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Autore: Sam__    25/01/2015    7 recensioni
Situato in un futuro a fine quarta stagione, dopo la sconfitta delle Queens of Darkness, supponendo che Gold non è mai diventato un infame, che CapitanSwan e OutlawQueen siano terminate da un pezzo e sempre nel lasso di tempo dove Emma e Regina sanno di amarsi ma non lo ammettono.
[Crossover Hercules(Disney)/SwanQueen]
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Dedicato a una persona importantissima e speciale, poiché l'idea da principio era nata con lei e perché oggi ci siamo finalmente ritrovate.
Con la speranza di non perderci mai più.
 Exactly how do you become a True Hero?

“Sono definita la Salvatrice. Ma non ho idea di che diavolo voglia dire.”
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Dopo aver sconfitto le Queens of Darkness, non avevano nemmeno avuto il tempo di prendere un respiro che un nuovo cattivo era arrivato a Storybrooke!
Aveva un aspetto umano con un colorito scuro, i capelli che somigliavano più a un fuocherello perennemente accesso di colore blu ed era vestito con una tunica nera.
Si era presentato come “Ade, il Dio dei morti.” E sembrava fin troppo calmo per qualcuno che mirava al trono dell’Olimpo e quindi alla sconfitta di Zeus.
Non aveva fretta, era sorprendentemente paziente ed era proprio questo che preoccupava gli abitanti di Storybrooke.
“Ha in mente qualcosa.” Mormorò Charming mentre camminava avanti e indietro lungo il salotto del proprio loft.
“Grazie per aver reso chiaro l’ovvio!” schernì Regina, che invece era seduta comodamente sul divano.
“Come fai ad essere così tranquilla?” sbottò lui di rimando.
“Sono preoccupata tanto quanto voi ma invece di agitarmi cerco di riflettere sul da farsi.”
“Non otterremo niente stando qui fermi.” S’intromise Snow.
“Non è che ci siano molte alternative oltre a questa, cara.” Le rispose Gold.
“Direi di riassumere tutto quello che sappiamo di lui in modo da capire quanto sia pericoloso.” Propose Belle.
“Scherzi? E’ un Dio! Nulla può sconfiggerlo!” ribatté Henry.
Tutti si scambiarono delle occhiate impaurite.
Emma, rimasta seduta in silenzio a meditare fino a quel momento, si alzò in piedi “siamo fottuti.” Scrollò le spalle.
“Swan, il linguaggio!” “Emma!”
La richiamarono Regina e Snow.
“Come se non fosse vero…” borbottò la bionda.
“Quello che Ade ha sempre voluto, è prendere il posto di Zeus nell’Olimpo” iniziò Gold “l’ultima volta ha fallito a causa di Hercules, il figlio di Zeus, che l’ha fermato spedendolo nel Fiume della Morte che si trova nell’oltretomba.”
“Allora come diamine ci è arrivato qui?” chiese Charming.
“In qualche modo deve essere uscito da quel fiume e credo che il suo obiettivo sia la vendetta. Vuole distruggere Hercules.” Spiegò l’altro.
“Ed è qui perché crede che questo Hercules sia a Storybrooke! Basta dirgli che non c’è e se ne andrà!” concluse entusiasta Mary Margaret.
“Non credo funzioni così.” Scosse il capo Gold “Per distruggere Hercules gli serve una forza altrettanto grande da unire a quella che lui già possiede, in modo da poterlo battere!”
Ci fu un attimo di silenzio nel quale tutti contemplarono le parole dell’uomo.
“Vuole te!” si allarmò Regina rivolgendosi ad Emma.
 “No! Perché mai?! Gold è il signore oscuro! Ha una forza pari a quella di questo Hercules!” ribatté David.
“Emma possiede la magia bianca frutto del Vero Amore! Non c’è forza più potente al mondo! Ed Ade l’ha scoperto ed ora è qui, per prendere questa forza!” ribatté Regina.
“E perché non l’avrebbe già fatto?” chiese Snow “E’ qui da un bel po’, avrebbe già agito se fosse davvero stato così!”
“Non è così semplice!” l’interrupe Gold “non può rubarle la magia. Deve essere lei a consegnargliela. Sta cercando il suo punto debole, in modo da ricattarla.”
“Non credo di avere punti deboli.” Disse Emma.
“Anche Hercules era convinto di non averne, ma poi scoprì di averne uno quale nome era: Megara.”
“L’amore era il suo punto debole quindi? Ottimo! Non sono innamorata, non può farmi del male.”
“Emma.” La chiamò piano Regina, e la ragazza si voltò a guardarla notando lo sguardo della donna che vacillava da lei ad Henry.
“Henry!” esclamò la bionda “l’amore per un figlio vale allo stesso modo, vero?” si voltò verso Gold.
Quest’ultimo annuì piano.
“Alla fine sembra proprio che mia madre avesse ragione: l’amore è una debolezza.” Osservò Regina.
E a quelle parole, un’idea balzò nella mente di Emma. “Strappami il cuore!” esclamò avvicinandosi alla mora.
“Che cosa?” chiese Snow avvicinandosi alla figlia e strattonandola per farla voltare e guardarla in viso.
“Se mi porta via il cuore non potrò provare più alcun sentimento e questo mi renderebbe immune dall’amore e di conseguenza senza debolezze.” Spiegò la ragazza.
Sua madre si voltò verso Gold “potrebbe funzionare?”
“Assolutamente.” Concordò l’uomo.
“Non avere sentimenti ti renderà crudele.” Ribatté David.
“Non è così per tutti!” si difese Emma “quando Regina era senza cuore a causa di Zelena, nulla era cambiato.”
“L’assenza di cuore ti rende meno sensibile a ogni sorta di sentimento, ma non immune!” s’intromise Gold “proverai qualcosa, ma non sarà una sensazione intensa come quando si ha un cuore. Proverai quei sentimenti solo perché hai il ricordo di cosa si prova, non perché li senti davvero. Cora era cattiva solo perché, in fin dei conti, voleva esserlo.”
“D’accordo allora…fallo.” Disse Emma, rigirandosi verso Regina.
Quest’ultima si alzò e la guardò indecisa, respirò affondo. Poi mise una mano dentro quel petto e la uscì insieme al cuore della bionda.
Regina porse quel cuore alla sua legittima proprietaria.
“No, tienilo tu.” Ribatté Emma.
“Perché mai?”
“Quando Ade scoprirà tutta questa storia si metterà alla ricerca di chi ha il mio cuore. E tu sei l’ultima persona da cui andrà.”
“Sciocchezze!” s’intromise Snow “tutti sanno che siete diventate amiche! Sarà una delle prime persone da cui andrà!”
“E a chi dovrei darlo? Tutti i presenti sono tra le prime persone da cui andrà a cercarlo!” esclamò Emma.
“Magari devi darlo a qualcuno che non è qui.” Scrollò le spalle Charming.
“Tipo chi, Hook? Voglio tenere il mio cuore al sicuro da Ade ma non posso darlo a chiunque. Si tratta sempre della mia vita, una stretta dalle mani sbagliate e sono fottuta!”
“Emma!” la richiamò sua madre.
“Okay basta, lo tengo io, discussione terminata.” Disse Regina.
“Sei sicura di volere una tale responsabilità?” le chiese David.
“Scherzi? Collezionavo cuori. Mi è naturale averne responsabilità.”
“Grazie.” Rispose Emma.
Regina le regalò un sorriso genuino.
La verità era che non le dispiaceva tenere quel cuore vicino a sé, poterlo tenere d’occhio in qualsiasi momento…perché in realtà voleva proteggerlo ad ogni costo.
“Okay, Emma è al sicuro. Ma lui attaccherà comunque, da un momento all’altro.” Fece notare David.
“Perché non prevenirlo e attaccarlo per primi?” propose Snow.
“E come? Non sappiamo nemmeno dove si trova.” Le fece notare suo nipote.
“Sarà lui a trovare Emma o chiunque di noi quando vorrà. Quindi tenetevi sempre pronti.” Disse Gold.
“Pronti su cosa? Come si uccide un Dio?” domandò Charming.
“Non si può...sono immortali.” Rispose preoccupata Regina.
“Quindi come ci difendiamo?” si allarmò Belle.
“Tu non devi preoccuparti, io ti difenderò.” Le rispose Rumple.
 “E noi che facciamo?” si mise a braccia conserte Emma.
“L’unico consiglio che posso darvi è di non guardare mai Ade negli occhi se prima lui non vi da il permesso o l’ordine di farlo. Il contrario porta immediatamente la morte.” Spiegò Gold.
 
