Fanfic su artisti musicali > Queen
Segui la storia  |       
Autore: PeNnImaN_Mercury92    30/01/2015    0 recensioni
Fu solo quando John e io ci trasferimmo a Londra, nel 1970, che lui entrò a far parte della band che gli avrebbe cambiato la sua vita e in qualche modo stravolse anche me, perché mi fece innamorare di una persona che non avrei mai concepito essere il mio tipo di ragazzo ideale.
E' infatti una storia d'amore che non mi sarei mai aspettata, e ora che lo racconto a te posso dimostrartelo...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Nuovo personaggio, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La mattina dopo, mi risvegliai serena, avvolta nelle sua lenzuola, girata da un lato.
Mi voltai verso il suo, notando che era vuoto.
Ma poi lo scorsi al di là della batteria, affacciato alla finestra, completamente rivestito con nuovi abiti, intento a fumare.
Trattenni le lenzuola al livello del seno, cacciando bruschi respiri e stropicciando gli occhi.
Roger si voltò verso di me, buttò giù il resto della sigaretta e si avvicinò al letto.
—Buongiorno!—disse, sedendosi.
—Buongiorno.—bofonchiai io a mia volta.
Mi sorrideva tranquillo, come la sera prima, e io facevo lo stesso.
—Che ore sono?—gli chiesi poi.
—Le otto, più o meno.
—Da quanto tempo sei sveglio?
—Mh, credo da una mezzoretta. Se vuoi continuare a dormire fa' pure.
—No, ho solo freddo. Potresti passarmi i vestiti?
Obbedì, raccogliendo tutti i miei indumenti della sera prima, e li indossai rimanendo sotto le coperte.
Una volta che mi fui rivestita, mi scrollai le coperte da dosso.
Lui rise.
—Cosa c'è?—chiesi curiosa.
—Nessuna mi aveva mai chiesto di rivestirsi.
—E' fine dicembre, ci saranno almeno quindici gradi in questa stanza, come è possibile non sentire freddo?
Scrollò le spalle.—Mettila come vuoi.
Anche io non trattenni qualche risatina.
—Tutto ciò è strano. Allora è questo che si prova dopo averlo fatto.
Si rialzò dal letto per avvicinarsi ancora di più a me.—Cosa? Spiegamelo.
Cominciai a guardare a terra.—Ti sembra tutto così anomalo, ma allo stesso tempo sei consapevole dal fatto che tutto è reale. Ed è così fottutamente bello a tal punto di non riuscirlo a spiegare. Insomma, l'anima si sente bene, e tutto il corpo ne risente. E poi mi viene in mente te, che sei la persona di cui sono caduta in possesso, e tutto si rafforza e si fa ancor più bello di quanto non lo sia già.
Mi abbracciò a lui, cominciando a baciarmi i capelli.
Poi tornò a fissarmi.
—Sai qual è la cosa più bizzarra? Che per la prima volta mi è successo tutto quello che hai detto.
Ridacchiai, ripensando a quante donne erano state con lui.—Certo, e io odio i Beatles.
—Ti giuro, Rose. Non sono mai stato così bene in tutta la mia vita. Ti sembrerà assurdo, anche perché purtroppo tu, nel bene o nel male, sai del mio passato. Di quante ragazze mi correvano, e mi corrono tuttora dietro. E in ventuno fottuti anni finalmente comprendo cos'è l'amore. Solo ora, con te soprattutto, ho capito che esiste e io, mai come ora, mi sento amato, Rose.
Mi teneva la mano, con gli occhi luccicanti, mentre io continuavo a sorridergli in silenzio per tutte le cose che aveva appena detto.
Roger Taylor aveva capito che l'amore era possibile, malgrado tutti gli ostacoli che porta.
E io, in quel momento, ero più sicura che mai che mi amasse veramente, come lo facevo io.
