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Autore: Ambros    28/01/2015    3 recensioni
SPOILER sulla 6x05!
Dal testo:
- Kurt non è davvero sorpreso quando vede Blaine avvicinarsi all'entrata del McKinley dalla parte opposta del parcheggio.
Ha sempre la sensazione che l'universo faccia di tutto per non farci dimenticare ciò che si è perso - ciò che ci siamo permessi di perdere.
Quindi prende una minuscola boccata d'aria, come se si stesse preparando a trattenere il respiro - come se avesse bisogno di una piccola dose di Blaine per sopravvivere fino al momento in cui lo rivedrà -, e gli rivolge un cenno con la mano e un piccolo sorriso.
E Blaine è tutto luce e labbra che si tendono, e il sorriso di Kurt si spegne lentamente e si tinge di rimorso, pensa che non lo dimenticherebbe mai.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Mi raccomando, se non aveste letto, questa storia contiene spoiler per la famosa scena Klaine della 6x05.
In poche parole, ho solo buttato giù una OS su come immaginavo la scena - molte cose non coincidono con gli spoiler usciti perché ho cominciato a scriverla prima che uscissero ^^
Il titolo e la canzone sono It must have been love, di cui trovate qua l'originale e qua la versione di Glee.
Uhm.
Buona lettura, spero vi piaccia!


 
Grazie a Fra, perché "TI TRANCIO LE MANI IN SEI PARTI, TI SBUDELLO, TI INCASTRO DUE CECI NEGLI OCCHI"

 

I'm sheltered by your heart


 

Lay a whisper on my pillow,
leave the winter on the ground.

 

Kurt non è davvero sorpreso quando vede Blaine avvicinarsi all'entrata del McKinley dalla parte opposta del parcheggio.
Ha sempre la sensazione che l'universo faccia di tutto per non farci dimenticare ciò che si è perso - ciò che ci siamo permessi di perdere.
Quindi prende una minuscola boccata d'aria, come se si stesse preparando a trattenere il respiro - come se avesse bisogno di una piccola dose di Blaine per sopravvivere fino al momento in cui lo rivedrà -, e gli rivolge un cenno con la mano e un piccolo sorriso.
E Blaine è tutto luce e labbra che si tendono, e il sorriso di Kurt si spegne lentamente e si tinge di rimorso, pensa che non lo dimenticherebbe mai. 
Sei il primo che abbia mai amato. 
"Ehi", gli dice, tenendo aperta la porta con una mano, e quasi si sente sollevato al pensiero di non doverlo abbracciare - di non doversi trattenere dal rinchiuderlo tra le proprie braccia e non lasciarlo andare mai più.
"Ehi", gli risponde Blaine senza fiato, le guance tinte di rosso per il freddo e le chiavi della macchina ancora in mano, e per un attimo si ferma di fronte a lui e gli ricorda di quel momento in cui, per entrambi, fare un passo in avanti senza l'altro aveva il retrogusto amaro di un salto nel vuoto.
Ma poi è come se il corpo di Blaine si ricordasse di cosa è cambiato, si riscuote e supera velocemente la porta, e Kurt lo segue con un mezzo sospiro.



*

 

I wake up lonely,
There's air of silence in the bedroom
And all around.

 

"Scale fuori uso, per l'auditorium usare l'ascensore", legge Blaine con aria vagamente scettica, voltandosi verso la direzione indicata dalla freccia blu disegnata sul foglio; "Questa cosa non ha senso", commenta dopo qualche secondo.
"E' il McKinley", Kurt scrolla le spalle con indifferenza, avviandosi lungo il corridoio, "Non deve avere senso."
Preme il pulsante dell'ascensore di cui aveva sempre trascurato l'esistenza, e le porte si aprono immediatamente con un cigolio.
L'interno è curiosamente spazioso, un tappeto verde miracolosamente immacolato che copre buona parte del pavimento e uno sgabello imbottito - al McKinley nessuno si fa più domande da un pezzo - di un colore rosso brillante.
Blaine lo segue con passo più esitante, torcendosi le dita nel sistemarsi in piedi di fronte a lui, e non può fare a meno di lanciargli un'occhiata veloce mentre le porte di fronte a loro si richiudono, come ad assicurarsi che sia ancora esattamente come lo ricorda - le ciglia chiare, il naso dritto, le labbra di cui ha tracciato i contorni infinite volte.
E poi deve distogliere lo sguardo, perché non sa se riuscirebbe ancora a farsi del male, e preme il pulsante per l'auditorium.