Ade piombò in casa Charmings in una quieta mattina della settimana dopo quell’ultimo evento.
“Baboom! Ciao, come andiamo?” ghignò.
David estrasse la pistola dal cinturino in un secondo “che cosa ci fai qui?” minacciò, stando bene attento a non guardarlo dritto negli occhi.
“Intanto è meglio che tu ti dia una calmata.” Disse, facendo poi un gesto con le mani e mandando David a sbattere contro la credenza della cucina, per poi fallo cadere rovinosamente a terra.
“David!” esclamò Snow inginocchiandosi accanto a lui “stai bene?”
L’uomo le rivolse un sorriso tirato ed annuì piano “non dovrei avere nulla di rotto…”
Snow tentò di aiutarlo a rialzarsi ma Ade l’avvolse in un vortice di fumo nero e con estrema delicatezza l’allontanò dal principe.
“Mi dispiace interrompervi ma sapete, avrei una certa fretta.” Disse portando la donna esattamente di fronte a lui.
“Lasciala andare!” esclamò Charming, venendo avvolto a sua volta in un altro vortice di fumo che andava dai piedi fin sotto il naso.
“Non costringermi ad ucciderti.” Si lamentò Ade.
“Che cosa vuoi?” chiese Snow, tenendo lo sguardo basso.
Ade rise a quella mossa “oh, qualcuno vi ha preparato, non è così?! Ma forse questo qualcuno non vi ha detto che se io vi do il permesso di guardarmi negli occhi, voi non morirete.”
Ma Mary Margaret continuò a tenere lo sguardo incollato al pavimento. Non fidandosi delle parole dell’uomo.
“D’accordo…io ti ordino di guardarmi!”
E a quelle parole gli occhi della donna scattarono dentro quelli gialli del Dio malgrado la sua volontà di non farlo.
Trattene il respiro per un secondo per poi rilasciarne uno tremolante, notando che effettivamente era ancora lì, con il cuore che batteva e l’aria nei polmoni a guardare dritto negli occhi un Dio.
“Visto? Tutto apposto! Era tanto difficile? Odio parlare con la gente e non essere guardato.” Disse fingendo un tono offeso “Comunque, sto cercando la tua preziosissima figliola, hai idea di dove possa trovarla?”
“Non è qui.” Si limitò a rispondere Snow.
“Non è questo che ho chiesto! Ho detto: Dove. Posso. Trovarla.?” Si premurò di scandire bene le ultime tre parole.
“Non lo so.”
“Quindi io dovrei credere che una madre non sa dove sia la figlia quando abitate non solo nella stessa casa ma, soprattutto, in un tugurio di città?!” iniziava ad arrabbiarsi davvero “mi credi così sciocco?!”
Cominciò a far stringere maggiormente quel vortice di fumo attorno al corpo di Mary Margaret.
“Ehi, fermo!” esclamò Emma che aveva spalancato la porta di casa, appena tornata dopo aver lasciato Henry a scuola.
Ade si girò verso la donna e sorrise a vedere che era proprio colei che cercava.
Con uno schiocco di dita fece scomparire il fumo che teneva prigionieri i genitori della ragazza.
“Tu sei Emma Swan!” pronunciò quel nome con un tono capace di mettere i brividi a chiunque.
“E tu sei Ade.” Ribatté la ragazza, sostenendo il suo sguardo.
“Intelligente e coraggiosa come dicono.” Sghignazzò fissandola negli occhi.
“Mi hanno avvertito su cosa succede a guardarti negli occhi, ma credo di aver avuto il tuo permesso ancor prima che ci incontrassimo.”
Il Dio le si avvicinò pericolosamente. “Sono lieto che tu non abbia preso dai tuoi genitori in quanto all’astuzia.”
“Cosa ci fai a casa mia?” tagliò corto lei, indietreggiando.
“Ero passato a farti una visitina e, mentre ti aspettavo, m’intrattenevo con i tuoi adorabili genitori.”
“Loro non c’entrano niente, è me che vuoi. Lasciali in pace.”
“Non vedi? Li ho lasciati andare.” Disse, indicandoli.
“Ottimo. Adesso puoi anche andartene.”
“Oh, non così in fretta, tesoro.” La sbalzò con le spalle al muro in un secondo.
“Emma!” urlarono all’unisono i suoi genitori.
“Ho un obiettivo da raggiungere, e tu sei la base di tutto questo.”
“Non ho ciò che cerchi.”
“Sicura? Ho sentito dire che sei l’Eroe, da queste parti.”
“Non ti darò la mia magia.” Si difese la bionda.
“D’accordo…forse un piccolo aiutino potrebbe spronarti…” disse guardandola profondamente, mentre dietro di lui, Emma notò che i suoi genitori venivano nuovamente stritolati da quel fumo nero.
La ragazza sentì un dolore dentro di lei.
Ma non era abbastanza forte da farla scoppiare in lacrime o da farla correre lì ad aiutarli.
Stava semplicemente immobile a fissarli impaurita.
Ade li lasciò andare di colpo. “Davvero non mi hai supplicato di lasciarli andare?! Sei davvero forte come dicono…” sorrise malvagio “o non li ami abbastanza, o forse qui manca qualcosa!” mise una mano dentro il petto della ragazza e la uscì vuota com’era entrata.
“Niente cuore, lo sapevo!” esclamò infuriato.
“Avevo prevenuto la tua idea!” ribatté la ragazza.
“Dove l’hai messo???!” urlò esasperato, mentre il fuocherello che aveva in testa diveniva arancione.
“E’ al sicuro, lontano da te, dove non potrai mai trovarlo!”
“Daaaaaaah! Lo vedremo!” sbraitò prima di sparire in una nuvola di fumo.
Charming e Snow corsero ad abbracciare Emma.
“Oh tesoro, stai bene?” chiese Snow.
“Sto bene, voi come state?”
“Qualche graffio ma tutto sommato bene.” Rispose David.
La ragazza annuì. “E’ troppo potente. Se dovesse mai trovare il mio cuore… Per noi è finita.”
“Non preoccuparti, andrà tutto bene.” Cercò di rassicurarla Snow.
 