—Sai, Rog, io ripenso a quando eravamo proprio agli inizi, e non sai quanto non sopportavo i tuoi atteggiamenti banali e stupidi. Poi, pian piano, ho visto che non sempre le persone che ti possono apparire all'occhio subdole e false lo siano realmente. Siamo diventati amici, ma, malgrado quel qualcosa in più che tu da sempre speravi, io desidero che questa amicizia duri per sempre, qualsiasi cosa accada, promettimelo.
—Rose, quello che io provo per te non è solo amore, è anche rispetto. Tu non sei solo la mia fidanzata, ma sei la mia migliore amica. Condividiamo tutto insieme, i nostri sogni, il nostro amore, e abbiamo anche le stesse passioni. Tu sei la mia amica del Rock n Roll...
Ridacchiai, interrompendolo.—L'amica del Rock 'n' Roll? Come ti vengono cose così assurde?
Lo contagiai, ma immediatamente tornò serio.—Rose, prometto che non ti lascerò mai. Se dovesse succedere, non ti abbandonerei facilmente.
Chiuse le labbra, posandole delicatamente sulle mie e lasciarle subito.
—Beh, ora basta fare discorsi sdolcinati. È quasi metà mattinata e io ho fame. Il tuo pollo, anche se buono era troppo leggero.—brontolai.
—Grazie per la fiducia. Mi dispiace deluderla, madame, ma sfortunatamente se vuole proprio mettere qualcosa sotto i denti, deve scendere e comprare qualcosa alla pasticceria qua di sotto. Anzi, siccome questa notte è stata molto gentile con me, scenderò io stesso per lei, Baronessa "letti duri".
—A proposito, ti sei degnato di cambiare le lenzuola dall'ultimo rapporto con un'altra donna che hai avuto?
—Chi lo sa?—rispose mentre si indossava le scarpe.—Torno tra dieci minuti, tu non muoverti da qui.
—Posso andare almeno in bagno?
—Mh, te lo concedo. A dopo, Miss Deacon.—disse, prima di avviarsi verso la porta.
—Finalmente col nome ci siamo!—gli urlai, prima che potesse uscire definitivamente.
Mi alzai dal letto e me ne andai, come avevo detto, in bagno.
Mi diedi una sciacquata alla faccia che, grazie alla mia spudorata decisione di non rovinarla con un trucco non troppo pesante, non presentava danni causati da sbavature.
Mi pettinai con una spazzola che dedussi fosse di Roger, dati alcuni capelli biondi spezzati che fui costretta a togliere e gettare nel WC.
Quando uscii, con segno di premura, decisi di ordinare il letto.
Ero più rilassata che mai se ripensavo a quanto magnifica era stata quella notte.
Quando ebbi finito di rimettere in ordine, pensai proprio a questo.
E se avesse dedotto che era stata la mia prima volta?
Stupidi discorsi da adolescente mi sbalzarono nella testa, lasciandone così pensieri di rimorso.
Ma poi mi venne in mente il discorso che aveva fatto. Che non si era mai sentito così bene in vita sua se non con me.
Sensazione che non avrei mai potuto avere, ma che mi lasciarono incuriosita dalla sua strana, quanto bellissima personalità.
All'improvviso, sentii sotto al piede nudo un rumore provocato da un foglio di carta.
Mi accovacciai per riprenderlo.
Sul foglio vi erano un'enorme quantità di scribacchiature e cancellature, che riuscirono a malapena a far leggere il primo rigo:
MODERN TIMES ROCK 'N' ROLL
Che strana frase, cosa poteva mai significare?
Continuai a leggere:


Ci siamo dovuti accontentare di un logoro rock and roll
Il vecchio bop è stanco ormai e ha bisogno di riposare
Bene, sai che voglio dire
il Cinquantotto è stato grande
Ma è finito ora e questo è tutto
Qualcosa di più forte sta crescendo
Davvero spacca i muri a forza di battere
Colpisce e ti afferra con forza
Ti fa sentire alto dieci piedi


Un testo propriamente strano, a cui a fianco è anche scarabocchiata una sottospecie di tablatura.
