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Autore: Daisy_of_light    27/01/2015    12 recensioni
ATTENZIONE!!! SPOILERS SULLA DECIMA SERIE!!!
Post 10x3. Un momento di pura bromance che i fratelli Winchester useranno per chiarire alcune cose. Tutto ciò grazie a una piccola spinta da parte dell'aiutante di tutti i cacciatori...il whisky! Bromance garantita!!!
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Note dell'autrice: ebbene sì! Sono tornata! Dopo un'assenza (per quanto riguarda lo scrivere) lunga mesi, rieccomi con una nuova OS! Questa ff è ambientata dopo la fine dell'episodio 3 della decima stagione! Sappiamo che Sam aveva intenzione di ubricarsi quella sera! Che sarà successo? Ecco qui la mia visione dei fatti dopo il termine dell'episodio! Per chi non mi conosce già, deve aspettarsi oceani di bromance pura e angst! Spero che questa ff vi possa piacere e che non si noti troppo il fatto che sono arrugginita dopo tutto questo tempo! Grazie in anticipo a tutti quelli che leggeranno! Ci si becca alla fine della ff! Ciao ciao! XD PS: Le scritte in corsivo si riferiscono alle battute tratte direttamente dai vari episodi (non vi dico quali! eheheheheh! XD) e le " " indicano i pensieri! Comunque spero che si deduca lo stesso senza diventare pazzi! XD 
Disclaimer: Supernatural non mi appartiene!!! Magari fosse mioooooo! XD 


IN...WHISKY VERITAS???

 
"Andrò a comprare del colesterolo a mio fratello...e poi mi ubriacherò!"
 
 
Così aveva decretato Sam, deciso di fronte a Castiel, prima di uscire dal Bunker. Era stato via solo per una ventina di minuti, ansioso di ritornare a casa da suo fratello, dal suo vero fratello, non da quel mostro che aveva tentato di ucciderlo appena due ore prima.
 
 
"Questo non è mio fratello che parla..."
"Tu non hai mai avuto un fratello!" Gli aveva risposto prontamente Dean con  parole taglienti come la lama di un coltello.
 
 
Sam scosse la testa, cercando di allontanare quel freschissimo ricordo dalla mente. Entrò nel Bunker, dirigendosi in biblioteca. Aveva preso talmente tante cose da mangiare da aver bisogno del grande tavolo al centro della sala. Posò i sacchetti alimentari e iniziò ad allestire una specie di banchetto: doppio cheeseburger con doppio bacon e doppie cipolle, patatine fritte ultra-mega-maxi, due pacchi da sei birre ciascuno e una fetta per tre tipi diversi di dolci, dalla più classica torta alle mele, alla crostata con noci pecan e, infine, un dolce non ben definito, con all'interno panna, crema e cioccolato, una bomba in pratica. Per se stesso, Sam aveva optato per un semplice hamburger e una porzione normale di patatine. Quello che veramente gli serviva lo aveva già nascosto nella borsa del computer che era posata sulla sedia di fianco a lui.
 
 
Stava per andare a chiamare Dean, quando arrivò Cass. Sam non aveva pensato a prendere qualcosa per l'angelo; l'angelo non avrebbe apprezzato il cibo e, poi, c'era una ragazza che lo aspettava nella macchina parcheggiata fuori.
-Ehi, Cass!- lo salutò subito il minore dei Winchester.
Il moro lo salutò con un cenno del capo e gli disse:
-Dean è nella sua stanza. Si è fatto una doccia e si sta cambiando. L'ho avvertito del tuo arrivo e ha detto che ti raggiungerà tra due minuti.-
-Grazie, Cass, davvero! Non so come ringraziarti...- furono le parole sincere che Sam rivolse all'angelo. Senza l'aiuto dell'amico, probabilmente, sia lui che Dean non sarebbero stati lì, in quel momento.
Cass gli rivolse il suo solito sorriso carico di comprensione e, mettendogli una mano sulla spalla, lo sorpassò, dirigendosi verso l'uscita del Bunker.
Sam chiese:
-Cass, non vuoi restare? Puoi anche far entrare la ragazza che c'è fuori...-
La creature angelica, mentre saliva le scale, rispose:
-Non credo che Hannah si sentirebbe molto a suo agio qui dentro...con voi...-
Sam annuì, capendo il punto di vista dell'angelo. Cass aveva già una mano sulla maniglia della porta, ma si fermò, osservando intensamente il più piccolo dei Winchester negli occhi.
-Sam, prenditi cura di Dean...- decretò l'angelo dagli occhi blu con voce profonda, carica di significato.
Sam annuì e Cass uscì, richiudendosi la porta alle spalle.
 
