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Autore: Akira Yuki    27/01/2015    1 recensioni
Saga e Arles sono due anime nello stesso corpo. Ancor prima della guerra delle dodici case, vedremo come se la cavano i due a coabitare nello stesso corpo.
Dal testo: "Arles gli toccò una spalla, guardandolo con occhi saggi e chiari: “Saga... Ammettilo che mi ami”.
A Saga gelò il sangue nelle vene.
Aphrodite lo vide diventare improvvisamente serio.
-Hey, tutto ok Gemini?-.
-Si. Tutto ok-. Rispose freddamente mentre Arles era tornato a ridersela.
Sopportare quel pazzo era la cosa più difficile che qualcuno potesse fare.''
Genere: Comico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Gemini Saga, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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E’ freddo.
Siamo in pieno inverno qui in Grecia, è tutto coperto di neve candida. Anche il Santuario non è immune al dolce freddo di questa polvere ghiacciata.
I giovani cavalieri mettono alla prova il loro corpo, cercando di resistere a lungo coperti di neve. I maestri invece si godono la pace.
Non tutti i cavalieri sono tornati al Santuario, solo pochi sono qui. Camus dell’Acquario ha fatto amicizia con il cavaliere di Scorpio, pare si siano incontrati appena Camus è giunto dai ghiacci della Siberia, madre sua e dei suoi poteri.
Marin, giovane sacerdotessa dell’Aquila, ha conosciuto per caso la sacerdotessa Tisifone dell’Ofiuco.
Tutti sono in compagnia per un motivo o per l’altro, solo una persona è sola a guardare il mare di bianco che si estende sulla città di Rodorio.
In cima al Santuario, alla tredicesima casa, spicca la figura alta e maestosa del Grand Sacerdote.
Ampi vesti scure e casco rosso con ali di demone davanti.
I lunghi capelli grigi ondeggiano al vento freddo dell’inverno.
Il volto coperto dalla maschera, scrutava la città. Imperscrutabili i suoi pensieri.
Giravano voci da tempo sull’improvviso cambiamento del Grand Sacerdote. Ma nessuno poteva immaginare chi fosse davvero.

-Mio signore… -. Un cavaliere d’argento lo chiamò, dopo essersi inchinato.
-Dì ai cavalieri d’oro che sono liberi per oggi. Digli di andarsi a fare un giro per la città se lo desiderano, o altro-. Furono le uniche parole dell’uomo che nemmeno si era girato per guardare il suo sottoposto.
Il cavaliere d’argento annuì e andò ad eseguire gli ordini.

Il Grand Sacerdote non si mosse. Solo dopo alcuni minuti si tolse il casco lasciando tutti i suoi capelli liberi di seguire i girigogoli del vento.
Si avvicinò poco più alla ringhiera di marmo per guardare meglio la città. Mise una mano su di essa e saltò, ritrovandosi seduto su di essa, lasciando le gambe pendere con metri e metri sotto di loro.
“Ci voleva tanto, Saga?”, pensava il cavaliere dai capelli argentei.
“Un salto e il mondo è sotto di te, come se volassi”.

Smettila”.
Il cavaliere dagli argentei capelli girò il volto accanto a sé, dove lui, e solo lui, riusciva a vedere l’animo di Saga. Era uguale a lui, era lui. L’unica cosa che li differenziava erano gli occhi e il colore dei capelli.
Saga lo guardava arrabbiato.
Il Grand Sacerdote sorrise. “Al solito..”.
Sei solo un tiranno, Arles!”.
Arles, era questo il nome che si era data la metà di Saga.
Era violento e spietato quanto il dio della Guerra, Ares.

Nel frattempo era tornato a nevicare.

“Sei tu quello che ha paura delle sue azioni”.
Saga lo guardava arrabbiato.