Era una canzone? Di quale gruppo o cantante?
Dei Queen no di certo, altrimenti Freddie sarebbe già stato entusiasta di metterlo in mostra sotto gli occhi di tutti tramite paillette e saltelli.
Degli Smile tantomeno, a furia delle richieste di Brian di ascoltare la loro discografia, seppur morta.
Ma allora? Di chi era l'opera?
Rimasi bloccato davanti quel foglio, poi sentii la porta della casa aprirsi.
—Miss Deacon? Abbiamo un'ottima fetta di torta al cioccolato pronta ad essere divorata!—urlò Roger.
Non sentendomi rispondere, venne da me.
—Che canzone è questa?—gli mostrai il foglio che aveva in mano.
Ma non appena lo focalizzò al meglio, me lo tolse prontamente dalle mani.
—Rog! Sei completamente impazzito? Che hai da nascondere?
Mi guardò in cagnesco ma allo stesso tempo preoccupato.
—Mi rispondi?—insistetti.
Continuò a fissarmi, poi sospirò e lanciò il pezzo di carta, che si adagiò al letto.
Si sedette allo sgabello della batteria, cominciando a picchiarci su ad un tempo incredibilmente veloce.
Ancora più stupita, rimasi quando cominciò a cantare quel che stava scritto su quel foglio.
Continuai ad osservarlo sbigottita, nonostante l'accompagnamento della sua voce fosse solo la batteria.
E poi finalmente capii tutto.
Quella era opera sua, quella canzone che mi accennò qualche mese prima al quale stava lavorando.
Tutti in questo fottuto mondo dovranno sapere chi sei.
Sapere chi sei
Stai a vedere

Pronunciò queste parole prima di lanciare le sue bacchette sul rullante.
Si alzò e tornò accanto a me.

Tornammo a fissarci entrambi.
—E'… la tua canzone?—gli chiesi, posandogli una mano sulla guancia.
Annuì.—Sì. C'è qualcosa che non va?
—No, Rog! È semplicemente fantastica!
Sorrise.—Davvero?
Quella volta fui io ad annuire.—Sì, Roger. Ancora stento a credere che sia opera tua. Ma perché non la suoni insieme agli altri?
—Perché a parte Freddie che l'ha sentita origliare qualche volta, nessuno sa che esiste. Non credi sia una cosa un po' sopra i limiti?
—Siete o no una rock band?
Mi abbracciò, alzandomi anche da terra.
Poi mi portò in cucina, dove mi mostrò cosa aveva comprato.
Una squisita torta al cioccolato mi balzò agli occhi.
E infatti non solo la fame me la fece finire in poco più di due secondi.
Il biondo ridacchiò.—Tu non smetterai mai di stupirmi, Deacon. Prima hai freddo, poi ti divori una fetta di torta. Tutto questo non mi era mai successo prima d'ora.
—Forse perché non ti era mai capitato prima d'ora di svegliarti la mattina con me. Tutte queste cose John le sa bene.
—Chissà a cosa starà pensando ora che non ti troverà stamattina a casa.
Ripensai a quando passò la sua prima notte con Veronica.
—Quando toccò a lui, fui io quella a dare di matto. E solo Freddie sa quanto.
—Mi ha raccontato tutto. Cazzo, Rose. Dove pensavi fosse finito?
—Sono sua sorella, Cristo. Era tutto nella norma.—dissi, passandomi il fazzoletto sulla bocca.
Si sollevò dalla sedia del tavolo di scatto, si avvicinò a me, prendendomi in braccio.
—Roger, puoi sapere cosa diamine stai combinando?—mi dimenai.
Mi fece cadere sul letto.
