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Autore: Cara_Sconosciuta    29/11/2008    16 recensioni
Bill Kaulitz e Joe Jonas. Eccentricità e semplicità. Eppure amici...o è solo apparenza? Fanfic piuttosto idiota nata da un'idea lanciatami dalla Fitto. Un besito alla mia sore!!!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ehm ehm

Ciao… allora, modifico la prima parte dell’introduzione a causa di una recensione ricevuta che, di sicuro non mi ha fatto piacere, ma che capisco possa avere ragione, quindi chiedo scusa alle fan dei Tokio Hotel per quel che avevo scritto prima e vedrò di stare più attenta in futuro.

Come mi è saltato in mente di scrivere sui miei Jonas e su dei cantanti che proprio non reggo nella stessa shot? Semplice, non è venuto in mente a me, ma alla mia sore, Vitto_LF.

Non credevi che l’avrei fatta davvero, la tua Bill/Joe, eh?

Spero, però, che tu mi conosca abbastanza da non credere che questa sarà una storia totalmente negli schemi, nossignora!

Bene, cominciamo, allora!!

Mi raccomando, tanti commentino anche per questa manifestazione di idiozia pura!

...e chiedo scusa alle fan del signor Kaulitz per l’immagine  che ne darò, vi assicuro che non è fatto con cattiveria.

 

I Jonas Brothers e i Tokio Hotel non mi appartengono e non voglio in alcun modo rappresentarne i veri caratteri.

Temperance

 

I’m not gay!

Un vecchio proverbio dice che sarebbe sempre meglio fare attenzione a ciò che si desidera, perché potremmo sempre essere accontentati.

Bene, dovete sapere che non è mai bene ignorare le perle di saggezza popolare come questa, perché vi si nascondono spesso e volentieri delle grandi verità. Specialmente, bisognerebbe prestare grande attenzione a ciò che si desidera quando c’è davvero il rischio di ottenerlo.

Come Joe Jonas potrà certamente confermare.

“Siamo grandi fan dei Tokio Hotel, li ammiriamo molto e ci piacerebbe davvero incontrarli di nuovo.”

Maledetta fu quella frase pronunciata a TRL Italia per non fare brutta figura.

Non poteva mica dire che, malgrado la loro musica non fosse poi così male, faceva una gran fatica a tollerare un membro in particolare della band. Gli altri erano ok, davvero, e, a parte il fatto che Tom cercava, ogni volta che si vedevano, di fargli buttare il suo anello nella spazzatura in favore di una notte con qualche fan, non era proprio niente male passare un po’di tempo con loro.

Ma poi c’era lui.

Bill Kaulitz, il suo peggiore incubo.

Non aveva idea del perché, ma quel ragazzo lo inquietava profondamente... di certo non erano i capelli a porcospino fulminato né quell’aspetto androgino che lo faceva assomigliare ad un demone, no, c’era qualcos’altro, qualcosa a cui non riusciva a dare un nome.

Qualcosa che avrebbe scoperto molto, molto presto, non appena la loro limousine non li avesse depositati davanti alla villa dei gemelli Kaulitz che, per ringraziarli della buona pubblicità che avevano fatto loro a TRL, li avevano invitati a trascorrere qualche giorno a Monaco perché, come aveva cinguettato Bill, i mercatini natalizi erano un splendore in quel periodo.

In aeroporto, fortunatamente, non trovarono la folla che si erano aspettati: evidentemente  le manager erano riuscite a tenere ben nascosto quell’incontro che, se lasciato trapelare, avrebbe di certo scatenato non una, ma due orde di fan impazzite.

“Dobbiamo proprio andarci?” domandò Joe, salendo sulla limousine e stringendosi forte al braccio di Kevin, che se lo scrollò di dosso con fare indifferente.

“Non fare il bambino, Joe.” Lo rimproverò Big Rob, scuotendo il capo con aria di disapprovazione. “Non avete attraversato l’oceano per niente, è importante che manteniate delle buone relazioni con quei ragazzi: siete le due boyband più in vista del momento e non è proprio il caso che vi mettiate ad odiarvi a vicenda.”