*



Dopo circa due minuti di immobilità, Kurt e Blaine si guardano attorno con aria nervosa: le porte di fronte a loro sono chiuse e l'ascensore non si è mosso.
Blaine preme di nuovo il pulsante, le labbra strette in una linea sottile, ma non succede niente.
Kurt fa scivolare le proprie dita fredde sulle sue e preme assieme a lui, troppo distratto per rendersi conto del fatto che non dovrebbe toccarlo, perché è come sfiorare del filo spinato.
"Che diavolo significa?", chiede ad alta voce, le spalle rigide per la tensione.
"Non lo so", la voce di Blaine è appena venata di panico, ed è quello più di ogni altra cosa che costringe Kurt a tornare in sé; le luci lampeggiano per qualche secondo, e ne rimangono accese solo tre, lasciandoli nella semi-oscurità.
"Cosa-Cosa sta succedendo?", gli occhi di Blaine sono scuri e spalancati, e Kurt deve reprimere il bisogno fisico di passargli un braccio dietro le spalle e tenerlo al sicuro contro il proprio petto. Deglutisce e si impone di mantenere il controllo, si guarda attorno e pensa, prova ad aprire le porte, ma riese a creare solo uno spiraglio minuscolo - e vede che non si sono mossi di un millimetro, c'è il corridoio esattamente di fronte a loro, ma le porte sono sbarrate e non c'è modo di uscire e -- "Non credo che questo sia un ascensore vero", sussurra, quasi senza rendersene conto.



*



"E' solo -- E' completamente folle, che significa che non è un vero ascensore --"
"Blaine!", Kurt gli poggia le mani sulla vita e curva lievemente le dita, ed è solo memoria - la forma esatta del corpo di Blaine, è come andare in bicicletta, sono i suoi muscoli che ricordano per lui. Si impone di non pensarci troppo e lo guarda negli occhi, "Non - Non lo so, okay? Ma prima qui c'era uno sgabuzzino, e non credo che sia diventato un ascensore --", lo scuote appena, "Respira."
E Blaine lo fa, lentamente, le sopracciglia aggrottate che si distendono, il suo petto che ricomincia a sollevarsi regolarmente; Kurt allontana le mani da lui, velocemente, come se fossero state attraversate da una scarica elettrica.
"Okay", Kurt deglutisce e si guarda attorno, "Dobbiamo trovare il modo di uscire."
Blaine annuisce lentamente e preme ripetutamente il pulsante per cercare di far ripartire quello che, evidentemente, non è un ascensore, prima di arrendersi e cominciare a esaminare le pareti per cercare una via d'uscita.

 

*

 

