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Autore: gateship    27/01/2015    0 recensioni
In qualunque tempo, in qualunque luogo, in qualunque dimensione e sotto qualunque forma, lei sarebbe stata lì. E lui, lui era stanco, stanco di aspettare, stanco di perdere chi gli stava accanto.
“Tu non sei un'eco, sei qualcosa di più. Non so come sia possibile o se le leggi della fisica concordino, ma tu sei River Song, la mia River Song.
C'è un tempo per vivere e un tempo per morire, ma il tuo non è ancora arrivato.”
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 11, River Song
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Mi hai ringiovanito di un paio d'anni.” fu la prima cosa che constatò River appena entrata nel suo nuovo corpo, quasi identico a quello precedente. “Non ti andava bene com'ero prima?”

“Ti ho sempre preferito bionda, dolcezza.”

“Potrei tingermi di nuovo.”

“Tu provaci.” disse con un sorriso saltando nel tunnel dimensionale.

“Oh, fammi provare.” rispose provocante quando entrambi uscirono dal flusso azzurro, il suo volto a pochi centimetri dal suo.

“Allora – iniziò lui indietreggando di qualche passo. - come va questo nuovo corpo?”

“Bene direi, se vuoi posso provare subito il polso.” disse alzando la mano per schiaffeggiarlo come aveva fatto prima tante altre volte.

“Sono serio River.”

“Oh, amo quando lo sei.” rispose scendendo le scale che davano all'enorme balconata. Insipirò profondamente, guardando l'enorme biblioteca estendersi davanti a lei, le persone in piazza a chiacchierare sottovoce per non disturbare i lettori, tutta quella vitalità che non aveva visto per anni.

“Mi mancava il profumo di aria fresca.”

“Sei romantica” le disse ad un orecchio. Mentre sorrideva, lo sguardo di River si abbassò, incontrando un piccolo libretto blu dall'aria malandata.

“È il mio diario.” sussurrò stupefatta. “Non credevo che l'avessi lasciato qui.”

“Non potevo tenerlo, spoilers, e di buttarlo non se ne è neanche parlato. Mi dispiace che sia...”

“Grazie.” disse prendendolo in mano come una lacrima le solcava il viso, non pensava che lei avrebbe potuto esserci così attaccata, ma riflettendoci... era ciò che River aveva protetto e cullata per tanto, tanto tempo, era una storia, la loro storia, una storia senza tempo.

Guardò di nuovo sua moglie, che ora reggeva un cacciavite, lo stesso che le aveva dato prima di Deillium.

“Tieni.” glielo porse, accorgendosi del suo sguardo su di lei.

“È tuo. Te lo avevo dato ricordi?” spalancò gli occhi sorpresa.

“Dottore...”

“Sei un Signore del Tempo, sei mia moglie, lo sai usare meglio di me.”

“Un solo Dottore, un solo cacciavite. È la regola.”

“Quale? Non è mia.”
“Forse è mia.”

“Tu non hai regole, River.” sorrise allegro, felice di averla davanti, felice di poter filtrare con lei come se l'avesse incontrata per la prima volta.

“E tu come lo sai?”

“Il TARDIS è d'accordo, sai?” disse cambiando argomento.

“Sexy è d'accordo?” ripetè.

“D'accordissimo, c'è voluto un po', ma sai com'è lei...”

“Beh, in questo caso... - sorrise con gratitudine mettendo l'oggetto in tasca. - Un giorno dovremo dirci addio Dottore, sai? - affermò poi accarezzando la copertina del diario color TARDIS, togliendo il velo di polvere che ora lo avvolgeva - senza più biblioteche, realtà parallele o sotterfugi. E ho paura che non manchi tanto.”

“Forse, tu non puoi saperlo.”

“Alla fine tutti muoiono amore mio, io, e persino tu.”

“River...”

“Non ti piacciono i finali, lo so. Ma a tutto c'è un finale, e vicino o lontano che sia un giorno arriverà.”

“Perchè ora sei tu quella seria?”

“Perchè mi piace infrangere le regole.”*

“Ma fino ad allora? Fino al finale di cui parli? Dovremmo continuare come se nulla fosse? Ognuno per conto suo e poi insieme quando l'universo è un pericolo? Sei mia moglie River.”

“Forse è dettato dal destino, dolcezza. Forse è la nostra storia, incontrarci sempre nel punto sbagliato, quando ognuno di noi prova sentimenti che l'altro non nutre, sempre correndo, una volta a caccia di dalek, una volta in una biblioteca perduta, un'altra contro il tempo. Il momento in cui tu mi hai conosciuto non è lo stesso nel quale io ti ho incontrato. Ti ho amato, quando tu mi guardavi ancora con diffidenza; tu mi hai salvato la vita, mentre tentavo di ucciderti. Forse è il nostro destino, amarci in un tempo e in un luogo, dove non ci è dato amare. Forse è destino, non ritrovarci mai nello stesso punto, siamo signori del tempo... più o meno. - continuò dolcemente - Io viaggio da una parte, tu viaggi da un'altra. Non sono fatta per scorrazzare tra lo spazio e il tempo in compagnia, non sempre almeno, mentre tu... lasciatelo dire tesoro, da solo sei inconsolabile. Amy ha ragione, non restare da solo, ti farebbe troppo male.”

“Ma ora tutto questo può cambiare, non abbiamo più “spoilers”, niente più anticipazioni, ora può essere tutto più semplice.” disse lui avvicinandosi a River, mentre questa saliva sul cornicione dell'edificio, tenendo gli occhi su di lui.

“E lo sarà. Sicuramente. Senza più Stormcage e con meno intoppi temporali. Ma non correremo insieme. Uno psicopatico per TARDIS, ricordi?”

“Non sono psicopatico.”** lei lo guardò con un sopracciglio alzato.

“Ci vediamo presto dolcezza.” disse con un occhiolino, prima di saltare nel cielo ormai buio.

E il Dottore, con un briciolo di tristezza, sorrise, River Song, la donna che pur di non uccidere l'uomo che amava aveva sconvolto l'universo, la psicopatica, la figlia del TARDIS, della ragazza che aveva aspettato e dell'ultimo centurione, la donna che ha ucciso il Dottore, la donna che ha sposato il Dottore, era tornata.

 

 

*River si riverisce ad una regola del Dottore, “Mai essere seri, non intenzionalmente.”

** Qui invece mi riferisco al 7x05, ma anche a una scena tagliata di quello stesso episodio nella quale il Dottore dice all'angelo che perseguiterà tutti quelli della sua razza, prima che River lo riporti dentro e gli dica appunto “uno psicopatico per TARDIS”.

  
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