Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: thyandra    29/01/2015    2 recensioni
[Spoiler per chi non segue il manga]
Tre spaccati d'introspezione su tre voci fuori dal coro, Reiner, Bertholdt e Annie.
Come dare voce a chi non può parlare, come essere sordi al suono del dolore, come non vedere che il sangue sulle proprie mani non è il proprio?
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annie Leonhardt, Berthold Huber, Reiner Braun
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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#Non vedo {Reiner}
 
Il sole tramonta dietro le vostre schiene fasciate dalle ali della libertà, e il tuo sguardo cade sulla sua ombra longilinea; spalle larghe d'una figura che reputi colossale, ma che trema, adesso, scossa dall'incognita della dicotomia tra dovere e libero arbitrio.
Le mani ancora tremano sull'elsa delle spade per l'ultima battaglia combattuta, quella contro te stesso.
Ti volti ad incontrare i suoi occhi inquieti e non vedi che la tua, d'ombra, si sta spezzando in due sotto il sole calante che cede all'oscurità, sulle macerie della vittoria di Trost.
Avete combattuto come buoni soldati, gli dici, non serve avere paura, e la mano non trema, quando gli stringi una spalla.
 
[110 parole]
 
#Non parlo {Annie}
 
Valuti la tua individualità più di un ideale comune, e non parli, perché sai d'essere l'unica voce fuori dal coro.
Guardi Armin negli occhi perché ti chiedi se lui riuscirebbe a leggere la debolezza nei tuoi. Non tutti possono essere animati da un senso morale così spiccato, a te basta poterti considerare una brava persona, anche se sai bene d'essere solo una codarda, in fondo in fondo.
Le bugie suonano vuote persino a te stessa, e non parli, non sveli il suo bluff come non sveli il tuo, commesso a fronte d'una coscienza che hai messo a tacere troppo tempo fa, per salvare te stessa.
Lui ti ricambia la cortesia.

[110 parole]
 
#Non sento {Bertholdt}
 
Ti porti le gambe al petto, imponendoti di sostenere lo sguardo di quegl'occhi verdi; la tua paura senza nome e senza volto acquista adesso un'identità, quella di Eren Jaeger.
Era più facile ignorare il sangue che vi macchiava le mani, quello che Reiner dimentica così convenientemente, quando le urla che v'inchiodavano le spalle di ragazzini erano ancora silenti.
Ma non tremi, sedendo accanto a chi è stato distrutto da quella maschera d'impersonalità che siete costretti a indossare, e snoccioli la vostra storia, senza cercare vuote empatie.
Un guerriero non è senza cuore, impara solo a mettere le sue battaglie un gradino sopra, rifletti, schermando il tuo dietro le tue ginocchia.
 
[110 parole]
 














 

L'angolino di thyandra: Innanzitutto grazie per aver letto. E' la prima volta che provo a scrivere di questi tre e non sono affatto sicura di aver azzeccato i colossi che sono le loro caratterizzazioni, quindi vi prego di essere spietati e di farmi sapere in tutta sincerità cosa avete pensato di questo mio esperimento, se ci siete.

Chiedo scusa in anticipo se la contestualizzazione delle scene che avete appena letto risulta poco chiara, ma con le drabble si ha poco spazio di manovra(?) e io volevo mettermi alla prova, senza contare il fatto che, beh, le allusioni fanno parte del mio modo di scrivere. Ad ogni modo, la prima è ambientata in un ipotetico missing moment dopo la battaglia di Trost, ovvero quando -a mio parere- la personalità di Reiner s'è incrinata nel bipolarismo; la seconda durante il piano di cattura di Annie a Stohess; l'ultima nei capitoli iniziali, quando Eren va a parlare a Reiner e Bertholdt perché non riesce ad usare bene la 3DMG.

Beh, penso sia tutto. 
Jaa ne,

thyandra 

  
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