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Autore: EternalSunrise    01/02/2015    3 recensioni
E' buffo come una singola scelta possa cambiare il destino di una persona. Sora, questo, lo sapeva perfettamente, perché fu a causa di un semplice cambio d'idea che fu costretto a passare delle vacanze natalizie “memorabili”.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Axel, Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Riku, Sora
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Seventh chapter: Console

Riku si era rintanato nel solito posto. Ogni volta che era arrabbiato andava lì proprio per sfogarsi. Axel raggiunse in pochi passi la stanza e, una volta di fronte alla porta bianca, l'aprì leggermente. Si affacciò un poco per verificare in che condizioni era il suo amico e dovette ammettere che era messo meglio del previsto. In quel momento stava prendendo a pugni un sacco da boxe, ma i suoi pensieri erano sicuramente concentrati su altro.

Entrò del tutto chiudendosi la porta alle spalle, cercando di fare meno rumore possibile, poi si appoggiò al muro e restò a guardarlo con le braccia incrociate. Il suo amico non aveva mai fatto boxe in tutta la sua vita, eppure a guardarlo sembrava che fosse quasi un professionista. Axel, più di una volta, si era ritrovato a sperare di non doversi mettere mai contro di lui, perché probabilmente ne sarebbe uscito malconcio.

“Cosa vuoi che ti dica?” fu Riku a spezzare il silenzio, senza senza interrompere ciò che stava facendo. Non era affatto sorpreso di vedere l'amico lì.

“Non lo so. Tu cosa vuoi dirmi?” Axel sapeva che doveva essere prudente, altrimenti l'argenteo non avrebbe scucito nemmeno mezza parola. Era fatto così.

“Niente che tu già non sappia.” rispose quello sferrando l'ennesimo destro.

“E di ciò che non so?” domandò.

L'amico si fermò sospirando e si spostò una ciocca di capelli dalla faccia. Quando si voltò verso di lui, il Rosso poté chiaramente vedere come le sue iridi avessero cambiato colore. Succedeva sempre quando era particolarmente irritato, nervoso o arrabbiato, con la sola differenza che assumevano quella tonalità scarlatta del rosso in base alla forza delle emozioni del ragazzo. Ad esempio quando litigava con il padre esse diventavano quasi tutte rosse, lasciando solo un sottile anello del colore originario vicino alla pupilla. Invece quando litigava con Hana era diverso, era più calmo. In quel momento lo era anche più del solito, le iridi erano rosse solo sul bordo, al confine con la sclera. Forse il motivo era anche che, da un po' di anni a quella parte, si era imposto un austero autocontrollo.

“Senti Axel, è inutile che io dica di aver ragione per poi sentirmi dire da te che non è vero e che la sto pressando troppo, lo sai. Ha sempre fatto quello che voleva e lo fa tutt'ora. Io non dico di volerla tenere segregata in casa, lontano dal resto del mondo. È giusto che abbia la sua libertà. Però sa perfettamente che la situazione non è delle migliori e che meno confidenza dà meglio è.” disse.

Axel sapeva che sarebbe andato a finire col parlare di Sora, perché si era accorto come il ragazzino non andasse a genio all'argenteo.

“Devi però tener conto di come Hana riesca a capire facilmente chi le sta di fronte. Se il ragazzo ha ricevuto tanta fiducia da parte sua forse un motivo c'è.” cercò di farlo ragionare l'amico.

Riku sospirò nuovamente, poi andò a sedersi sulla piccola panca in legno posta vicino alla parete destra. Poggiò i gomiti sulle gambe e nascose la faccia tra le mani per qualche secondo, posandola poi solo su quella sinistra e lasciando la destra a penzolare.

“D'accordo, però mi spieghi perché l'ha invitato a rimanere qua per quasi una settimana?” domandò fissando il pavimento.

Il Rosso lo raggiunse e gli sedette a fianco “Non lo so. Dovresti chiederlo a lei, parlarne insieme con calma, senza litigare. Non si risolve nulla, altrimenti.”

“È arrabbiata con me, Axel. Come minimo non mi rivolgerà la parola per due giorni.” rispose affranto. Non gli piaceva litigare con Hana e questo l'amico lo sapeva. Quel giorno, poi, non sembrava nemmeno in vena di essere seriamente arrabbiato. Sembrava semplicemente stufo. Stufo di tutta quella situazione in cui erano da troppi anni.

Axel gli poggiò una mano sulla spalla, come per confortarlo “Ho chiesto a Sora di raggiungerla e di portarla da qualche parte per farla calmare. Vedrai che stasera tornerà a parlarti quasi come prima. Il ragazzino sembra avere un'influenza positiva su di lei e forse è anche per questo che gli ha chiesto di rimanere.” propose il maggiore.

Riku, effettivamente, non ci aveva pensato a quello. Sì, aveva notato che la sorella era in qualche modo più tranquilla del solito, ma non aveva mai pensato di attribuirne il merito al moretto.