“Arrivo, arrivo!” esclamò Regina dirigendosi verso la porta d’ingresso di casa Mills, dopo un’incessante bussare, ed aprendo.
“Sa farlo anche lui!” disse Emma entrando in casa, con un’espressione terrorizzata in viso.
“Che?”
“Ade! Anche lui sa strappare cuori dal petto.”
“Hai incontrato Ade?” chiese la mora, chiudendosi la porta alle spalle.
“E’ andato a casa mia per cercarmi, sono arrivata mentre stritolava i miei genitori.”
“Stanno bene?”
“Si, adesso si. Ma devo andarmene da lì.”
“Andartene da casa tua?” chiese perplessa Regina.
“Non posso permettermi di metterli in pericolo un’altra volta.”
La preoccupazione nello sguardo di Emma era palese.
“Okay, verrai a stare qui allora.” Decretò Regina.
La ragazza la guardò stupita per un secondo, poi abbozzò un sorriso…quell’idea era così allettante. “No!” quasi urlò dopo aver realizzato che avrebbe messo in pericolo anche Regina ed Henry.
“E dove vorresti andare a stare?” ribatté la mora.
“Io non devo mettere in pericolo nessuno di voi, quindi andrò a stare ovunque che sia lontano da tutti voi.”
“Miss Swan non co-“
“No! Niente ‘Miss Swan’…” l’interrupe la ragazza “…tu hai il mio cuore. Venire a stare qui sarebbe consegnarglielo in un piatto d’argento. E comunque non vi metterei mai in pericolo e, al momento, la mia presenza lo è.”
“La tua presenza lo sarà sempre! Sei un Eroe, tutti vorranno sempre ucciderti! E allora cosa? Non starai mai più con la tua famiglia?”
“Ci starò quando sarà il momento di affrontare qualcuno che so come sconfiggere. E non è questo il caso.”
“Okay, d’accordo.” Si mise a braccia conserte la mora “allora perché sei venuta qui ad informarmi di questa decisione? Per dirmi addio?”
Emma la guardò tristemente. “Regina…” sussurrò avvicinandosi alla donna.
“Non ti azzardare, pezza d’idiota!” si scansò indietro la mora “tu non morirai! Intesi?”
La ragazza abbozzò un sorriso e fece un passo verso Regina “intesi.”
Regina abbassò lo sguardo ed Emma le si avvicinò fino a far sfiorare la sua fronte con quella della mora.
“Quindi ci vediamo presto.” Disse Regina, con un tono che cercava il più possibile di sembrare arrabbiato ma in realtà era triste.
“Ci vediamo presto.” Le fece eco la ragazza, per poi uscire da casa Mills.
 