 
Dopo un paio di minuti, un Dean Winchester vestito con abiti puliti, pettinato, un po' stanco, ma umano, raggiunse Sam in biblioteca e rimase subito stupito di fronte alla quantità di cibo che ritrovò sul grande tavolo.
-Wow, Sammy! Hai deciso di mettermi all'ingrasso?-
Il sorriso sul volto di Sam fu spontaneo quando sentì il suo vezzeggiativo uscire di nuovo dalle labbra del fratello con quella nota d'affetto che l'aveva sempre accompagnato.
 
 
"Coraggio Sammy! Andiamo a farci una birra, discutiamoci su! Sono stanco di giocare! È ora di finire questa partita!" urlava il Dean demone che non poteva di certo essere suo fratello, mentre si aggirava per il Bunker con un martello in mano, alla ricerca di Sam.
 
 
-Sammy, tutto bene?-
Dean gli aveva posato una mano sul braccio e lo guardava con quei due occhi verdi velati di preoccupazione.
Sam, richiamato alla realtà, si sciolse in un sorriso, ricomponendosi, e rispose:
-Sì, certo! Tutto bene!-
Si sedette sulla sedia e, Dean, dopo un attimo perso ad osservare per bene il fratellino con espressione preoccupata, lo imitò, sedendosi dall'altro lato della tavola. Prese una bottiglia, la stappò e la passò al minore. Intento a prenderne una per sè, Dean si perse l'espressione da cucciolo che gli rivolse Sam, quando rivide il suo fratellone nel semplice gesto di passargli la birra.
Dean alzò la birra verso il fratellino e anche la sua espressione si ammorbidì. In quello sguardo e in quel movimento c'erano mille parole e Sam le colse tutte, facendo cozzare il collo della sua bottiglia con quella del maggiore. Il suono cristallino riecheggiò nel silenzio del Bunker, accompagnando il successivo sorso di birra che entrambi i Winchester bevvero. Poi Dean si buttò subito a capofitto sul suo cheeseburger. Il primo morso fu seguito da un verso di puro piacere. Sam, di fronte alla faccia di Dean, con le guance gonfie di cibo come un criceto e la bocca sporca di salsa, scoppiò a ridere. Il maggiore dei due fece un sorrisetto ebete di fronte alla risata  del minore e non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma il suo cuore si riscaldò a quel suono. Quella risata così sincera e spensierata non la sentiva da mesi!
Mangiarono in silenzio piacevole, interrotto solo da qualche battuta ogni tanto. Alla domanda di Dean, su come si fosse fatto male il braccio destro immobilizzato, Sam sorvolò, rimandando il racconto al giorno successivo. Sebbene sapessero che, prima o poi, avrebbero dovuto parlare di tutto quello che era accaduto e del prossimo futuro, sembrava che i due non avessero voglia di affrontare certe discussioni quella sera. Quindi, in un tacito accordo, decisero di godersi il momentaneo riposo, rimandando il tempo della conversazione.
 