"Okay, coraggio, ora spingo verso l'alto --"
"Sei sicuro che non ti sto facendo male --?"
"Blaine, no, tranquillo, non sei così pesante, coraggio --", Kurt piega un po' le ginocchia e sì, forse la sua schiena sta cominciando a protestare, ma devono trovare il modo di uscire di lì.
Blaine gli poggia una mano sulla spalla per tenersi in equilibrio, gli lancia un'occhiata apprensiva, "Sei sicuro --?"
"Blaine", Kurt alza gli occhi al cielo e non vuole sentirsi bene al pensiero che Blaine si preoccupi per lui - è ovvio che lo faccia in quelle circostanze -, "Al mio tre. Uno, due --", spinge verso l'alto con le braccia, i muscoli delle spalle che si tendono dolorosamente, il peso di Blaine che spinge verso l'alto per darsi la spinta che rischia di far scivolare le sue mani, e poi può solo assistere all'ennesimo fallimento del loro piano.
Blaine riatterra con espressione affranta, la botola sul soffitto sempre più irraggiungibile.
Hanno cercato un altro modo di uscire dal finto ascensore per almeno mezz'ora, hanno provato ad urlare sperando che ci fosse qualcuno nel corridoio, ma probabilmente sono tutti in auditorium per le provinciali; il condotto dell'aria era sembrata loro l'alternativa più fattibile, ma Kurt è troppo alto perché Blaine riesca a spingerlo verso l'alto senza farlo cadere, e Blaine non ci arriva.
Non che avessero idea di cosa avrebbero fatto se ci fossero riusciti, ma riuscirci sembrava un buon punto di partenza.
Blaine si lascia scivolare lungo la parete, i capelli che cominciano a liberarsi dalla prigione di gel dopo lo sforzo; "Non usciremo mai più", esala con un filo di voce, nascondendo il volto dietro le mani.
E Kurt -- Kurt lo ama.
Lo ama e basta.
Così si inginocchia lentamente di fronte a lui - se lo facesse più velocemente non riuscirebbe a controllarsi -, "Pensavo di essere io la regina del dramma", gli dice con tono leggero, le labbra tese in un sorriso rassicurante.
Le dita di Blaine cominciano a separarsi lentamente, lasciando intravedere spiragli del suo viso, un occhio dorato pieno di tante emozioni che sono solo Blaine, "Mi sto comportando come uno stupido.", gli dice con voce piccola, come se venisse da quella parte delicata che nasconde da qualche parte tra il leader della Dalton e il ragazzo del McKinley.
Kurt si sbilancia appena all'indietro per sedersi a gambe incrociate, inclina il capo su una spalla come se volesse avvolgerlo con un'occhiata, "Non sei mai stato un grande fan degli spazi chiusi." Dave non lo sa, vero?, ed è un pensiero a tradimento, non dovrebbe pensarci, non sta più a lui.
Non c'è un KurteBlaine.
Non c'è un loro.
"Immagino di no.", ribatte Blaine, passandosi una mano sul viso.
"Vedrai che ci tireranno fuori", continua Kurt, controllando distrattamente il cellulare per vedere se per caso avesse acquisito campo - no -, "Gli Warblers non potrebbero competere senza di te."
Blaine sbuffa una piccola risata, "Eccome se potrebbero."
Kurt inclina il capo su una spalla con espressione interrogativa, ma Blaine scrolla solo le spalle con un movimento volutamente noncurante della mano, "Ignorami."
E Kurt pensa oh Blaine. Non lo farei neanche se potessi.

 

*

 
Touch me now, I close my eyes and dream away.
It must have been love but it's over now,
It must have been good but I lost it somehow.

 
"Come -- Com'è andato poi --", Blaine si interrompe e prende un piccolo respiro, solo un sorso d'aria, "L'appuntamento con il tizio conosciuto su internet?", gli chiede d'un fiato, senza avere esattamente il coraggio di guardarlo negli occhi - e Kurt quasi gliene è grato, perché si sente arrossire e abbassa lo sguardo a propria volta mentre risponde: "Non era esattamente quello che stavo cercando, sai?", e non gli dice quello che è ovvio, non gli dice è che cerco sempre te, e non so se è perché alla fine  è te che dovrei trovare, "I rischi di internet, suppongo."
"Mi -- Mi dispiace", gli dice Blaine, sollevando lentamente lo sguardo, e non entrambi sanno davvero quanto a fondo quella sia una bugia, ma chi ne sia meno consapevole - quello è difficile da stabilire.
Kurt scrolla una spalla, un po' da che ci vuoi fare, e il silenzio li divora lentamente.
"Molto bene, vedo che siete ancora due incapaci."
Kurt e Blaine sobbalzano contemporaneamente, voltando istintivamente la testa verso l'alto - non sanno come hanno fatto a notare una piccola cassa malconcia che ora sta gracchiando qualcosa di tremendamente simile alla voce di Sue Sylvester.
"Ma cosa --"
"Sta' zitto, Porcellana. Devo fare sempre tutto io. Come al solito. Dato che i vostri cervelli non ci sono arrivati, evidentemente troppo impegnati a trovare il modo di non fare la cosa giusta, ve lo spiego in termini popolari. Non siete in un ascensore. Siete in uno sgabuzzino in cui probabilmente banchettano virus di malattie debellate secoli fa, e ci rimarrete, cari Klaine, finché non vi bacerete. Molto semplice."
Kurt e Blaine spalancano contemporaneamente gli occhi, e improvvisamente non sanno neanche dove guardare.
"Lei è pazza", boccheggia Blaine, "Non può fare una cosa del genere, è sequestro di persona--!"
"Frodo, finché dalla tua bocca non usciranno le parole 'lo voglio, diventerò Blaine Anderson-Hummel', non voglio sentire neanche l'idea della tua voce."
"Questa cosa è andata troppo lontano", interviene Kurt con tono tagliente, "Ci faccia uscire da qui --"
"Niente da fare. Ho detto la mia ultima parola. Buon divertimento."
Cala il silenzio.
E Kurt e Blaine si guardano negli occhi.



