“Andiamo. Ti porto all'ospedale.” Il Dottore si torse le mani ansiosamente, camminando su e giù per il bagno. Lei tossì, lanciandogli un'occhiataccia prima di appoggiarsi alla fredda parete della stanza.

“È normale che abbia la nausea.” disse ad occhi chiusi, massaggiandosi le tempie.

“Tu non hai la nausea, tu hai vomitato, è diverso. Ti devo portare all'ospedale.” si fermò di fronte a lei, accucciandosi alla sua stessa altezza per guardarla negli occhi.

“Dottore, sono incinta, mi preoccuperei di più se non avessi niente.” disse con un sospiro, era la nona volta che glielo ripeteva.

“Sì, ma sei al secondo trimestre, non al primo.”

“Quella donna ha detto che poteva persistere per tutti i nove mesi.” rispose schiarendosi la voce.

“Ma era umana.”

“E io ti sembro un sontaran per caso?” chiese con le sopracciglia alzate.

“Sei più bella di una patata.”

“E sono umana.”

“Non del tutto.”

“Si ma mi riproduco come un'umana, quindi...”

“Ma il bambino è un signore del tempo. Allora, vieni? O ti devo portare di peso?”

Lei fece un sorriso scintillante. “Sei sicuro di riuscire a sollevarmi?” Lui si sedette sul pavimento con un leggero sbuffo.

“Probabilmente no.”

“Infatti. - disse con un sorriso alzandosi e dirigendosi verso l'uscita. – Allora, cosa facciamo?”

“Io pensavo di andare sul divano...” rispose seguendola.

“A fare cosa?” Oh, il suo sguardo malizioso, amava il suo sguardo malizioso.

“Sei una peste.”

“Era una domanda lecita.”

“Non lo sono tutte? Comunque, andiamo sul divano, ci mettiamo comodi e chiediamo a Rory di farci una cioccolata calda.”

“Stai schiavizzando mio padre!”

“No, glielo chiedi tu.”

“E mentre lui fa la cioccolata? Noi cosa facciamo?”

“Le coccole.”

“Mi piace come suona.”

“Lo sospettavo.”