproverò Louis, zittendolo. “Su cosa hai mentito, Grace? Siamo in un Circolo dei Sentimenti. Si dice la verità ai Circoli dei Sentimenti.”

“Non ha più importanza.” insistette Grace. “Non più. E' il passato. Non conta.

“Sì che conta quando la tua faccia è sulla copertina di una cazzo di rivista scandalistica americana!” sputò Niall, e questa volta Louis non lo interruppe. “Conta se i tuoi capelli sono diversi e il tuo nome è diverso e mi hai mentito sulla tua identità per un anno intero!” Il silenzio avvolse la stanza mentre tutti quanti digerivano la frase appena pronunciata dal biondo.

“Per qualcuno che infrange le regole del Circolo, per giunta già più volte esplicitate,” disse Louis, dopo un momento trascorso in slow-motion, “ha delle argomentazioni piuttosto valide.”

Grace si guardò intorno, con l'espressione di un animale in gabbia dipinta sul volto, e anche se a Luke stava simpatico Niall, non poté fare a meno di intenerirsi per la ragazza con gli occhi pieni di sconforto.

“Allora. Grace è il mio nome—il mio secondo nome, ma comunque il mio nome. E sì, ero io sulla copertina di quella rivista—com'ero prima. Forse dovrei presentarmi. Ciao.” disse guardandosi intorno. “Mi chiamo November Grace Rivera, e sì, sono sua figlia.”

Luke, Ashton, Michael e Calum si guardarono confusi, mentre Louis guardava Grace -November- a bocca aperta.

“Sei la figlia di Leo Rivera? Quel Leo Rivera? Il—,”

“Musicista, stilista, governatore della California, retore—già, lui. E Colleen è mia madre, nel caso in cui vi steste chiedendo da dove arrivino i capelli biondi.” disse sconfitta Grace.

“Perché te ne sei andata?” disse Niall, non era arrabbiato, più confuso e ferito. “E perché non me l'hai detto?”

Grace sembrava nauseata, come se non avesse voglia di dire quello che stava per dire. Louis respirò profondamente, guardandoli entrambi.

“Grace, se non vuoi dirglielo lo capisco. Ci sono cose—,”

Lei scosse la testa e fece spallucce.

“Me ne sono andata, Niall, perché tutti sapevano chi fossi, ovunque fossi, e per il pubblico adorante di mio padre sono sempre stata la ragazzina problematica che è dovuta andare in riabilitazione due volte per anoressia. Si ricordavano sempre dei miei momenti peggiori, impedendomi di andare avanti. Quindi me ne sono andata, Niall, e sono venutà qui e mi sono tinta i capelli e ho smesso di essere November Rivera per diventare Grace Heredia, e stavo benissimo ed ero felice. Ed era bello sentirsi normali, per una volta. Era bello essere anonimi e passare inosservati. Ecco perché ti ho mentito, Niall, e mi dispiace, ma non puoi dirmi che sarebbe stato lo stesso se ti avessi detto la verità. Se avessi saputo il mio vero nome e il mio vero passato.” Grace si morse l'interno delle guance.

Sì invece.” disse Niall e Grace sbiancò e si morse il labbro. “Cazzo, Grace. Non sono così vuoto.”

Grace rimase senza parole e Luke si sentì orgoglioso, perché Niall era tutto ciò che un essere umano poteva aspirare ad essere.

“Mi piaci tanto, Grace. Ma ho bisogno che mi parli.” disse piano Niall e il lato omosessuale di Luke (da poco ritrovato) sospirò per il modo in cui Niall guardava Grace. “E devo fare lo stesso. Mi dispiace che tu abbia dovuto sopportare tutte quelle cose ma ti prego, raccontami tutto o mi verrà un ictus.”

“Okay.” disse piano Grace mentre Niall le prendeva la mano. “Mi dispiace.”

Niall annuì e Louis li guardò come se fosse un padre fiero.

“Cavoli. Sono così bravo in tutto. Se non mi va bene con la recitazione posso diventare un terapista.” disse Louis sorridendo.

“Vorrei solo dire che non c'è motivo per cui io mi trovi qui.” disse Michael, seduto fra Calum e Zayn.

“Chiudi il becco e bevi il tuo tè.” rispose Louis. “Ashton, tocca a te.”

“Tu non mi piaci.” disse Ashton.

“Bene.” rispose indifferente Louis. “Dimmi cosa senti.”

“Mi hai detto delle cose orribili,” cominciò Ashton, e Luke si ricordò del giorno dopo quello in cui aveva conosciuto Ashton, le parole di Louis e gli attacchi di panico, e si sentì di nuovo protettivo come quel giorno.

“Vero.” disse Louis.

“Mi dispiace, Zayn.” disse Ashton, voltandosi verso il ragazzo dai capelli scuri. “Mi dispiace di non ricambiare i tuoi sentimenti. Vorrei...non so. Che tutto fosse diverso e non così complicato e che tu non mi odiassi, ma non posso fingere che non...che non mi piaccia Luke. Non posso.”