 
*



"Non può farlo, non --"
"E' Sue", sospira Blaine slacciandosi il papillon per aprire i primi bottoni della camicia - in quello sgabuzzino comincia a fare davvero caldo.
"Lo so", Kurt lascia andare un sospiro di frustrazione e si scrolla dalle spalle la giacca - non pensa alle mani di Blaine, non ci pensa.
"Tra poco si stancherà, okay?", e Kurt non sa quand'è che Blaine è diventato quello ragionevole in quella situazione, ma lo ascolta e assorbe le sue parole con tutto quello che ha, "Smetterà di giocare e ci farà uscire."
Entrambi si sforzano di ignorare il io non ci giurerei gracchiato dall'altoparlante.


 

*



 
"Scegli una categoria, tieni il cellulare contro la fronte in modo che lo schermo sia rivolto verso di me -- esatto, così -- e io cerco di darti degli indizi per indovinare delle parole relative a quella categoria. E se indovini -- esatto, lo inclini in avanti e passiamo alla parola successiva."
"Uhm", Kurt tiene il cellulare contro la fronte, "Okay, non sembra difficile. Che categoria scegliamo?"
Blaine sfiora lo schermo dell'iPhone, "Uhm -- Cibo?"
Kurt annuisce, un sorriso che gioca con l'angolo delle sue labbra, "Anch'io sto morendo di fame."
Blaine ridacchia inclinando la testa in avanti - come fa tutte le volte che è imbarazzato -, "Okay. Pronto?"
Kurt annuisce, e Blaine preme delicatamente lo schermo del cellulare.
"Okay, uhm -- Oh, Rachel non le poteva mangiare nella sua fase vegana!"
Kurt ci pensa per qualche secondo, un sopracciglio inarcato, "... Uova?"
Blaine annuisce con un sorriso entusiasta - e Kurt lo ama così incodizionatamente.
Si ricorda appena in tempo di inclinare il cellulare in avanti, gli occhi di Blaine che si stringono per la concentrazione, e Kurt li vede farsi improvvisamente più luminosi, come se si fossero addolciti, "Li preparavo a volte la mattina -- a New York."
"Pancake", risponde immediatamente Kurt, la voce soffice, inclinando subito il cellulare - Blaine non cucinava quasi mai, sa che Kurt lo fa per rilassarsi, così ogni tanto gli riservava quella piccola sorpresa.
Tiamotiamotiamo.
Gli occhi di Blaine gli sfiorano appena il viso, prima di spostarsi di nuovo sul dispositivo sulla sua fronte, "Oh, uhm -- un piatto italiano -- è un tipo di pasta --"
"Spaghetti?"
Blaine scuote la testa mordicchiandosi delicatamente il labbro inferiore, "Con il burro --"
Kurt arriccia il naso, le sopracciglia corrugate.
"Credo --", Blaine si morde il labbro e chiude gli occhi, abbassa impercettibilmente le voce, "Una volta, scherzando, abbiamo detto -- che avremmo chiamato --", ha l'espressione di qualcuno che sa di stare per farsi del male e lo fa comunque, "Nostro figlio", e quel nostro  sa di una pugnalata al petto, "Così. Se fossimo diventati famosi, perché ci sembrava un nome importante."
E Kurt sente morire giusto un altro brandello di sé, "Fettuccine all'Alfredo.", e inclina il cellulare in avanti con gli occhi bassi.
Blaine si schiarisce la voce, "Sono, ehm -- dolci? Tondi, hanno una crema in mezzo -- Si mangiano a colazione --"
"Biscotti ...?"
Blaine inclina il capo su una spalla, "Diciamo di sì, sarebbero i baci di dama -- prima di conoscere Dave non sapevo neanche cosa fossero", aggiunge, quasi sovrappensiero, "Ne va matto."
Kurt si dimentica di inclinare il cellulare in avanti - si dimentica anche di avere delle mani o un corpo al di fuori di quello che sta bruciando, da qualche parte nel suo petto - e lo sente vibrare come se fosse distante anni luce da lui.
"Tempo scaduto", dice Blaine, più piano, come se si fosse reso conto.
Kurt gli rende il cellulare senza aggiungere una parola.
"Nel caso ve lo steste chiedendo", interviene Sue con tono quasi disgustato, "State sbagliando tutto."
Sì, forse Kurt le dà ragione.