No, Mary Margaret e David non avevano per niente accettato la scelta di Emma di andarsene via da casa.
Soprattutto non l’accettavano poiché era andata a dormire in macchina.
In quello scomodissimo maggiolino giallo.
Ma ancor di più perché erano giorni che non la vedevano, che non passavano del tempo con lei.
La ragazza si era sistemata nei boschi, con la sua auto. Ed andava in città solo per prendere qualcosa da mangiare da Granny’s, in orari dove non aveva il rischio di incontrare nessuno.
Perché Ade poteva avere occhi ovunque, e l’interagire con qualcuno avrebbe potuto mettere automaticamente in pericolo questo qualcuno.
Li sentiva ogni giorno per telefono, comunque.
Loro come Henry.
Chi non vedeva né sentiva da giorni era invece Regina.
La ragazza aveva sempre avuto voglia di chiamarla ma proprio mentre era sul punto di farlo, non le veniva mai in mente cosa avrebbe potuto dire.
Così scartava l’idea di farlo.
Fortuna che quel giorno, proprio mentre stava dormendo scomodamente nel suo amato maggiolino, il telefono squillò.
“Si?” rispose, senza leggere il nome sullo schermo, ancora mezza addormentata.
“Emma?”
A quella voce, spalancò gli occhi e si drizzò a sedere, come se il suo interlocutore fosse lì a vederla.
“R-Regina.”
“Dormivi.” Affermò la mora.
“Non è che possa fare molto altro sola in mezzo al bosco.”
“Potresti leggere un libro, ascoltare musica o esercitarti con la magia.” consigliò la mora.
La ragazza roteò gli occhi. “Hai chiamato per qualcos’altro o solo per dirmi come passare il tempo?”
“Volevo sapere come stavi.” Rispose.
“B-bene.” Disse leggermente imbarazzata “tu come stai?”
“Bene...” prese un respiro “Gold ha trovato il modo di uccidere Ade.”
“Ma…abbiamo detto che è un Dio. Questo lo rende immortale.”
“Infatti dobbiamo renderlo mortale…Gold può preparare una pozione che lo renderà mortale ma non durerà per molto. Giusto il tempo di sconfiggerlo.” Spiegò la mora.
“Oh si, ottimo piano. E come gliela faccio bere la pozione?”
“Questo è il nuovo problema da risolvere.”
“Potresti dirgli di provare a farla in polvere o in qualcosa che gli si possa semplicemente lanciare addosso?”
“Credo che se fosse stato possibile, l’avrebbe già fatto da lui.”
“Quindi è tutto inutile.” Decretò Emma.
Regina sospirò.
Ci fu un attimo di silenzio.
Ma non era un silenzio imbarazzante, anzi entrambe erano a proprio agio.
Forse era vero che chi sta bene in compagnia di un altro può fare a meno delle parole.
“Troveremo un modo.” Disse piano Regina.
Emma sorrise tristemente. “Ne sono sicura.”
“Vuoi tornare a dormire? Chiudo se vuoi dormire.”
“No no parliamo, parliamo.”
“E di che vuoi parlare?”
“Non lo so, qualsiasi cosa anche di niente.”
“Niente? Come si fa a parlare di niente?” scherzò Regina.
“Intendevo che possiamo stare anche zitte.”
“E allora che senso ha stare al telefono se stiamo in silenzio?”
“Io non-…è il saperti dall’altro lato del telefono. Non mi sento sola se ti sento anche solo…respirare! Rimani a farmi compagnia, anche senza dire niente.” Scrollò le spalle la ragazza, anche se era consapevole che l’altra non poteva vederla.
“D’accordo.” Disse la mora.
Ma la ragazza si pentì subito dopo di quella richiesta “no, aspetta…”
“Ade?”
“Potrebbe sentirmi e ricollegare chi sei in un attimo…non voglio che ti faccia del male.” Sospirò pesantemente la ragazza. Era stanca di quella situazione.
“Ho sempre il tuo cuore dopotutto.” Cercò di scherzare Regina.
“Tienimelo al sicuro.”
“E’ in ottime mani, fidati.”
Emma abbozzò un sorriso. “Devo chiudere.”
“Va bene…uhm, Emma?”
“Si?”
“Ci vediamo presto.”
“Ci vediamo presto.”
Il piccolo sorriso che le si era formato grazie a Regina, era appena tramutato in un’espressione mortalmente seria.
Voleva poter andare in città, stare con i suoi genitori, con suo figlio e magari anche con Regina.
Voleva dormire nel suo letto, a casa sua.
Era stata sola per tutta la vita e non voleva esserlo mai più ma, inevitabilmente, lo era nuovamente.
 
Anche se Emma riattaccò subito dopo aver parlato con Regina, non sapeva che qualcuno la stava spiando da molto prima e che aveva sentito tutto.
“Pena, Panico.” Chiamò fermamente Ade.
Il primo era un uomo grassottello dai capelli neri, l’altro era alto e secco dai capelli biondi.
Gli si avvicinarono piano alle spalle.
“Presenti!” dissero all’unisono, tenendo il capo basso.
“Avete scoperto qualcosa?”
“Siamo stati tutto il giorno intorno ad Emma Swan!” esordì Pena, mentre Panico annuiva.
“E?” chiese Ade.
“Ed è quello che ci avevi detto di fare.” Rispose il biondo.
“Si, lo so!” quasi urlò Ade, i suoi capelli incominciavano a sfumarsi di arancione.
“Quindi che è successo?”
“Ha parlato al telefono con i suoi genitori e con suo figlio.” Affermò il grassottello.
“Non hanno loro il suo cuore, era chiaro fin dall’inizio! Quella ragazza è troppo sveglia per darlo in mano a qualcuno che ama.”
“Ma adesso viene il bello…” annunciò Panico “…abbiamo scoperto chi ha il suo cuore!” sorrise.
“Che cosa??!” il Dio si voltò a guardarli “e cosa aspettavate per dirmelo??!”
“Come hai detto tu non ce l’ha nessuno della sua famiglia.” Rispose Pena.
“Lo tiene una donna quale nome è…è…”
“E’??! Qual è??!”
“…io non me lo ricordo.” Concluse Panico alquanto confuso.
“Coooooosa??!”
Il moro diede una gomitata al suo amico, per poi rivolgere un sorriso ad Ade “il suo nome è Regina.”
Ade respirò affondo e si passò una mano tra i capelli. “Ottimo. Andiamo a fare visita a questa Regina.”
 