 
Dean si spazzolò ogni singola briciola di tutto quello che Sam gli aveva portato a casa. Pulendosi la bocca, si appoggiò allo schienale della sedia, soddisfatto e sazio. Si batté una mano sulla pancia leggermente più rotonda ed esclamò:
-Mai mangiato niente di così buono! I dolci erano qualcosa di fenomenale, poi!-
Fece un verso di piacere, per sottolineare la sua teoria.
Sam sorrise e rispose:
-Addirittura! Non esagerare!-
Sam era divertito dal comportamento del fratello che, per quanto riguardava il cibo, non era cambiato affatto anche dopo aver fatto un viaggio di ritorno dal "Lato oscuro della Forza". Vedeva, però, che Dean era stanco e faticava a stare sveglio. Si alzò in piedi, iniziando a pulire e ad ammassare l'immondizia. Dean fece per imitarlo, ma Sam lo fermò:
-Lascia stare. Questa sera faccio io! Tu vai pure a riposare, ne hai bisogno!-
Dean tentennò alla proposta del fratello; il richiamo del suo letto era forte, ma non voleva lasciare di già il suo fratellino, contando che aveva anche un braccio immobilizzato.
-Ma no, voglio aiutarti, Sammy!- esclamò il maggiore dei Winchester, prendendo le cartacce degli hamburger e delle patatine. Fu costretto a posare un mano al tavolo per tenersi in piedi quando tutto gli ondeggiò davanti. Solo quando il mondo tornò al suo posto, Dean si rese conto che Sam era al suo fianco, la mano del braccio sano posata sulla schiena in un gesto che serviva a sostenerlo e a fargli capire che era lì se ne avesse avuto bisogno di lui.
-Tutto ok?- chiese il gigante dagli occhi da cucciolo preoccupati.
Dean annuì e si rimise dritto, saldo sulle gambe questa volta.
-Tutto bene...è stato solo un capogiro...a quanto pare, Sammy, hai ragione...ho bisogno di dormire un po'!-
-Al miracolo!- esclamò Sam con un sorriso divertito -Dean Winchester che ammette di essere stanco! Dovremmo segnare questa data sul calendario!-
Dean diede uno scappellotto sulla nuca di Sam e ghignò, divertito, dicendo:
-Stronzo!-
-Scemo!- fu la pronta risposta che ricevette da Sammy.
Il maggiore si diresse verso la camera da letto con un sorriso.
 
 
Una volta solo, Sam sbrigò velocemente le faccende, pulendo il tavolo e sbarazzandosi delle cartacce. Recuperò un bicchiere di vetro dalla cucina e ritornò in biblioteca. Si sedette di nuovo al suo posto e, dalla borsa del computer, estrasse una bottiglia di whisky. Il whisky...Sam non era mai stato un grande bevitore, ma, da quando Dean era stato ucciso da Metatron, quel liquido ambrato era stato il compagno di molte notti passate a cercare e ad indagare sulla scomparsa del fratello. E quante volte, nella solitudine che regnava nel bunker, aveva ripensato a quella sera in cui era rimasto l'ultimo dei Winchester...di nuovo.
 
 
Ricordava come fosse ieri la disperazione che l'aveva colpito quando, quasi cinque settimane prima, aveva visto la lama del pugnale angelico di Metatron penetrare nel petto di Dean. In quell'istante, aveva sentito una lama penetrare anche il suo, di petto. Il respiro gli si era mozzato in gola e, a fatica, aveva urlato il nome del fratello. Sam ricordava bene anche il sangue del maggiore fluire dalla ferita al petto attraverso le sue dita mentre, insieme, premevano sull'atroce lesione. Lo avevano stupito la mano ancora calda che Dean gli aveva posato sulla guancia, quasi come una carezza, e gli occhi verdi che ancora brillavano mentre, determinato e senza vacillare, il suo fratellone gli aveva rivolto un'ultima, importantissima, frase:
-Sono fiero di noi!-
Sam bevve in un fiato lo shot di whisky che aveva davanti, quando quella frase gli rimbombò di nuovo nella testa.
 

Riempì di nuovo il bicchiere, ricordando alla perfezione il momento in cui aveva visto la vita del fratello spegnersi e il suo corpo crollargli addosso, pesandogli sulla spalla. Quanto lo aveva scosso, quanto lo aveva pregato di aprire di nuovo gli occhi, le lacrime che gli rigavano il volto. Poi si era arreso, abbracciando le spoglie di Dean. Gli era servita tutta la forza datagli dalla disperazione per caricarsi il corpo del fratello in macchina, ripartire verso il Bunker, ripulire e adagiare Dean sul letto della camera.
Un altro sorso fu ingurgitato da Sam senza esitare e il bicchiere fu riempito di nuovo.
 

"Sono fiero di noi!" La lama che entra nel petto di Dean.
Un altro shot, il liquido ambrato che gli scendeva lungo la gola, bruciando.

 
"Sono fiero di noi!" Il corpo di Dean sul letto.
Un altro sorso.