—Mi sa che ci vorrà un'altra ora prima che tu vada via da qui.—disse, prima di cominciare a baciarmi il collo.
Cominciai a ridere.—Smettila, Rog. Sei ridicolo.
Mi ignorò completamente.
Con quel poco di forza che avevo, lo spinsi via.
—Dai, ti prego. Risuonamela.—lo supplicai.
—E io che sono stata con alcune che non avevano nemmeno capito che quella era una batteria.—disse, prima di risedersi sullo sgabello
—Ritieniti fortunato a stare con una che la suona.
Riprese il ritmo velocissimo che aveva esibito poco prima.
Tornai a fissarlo, paralizzata, mentre era all'opera.
E quasi non mi accorsi che il citofono continuava a squillare all'impazzita.
No, lui non lo aveva per niente sentito. Così fui costretta ad andare io stessa ad aprire.
Dopo un po', lo stesso sconosciuto, bussò al campanello della porta.
Aprii, e subito vidi Brian con una faccia un po' sconvolta.
—Rose? Che ci fai qui?
Bruscamente, mi feci rossa di botto.
Ma non mi diede nemmeno il tempo di spiegare che ascoltò le picchiate di Roger e corse verso la sua stanza, e io seguito da lui.
Anche lui rimase immobile non appena fu di fronte a Roger.
E quest'ultimo, non appena si accorse del riccio, si fermò.
—Brian? Cosa c'è?
—Roger, cosa diamine stavi suonando?
Non diedi il tempo al batterista di ribattere, porsi il foglio della canzone in mano a Brian.
—Credo sia giunto il momento di girare la carta, Rog.—gli dissi.
Dopo aver letto un paio di righe, Brian alzò istantaneamente il capo.
—Modern Times Rock 'n' Roll?
Io e Roger annuimmo.
—Bene, allora sarà la prima che proveremo.—aggiunse Brian.
Roger sospirò.—Quando ci sono le prove? Quando ritornerà il naufrago?
Tutti e tre ridemmo, ma Brian si fece immediatamente serio.—Anche. Io stavo parlando del sette gennaio, quando metteremo per la prima volta piede negli studi della De Lena Lea.
Io e Roger spalancammo gli occhi.
Pregai tutti i santi affinché Brian non stesse scherzando.
—Brian, una domanda. Ma intendi gli studi della De Lena Lea, quelli veri?
Il riccio annuì.—Eh, sì. Proprio ieri mi ha chiamato Terry Headon, un impiegato degli studi che è venuto al concerto dell'altro ieri, e ci ha invitati a testarne l'apparecchiatura, non è magnifico?
Io e Roger ci guardammo come prima, e lui non tardò a riprendermi tra le sue braccia.
—Ma questo è un miracolo!—commentò lui, esultante.
—Poi un giorno mi spiegherete cosa ci fa Rose alle nove di mattina qui. Ah, auguri!—disse malizioso Brian, prima di uscire nuovamente dalla casa.
Roger ed io continuavamo a guardarci eccitati.
—Non ci posso ancora credere, Rose! E' un sogno questo?
Feci di no con la testa.—No, Roger. È che semplicemente voi siete destinati a diventare la band numero uno, e non la numero due.—gli risposi.
Mi diede un pizzicotto sulla guancia.—Amore, non copiare le battute di Freddie.
Gli misi un dito al petto.—Questo vale anche per te!


Spazio autore: chiedo ancora scusa per la mia improvvisa sparizione, ma solo Dio sa (quanto voglio essere libera) quanto ho avuto da fare. Ma ora eccomi qui. Niente da dire, solo che nel prossimo capitolo si sarà capace di rimanere un po' spiazzati. Eh già, sarà molto meglio di questo. Inoltre proprio stamattina l'ho quasi terminato (ho la febbre, non ho marinato la scuola, purtroppo). Alla prossimissima, allora!

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Queen / Vai alla pagina dell'autore: PeNnImaN_Mercury92