Quando Ade andò al 108 di Mifflin Street, non entrò in casa come una furia, bensì bussò alla porta.
Regina aprì ma non si ritrovò nessuno davanti.
Così richiuse la porta.
“Regina?”
Una voce alle sue spalle la fece rabbrividire.
Ti prego fa che non sia… si girò e vide Ade, in perfetta postura composta, in piedi al centro della hall.
Prese un respiro e pregò che la voce non le uscisse tremolante “Dipende da chi la cerca.”
Ade sorrise. “Qualcuno che la ucciderà se non avrà ciò che vuole.”
“E cosa vuole?”
“Un cuore. E dalle mie fonti risulta che lei ne abbia uno. Possibile che sia lo stesso?”
“Beh…” sorrise derisoria “tutti hanno un cuore.”
Uno dei pregi di Regina era riuscire a mantenere la calma anche quando avrebbe voluto iniziare a correre.
Doveva assolutamente mantenere la calma il più possibile. Aveva bisogno di guadagnare tempo.
“Oh, non ho tempo per i giochetti.” Alzò gli occhi al cielo “io cerco il cuore di Emma Swan! E si da il caso che ce l’abbia tu!” le si avvicino pericolosamente.
“Perché dovrei avere io il cuore di Miss Swan? A malapena ci sopportiamo…”
“Non lo so, dimmelo tu, visto che le hai chiamato questo pomeriggio.” Sorrise vittorioso.
“Le ho chiamato per questioni riguardanti nostro figlio.” Si difese la donna, cercando di apparire sicura.
“Ah davvero? E come mai ti diceva di tenere al sicuro il suo cuore?” inarcò un sopraciglio con fare divertito il Dio.
Regina respirò affondo. Non sapeva più che fare per guadagnare tempo.
O forse no, forse una cosa da fare ancora c’era…
Nel momento in cui pensò anche solo di spingere via Ade con la magia, si ritrovò stretta in una morsa ferrea da cerchi di fumo nero.
“Ti prego, la tua stupida magia non può nemmeno competere con la mia.”
“Se non può competere perché vuoi impadronirti di quella di Emma?”
Ade sorrise “ottima domanda… Vedi, tesoro, ciò che alimenta la magia di Emma è la forza che lei possiede. Solo poche persone al mondo hanno questo tipo di forza dentro di loro, e la manifestano in modi diversi: chi sa uccidere a mani nude, chi è super intelligente, chi sa correre veloce come la luce eccetera, e per l’appunto, chi sa usare la magia. Ciò che voglio non è la magia di Emma, ma la sua forza interiore.”
“Non ti dirò mai dov’è il suo cuore.”
In quel momento, Henry entrò in casa “mamma che suc-“
“Henry, no!”
Il ragazzo si ritrovò subito avvolto in cerchi di fumo come Regina.
“Forse non potrò ricattare Emma facendo del male alla sua famiglia, ma con te posso eccome!” esclamò Ade, facendo stringere maggiormente la presa di quei cerchi su di Henry.
Il ragazzo cominciò a mugugnare di dolore.
“Ti prego non fargli del male…” supplicò la mora.
“Smetterò se mi dai quel cuore.”
Regina si morse le labbra, mentre alcune lacrime le iniziavano a scorrere lungo il viso.
Voleva tenere al sicuro le due persone che più amava, ma non aveva idea di come fare.
Non in quella situazione, almeno.
Un altro lamento da parte di Henry le giunse alle orecchie.
“Va bene, va bene!” urlò ed una scatolina apparve proprio accanto ad Ade.
Quest’ultimo schioccò le dita e liberò Henry per poi prendere in mano quella scatola ed aprirla.
Sorrise alla vista del cuore che tanto bramava.
“Eccellente.” Schioccò le dita e scomparii insieme a Regina per ritrovarsi davanti il maggiolino di Emma.
La ragazza strabuzzò gli occhi a quella vista “che cazzo…” uscì dalla sua auto.
“Regina ma-“
“Emma, mi disp-“
Ma un cerchio di fumo funse come tappo alla bocca di Regina.
“Ah, ah…manteniamo la calma.” Disse Ade.
“Lasciala andare!” intimò Emma.
“Questo dipende da quanto sei disposta a collaborare.” Disse.
In un attimo scomparve da dov’era per ricomparire proprio di fronte a lei e rimetterle il cuore dentro al petto.
Alla ragazza mancò il fiato per un secondo.
Regina scuoteva il capo, mugugnando qualcosa di incomprensibile mentre piangeva.
Emma spinse Ade e corse verso Regina ma lei sparì proprio davanti i suoi occhi.
La ragazza si voltò verso il Dio “riportala subito qui!” urlò.
“Prima devi darmi qualcosa in cambio...” sorrise “insomma, è uno scambio equo non trovi? Io do una cosa importante a te, tu ne dai una a me.”
Emma ci riflesse per alcuni secondi. “No! Se vuoi la mia forza vuol dire che è altrettanto potente per distruggerti ed io troverò il modo di farlo e mi riprenderò Regina.”
“Okay, vediamo se così funziona.”
Schioccò le dita e Regina apparse proprio davanti a lui, le mise una mano dentro al petto e ne estrasse il cuore, per poi spingerla via.
Emma corse verso la donna e s’inginocchiò accanto a lei. “Regina, no!”
“Emma non importa, non dargli quello che vuole!”
Ade cominciò a stringere quel cuore che aveva in mano.
E Regina cominciò a respirare affannosamente.
“Fermo! Fermo! Prenditi la mia forza, ma lasciala andare!”
Ade le si avvicinò. “Prima devi darmi una stretta di mano.” Gli porse quest’ultima.
“Prometti che non farai del male a nessuno.”
“Oh no, non posso proprio! E’ la guerra, funziona così, c’è chi fa del male, c’è a chi viene fatto. Accontentai della tua preziosa Regina.”
Emma indugiò per alcuni secondi. “Andata!” disse, stringendogli la mano.
Si sentì improvvisamente debole, troppo debole.
Ade sorrise, mentre sgretolava il cuore di Regina in una mano.
“Noo!” urlò la bionda.
“Oh, non preoccuparti, resterà in vita per un po’.” Ammiccò, per poi sparire.
“Emma...” sussurrò Regina.
“Ti porto al sicuro, dammi un secondo.” Rispose Emma, concentrandosi per poter sparire da quel bosco.
Ma non funzionava.
Già vero, Ade le aveva preso la forza che alimentava la sua magia.
Estrasse il telefono dalla tasca del giubbotto rosso e chiamò suo padre.
Pochi minuti dopo un furgoncino marrone arrivò proprio accanto a loro, David e Mary Margaret scesero, dando una mano ad Emma per mettere Regina dentro la macchina.
 
