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Autore: katyjolinar    30/01/2015    0 recensioni
Valka si svegliò di colpo.
Di nuovo quell'incubo. Un incubo che la tormentava da anni, ma che si era fatto più opprimente negli ultimi tempi.
Si girò dall'altro lato, sfiorando con la mano il cuscino accanto a lei; quel cuscino che apparteneva a Stoick, l'amato marito che aveva perso ormai cinque anni prima.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le feste per il matrimonio durarono una settimana intera, e si prolungarono ancora quando Valka comunicò il suo ritiro e il passaggio della carica ad Astrid, cosa eccezionale, perché una donna non aveva mai ereditato tale carica, se non alla morte del marito e fino al momento in cui il legittimo erede non fosse stato pronto. Ma nonostante ciò, la notizia venne accolta nel migliore dei modi dal popolo: Astrid era molto ben voluta da tutti, e suo marito era altrettanto ben voluto, e fu subito accettato anche lui come capo della neocostituita Cavalleria di Berk, grazie alle sue conoscenze sui draghi.
Dopo tali avvenimenti la vita riprese, tra nuovi e vecchi impegni, in attesa della prossima festa, che non avrebbe tardato ad arrivare, poiché avrebbe coinciso con la nascita dell'erede del nuovo capo.
Astrid, nonostante la gravidanza, cercava di fare al meglio il suo lavoro, anche se comunque non era semplice, poiché man mano che il termine si avvicinava lei si stancava più in fretta, ma Valka, Hiccup e i suoi amici facevano in modo che non succedesse, suddividendosi i compiti per alleggerirle il lavoro.
Per questo, Hiccup, quella mattina, era volato dall'altra parte dell'isola. Avevano ricevuto una richiesta di aiuto dal Silenzioso Sven, a cui erano scappate le pecore dal recinto a causa di un Incubo Orrendo sfuggito al controllo del suo conduttore, e il ragazzo era subito corso in suo aiuto, rimettendo tutto a posto anche grazie a Sdentato, che non lo mollava mai.
Finito il lavoro erano di nuovo tornati in città. Il giovane voleva far veloce, per correre nuovamente dalla moglie, dato che era ormai molto vicina al parto e voleva essere presente quando questo fosse avvenuto.
Sorvolarono il borgo, e Hiccup notò, immediatamente, qualcosa di strano: invece di essere impegnati nei loro lavori, i suoi compaesani erano raccolti nella piazza centrale, di fronte a casa sua; questo fece subito allarmare il ragazzo, che fece virare il suo drago e atterrò in mezzo alla folla.
Aveva appena messo il piede sul suolo, quando, dall'interno della sua capanna, un urlo squarciò l'aria; il castano riconobbe subito la voce e corse verso la porta.
"Astrid!" esclamò, allarmato, facendosi strada tra la folla, ma prima che potesse raggiungere l'entrata, Moccicoso lo bloccò, parandosi di fronte a lui e portando le mani avanti. Hiccup gli lanciò un'occhiataccia e fece per superarlo "Levati, Moccicoso! Mia moglie sta male, devo andare da lei!"
Il moro, però, gli afferrò il braccio, guardandolo serio negli occhi.
"Hiccup, non puoi entrare." disse "Il padre deve aspettare fuori, durante il parto."
"Il pa... parto?" balbettò il ragazzo, incredulo "Vuol... vuol dire che il bambino sta per nascere?"
"Proprio così, amico." rispose Ereth, affiancando i due "Tra un po' tua madre uscirà da quella porta e poserà il bambino ai tuoi piedi. Se lo accetterai come tuo figlio non dovrai fare altro che prenderlo in braccio."
"Come sarebbe a dire 'se lo accetterai'?" ringhiò Hiccup "È ovvio che lo accetterò!"
"Beh, è la tradizione." spiegò l'altro "Prima che la madre lo veda, il neonato deve essere presentato al padre, sta a lui decidere se tenerlo o meno. Te l'ho detto solo per prepararti a ciò che sta per succedere."
Il castano annuì, mentre dall'interno della casa risuonò un altro urlo di Astrid, e poi di nuovo silenzio.
Il ragazzo era nervoso. Avrebbe voluto essere lì dentro, con la sua compagna, ma non gli era possibile, e quel l'attesa, che durò parecchio, lo stava distruggendo, tanto più che sentire quegli urli, evidentemente di dolore, della partoriente, non gli faceva affatto bene.
Dopo un'ora di attesa, scanditi dai lamenti della giovane donna che, man mano che passava il tempo, si facevano sempre più vicini, sentirono Astrid lamentarsi nuovamente, ma questa volta era diverso, era più lungo, più affaticato, e Hiccup sudò freddo a sentirlo.
