{Aomine Daiki x Kise Ryouta, PWP}
“La ringrazio” rispose Kise con il suo più smagliante sorriso. Erano passati mesi dal primo giorno in cui, assieme ad Aomine, si erano ritrovati a chiedere alla reception quanto costava prenotare una stanza e qual era il tempo minimo (“Solo 2600 yen per due ore! E la stanza non è affatto male, vero, Aominecchi?”). C’era stato molto imbarazzo davanti la signora che aveva mostrato loro il dépliant con le camere e il listino prezzi, ma il desiderio bruciante aveva ottenuto una vittoria schiacciante su ogni altra cosa. Ora, invece, parlava con scioltezza e senza la minima vergogna.
Prese la chiave e salì le scale che conducevano al primo piano, nella mano destra portava una busta nera lucida che dondolava al ritmo dei suoi passi. Conosceva il percorso per giungere alla camera a memoria, tanto che quando arrivò alla porta non si curò neanche di controllare il numero.
La stanza numero otto dell’Hotel Silk era diventata quello che nel linguaggio dei fidanzati (“Te lo ripeto: non siamo fidanzati!”) viene comunemente chiamato nido d’amore.