“Regina!” “Mamma!”
Esclamarono all’unisono Belle ed Henry quando videro Charming entrare nel negozio di Gold con in braccio Regina, seguito da Emma e Snow.
“Rumple!” urlò poi la prima “che cosa è successo?” chiese.
“Ade le ha sgretolato il cuore. Ed ha preso la mia forza.” Sintetizzò Emma.
Gold fece il suo ingresso dal retro “mettila di là” disse, e David portò Regina nel retro, distendendola su di un materasso.
Emma le si sedette proprio accanto.
“E’ tutta colpa mia.” Affermò Henry “se non fossi tornato a casa, mamma non gli avrebbe mai dato il tuo cuore.”
“Avrebbe comunque trovato un altro modo per prenderlo.” Rispose Emma.
“Non capisco, come fa ad essere ancora viva?” chiese Snow.
Rumple sospirò. “L’anima lascia il corpo quando il cuore non è più in esso. Ma! L’anima di Regina non è ancora arrivata nell’oltretomba dove le Parche-“
“Parche?” venne interrotto da Emma.
“Le  tre Dee che presiedono al destino dell’uomo. La prima fila il filo della vita, la seconda dispensa i destini e la terza taglia il filo della vita al momento stabilito. L’anima di Regina sta viaggiando per arrivare lì e quando le Parche taglieranno il suo filo della vita, solo allora, il suo corpo morirà.”
Henry si avvicinò a sua madre “mi dispiace tanto, mamma.” Singhiozzò.
“Va tutto bene tesoro.” Cercò di consolarlo Regina.
“Gold! Ci sarà un modo!” esclamò Emma.
“Lo sai già Emma, la magia può tutto ma non questo.”
“La magia non può riesumare dalla morte, ma può salvare la vita. Salvala!”
“Non ho idea di come fare! Sono leggi che vanno oltre la mia magia." spiegò l’uomo.
“Potete lasciarmi sola con Emma per un attimo?” chiese la flebile voce di Regina.
Tutti uscirono dalla stanza.
E Regina fece segno ad Emma di distendersi.
La ragazza fece come le era stato detto, ritrovandosi a pochi millimetri dal viso di Regina.
“Ehi.” Abbozzò un sorriso.
“Ehi.” Rispose l’altra.
“Troverò un modo...” cominciò la bionda.
“Emma...” La interrupe subito Regina.
Non ti azzardare, pezza d’idiota. Tu non morirai intesi?”
La mora sorrise, sentendo le parole dette da lei pochi giorni prima.
“Tu puoi battere Ade.” Disse poi.
“Non posso fare proprio un bel niente senza di te.”
La mora deglutì. “E ti prenderai cura di Henry.”
“Tu vivrai okay? Smettila! Io troverò un modo, fosse l’ultima cosa che faccio.” Ribatté Emma decisa.
Regina le strinse la mano. “Salutami Henry…”
“No, non esiste! E’ solo una fase okay? Ti riporterò indietro, te lo prometto! Ti fidi di me?”
“Sei l’unica persona al mondo della quale mi fido.”
Emma abbozzò un sorriso. “Ci vediamo presto.”
Regina sorrise stancamente.
“Dillo.” Quasi supplicò la bionda “quando una lo dice l’altra risponde! Devi dirlo anche tu, ti prego.”
Ma invece Regina chiuse piano gli occhi.
“No no!” la scosse piano Emma, per poi poggiare le proprie labbra su quelle della mora.
Ma non successe nulla.
“Funziona ti prego!” la baciò nuovamente.
“Regina!” un altro bacio.
Ma niente.
Emma si alzò in piedi “Henry!” chiamò allora.
Il ragazzino entrò dopo pochi secondi nella stanza “mamma!” esclamò sedendosi vicino al corpo tiepido della madre.
Si chinò a piangere su quel corpo ormai senza vita.
Snow, Charming, Belle e Rumple entrarono nella stanza.
Emma cercò di trattenere le lacrime ma questo la fece solo scoppiare.
Si girò verso la parete colpendola con tutta la forza che aveva.
Due forti braccia l’avvolsero da dietro. Suo padre.
David la stringeva fortissimo sussurrandole che tutto sarebbe andato bene.
Se prima Emma cercò di opporre resistenza, poi si rigirò in quell’abbraccio aggrappandosi a suo padre con tutte le sue forze e lasciandosi cullare in quell’abbraccio.
 
“Dimmi come arrivare laggiù.” Disse Emma.
“Nell’oltretomba?” chiese Gold confuso.
La ragazza annuì.
“Solo le anime dei morti possono andarci.”
“Allora uccidimi.”
“Emma!” la riprese sua madre “questa non è la soluzione!”
“Devo andare lì, riprendere Regina e portarla qui.” Spiegò la bionda.
“Riprendere la sua anima servirebbe a poco, deve comunque avere un cuore per vivere.”
In quel momento, Emma s’illuminò. “Prendi il mio!”
“Che cosa?” chiese confuso Rumple.
“Prendi il mio cuore e dividilo a metà, mezzo lo rimetti dentro di me e mezzo dentro Regina. Così come per i miei genitori, noi abbiamo due cuori che battono per uno.”
“Potrebbe funzionare ma servirebbe comunque la sua anima. Deve avere entrambe per vivere.”
“Andrò a riprenderla, infatti. Dimmi solo come fare.”
L’uomo ci pensò su per un attimo. “Ci sarebbe un modo” decretò “ma è estremamente rischioso.”
Emma annui, pronta ad ascoltare.
“Posso farti morire senza farti morire davvero: ingannare la morte, diciamo così. Ti farò l’incantesimo del sonno che equivale a morire finché il vero amore non ti bacia, ma, prima ti toglierò il cuore. In modo che facendoti l’incantesimo senza cuore, la tua anima si staccherà dal corpo e così finirai nell’oltretomba.”
“Okay, facciamolo!”
“Non così in fretta!” la fermò Gold “devi stare molto attenta a ciò che devi fare una volta arrivata lì: le anime dei morti finiscono in un vortice chiamato Fiume della Morte! Tu non arriverai lì, perché non morirai davvero…la tua anima arriverà solo nell’oltretomba, lì dovrai cercare il Fiume della Morte. Stai molto attenta: Se un’anima entra nel fiume, non può uscirne. Direi che è impossibile, ma, Ade c’è riuscito! E c’è da dire che tu sarai ancora viva, o per lo più, ferma nel tempo…non sarai del tutto morta. Quindi potrai uscire! Assicurati soltanto di uscire da quel vortice prima che le parche taglino il tuo filo della vita. Una volta tagliato, non esci davvero più.”
“D’accordo, come torneremo qui?”
“Se riuscirai ad uscire da lì, riuscirai a tornare qui.” Le sorrise Rumple “a quel punto metterai l’anima di Regina dentro il suo corpo e lei si sveglierà grazie alla metà del tuo cuore, poi rientrerai come anima nel tuo corpo ed Henry ti sveglierà con il Bacio del Vero Amore, come hai fatto tu un tempo con lui. Tutto chiaro?”
“Mi sveglierà Regina.” affermò la bionda.
 “Lo credi davvero?” le chiese suo figlio.
Emma gli sorrise. “Ne ho l’assoluta certezza.”
“Tesoro, sicura di volerlo fare?” le chiese preoccupata sua madre.
“Posso farcela!” sorrise la bionda.
Allora Gold cercò tra le sue pozioni la boccetta contenente l’incantesimo del sonno.
Henry andò ad abbracciare sua madre fortissimo. “Tu sei un eroe, mamma, non può riuscirci nessuno se non tu!”
La ragazza gli accarezzò i capelli. “Non sarò un vero eroe finché non avrò salvato tua madre.”
“Allora vai e salvala! E tornate qui, insieme!”
“Puoi scommetterci, ragazzino!”
Abbracciò anche sua madre e suo padre “stai attenta!” le dissero all’unisono.
Poi salutò Belle e infine si sdraiò accanto a Regina.
“Pronta?” le chiese Rumple, avvicinandosi a lei con la boccetta tra le mani.
La ragazza annuì e l’uomo le mise una mano dentro il petto, estraendone il cuore.
Lo passò a Snow, che lo prese cautamente tra le mani.
Poi l’uomo passò ad Emma l’ampolla contenente l’incantesimo.
La ragazza si girò a guardare Regina “ci vediamo presto” sussurrò, per poi bere l’incantesimo, stendersi ed addormentarsi.
 