Si voltò verso l'amico, ora i suoi occhi erano tornati del tutto come prima.

“E va bene, ma ciò non mi fa cambiare idea su quel piccoletto. Sarò tranquillo solo quando se ne andrà.” disse assumendo la solita espressione da musone.

Axel guardò l'ora sul suo cellulare “Wow! Ho appena battuto il mio record. Mi ci sono voluti solamente cinque minuti!” esclamò con un ampio sorriso “Ma quanto sono bravo?!” domandò, poi, voltandosi verso l'amico.

Riku dapprima gli lanciò un'occhiataccia, poi però si mise a ridere spintonandolo scherzosamente.

“Ma per favore!” rise.

Il Rosso incrociò le braccia e si voltò dall'altra parte, fintamente offeso “Tzè, ingrato!” disse, facendo ridere ancora l'altro.

***

Sora era riuscito a raggiungere Hana poco prima che ella entrasse in un piccolo bar -la ragazza sapeva essere veloce, quando era su tutte le furie. L'aveva convinta a salire in macchina, poi si era fatto guidare dalla suddetta verso un posto di suo gradimento. Boston Public Garden era un parco situato nel cuore di Boston, vicino al comune della città. Era immenso, popolato da alberi e bagnato da ben due laghi, che le persone potevano navigare salendo su delle graziose imbarcazioni. I due ragazzi il giro sul lago non lo fecero, preferirono fare una passeggiata lungo i numerosi viali presenti. Sebbene quel giorno ci fossero molte persone, riuscirono a trovare un posticino all'ombra di un salice dove potersi sedere in santa pace.

Hana stava continuando a strappare e ad arrotolare fra le dita i numerosi fili d'erba. Nessuno dei due aveva ancora aperto bocca e nessuno dei due sembrava volerlo fare. Sora, in realtà, voleva chiederle cosa avesse causato quella lite con suo fratello, cosa si fossero detti, ma gli sembrò più giusto aspettare che fosse lei a confidarsi -sempre se la ragazza avesse voluto farlo.

Hana sospirò, poi fece un sorriso stanco.

“Come sei riuscito a farti prestare la macchina da Axel?” domandò.

Sora non si aspettava una domanda così fuori luogo, però apprezzò che la ragazza avesse detto qualcosa. Era un inizio, infondo.

“In realtà ha fatto tutto lui.” confessò il ragazzo.

“Insolito da parte sua. Deve avere una grande considerazione per te.” disse più a se stessa che al moretto.

“Immagino ti abbia mandato a fare il lavoro sporco, non è vero?” continuò facendo una mezza risata.

“Se ti riferisci alla quella parte in cui lui si mette a consolarti, allora sì. Lui credo si stia occupando di tuo fratello in questo momento.” rispose l'altro mezzo divertito.

La ragazza sembrò tornare di pessimo umore con quell'ultima frase, quindi Sora decise che avrebbe fatto meglio a non nominarlo più.

“Ho un'idea.” cominciò a dire, nella speranza di farla distrarre.

Lei, come il moretto aveva sperato, alzò lo sguardo verso di lui incuriosita, chiedendogli tacitamente di andare avanti.

Al ragazzo venne istintivo fare un mezzo sorriso “Che ne dici di andare a prendere una crêpe?” chiese alla fine.

Lei sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi, felicissima della proposta, e annuì convinta. Sora si alzò in piedi passandosi le mani sul retro dei pantaloni per togliere la terra e i fili d'erba che si erano attaccati, poi porse una mano ad Hana aiutandola ad alzarsi. Usciti dal parco si diressero a prendere i dolci, per poi gustarseli tranquilli su una panchina.

Passarono tutto il pomeriggio gironzolando a random tra i negozi, senza un itinerario preciso. A volte si fermavano a guardare solo le vetrine, altre entravano proprio dentro, ma in tutti i casi si limitavano a guardare senza comprare. Passavano il tempo, visto che Hana sembrava non avesse ancora voglia di tornare a casa. A confermare ciò era il suo continuo ignorare i messaggi e le chiamate che le arrivavano da parte del Rosso e, principalmente, del fratello. Solo una volta rispose ad Axel, ma richiuse la chiamata subito dopo aver quasi urlato un 'sto bene, lasciatemi in pace!'.

***

“Ti va di andare in un posto?” chiese la ragazza guardando l'ora sul cellulare. Ormai si era fatto tardi. Entrambi avevano saltato la cena, visto che nessuno dei due aveva fame.

“Dove?” domandò automaticamente Sora.

“In un posto.” rispose lei, facendogli l'occhiolino “Allora, ti va?” continuò.

Il ragazzo non aveva idea di dove volesse portarlo, ma accettò.

Tornarono in macchina e quella volta fu Hana a guidarla. Si diresse verso la periferia della città senza rivelare la meta, facendo morire di curiosità il povero Sora. Dopo una ventina di minuti la macchina si fermò davanti a un locale con scritte a neon e dal quale proveniva un casino allucinante, tra musica e urla.