Di nuovo si fece silenzio, ma durò poco: le dolci note del primo pianto di un neonato riempirono l'aria, e tutti si rilassarono, finalmente.
Hiccup sorrise, mentre Moccicoso ed Ereth si congratulavano con lui, dandogli delle pacche sulle spalle e, mentre un mormorio sereno si spargeva nella folla, la porta si aprì.
Valka uscì, tenendo un fagottino tra le mani, e contemporaneamente la gente intorno al giovane padre si allontanò, creando un grande spazio per permettergli di vedere la creatura. Il castano fece un passo avanti, ma la madre lo fermò con un gesto della mano, si avvicinò ancora, chinandosi e poggiando l'involto ai suoi piedi, prima di spostare il telo, mostrando ciò che conteneva.
Il ragazzo restò incantato da ciò che vide: una neonata minuscola e sporca, con gli occhi chiusi e la testa pelata. Si inginocchiò, lento, e, con attenzione, la prese in braccio, avvolgendola di nuovo nel telo per evitare che prendesse freddo.
La osservò bene. Era magra, fragile e, ad essere completamente sinceri, era addirittura bruttina, ma a Hiccup non interessava, perché era sua figlia, sarebbe stata la bambina più bella di Berk in ogni caso.
Valka si avvicinò di nuovo, guardando un po' il figlio e un po' la nipote, e sembrò interpretare i pensieri del giovane.
"Anche lei, come la madre, ha sofferto parecchio durante il travaglio." disse "Per questo ora sembra brutta, ma vedrai che tra qualche ora, dopo aver mangiato ed essersi fatta una bella dormita, diventerà una splendida bambina."
"A... Astrid sta bene?" domandò Hiccup, senza smettere di osservare la piccola, che si stringeva al suo petto, cullata dal calore del suo corpo.
"Sì. È stanca, ma sta bene." lo rassicurò la castana "Vieni, portiamole a conoscere vostra figlia."
Il giovane annuì e seguì  Valka dentro casa, fino alla stanza coniugale, dove Astrid stava riposando. La ragazza era stesa sul letto, sotto le coperte, teneva gli occhi chiusi e aveva l'aria stanca.
Hiccup si avvicinò, sedendosi sul letto; la bionda aprì gli occhi e lo fissò, accennando un sorriso quando notò che teneva la loro creatura tra le braccia.
"Hiccup..." sussurrò, con voce appena udibile.
"È una femmina." disse il ragazzo, mettendole la bambina in braccio e dandole in bacio sulla fronte.
"U... una femmina?" balbettò la ragazza "Scu... scusa, Hiccup... avrei dovuto darti un maschio."
"Perché? A me va bene così." la rassicurò l'altro, facendole una carezza, mentre lei si attaccava la piccola al seno per darle da mangiare "L'importante è che stiate entrambe bene."
"Ma così non potrà ereditare la tua carica..." protestò ancora la giovane.
"Vorrà dire che erediterà la tua." scherzò Hiccup, per poi tornare di nuovo serio "Davvero, tesoro, non preoccuparti, a me davvero non importa se è maschio o femmina, io le voglio bene lo stesso."
Astrid annuì e tornò a guardare la figlia, che poppavia affamata. Le afferrò la manina minuscola e le posò un leggero bacio affettuoso.
"Benvenuta al mondo, piccola..." disse, per poi voltarsi di nuovo verso il marito "Come vuoi chiamarla? Devi scegliere tu il nome... sei il padre..."
Hiccup sospirò e annuì. Non aveva idea di come chiamarla; con aria pensierosa si voltò verso la madre, che aspettava sulla porta, ed ebbe un'idea.
"Valka." rispose "Chiamiamola Valka, come la nonna."
La bionda sorrise, tornando ad osservare la neonata che teneva tra le braccia.
"Valka Hiccupdittr. È un nome forte." ammise.
"Hiccupdittr?" domandò l'altro, confuso.
"Significa 'figlia di Hiccup'." spiegò Valka, avvicinandosi "Avrà questo cognome finché non le verrà assegnato un soprannome, come successo per te ed Astrid."
Il castano annuì, guardando la piccola.
Astrid Hiccupdittr, figlia di Hiccup. Sua figlia, la cosa più bella che gli fosse capitata in vita. Perché era lei, ora, la donna della sua vita, lei e sua moglie Astrid, le due donne che amava di più al mondo.
Il ragazzo sorrise. Ora la sua vita era davvero cambiata, in meglio.
   
 
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