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Autore: demonwxlf    24/01/2015    2 recensioni
Perche' Bumi ha amato una sola donna, ed ha sempre voluto essere un padre per quel figlio che riusciva ad odiarlo come sconsciuto e stimarlo come suo superiore.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bumi, Izumi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Campo di addestramento primario

C a l d e r a

[ Nazione del fuoco ]

 

 

 

 

 

L'estate era iniziata da nemmeno una settimana, e le nuove reclute si stavano probabilmente gia pentendo di essersi arruolate nell'esercito delle forze unite; non che Bumi li biasimasse. Ricordava perfettamente come era stata dura all'inizio, come l'addestramento lo avesse spezzato come aveva spezzato I suoi compagni, come fosse stato effettivamente destabilizzante passare dagli agi del vivere con la propria famiglia alla dura vita militare.

Ma era quello il senso dell'addestramento: piegare per spezzare, spezzare per frantumare, frantumare per fondere e fondere per forgiare la nuova forza militare, destinata a mantenere la pace nel mondo.

 

Il sole cadeva angolarmente sul balcone degli ufficiali superiori; Bumi era un fedele sostenitore della teoria per la quale il modo migliore per motivare le reclute era far vedere come anche I superiori fossero costretti a sostenere le loro stesse condizioni fisiche, estreme o meno. Per quel motivo, e per il fatto che la sua recente promozione a comandante della seconda defizione lo rendeva l'ufficiale superiore, erano pochi gli eletti che erano sfuggiti all'ordine di Bumi di seguire l'addestramento dal terreno polveroso, sotto il sole cocente, a patire il caldo con I cadetti. Non che nella tenda degli ufficiale facesse fresco, tutt'altro: probabilmente quel luogo infernale seguiva la legge per la quale d'estate fa sempre piu caldo dentro che fuori, specie quando si vuole godere di un poco di frescura. Motivo per il quale Bumi aveva concesso ai propri sottoposti di lasciar perdere il codice di vestiario, per lo meno li dentro ove non erano visti dai cadetti, per cercare di mantenere la loro temperatura corporea nei limiti dell'accettabile.

Un osservatore esterno sarebbe rimasto sconvolto dalla scena; quattro uomini abbandoonati nelle posizioni piu eccentriche nel tentativo di abbassare l'effetto pesante dell'arsura, piu un quinto stoicamente immobile sotto il sole, appena oltre la sottile linea d'ombra sotto la quale gli altri si eranoo precipati: non era pazzo, il quinto elemento, era semplicemente un dominatore del fuoco degno di nota che padroneggiava l'antica tecnica dello spostare il calore lungo il chi. Questo lo obbliga ad usare il proprio dominio, emettendo calore sotto forma di fuoco, ma gli permetteva di estrarlo da dentro se stesso: diventava una stufa vivente per mantenersi fresco, motivo per il quale Bumi stesso gli aveva intimato di aspettare sotto il sole ed osservare I progressi delle reclute sotto di loro, mentre il resto dello stato maggiore della seconda divisione cercava di superare la situazione di stallo.

 

Bumi sbuffo', gli occhi chiusi sotto il braccio appoggiato sopra di essi; dall'alto dei suoi non-ancora-trentanove-anni-papa'-smettila-non-sono-vicino-ai-quaranta il generale Bumi, primogenito dell'Avatar Aang e di Katara, maestra del dominio dell'aqua, bilanciava con il carisma la sua totale mancanza di dominio. Nonostante quello fosse un motivo di vergogna per l'uomo, aveva dedicato la sua vita a cercare di dimostrare al mondo di non avere bisgogno di un dominio per essere come I dominatori, o anzi, per essere meglio di loro.

E quello era il generale Bumi, comandante della seconda divisione delle Forze Unite; un metro ed ottanta per ottanta chili di puro maschio eterosessuale con le caratteristiche di un uomo della tribu' dell'acqua, togliendo per la carnagione leggermente piu chiara, il tutto riempito da una cacofonia di sicurezza, arroganza, carisma ed un'innnata ed abbandonate dose di simpatia ed empatia. Aveva tutte le caratteristiche che un grande uomo di potere necessitava, e la coscienza per metterle a frutto; certo, semi straiato su una poltrona, con le gambe divaricate di cui una a penzoloni sopra il pavimento, il respiro mozzato dall'arsura e senza camicia, pareva piu un lavoratore di fatica piuttosto che uno dei grandi leader militari mondiali.