Gold aspettò un paio di minuti, poi divise il cuore di Emma a metà e ne inserì mezzo nel petto di Regina e mezzo in quello di Emma.
“Adesso?” chiese Snow.
“Adesso aspettiamo.” Rispose l’uomo.
“E speriamo.” Concluse Charming.
 
Emma aprì gli occhi di scatto, si mise a sedere ritrovandosi in una barca, che viaggiava su un mare pieno d’anime, diretta ad una porta dove dietro si ergeva un’enorme montagna di sassi.
“Ha funzionato.” Disse entusiasta a se stessa.
Non appena la barca toccò terra, scese e le porte d’innanzi a lei si aprirono.
Emma entrò cautamente, non conoscendo bene i pericoli a cui andava incontro…anche se, se ci fossero stati pericoli, Gold gliel’avrebbe sicuramente detto!
“Emma.” Chiamò una voce che la ragazza già conosceva.
Deglutì, guardandosi intorno.
Ade apparve davanti a lei con il solito ghigno dipinto in volto.
“Credevo avessi un obbiettivo da raggiungere.” Affermò Emma.
“Ce l’ho! Solo che la tua forza era solo il primo passo…ho altro da pianificare prima di agire!”
“Bene, allora ti lascio alle tue faccende.” Fece per superarlo ma lui la bloccò immediatamente.
“Sai di essere a casa mia, vero?” la prese sottobraccio “vieni, ti faccio fare un giro.”
La portò su per una sorta di collina “so perfettamente perché sei qui.” Le disse.
Ma Emma non si stupì più di tanto. Anche uno stupido avrebbe capito il motivo per il quale si trovava lì.
Arrivarono alla fine di quella collina, ed Emma notò che sottostante ad essa c’era un vortice e all’interno di esso tantissime anime…era uguale al mare d’anime che l’aveva portata lì.
“Regina!” disse, inginocchiandosi e toccando quel vortice proprio nel punto dove l’anima di Regina passava.
“Ah ah! Non così in fretta!” la fermò subito Ade.
La ragazza si rialzò, fronteggiandolo.
“Come hai fatto ad arrivare qui come un anima ma senza morire davvero?” chiese Ade.
“E tu come sai che non sono morta davvero?” inarcò un sopraciglio la ragazza.
“Perché a quest’ora saresti andata a finire direttamente qui dentro!” indicò il vortice d’anime accanto a lui.
Emma lo guardò incerta per alcuni istanti “magia.” Rispose poi.
“Te l’ho tolta.” constatò Ade.
“Non sono l’unica ad averla.” Scrollò le spalle la ragazza.
“Sei qui per riprendere Regina e tornare indietro?! Nessuno lascia questo posto se non lo dico io.” Sorrise malvagio.
“A te piacciono gli accordi, giusto?” sfidò Emma “se prendo Regina e riesco a uscire, ci fai andare via e non tornerai mai più a Storybrooke…stessa cosa se spezzi l’accordo. Se fallisco…beh, mi sembra ovvio: hai anche la mia anima.”
Gli porse la mano. “Andata?”
“Mmmh l’anima di un eroe intrappolata per sempre nel vortice delle anime…” ci pensò su Ade “…dov’è la fregatura?” chiese a se stesso.
“Allora?” gli fece pressione la ragazza.
“D’accordo.” Le strinse la mano.
Emma si girò verso il vortice d’anime e si tuffò.
“Ah, sarai morta per quando arriverai a lei!” le urlò dietro, quando la ragazza era già entrata nel vortice “spero non sia un problema per te!” sghignazzò.
 
Emma riuscì a individuare Regina e nuotò più in fretta che poté.
Nel mentre le Parche si accingevano a tendere il filo della vita della ragazza.
Quest’ultima cercò di aumentare la velocità, era a un passo dal toccare la bruna quando le Parche tagliarono quel filo…o meglio, cercarono di tagliare.
Il filo infatti diventò di color oro ed aveva rotto le forbici con il quale le Parche cercavano insistentemente di tagliarlo.
“Come è possibile?” chiese una sconcertata.
“Un’anima di un vivo ha toccato quella di un morto…”
“Ha praticamente spezzato le leggi della natura.”
Emma prese Regina e torno su, trovando un Ade scioccato dalla visione della ragazza con in braccio la sua amata.
“Come hai fatto?” chiese sconcertato.
La ragazza non lo degnò nemmeno di una risposta, prendendo a camminare.
Il Dio le si piazza davanti “Tempo!” sorrise “che ne dici di un altro patto, magari? Dove posso guadagnarci qualcosa anch’io? Hai riavuto il tuo bel faccino qui” prese il viso di Regina fra le mani stringendolo “quindi l’importante è fatto!”
Emma lo fulminò con lo sguardo. “Non la toccare.” Intimorì con fermezza.
“Senti” iniziò Ade sfiorando Emma, per poi urlare.
La sua mano si era praticamente bruciata al solo sfiorare la ragazza.
“Che diamine?!” chiese con una smorfia di dolore.
“Mi stai solo trattenendo! Non puoi spezzare l’accordo, non ricordi? Ci devi comunque lasciare in pace, se riuscivo o se avresti spezzato il patto.” Sorrise la ragazza, riprendendo a camminare.
“aaah!” imprecò Ade, rimanendo inerme di fronte ad Emma che andava via con Regina.
 
