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Autore: evelyn80    27/01/2015    9 recensioni
I membri della Compagnia dell'Anello partecipano al primo casting pubblicitario della Terra di Mezzo
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Casting pubblicitario

 

La sala d’attesa era gremita di gente: in molti avevano accolto l’invito stampato su quel volantino lasciato casa per casa, ed ora erano tutti in paziente attesa che cominciassero le selezioni.

L’atmosfera di calma apparente si spezzò non appena dall’interno della "stanza del casting" giunse il tanto atteso richiamo:

"Avanti il primo candidato!"

In due si alzarono contemporaneamente e, di conseguenza, il litigio fu inevitabile:

"Guarda che il primo sono io!" esclamò uno, un nano dalla lunga barba rossiccia intrecciata in tante treccine, fissando l’altro con aria truce.

"Niente affatto, il primo sono io!" ribatté il secondo, un elfo dalla splendente chioma bionda in mezzo alla quale passò una mano mentre parlava per farla ondeggiare.

"Io sono qui da prima che iniziasse l’escavazione nelle Miniere di Moria!" replicò il nano, puntandosi i pugni sui fianchi.

"Ed io sono qui da prima che tu nascessi!" rispose piccato l’elfo, senza dimenticarsi di scuotere i lunghi capelli.

"Tra i due litiganti il terzo gode!" esclamò un vecchio dalla lunga barba grigia, che indossava un cappello a punta ed un abito logoro color grigio cenere. Mosse il suo lungo bastone, facendo ammutolire come per magia gli altri due, e passandovi in mezzo aprì la porta ed entrò.

Si trovò di fronte ad una commissione composta da tre uomini, vestiti in giacca e cravatta:

"Il suo nome?" gli chiese quello al centro.

"Ehm… salve! Io sono Gandalf il Grigio; o, se preferite, Mithrandir; o, se preferite, Olorin, o…"

"Il primo nome ci basta, grazie!" lo interruppe l’uomo a destra: "Ci dica, cosa fa nella vita?"

"Di solito faccio la guida turistica: accompagno nani sfrattati e hobbit derelitti in missioni suicide. Avete mai sentito parlare delle mie gite ad Erebor? No? E’ un vero peccato… ma mi diletto anche a fare fuochi d’artificio. Volete vederne qualcuno?"

"Non è necessario, grazie" riprese l’esaminatore di mezzo: "Potrebbe muovere qualche passo? Fare una piccola sfilata? Bene, basta così! Si, lei è perfetto per pubblicizzare uno di questi nostri due prodotti! A lei la scelta, quale preferisce?"

Dalla sala d’aspetto si sentì la voce del vecchio innalzarsi in un grido, seguita da uno "SBADABANG!" e da un gracidio.

"Cosa?! Io non sono sordo, ne tantomeno incontinente!"

La porta della stanza si abbatté divelta dai cardini, lasciando uscire un Gandalf inviperito, vestito di bianco, dietro al quale saltellava un rospo con la cravatta: l’uomo seduto al centro.

"A…avanti il prossimo…" balbettò un’altra voce dall’interno. Il nano e l’elfo avevano ripreso a litigare non appena Gandalf aveva lasciato l’edificio, così si alzò un uomo alto, dagli abiti sporchi e logori al pari del vecchio – prima che si infuriasse – con lunghi capelli neri, barba incolta e sguardo magnetico.

"Il suo nome, prego?" gli chiese l’uomo a sinistra.

"Io sono Aragorn, figlio di Arathorn, erede di…"

"Guardi, non ci interessa il suo albero genealogico, grazie. Si limiti a rispondere alle nostre domande. Che cosa fa nella vita?"

"Il ramingo."

"Vorrebbe dire che è un nomade?"

"Si, nell’attesa di rivendicare il trono che mi spetta di diritto!"

"Quel trono spetta a me!" giunse una voce dall’esterno. Un altro dei candidati, un uomo altrettanto alto dai lunghi capelli castani e gli occhi grigi, riccamente vestito, si era alzato ed aveva raggiunto il vano della porta sfondata. Aragorn lo guardò in cagnesco e mimò con le mani: "Con te farò i conti più tardi…".

"Le vostre diatribe personali non ci interessano" riprese l’esaminatore di destra: "Però…"SNIFF SNIFF"… sento che lei è il candidato adatto per pubblicizzare questo nostro prodotto. Tenga, queste sono le battute: se le impari a memoria e torni domani per la registrazione dello spot."

L’uomo uscì con una bottiglia di bagnoschiuma profumato al gelsomino in una mano ed un foglio di carta nell’altro.

Visto che i primi due stavano ancora litigando si alzarono quattro hobbit, che entrarono nella stanza tutti insieme.

"Non mi ricordavo di aver esteso l’invito anche ai bambini…" disse l’uomo a sinistra, guardando interrogativamente il suo collega.