Ashton aveva la voce rotta, rotta come l'esistenza di Luke che voleva solo stringerlo e giurargli che lo ricambiava e tutto sarebbe andato per il verso giusto.

“Lo so.” disse Zayn dopo una lunga pausa, guardando Ashton. E Luke pensò di nuovo che Ashton avrebbe potuto avere lui, Zayn, tutto zigomi e ciglia lunghe e capelli scuri, e per qualche ragione aveva scelto Luke che non aveva niente di tutto questo.

“E' difficile. Ma starò bene, credo.” anche la voce di Zayn era più bella di quella di Luke, pensò il biondo che si fece piccolo piccolo. Era più profonda e più ruvida e più sexy. Voleva scomparire. “Non ti odio.”

“Sei sempre il mio migliore amico.” disse Ashton e Luke cercò di pensare ad una ragione per cui Ashton avrebbe dovuto scegliere lui e non Zayn. (Non gliene venne in mente nessuna.)

“Dammi un po' di tempo. Louis mi sta aiutando.” disse Zayn con una smorfia e Luke pensò che fosse ¼ di sorriso, il che era già un progresso.

“E' per questo che ero qui, stasera. Gli stavo parlando e poi siete arrivati voi.”

Ashton annuì e deglutì. Guardò l'orsetto fra le sue dita lunghe, prima di passarlo a Luke. Le loro mani si sfiorarono e Luke dovette sopprimere il brivido pronto a percorrergli tutto il corpo.

“Um,” cominciò Luke, guardandosi intorno e sentendosi tutti gli occhi addosso. “Stai bene, Cal?”

“Tu?” chiese Calum con una voce che Luke non gli riconosceva.

“In realtà,” disse Luke, guardando Louis, a cui importava così tanto degli altri che si era quasi trasformato in pietra, e Michael, che conosceva Luke così poco eppure aveva salvato ciò che per lui contava di più. Guardò Zayn, bello ed imbronciato, un soldato che combatte i suoi stessi sentimenti e che si rifiuta di arrendersi. Guardò Niall e Grace che si tenevano per mano. Guardò Calum, che lo guardò, e poi finalmente, finalmente guardò Ashton.

Guardò Ashton.

Guardò Ashton, e sorrise.

“In realtà, sì. Sto bene.” disse Luke, e in quel momento, tutto gli sembrò essere in equilibrio. Era triste, ma non ferito. Era perso, ma andava bene.

“Anche io.” disse Calum, e si guardarono per un secondo prolungato, scegliendo cosa ricordare e cosa dimenticare, e andava tutto bene nel miglior senso negativo.

Calum ruppe il silenzio quando disse piano, “Devi cominciare a fidarti di me, però. Te l'ho promesso.”

“Eh?” disse Luke.

“So che stavi sclerando quando non mi trovavi perché credevi che avessi ricominciato a bere. E quello che voglio dire è che devi fidarti di me. Non lo farò.

“Puoi biasimarmi?” gli chiese Luke, cercando di non suonare teso e affranto.

“No. Sì. Non lo so.” ammise Calum. “Te l'ho promesso.”

“Le persone hanno infranto tante promesse che mi avevano fatto, Cal. Più di—sì.” Luke si morse la lingua quando si rese conto di quello che stava per dire. Guardò Louis in preda al panico.

“E' solo che...” concluse Calum, guardando il pavimento e le sue scarpe e le sue unghia e tutto tranne Luke. “Non lo so. Mi manca...”

Dopo un lungo silenzio, Luke sospirò.

“Anche a me.”

x

Quando entrarono nell'appartamento di Luke, l'allarme antincendio stava suonando. Luke si bloccò, ma Ashton corse verso la cucina come un pompiere.

“Gli spaghetti! Non abbiamo spento il fuoco!” Luke guardò Calum che lo ricambiò con uno sguardo divertito.

“Sei un coglione.” disse con affetto.

“Lo so.” disse Luke, e sapeva di essere stato perdonato.

“Questo Ashton—,” disse sottovoce Calum, “Non...è perfetto per te, Luke. Devi fidarti anche di lui. Devi fidarti di noi perché ci importa di te e non ti feriremmo mai.”

Luke annuì.

“Un giorno devi dirmi cos'è successo.” disse Calum, e Luke vide la sofferenza nei suoi occhi. Nessuno sapeva tranne Louis, e Luke...beh, nemmeno lui avrebbe voluto che Louis lo sapesse, ma era inevitabile.

“Lo farò.”

“A lui l'hai detto?”

“Non è ancora una cosa così seria.” disse Luke, sentendo il magone montargli nello stomaco.

Ancora,” fu tutto ciò che disse Calum, e poi si avviò verso la cucina per aiutare Ashton a sistemare il disastro che Luke aveva combinato.  

   
 
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