 
"Sono fiero di noi!" L'ultimo respiro del fratello.
Un altro bicchiere.

 
"In questo momento mi sto sforzando di non venire lì ad aprirti la gola con i miei denti..."
"Sono fiero di noi!"
Un altro bicchiere.
 

"Ti è forse sfuggito che ho fatto di tutto per starti il più lontano possibile? Lontano dai tuoi piagnistei, dalle tue lagne."
"Sono fiero di noi!"
Un ennesimo sorso.

 
"Forse mi sono solo stancato di badare a te o di dover perennemente tirare fuori dai guai quel tuo culo del cazzo!"
"Sono fiero di noi,"
Un bicchiere ancora.

 
"Forse dipende dal fatto che mia madre sarebbe ancora viva, se non fosse per te!"
"Sono fiero di noi!"
E un altro bicchiere. Il liquido gli bruciò la gola e gli fece venire le lacrime agli occhi. Oppure le lacrime c'erano già da un po'?
 

"Il fatto stesso che tu sia nato, ha portato via tutto quello che c'era di importante nella mia vita."
"Sono fiero di noi!"
Il bicchiere che, dopo un altro shot, va in frantumi sul pavimento della biblioteca.
 

"Non hai mai avuto un fratello. Era solo una scusa per non tirare fuori le palle. Ma sai una cosa? Mollo tutto."
"Non osare pensare che ci sia qualcosa, passata o presente, che metterei prima di te!"
La sedia che stride nello spostarla, le gambe che fanno fatica a sostenerlo, la vista annebbiata da alcool e lacrime.
 

"Allora non abbiamo più nulla!"
"Ci penso io, fratellino! Starai bene!"
"No, Dean...non l'avrei fatto...nelle stesse circostanze, non l'avrei fatto..."
Lo scalpiccio incerto lungo il corridoio, il braccio sano che scivolava lungo il muro, per sostenerlo e guidarlo. L'arrivo davanti a una porta.
 

Il ricordo di una foto in cui loro due, da giovani, si scambiavano un sorriso divertito.
"Sono fiero di noi!"
La porta aperta con uno scatto e la luce accesa che accecò la sua stessa vista.
 
 
-Figlio di puttana!- fu l'urlo che provenne dalla bocca di Dean Winchester che si alzò seduto sul letto come un fulmine, il coltello ammazza demoni in mano.
I suoi sensi di cacciatore erano già pronti ad affrontare il pericolo. Lo sguardo scattò in una frazione di secondo alla porta, notando una figura appoggiata allo stipite, con la mano verso l'interruttore della luce. Dean si rilassò subito riconoscendo il fratello.
Abbandonò il coltello sul comodino e si passò una mano sul volto, ad allontanare le tracce di sonno che ancora gli annebbiavano la mente, mentre diceva:
-Sammy...non farmi prendere questi spaventi...-
-Dean...- fu il sussurro che non raggiunse le sue orecchie.
Il maggiore dei Winchester si allungò fino a raggiungere l'orologio vicino al pugnale.
-Cazzo, Sammy! Sono andato a dormire solo mezz'ora fa!- constatò, scocciato, l'ormai ex demone.
-Dean...-
 