"Ma noi, infatti, non siamo bambini!" rispose uno dei quattro: "Frodo ha già più di cinquant’anni suonati, ormai, ed anche noi altri siamo tutti adulti e vaccinati!"

Gli altri tre lo guardarono accigliati ed allora quello corresse il tiro:

"Va bene, va bene… Io ho solo ventinove anni e non sono ancora maggiorenne ma, insomma, non sono nemmeno un infante!"

"D’accordo, d’accordo! Anche se a noi parete lo stesso bambini… I vostri nomi?"

"Io sono Frodo Baggins, al vostro servizio!"

"Samvise Gamgee, servo vostro!"

"Meriadoc Brandibuck, servo vostro e di tutta la vostra famiglia!"

"Ed io sono Peregrino Tuc, servo vostro, di tutta la vostra famiglia e di tutti i vostri eredi fino alla settima generazione!"

"Così ci siamo garantiti il personale di servizio a vita…" commentarono gli esaminatori tra di loro: "Cosa fate nella vita? A parte i servi, si intende!"

"Io sarei stato un nulla facente che viveva di rendita, ma quel disgraziato di mio zio mi ha lasciato in eredità un anello magico che dovrei distruggere, quindi mi sa che mi toccherà diventare orafo…" rispose Frodo.

"Io sono un giardiniere, ma siccome amo origliare alle finestre ed ho sentito di nascosto quello che deve fare padron Frodo, dovrò diventare orafo anch’io!" rispose Sam.

"E noi siamo ladri di ortaggi! Ma credo che, per far compagnia agli altri due, forse diventeremo gioiellieri!" rispose per gli altri due Pipino.

I due uomini si sbatterono la mano sulla fronte, ma non fecero altri commenti.

"Tenete! Potete pubblicizzare questo prodotto!" ed i quattro hobbit uscirono saltellando, ognuno con un vasetto di yogurt in mano, cantando: "Se ti piace la frutta, mangiatela tutta!"

Fu la volta dell’uomo castano che aveva già parlato in precedenza.

"Il suo nome?"

"Io sono Boromir di Gondor, figlio di Denethor, nipote di Echtelion…"

"Eccone un altro che fa la storia del suo casato… Professione?"

"Capitano Generale della Bianca Cittadella!"

"No, mi scusi, i fatti sono due: o è Capitano, o è Generale!" il Gondoriano lo guardò truce, e l’esaminatore di destra alzò le mani in segno di resa:

"Va bene, lasciamo perdere, non vogliamo diventare rospi anche noi… Tenga: visto che lei è Caporal Maggiore… no, Tenente Colonnello… va bè, ci siamo capiti, visto che lei è un rappresentante dell’Esercito è adatto per pubblicizzare questo nostro corso di tiro con l’arco!" e l’uomo uscì con un vistoso bersaglio a tracolla.

Ormai rimasti ultimi, il nano e l’elfo entrarono insieme, sempre litigando:

"Ed io sono qui ad aspettare da prima che Aüle ci creasse!"

"Ed io invece da prima che Ilùvatar inventasse il Festival di Sanremo, facendo cantare gli Ainur!"

"Un po’ di contegno, per favore!" esclamarono in coro i due uomini: "I vostri nomi?"

"Io sono Gimli, figlio di Gloin…" cominciò il nano, ma venne interrotto.

"Basta così, grazie! E lei e?"

"Legolas Thranduilion!" "SWOSSH". L’elfo fece ondeggiare la chioma, sbattendola in faccia a Gimli che starnutì.

Ormai stanchi del casting più strambo che avessero mai affrontato, i due esaminatori misero in mano ad entrambi due piumini antistatici.

"E cosa dovremmo pubblicizzare?" esclamò indignato l’elfo.

"Ma i nostri piumini "raccogli peli e capelli"! Con tutti quelli che avete addosso ne perderete di sicuro a tonnellate! Ed ora, se non vi dispiace, abbiamo concluso!"

E, con i loro bravi spolverini in mano, l’elfo ed il nano uscirono, dimenticando il loro litigio e leggendosi l’un l’altro le battute.

 

 

Spazio autrice:
Salve a tutti! Lo so, quella che ho scritto è una grande idiozia, ma io mi lascio trasportare dall'ispirazione, e proprio l'altro giorno, guardando gli spot pubblicitari in TV, ho pensato: quali prodotti potrebbero sponsorizzare i nostri beniamini? Ed ecco cosa ne è venuto fuori.
Mi sono divertita molto a scriverla, spero di farvi divertire altrettanto a leggerla!
Fatemi sapere anche cosa ne pensate: tutti i tipi di commento sono bene accetti!
Che Ilùvatar e tutti gli Ainur abbiano pietà di me!
Baci!
Evelyn

  
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