 
*


 

Alla fine Kurt si addormenta.
Con la testa poggiata contro la parete dell'ascensore e la camicia sbottonata che lascia intravedere la pelle candida tesa sulle sue clavicole, e Blaine sospira appena quando lo nota.
Prende silenziosamente il cardigan che ha poggiato sul sostegno di metallo e glielo sistema alla bell'e meglio dietro il collo, cercando di non svegliarlo.
Le labbra di Kurt si separano delicatamente in un sospiro silenzioso.
E Blaine lo guarda.
Come l'aveva guardato dopo la prima volta che Kurt si era addormentato di fronte a lui, quando ancora erano alla Dalton e i compiti erano troppi e le prove degli Warblers sembravano divorare tutte le loro energie.
Come l'aveva guardato dormire dopo la prima volta che avevano fatto l'amore.
Come per assicurarsi che non scomparirà nel momento in cui anche lui dovesse chiudere gli occhi.
Come se fosse ancora troppo bello per essere vero.
Solleva una mano con le dita che quasi tremano, gli scosta un ciuffo di capelli che gli è ricaduto sulla fronte, e mormora: "Sono ancora innamorato di te, lo sai?", come se fosse un segreto fra due anime - come se fosse una cosa che non vuole confessare nemmeno a se stesso.


 

*


 
Make-believing we're together that I'm sheltered by your heart,
But in and outside I've turned to water like a teardrop in your palm,
And it's a hard winters day, I dream away.

 
Kurt si sveglia di soprassalto, e gli ci vuole qualche secondo a mettere nuovamente a fuoco dove si trova - lo sgabuzzino.
Registra la voce di Sue prima di capire da dove provenga, prima ancora di capire perché Blaine sia di fronte a lui, di spalle.
"Il tempo passa, il tempo passa --"
"Ma cosa --?"
Blaine si gira velocemente verso di lui, e Kurt fa appena in tempo ad intravedere uno schermo illuminato; "Non guardare", gli dice, evidentemente seccato, "E' solo -- Sue che si comporta da Sue."
Kurt inarca le sopracciglia, sforzandosi di scrollarsi di dosso le ultrime tracce di sonno, e si sporge oltre Blaine; sullo schermo intravede Sue su un triciclo decisamente troppo piccolo per lei, rosso fiammante. 
Arriccia il naso in un'espressione infastidita quando mette a fuoco la maschera che Sue sta indossando: di quel tizio del film horror che aveva visto alla Dalton con il resto degli Warblers e che gli aveva impedito di dormire per almeno una settimana.
"Il tempo passa, il tempo passa --"
Kurt distoglie lo sguardo con uno sbuffo - non è che gli faccia ancora paura il film, è più che lo infastidisce, ecco.
"Sapevo che ti avrebbe dato fastidio, speravo che avrebbe smesso prima che ti svegliassi --", gli dice Blaine velocemente, storcendo le labbra con aria apprensiva.
"Blaine", Kurt lascia andare una breve risata, e forse la usa per mascherare il tremito nella propria voce quando pronuncia il suo nome, "Non ho più sedici anni. Non mi fa paura. E' solo -- siamo in questo maledetto sgabuzzino, i nostri cellulari si stanno scaricando, mi fa male la schiena, e Sue --", indica lo schermo con un gesto vago della mano.
"Lo so", Blaine gioca con le proprie dita, "Vorrei poter fare qualcosa."
Blaine.
Kurt gli rivolge un sorriso soffice, "Non importa."