 
Questa volta, il richiamo arrivò alle orecchie di Dean che concentrò, di nuovo, la sua attenzione su Sam. Il suo fratellino era ancora bloccato sulla soglia della stanza, appoggiato stancamente allo stipite della porta. Quello che agitò di più il maggiore dei due fu lo sguardo liquido, sconvolto e fisso che dominava il volto di Sam.
-Sammy...- lo chiamò Dean alzandosi in piedi e raggiungendo il minore, il livello di preoccupazione che saliva mano a mano che colmava la breve distanza che li separavano. Eloquenti erano le linee bagnate che scendevano lungo le guance un po' scavate e magre di Sam. Cosa era successo per sconvolgere così suo fratello? Cosa si era perso? Quando lo aveva lasciato, stava bene. Queste domande ronzavano nella mente di Dean che, una volta arrivato vicino al volto di Sam, ebbe la sua risposta. Fece un passo indietro e agitò una mano davanti al suo naso, l'espressione stupita e un po' disgustata.
-Sammy...hai fatto il bagno in una distilleria?- gli chiese con una nota di rimprovero nella voce.
Sam abbassò il capo, lasciando che i capelli gli coprissero gli occhi.
Dean si avvicinò, sempre più in ansia per lo strano comportamento del fratello, e gli posò una mano sulla spalla, domandando:
-Che succede, Sammy? Stai bene?-
Quello che Dean capì, pochi istanti dopo, è che si ritrovò le braccia piene di un fratellino troppo cresciuto che gli aveva circondato il collo con il braccio sano e lo aveva stretto, aggrappandosi a lui.
I singhiozzi silenziosi di Sam e i tremiti che gli scuotevano il corpo incitarono Dean a ricambiare la stretta, avvolgendo le braccia attorno alla schiena del fratellino, quasi come volesse proteggerlo.
I due Winchester rimasero in un quella posizione per qualche minuto, il pianto di Sam che continuava nell'abbraccio del fratello.
Fu Dean che, facendogli scorrere una mano lungo la schiena in un gesto d'affetto, chiese al minore:
-Ehi, fratellino...adesso sto iniziando a preoccuparmi...mi vuoi dire che cosa c'è che non va?-
-...scu...scusami...- fece Sam in un sussurro, con il volo ancora nascosto nella spalla di Dean.
-Che cosa?-
-Scusami...- ripeté, di nuovo, Sam, a voce un po' più alta, tirando su con il naso.
Dean rimase stupito da quella parola e domandò:
-Per cosa, Sammy?-
Ma Sam ignorò completamente il fratello, cercando di seppellire di più il volto nell'incavo tra il collo e la spalla del maggiore.
Dean non lasciò decadere la domanda; sciolse l'abbraccio, allontanando Sam, ma tenendogli le mani sulle spalle, facendo attenzione a quella immobilizzata.
-Per cosa dovrei scusarti, Sammy?-
Sam incrociò i suoi occhi lacrimosi con quelli verdi, luminosi e vivi del fratellone e rispose:
-Per...per tutto...per...per aver rovinato la tua vita...-
-STRONZO!- gridò Dean con furia, spaventando Sam che indietreggiò di un paio di passi. Il minore dei Winchester fu raggiunto in una sola falcata dal maggiore che lo riprese per le spalle, iniziando a scuoterlo, gridando:
-Ma ti sei sentito? Hai sentito che cosa cazzo hai detto? Eh?!-
Continuò a scuotere il fratellino, finché non si accorse, a causa di un gemito di dolore di Sam, che gli stava maltrattando la spalla immobilizzata. Sussurrando un "figlio di puttana" tra i denti, Dean mollò la presa e iniziò ad aggirarsi per la stanza, portandosi le mani tra i capelli, riflettendo. Il corpo di Sam tremava, mentre veniva scosso da emozioni e da un pianto silenzioso, il capo, ancora una volta, rivolto verso il basso.
 