 

Si doveva essere assopito, Bumi, non per molto a giudicare dalla posizione delle ombre, ma abbastanza per farsi cogliere di sorpresa dalla fanfara fuori dalla quartier generale degli ufficiali; strabuzzando gli occhi azzurri, il comandante in capo si era rialzato improvvisamente, le dita strette attorno al coltello che portava sempre legato alla cintura (finemente intarsiato, con I colori della casa reale della nazione del fuoco) ed una nota particolarmente dura nei lineamenti altrimenti incredibilmente regolari ed attraenti. Davanti alla lama sguainata si era trovato davanti quello che pareva un recluta in procinto di un attacco di dissentera fulminante, che balbettando aveva giustificato l'interruzzione del riposo del signor generale dichiarando che la signora del fuoco era giunta in visita per verificare l'andamento degli addestramenti.

Cosi, mentre Utah (un dominatore della terra con un lieve problema di strabismo) aveva dichiarato che tutto quell'interessamento era dovuto solo alla presenza del figlio della signora del fuoco, non che erede al trono, tra le nuove reclute, ritrovandosi cosi una gomitata da parte di Izao nel fianco, che stoicamente accettava tutto tranne chi osasse proferire la minima parola contro la famiglia reale della sua famiglia, e gli altri due ufficiali presenti si affrettavano a separarli, Bumi aveva concesso un sorriso pieno alla recluta, dichirando di invitare la signora del fuoco ad entrare nel momento stesso in cui gli altri ufficiali sarebbero usciti, lasciandolo da solo con lei.

 

« Andate di sotto a controllare le reclute; se sono troppo stanchi, datevi a dei discorsi di incoraggiamento. Altrimenti, continuate l'addestramento fino alle cinque: Utah, Izao, vi dichiaro in comando della situazione in mia vece. Se vi sento discutere, vi mando a pulire le latrine con la lingua. »

 

Ed I quattro si erano defilati, sapendo che quando Bumi veniva svegliato di soprassalto o quando aveva caldo diventava stranamente intrattabile, cosa che solitamente non era quasi mai; una volta solo, il generale si concesse un sospiro profondo, maledicendo la propria assenza di dominio nell'avvicinarsi alla bacinella di metallo intarsiato ricolma d'acqua quasi fresca. Si sciaquo' rapidamente il viso, per poi restare immobile sopra di essa, le goccie d'acqua che lentamente scivolavano lungo I suoi zigomi.

Di fronte a lui, sulla superficie non piu deturbata del liquido vi era un uomo; un uomo indubbiamente bello, eppure con la bellezza delle cose distrutte. Quella bellezza che hanno le rovine, quella bellezza che hanno le storie vecchie che lentamente mutano in leggende.

Quella bellezza delle nature morte.

Quella bellezza delle cose spezzate.

 

Una goccia d'acqua scivolo' dal mento di Bumi, infrangendosi sullo specchio d'acqua; la voce della signore del fuoco infranse il silenzio che si era venuto a creare nella stanza.

 

Bumi si volto' di scatto, nel sentirla, lasciando che quella cadenza delicata, eppure sicura, che pareva il canto di un usignolo pur parlando con la forza dei poemi epici, scacciasse via I cupi pensieri che ultimamente accompagnavano la sua mente; lei era esattamente come era sempre stata, e Bumi poteva vederlo. Izumi possedeva una bellezza diversa, rispetto a quella del non-dominatore.

Possedeva la stessa bellezza del calore, quello bruciante ed allo stesso tempo delicato del sole, quello effimero ed allo stesso tempo indispensabile di una candela. Izumi era fuoco, fuoco puro, e Bumi non sapeva nemmeno piu quante volte si era bruciato pensando a lei, quando ancora lui si poteva definire suo e nelle lunghe notti quando aveva sognato che lei fosse accanto a lui, con quelle mani insidiose e quella bocca che sapeva di estati da lungo tempo andate.

Si rese conto di star sorridendo come un beota solo quando vide sul volto di lei quella smorfia che gli riservava sempre quando lo coglieva con quell'espressione,

 

« Accogli tutti i capi di Stato come se fossi appena uscito dalla doccia? »

 

Scosse la testa, Bumi, lasciando che un sorriso sincero e per nulla canzonatorio, per nulla seduttore, un semplice sorriso gli andasse ad illuminare il volto regolare; vide gli angoli della bocca di Izumi sollevarsi a propria volta, impercettibilmente, quasi fosse uno sforzo o una semplice illusione ottica. Aveva preso quella caratteristica da sua madre, come la sua stoicita' o il fatto di affrontare la vita con fredda sicurezza: tutte doti che lui aveva sempre apprezzato.