-Ahahha… Hahaha!-. Arles scoppiò in una risata grassa e sadica, per poi guardarlo.
-Sta a vedere, Saga, quel che io ho il coraggio di fare e tu no!-. Arles saltò sotto gli occhi sorpresi e preoccupati del cavaliere di Gemini.
Arles lanciò in aria l’abito ingombrante da sacerdote, rivelando un vestito più pesante e semplice.
Quando toccò la terra, ricoperta dalla neve, iniziò a scivolare, totalmente sotto controllo il suo corpo che andava ad una velocità strabigliante. I lunghi capelli argentei volavano, agitandosi violentemente, ma lanciando che il freddo vento passasse fra loro, mentre il cavaliere si godeva il vento che soffiava sul suo viso.
Era come se volasse, sembrava non toccare terra mentre si lasciava dietro di sé una scia di neve e evitava gli ostacoli con perfezione e maestria invidiabili.
Libero.
Arles era questo.
Libero e sciolto da ogni cosa.
Dopo diversi minuti arrivò alla fine della montagna del Santuario.
-Ahahah!-.
L’animo di Saga riapparse accanto a lui, guardandolo senza dir nulla.
Arles lo guardava divertito. Poco dopo si alzò il cappuccio per nascondere gli occhi rossi e iniziò a camminare andando verso la città.

La città era animata soprattutto dai ragazzi che felici giocavano per le strade con la neve e da madri che esasperate cercavano di evitare si cacciassero nei guai.
Arles era coperto da un mantello nero.
Passò vicino ad una bancarella di dolci caldi e, tentato, ne comprò uno, mangiandoselo per strada.
Non dovresti cadere in simili tentazioni.. Sei il Grand Sacerdote, no?”.
“Ahahha.. Non ho mica ucciso qualcuno stavolta!”.
Poco dopo Arles era già stufo di camminare per le strade, aveva il vizio che si stufava facilmente se non stimolato ogni dieci secondi da qualcosa.
D’un tratto però vide il bellissimo cavaliere dei Pesci camminare per le vie, vantandosi del suo aspetto divino e accarezzandosi i capelli ogni poco.
-Merda….-. Arles sapeva che se si fosse avvicinato lo avrebbe riconosciuto all’istante. Il Grand Sacerdote non poteva mostrarsi così vestito in una città.
-Mh?-. Il cavaliere dei Pesci guardò verso Arles, come se avesse capito qualcosa.
“Merda!”.
Il cavaliere si avvicinò veloce e con un’abile mossa gli tolse cappuccio.
Sgranò gli occhi dalla sorpresa: Aphrodite, il bellissimo cavaliere, aveva davanti a sé un bellissimo uomo dal viso angelico. Saga.
Saga si accarezzò i capelli. Arles lo aveva letteralmente spinto nel suo corpo tirandolo per i capelli.
-Ah.. E voi siete un cavaliere?-. Aphrodite sembrava studiarlo.-Avete un cosmo enorme..-.
-Ah.. Sì, sono Saga di Gemini, voi siete Aphrodite di Pisces, giusto?-.
Aphrodite si coprì le labbra con una rosa rossa, in realtà aveva le guance rossine e Arles, che come anima li guardava, se ne era accorto.
E’ innamorato?” Disse ironico, ma divertito e con un pizzico di serietà.
“Zitto, Arles”.

-Come lo avete capito?-. Chiese il cavaliere di Pisces, sorridendo sotto i baffi.
-Ah.. Sapevo che eravate un cavaliere dalla incomparabile bellezza..-.
Cos’è? Ti piace?”. Disse Arles, seriamente preoccupato, guardando Saga.
-Oh sì grazie..-. Mentre Aphrodite si vantava, Saga si strinse i capelli.
-Hey, cavaliere di Gemini.. Tutto ok?-. Aphrodite lo guardava preoccupato.
-S..Sì..-. Tornò come prima. In realtà aveva appena litigato con Arles, ma questo come sempre aveva vinto.
Aphrodite sorrise. Era la prima volta che incontrava un uomo di una bellezza tale: questo cavaliere di Gemini gli stava davvero piacendo.

-Io devo andare, Pisces, ci risentiamo eh..?-. Saga stava già cominciando ad andarsene ma il cavaliere dei Pesci gli prese il braccio.
-Rivediamoci!-.
-Eh?-.
Eh?”.
-Sì, verrò stasera a trovarti nella casa di Gemini, oppure potresti venire tu-.
-..Ehm.. Ho da fare..-. Saga cercava di staccarlo da sé più gentilmente possibile.
-Sì, verrai tu! Se non ti vedo entro le dieci di stasera verrò io!-.
Aphrodite lo strinse per la vita e dolcemente gli baciò la guancia. Gli fece l’occhiolino e andò via.
Saga rimase di sasso.
Ahahahahha!!” Arles si stava scompisciando, mentre Saga ancora non dava segni di vita.
Arles decise di riprendere controllo del corpo e così fece.
Tornò al santuario, passando da un’entrata posteriore che evitasse di passare per le case e, soprattutto, dalla dodicesima casa di Pisces.