“Eccoci qua!” esclamò la ragazza, prima di dirigersi verso l'entrata.

Sora la seguì anche se l'idea di entrare in quel posto non gli piaceva affatto. Era un pub, luogo in cui lui normalmente non avrebbe mai messo piede, però c'era Hana e questo diminuiva inspiegabilmente il suo libero arbitrio.

L'interno era molto spazioso, con una pista da ballo al centro, divanetti e tavolini lungo tre lati e, sulla sinistra, un lungo bancone con alti sgabelli . Dietro ad esso numerose mensole ospitavano altrettante bottiglie, contenenti ogni sorta di bevanda. A servire da bere c'erano due ragazzi sulla ventina d'anni dagli occhi azzurri, uno con i capelli biondi e l'altro moro. C'era molta gente, perlopiù giovani, e ciò non faceva che peggiorare la situazione. Sora non amava stare a contatto con troppe persone alla volta, lo mettevano a disagio.

La ragazza lo trascinò fino al bancone.

“Ehy Cloud!” salutò la giovane sventolando una mano in direzione del biondo.

Quello si girò dalla loro parte e, riconosciuta la ragazza, sorrise entusiasta avvertendo il collega, che la salutò alzando una mano. Si avvicinò ai due e poggiò entrambe le braccia sullo spazioso ripiano.

“Ma guarda un po'! La nostra cliente preferita è tornata. Erano mesi che non ti facevi vedere, che è successo?” domandò il biondo.

“Niente di ché, ho solo avuto da fare.” rispose vaga con un'alzata di spalle “Piuttosto, come vanno gli affari qua?” chiese a sua volta.

“Solita gente.” rispose lui. Si voltò in direzione del moretto e lo squadrò da capo a piedi con un'espressione indecifrabile “Ma non eri fidanzata con quel tipo dai capelli rossi, Cascier? Mastiel?” domandò credendo che Sora fosse il suo nuovo fidanzato.

La ragazza ridacchiò “Castiel. Comunque sì, e lo sono tutt'ora.” rispose.

Nel frattempo anche l'altro barista li aveva raggiunti “Ehilà, Hana. Quanto tempo!” esclamò sorridendo.

“Ciao Terra!” salutò a sua volta la giovane. Poi indicò il moretto “Lui è Sora, un amico.” spiegò ai due.

Il più piccolo salutò timidamente con un 'ciao', che i due ragazzi ricambiarono subito.

Parlarono del più e del meno, Hana ordinò anche un cocktail blu -Angelo Azzurro, lo aveva chiamato- e convinse il povero Sora a prenderne uno più leggero a base di succo d'arancia, tequila e granatina. Il ragazzo non aveva mai bevuto niente di alcolico al di fuori dello spumante durante le feste, quindi quella bevanda bastò per portarlo sull'allegro andante.

Trascinò in pista la ragazza, nonostante non fosse bravo a ballare, e passò il tempo a ridere e scherzare.

Verso le undici salutarono i due amici e uscirono dal locale, salendo poi in macchina. Per tutto il tragitto fino a casa nessuno dei due fiatò, in parte perché Sora si era addormentato, in parte perché la ragazza sapeva di dover nuovamente affrontare il fratello.

 


Ehilà :)
Perché sono qui oggi? Perché né domani né martedì pomeriggio ci sono, quindi non potrei postare :3 
​Per la vostra felicità(?)
 Axel va -finalmente- a fare quattro chiacchiere con l'amico. Sapete, me lo vedo benissimo Riku che pratica la boxe *^* tant'è che mi viene voglia di praticarla .-. peccato io sia troppo pigra u.u 
L'idea che il colore dei suoi occhi cambiasse, mi è sempre piaciuta. Sostanzialmente è nata dal fatto che, qualche anno fa, non riuscivo a capire di che colore li avesse, visto che mi sembravano prima azzurri e poi, alla fine di KH2, acquamarina. Alla fine ho appurato che li ha sempre avuti verdeacqua xD 
Che a Riku, in fondo, inizi a piacere Sora? Chi lo sa u.u... 
Solo io ho notato che, effettivamente, Sora si lasci facilmente influenzare da Hana xD? Credo sia colpa dei caratteri che ho dato a ciascuno. Dicono che il Cancro sia più passivo :P (e il bello è che io sono dello stesso segno -.-"). All'inizio volevo far ubriacare la ragazza, poi l'idea è cambiata in un Sora ubriaco e, alla fine, tutte e due lucidi xD ma a parte questo, ammetto che è tutto un piccolo pretesto per una cosa che verrà ^^. 
Ora vedremo che succederà nel prossimo capitolo tra i due fratelli :)
Scappo che devo andare a mangiare (com'è che ogni volta che aggiorno finisco con l'andare a mangiare .-. ?!).
Spero che il capitolo vi sia piaciuto ^^!

Alla prossima, 
E.S.

  
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