 
-Sammy...- chiamò Dean, di nuovo di fronte a lui -guardami...-
Sam ubbidì e alzò il capo: gli occhi di Dean incontrarono i suoi, il verde brillante, questa volta, velato da dolore e rimorso.
-Sono io che devo scusarmi, fratellino...ricordo benissimo quello che ho fatto e detto mentre ero demone...io...io sapevo dove colpirti, sapevo cosa dirti per ferirti! Ho visto la tua espressione disperata e distrutta e ne ho gioito...-
Si avvicinò a Sam e gli mise una mano sulla guancia, un tocco a cui Sam andò incontro, per trarne conforto. Dean sorrise, addolcito da quel gesto che richiamava l'infanzia e decretò, determinato:
-Fratellino...mai e poi mai ho pensato che tu mi abbia rovinato la vita! E mai ti ho incolpato della morte della mamma...quello che ti ho detto quasi cinque settima fa, che sono fiero di noi, è quello che penso veramente! Sammy!- esclamò, posando anche l'altra mano sull'altra guancia del fratello minore, per fare in modo che i loro sguardi rimanessero incatenati -Io sono fiero di noi! Sono fiero di te!-
Gli occhi di Sam sembrarono diventare più grandi grazie al gioco di luce che crearono le nuove lacrime che li riempirono. Il labbro inferiore del gigante tremò un attimo prima di sussurrare:
-Anche quando...anche quando ti ho detto che non ti avrei salvato?-
Dean ripensò alle parole che aveva sentito quella sera. Avevano fatto male...quello era indubbio...non se le aspettava. Ma si ricordò anche di come Sam si era impegnato nelle ricerche per togliergli il marchio di Caino dal braccio, di come aveva sempre cercato di stargli vicino comunque, di come Sam aveva ammesso di aver mentito quando lui stava morendo, di come si era fatto in quattro per farlo ritornare umano.
-Sì, Sammy...anche quando hai detto quelle parole, io non sono mai rimasto deluso da te...forse ferito, ma deluso? Mai! Non c'è mai stato un momento nella mia vita in cui  ho pensato che senza di te sarebbe stato meglio...nemmeno uno! Ringrazierò sempre mamma e papà per aver fatto nascere quella spina nel fianco del mio fratellino! Un gigantesco, secchione, testardo, coraggioso e sensibile fratellino!-
Altre lacrime fuggirono dagli occhi di Sam che sorrise, commosso alle parole del fratello che lo strinse di nuovo in un abbraccio caldo e protettivo.
-Mi dispiace tanto per quello che ti ho detto mentre ero un demone, Sammy! Davvero tanto...- aggiunse Dean rafforzando la stretta.
-Dispiace anche a me, Dean...per averti detto quelle parole mesi fa...-
-Lo so...Lo so!- rispose il maggiore, sentendo un peso sollevarsi dal centro del suo petto.
 

I due rimasero abbracciati per qualche altro minuto, ricercando il conforto e quella vicinanza che mancava da fin troppo tempo, poi Dean iniziò a muoversi, dicendo:
-Credo che, con questa conversazione, abbiamo usato tutti i pass annuali per i nostri momenti da femminuccia!-
-Eheheheheh...- fu la risata di Sam che si staccò dal fratello, stropicciandosi gli occhi e inciampando sui suoi piedi.
Dean si affrettò ad afferrarlo e a farlo sedere sul letto, constatando:
-E per te basta whisky per un po! Hai la sbronza troppo triste e incline ai momenti strappalacrime!-
Sam sembrò non ascoltare il fratello, gettandosi sul letto a pancia in giù, ignorando il braccio immobilizzato.
-Ehi, ehi, ehi! Che combini?! Mi rubi il letto?!- chiese Dean, un po' divertito dal fatto che il gigante che si ritrovava davanti si stava comportando come un bambino.
-Ho sonno! E ho anche rotto un bicchiere...Eheheheheh...- fu la risposta di Sam che rideva senza un motivo, mentre faceva scivolare il braccio sano sotto il cuscino.
-Idiota...- sussurrò il maggiore dei due, sospirando, con un sorriso o sul volto. Si fece avanti e posò una mano sulla schiena del fratellino, facendo dei movimenti circolari, dicendo:
-Se proprio vuoi dormire, almeno mettiti meglio, non posare il peso sul braccio immobilizzato...-
Sam, nel sonno in cui stava cadendo, si girò sul fianco sinistro. Dean recuperò un altro cuscino e si gettò dall'altra parte del letto, dopo aver chiuso la luce. Non condividevano il letto da quelli che sembravano secoli, così come non si sentivano così vicini da mesi. Magari stavano un po' stretti, ma andava bene così.
-Buonanotte, Dean...- bisbigliò Sam, la serenità nella voce.
Dean sorrise e rispose:
-Buonanotte, Sammy!-
 
 
Fine
 


Note dell'autrice: (di nuovo...) ed ecco qui anche questa ff! XD Spero che qualcuno sia riuscito ad arrivare alla fine e abbia apprezzato! XD Ho cercato di ricreare la confusione della mente di Sam e l'accavallarsi dei ricordi nel modo più ordinato possibile! XD spero che sia piaciuto e che abbia scatenato qualche emozione nei lettori! XD come sempre ringrazio chi mi ha letto, recensito, seguito, preferito ecc ecc! E ringrazio anticipatamente chi leggererà, chi mi lascerà  un commento, seguirà, apprezzerà la ff ecc ecc! XD Grazie mille a tutti e alla prossima! Ciao ciao XD 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
  
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