Quella sera il Grand Sacerdote era seduto sul suo trono, anche se mentalmente stava litigando con Saga.
Qualcuno bussò.
-Mio signore, un messaggero ha una cosa da dirvi!-. Il cavaliere appena entrato era allarmato.
-Fallo entrare-.
Entrò uno dei cavalieri d’argento che Arles aveva mandato in giro per il mondo a chiamare gli altri cavalieri.
-Mio signore!-. Il cavaliere si inchinò. –Ho trovato la reincarnazione di Athena!-.
-Cosa?!-. Arles si alzò in piedi. –Vedi di fare attenzione alle parole che dici!-.
-Io ne sono sicuro, mio signore..!-.
Arles strinse i pugni.
-Esci! E guai a te se ne osi parlare!-. Il cavaliere scappò letteralmente.

Athena..”.
-Non ci provare, Saga. Morirà prima di arrivare da me.-. Arles lo guardò con lo sguardo di fuoco mentre Saga già temeva per la sorte della sua amata dea.
Non puoi nuocerle!”.
-Scommettiamo? Ahahha!-.
Arles andò verso l’ampio terrazzo della tredicesima casa.
-Vieni Athena.. Finirò il lavoro che avevo cominciato anni orsono! Ahahha!-.
“Non te lo permetterò, Arles!”.
-Tu?! Ahahha… Tu non puoi farmi niente-. Lo guardo di Arles era sicuro e deciso, contro quello indeciso e preoccupato di Saga.
Arles lo guardò un’ultima volta per poi guardare la città e le case del Santuario.

-Saga..-. Lo chiamò Arles.
Saga lo guardò.
-Sono quasi le dieci… Devi andare da Pisces o si insospettirà-.

.

“Ti odio, Arles”.
Tsk, dimmi qualcosa che non so”.
Saga stava scendendo le scale che separavano la dodicesima casa dalla tredicesima.
Una volta entrato la attraversò e vide all’entrata Aphrodite che fremeva guardando convulsamente l’orologio.
-Aphrodite…-. Saga lo guardò.
-Mh? Oh, Gemini finalmente!-. Gli andò in contro. –Ma perché vieni dal tempio del Grand Sacerdote?-.
-Ah.. Mi aveva chiamato tempo fa…-.
Aphrdite lo guardava, sospettoso.
-Dimmi la verità, Gemini…-. Lo sguardo di Pisces era tagliente.
-Mh?-.
-Te la fai col Grand Sacerdote vero?-.
A Saga gli ci volle un po’ per caricare la domanda che Pisces gli aveva rivolto.

-EH?-.
Ahahahhahaha!!”, Arles era tornato a sbellicarsi dal ridere.
Aphrodite parlò, guardandolo gelido:-Sono tornato qui dopo che ti ho visto e nessuno è passato. Sei stato da lui così tante ore?-.
-Ah… Io…-. Saga non sapeva cosa dire e non era minimamente aiutato da Arles che non faceva che ridersela.
-Forse non mi hai sentito.. Forse riposavi o eri distratto….-.
Aphrodite pensò. Effettivamente era andato a farsi una dormitina, ma non poteva dire di non essersi accorto di un intruso nella sua casa.
-Forse ero distratto..-. Se ne uscì così il cavaliere di Pisces.
Saga sorrise, un sorriso felice solo per il fatto di averla scampata.
Arles gli toccò una spalla, guardandolo con occhi saggi e chiari: “Saga.. Ammettilo che mi ami”.
A Saga gelò il sangue nelle vene.
Aphrodite lo vide diventare improvvisamente serio.
-Hey, tutto ok Gemini?-.
-Si. Tutto ok-. Rispose freddamente mentre Arles era tornato a ridersela.

Sopportare quel pazzo era la cosa più difficile che qualcuno potesse fare.




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Commento dell'autrice: Che ve ne pare? All'inizio volevo farla più seria e più profonda, ma le battutine di Arles non riuscivo a non scriverle ed ecco..xD.
Mi scuso per i possibili errori.
Che dite, la continuo?

 

 

  
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