 

« No, solo quelli su cui voglio fare colpo. »

 

« Vuoi fare colpo su di me, Bumi? Sul serio? »

 

Ed eccolo, quel sorrisetto; quel sorrisetto e quelle sopracciglia lievemente inarcate, quel tono non tanto petulante ne inquisitorio, ma ironico ed allo stesso tempo dolce. Quel tono che aveva sempre riservato a lui, al ragazzo che aveva sempre definito come quello della sua vita.

Lei non era stata la ragazza della sua vita, ma era stata la sola ed unica donna.

 

« Ti posso assicurare che cio che potrei aver perso rispetto a quando eravamo adolescenti, lo ho guadagnato con l'esperienza. »

 

Ribatte', ridendo di gola, le spalle mosse dal proprio stesso suono, ma continunando a guardare negli occhi Izumi, in quelle iridi di splendida e preziosa ambra. Era bellissima, ed il tempo non avrebbe mai potuto cambiarla, nemmeno minimamente.

Ci fu un momento di silenzio dopo; per un attimo, Bumi penso' di aver sbagliato a ridere cosi. Non era la prima volta che si pentiva amaramente di quelle che erano, alla fine, delle sciocchezze, ma questa volta gli pareva ancora piu pesante il proprio errore. Izumi era li, era li ed erano da soli. Quanto tempo era passato dall'ultima volta? Dall'ultima volta che aveva potuto dirle che la amava, piangendo piano, dall'ultima volta che lei aveva lasciato cadere la propria corazza per stringersi al petto di lui, singhiozzando in silenzio, le mani di Bumi ad accarezzarle la schiena?
Diciotto anni. Diciotto anni fatti di lettere, fatti di ricordi, fatti di lunghe carezze su se stesso durante le notti per Bumi, che dopo averla lasciata non ne aveva desiderate altre.

A volte, si sentiva male anche solo per lo stare male; che diritto ne aveva? Era stato luia spezzarle il cuore, pur aiutandola cosi. Era stato lui a rovinare tutto.

 

Bumi, rompi sempre tutto.

Mamma, Bumi, lo ha rotto!

Che utilita' ha il primogenito dell'Avatar, se non sa dominare?

Sei solo una inutile rovina, cadetto.

 

Si accorse di avere gli occhi chiusi solo quando senti' la mano di Izumi sul proprio volto; si accorse di star piangendo solo quando senti' il capo di lei adagiarsi contro il proprio petto nudo. Restarono cosi, immobili, per molti minuti.

Fu solo quando Izumi decise di parlare, che Bumi trovo' il coraggio di aprire gli occhi.

 

« Iroh ti assomiglia tantissimo. Per fortuna non ha preso il tuo senso dell'umorismo; ti assomiglia, e crede che il generale Bumi sia un grandissimo uomo che ha fatto grandi cose per il bene del mondo. So che non e' molto, ma... »

 

La bacio' di getto, e fu un bacio sincero seppur breve; lei aveva la bocca ancora lievemente aperta dalle proprie stesse parole, lui dal fiato corto che lo accompagnava ogni volta che si rendeva conto dei propri errori di tutta la sua vita. Fu un bracio breve, appena il tempo di far incontrare le loro lingue che gia si erano separati, lei con il viso sull'incavo del collo di lui e lui a stringerla.

 

« E' molto invece. »

 

Vi fu una nuova preve pausa.

 

« Un giorno, quando la situazione sara' tranquilla, potremmo... »

 

Bumi la zitti' nuovamente, stringendola con maggiore intensita' verso il proprio corpo. Lei capi' che lui stava cercando le parole, e resto' in silenzio, in attesa, sapendo che ne sarebbe valsa la pena.

 

« Un giorno andro' da tuo padre, e gli chiedero' la tua mano. Un giorno verro' da te, in ginocchio, e chiedero' la tua mano. E forse tu sarai troppo vecchia per capirmi, ed io troppo sordo per sentire le mie stesse parole, ma ti amero' comunque fino a quel momento e fino che non smetteranno di esistere pure I nostri spiriti. »

 

Delle lacrime bagnarono il volto di Izumi ed il petto di Bumi.

 

« Sei cosi idiota, quando ti ci metti, Bumi... »

 

« Ti amo. »

 

 

 

  
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