*



 
E' che Kurt lo vorrebbe baciare.
E' che Kurt lo vorrebbe baciare così tanto che gli bruciano le labbra.



*


 
It must have been love but it's over now,
it's where the water flows, it's where the wind blows.

 
Blaine ha la testa abbandonata contro la parete, gli occhi socchiusi.
"E' così terribile l'idea di baciarmi?", e Kurt non sa neanche dove abbia trovato la voce per porre quella domanda, così lascia andare una risata nervosa e senza senso, "Non pensavo di essere così male."
E gli occhi di Blaine sono improvvisamente spalancati, e sono improvvisamente troppo dorati perché Kurt li possa guardare.
"E' solo che -- Siamo chiusi qui dentro da ore, e -- Lo so che c'è Dave --", c'è Dave e non ci sono io, e se non ci sono per te non so neanche dove dovrei essere, "Ma -- se fosse l'unico modo -- Sei sembrato così contrario e -- Non pensavo di essere così male, ecco."
Blaine non risponde.
Si limita a guardarlo per qualche secondo, in silenzio.
Alla fine gli si avvicina lentamente 

- Blaine lo sa cosa sta facendo. Blaine conosce Kurt e Kurt conosce Blaine, perché non sono neanche lontanamente completi l'uno senza l'altro, e allora Blaine sa, sa che Kurt sa stare da solo meglio di chiunque altro e sa quanto gli costi chiedere che qualcuno gli stia vicino, ed è il suo più grande difetto e il suo migliore pregio, e Blaine lo ama così tanto che pensa gli potrebbe esplodere il petto -

ed è ancora in ginocchio, e lo guarda così da vicino che respira la sua stessa aria.
"E' per uscire di qui."
Non gli vuole fare del male, non vuole, ma non vuole più fare del male nemmeno a se stesso, quindi lo deve dire.
Kurt annuisce appena, e i suoi occhi sono così profondi che Blaine ci vuole affondare per sempre, anche se vorrebbe dire non ritrovarsi mai più.
E poi ci sono le labbra di Kurt, e Blaine - Blaine le conosce, ma ogni volta che lo bacia deve prendere un respiro profondo, perché quello è Kurt e sono le sue labbra e tutto di lui, ed è così bello ed eterno che gli fa male in un punto indefinito dietro i polmoni, perché tra l'eternità e il mai c'è un universo di niente, e loro ci sono finiti da soli, e hanno paura, ed è tutto in quello sfiorarsi di labbra.
E' paura, ma è così Kurt che Blaine vuole avere coraggio.
E gli passa una mano dietro la nuca per trattenerlo, e non sa se sia perché lo vuole riportare verso l'eternità o perché vuole affondare nel vuoto assieme a lui.
Le labbra di Kurt si separano e Blaine sente le sue mani scorrere sulla propria schiena, e vorrebbe non stare così bene, vorrebbe non dare in quel bacio tutto ciò che ha, vorrebbe che non fosse Kurt, vorrebbe smettere di tornare da lui.
Ma forse smetterebbe di essere Blaine.
Allora lo stringe un po' di più e gli dà anche quello che non ha, e sa di Kurt e di eternità macchiata di nero.


 

*


 
Da qualche parte tra le labbra di Blaine e quella strana sensazione di felicità che ha un retrogusto amaro, Kurt sente la voce di Sue, "Complimenti, Klaine."


 
*


 
Le porte si aprono con un tramestio che Blaine sente appena, è tutto soffocato da Kurt e dalle sue labbra, perché è reale ed è , e a volte Blaine non sa neanche come convincersi del fatto che l'abbia trovato.



*



 
E poi sono sguardi bassi.
Perché certe cose vanno conservate con cura, lontane dal resto del mondo.


Ma forse, per guardarsi negli occhi un'altra volta -





 

*






Note:
Eeed eccoci qua!
Dunque, spero tanto che vi sia piaciuta :)
Fatemi sapere ^^
Fate un salto sulla mia pagina Facebook (ultimamente ho anche cominciato a tenere una rubrica di spoiler, tanto perché già ho poco da fare), qui trovate la mia storia che partecipa al Glee Big Bang Italia (tenete gli occhi aperti per gli autori che vi ho indicato!).
Bacioni a tutti e buona giornata! :)

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 



 
  
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