L’anima di Emma entrò nel negozio di Gold, andò sul retro e mise l’anima di Regina dentro il corpo di quest’ultima, e sistemò se stessa nel proprio corpo.
Regina ansimò un secondo per poi aprire gli occhi di scatto.
Distinse cinque coppie d’occhi che la fissavano. Poi mise a fuoco e notò che appartenevano rispettivamente a suo figlio, a Snow, a Charming, a Belle e Rumple.
“Cosa?” chiese in un sussurro, mettendosi a sedere.
“Mamma ti ha salvato!” esclamò Henry, abbracciandola “sapevo ce l’avrebbe fatta!”
Regina sorrise a quelle parole, e poi si rabbuiò chiedendosi dove fosse Emma e cercandola con lo sguardo tra i presenti che aveva davanti agli occhi.
David le fece un cenno col capo, guardando leggermente alla sinistra della donna.
Quest’ultima sciolse l’abbraccio del figlio e si girò, trovando il corpo di Emma addormentato accanto a lei.
“Che cosa ha fatto?” quasi urlò in preda al panico.
Voleva scoppiare a piangere pensando subito al peggio.
“Calma, sta solo dormendo.” L’avvertì subito Gold “le ho fatto l’incantesimo del sonno levandole il cuore, in modo che la sua anima potesse andare nell’Ade per riprendere la tua. Ti sei svegliata grazie alla metà del suo cuore che si è ricongiunta con la tua anima, ora tu devi svegliare lei.”
Regina lo guardò meravigliata, non sicura di aver capito bene “quindi io…”
Gold scrollò le spalle ed annuì “lei ne ha l’assoluta certezza.”
La donna si voltò a guardare Emma, chinando il viso su quello della ragazza e facendo sfiorare appena le loro labbra.
Poi si allontanò, aspettando.
La bionda aprì gli occhi, incontrando subito quelli di Regina “Ehi, è bello vederti.”
La mora sorrise, con le lacrime agli occhi.
Snow, Charming e Henry si fiondarono ad abbracciare Emma.
“Okay ragazzi calma!” rise quest’ultima.
I tre sciolsero quell’abbraccio, lasciandola respirare.
“Emma? Puoi provare a spostare la candela che c’è sul tavolo?” chiese Rumple.
“Non ricordi? Non ho più la magia.”
“Puoi provare?” insistette l’uomo.
La ragazza sbuffò, mosse di malavoglia la mano e la candela volò dall’altra parte della stanza.
“Che cazzo!?” esclamò la bionda.
 “Proprio come pensavo” sorrise Gold “hai riavuto la forza che alimenta la tua magia!”
“Com’è successo?”
“Beh hai praticamente rischiato la vita per salvare Regina, e la forza del tuo cuore è di gran lunga maggiore di quella dei tuoi muscoli! E’ così che si diventa dei veri eroi. Sei praticamente imbattibile adesso.”
 
[Due giorni dopo]
Emma aveva appena suonato alla porta del numero 108 di Mifflin Street.
Regina aprì, sorridendo con sorpresa trovandosi la ragazza davanti “Emma, che succede?”
“Pensavo che non mi hai ancora ringraziato per averti salvato la vita.” Affermò, guardandosi intorno.
La mora si mise a braccia conserte “dovrei ringraziarti? Dopo che hai rischiato di lasciare nostro figlio orfano?” un sottile sorriso sulle labbra.
“Oh, andiamo, quanto sei drammatica! E’ andata bene, dopotutto.” Sbuffò.
“Sarebbe potuta andare diversamente.” Constatò l’altra.
“Ma non è stato così!” ribatté.
“Non ti rendi nemmeno conto della gravità della cosa! Sei un idiota, perché diamine l’hai fatto poi?”
Emma abbozzò un sorriso e scrollò le spalle “ho sentito dire che le persone fanno cose pazze quando sono innamorate.”
Regina inarcò un sopraciglio, mentre cercava di trattenere un sorriso.
“D’accordo. Grazie di avermi salvata, allora.” Disse poi.
“Pensavo più ad una sorta di appuntamento per ringraziarmi, che ne dici?” chiese speranzosa.
“Non lo so, dovrei controllare l’agenda.” Scrollò le spalle l’altra.
“Agenda di cosa? Non sei più nemmeno il sindaco! Che impegni potrai mai avere?” si lamentò l’altra.
“Non essere più il sindaco implica che io non abbia niente da fare nella mia vita?”
“Non ho detto questo!”
“Come se fosse!”
“Senti, dimmi solo se vuoi uscire con me oppure no!”
“No!”
“Grandioso!” quasi urlò l’altra, girandosi e incamminandosi fuori da villa Mills, chiedendosi come avevano finito per litigare anche quella volta che era andata da lei con le migliori intenzioni.
“Emma!” chiamò Regina dalla soglia della porta.
“Cosa?” si voltò a guardarla la ragazza.
“Ci vediamo presto?” sorrise.
La bionda scoppiò a ridere.
“Ci vediamo presto.”

«Perché un vero eroe non si misura dalla forza che possiede, ma dalla forza del suo cuore.»
{Hercules.

 
NDA:
Allora spero vi sia piaciuta e che si sia capito tutto xD
Ho deciso di rappresentare Ade come nel cartone di Hercules ma di spiegare anche ciò che può fare ricollegandolo alla magia, non ero sicura che gli Dei potessero averla ma a detta di mio fratello:”puoi fare quello che vuoi, non esiste una cosa sicura su come siano.” Quindi a parere mio Ade ha qualcosa di simile alla magia, potenzialmente più potente ma non abbastanza da superare quella di un Eroe.
In più gli piacciono gli accordi, che si può sembrare plagio da Tremotino ma è una cosa che c’è sempre nel cartone.
Invece la cosa di guardarlo negli occhi e morire all’istante se Ade non ha dato il permesso o l’ordine è una cosa che si va narrando e mi sembrava figa quindi gliel’ho messa lol.
La cosa del provare qualcosa anche in assenza del cuore c'è in OUAT, è Regina stessa che lo spiega a Robin quando Zelena le prende il cuore...qualcosa riesci a sentirla!
So che in OUAT se fai l'incantesimo del sonno si finisce nella stanza piena di fuoco, ma ho preferito cambiare la cosa se fai l'incatensimo con l'assenza di cuore poiché mi serviva così lol
Riguardo al fatto che Ade possa toccare Emma quando è un'anima...lui è il Dio dei morti, credo possa toccare le anime e comunque io la penso così :D
Tutto il piano strategico di Rumple che poi Emma mette in atto è un pò di fantasia unita a filosofia e spero davvero si sia capito tutto!
Un immenso grazie a 
Nic per averla betata e per la pazienza che hai con me, con le mie folli idee, per darmi corda, per avermi aiutata con tutto il casino che è questa fic, per i consigli e i discorsi filosofici di Platone.
Ti amo anche quando ti odio, lo sai.
Bene, spero vi sia piaciuta, un immenso grazie a chi ha letto e a chi vorrà farmi sapere cosa ne pensa con una recensione! :)
Sam ♥
 
  
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