“Ma io ho paura di quello lì, Rob!” Sibilò il giovane, provando ad arpionare Nick, ma ricevendo esattamente lo stesso trattamento che gli aveva riservato l’altro fratello. “È inquietante...

“Non è inquietante.” Replicò Nick, insofferente. Dopotutto, dodici ore di aereo con un Joe in quelle condizioni a fianco non erano proprio il massimo della vita. “È solo un po’...particolare.”

“E ha un debole per te.” Aggiunse Kevin con nonchalance, alzando provvidenzialmente il volume dell’iPod.

“Kevin, io ti...” Joe, che stava per lanciarsi sul fratello, fu bloccato dal braccio di Big Rob, mentre Nick tirava un sospiro di sollievo per aver evitato di ritrovarsi in mezzo alla solita rissa in cui lui non c’entrava nulla. Come sempre.

“Siamo arrivati.” Annunciò l’autista, mentre Joe tentava inutilmente di sparire tra la guardia del corpo e il sedile, di infilarsi nel posacenere, nel porta cd o in qualunque luogo in cui non lo avrebbero trovato.

Si sa, però, che al destino non si scappa, e così il povero ragazzo si ritrovò, suo malgrado, ad essere trascinato giù dalla macchina senza troppe cerimonie.

 

Monti mari e fiumi attraverserò

Turbini e tempeste io cavalcherò

Volerò tra i fulmini

Per averti, meravigliosa creatura

(Gianna Nannini, Meravigliosa Creatura)

 

Bill finì con un gesto morbido di stendersi l’eyeliner nero sugli occhi, mentre suo fratello batteva furiosamente sulla porta del bagno.

Scheiβer, Bill, willst du dich bewegen, du idiot?!”  (Merda, Bill ti vuoi muovere, razza di idiota?!)

Il ragazzo lo ignorò allegramente, passandosi uno strato di rossetto color del carbone sulle labbra sottili, stando ben attento a non sbavare nemmeno un pochino.

Doveva fare attenzione, era la sua unica occasione... insomma, aveva persino imparato l’inglese per lui, non poteva buttare tutto nel cesso per un po’di trucco fuori posto.

“BIIIILLLL!” Ululò Tom, senza ricevere, comunque, la minima attenzione.

Poi dal corridoio giunse un suono di passi concitati e, poco dopo, la voce di Georg si fece improvvisamente sentire, pronunciando una frase che fece fare un triplo salto mortale al cuore del moro.

Sie kommen gerade an!” (Stanno arrivando!)

Wo, wo, wo sind sie, wo???” (Dove, dove, dove sono, dove???) Domandò Bill in tono concitato, aprendo la porta di scatto ed evitando per un pelo di centrare in pieno il naso del gemello.

“In dem Wohnzi...”

Danke Georg!” Strillò, già in fondo al corridoio, mentre Tom scuoteva i rasta, sconsolato.

“Sag mir, dass er nicht mein Zwilling ist...” (Dimmi che non è il mio gemello...)

Con un sorriso comprensivo, Georg passò un braccio intorno alle spalle dell’amico, sussurrandogli parole di conforto ed avviandosi con lui verso il salotto.

 

Cio, Kefin, Nick! Che pello feterfi, racazzi!” Esclamò Bill, trafelato, dopo aver attraversato metà della proprietà di corsa per non fare aspettare i suoi ospiti.

Joe, probabilmente in un gesto involontario, strinse forte la manica del maglione di Kevin, guadagnandosi un’occhiata a dir poco raggelante.

Quindi, presa tutta la sua buona volontà, mise su il miglior sorriso che le circostanze gli permettessero e si allontanò dal fratello per andare a stringere la mano al giovane tedesco, che lo guardava con occhi luccicanti.

Inquietante, appunto.

“Ehm...ciao, Bill... hai...hai fatto un corso di inglese?”

Il moro annuì, tutto contento, con un sorriso degno di Julia Roberts: l’aveva notato!

Ja! Che centile che sei, tu hai fisto! Ho pella pronuncia?”

Questa volta Joe non ebbe la prontezza di spirito necessaria a rispondere e Nick dovette intervenire con un gentilissimo “Eccellente, Bill, eccellente davvero” che venne accuratamente ignorato.

Cio, tu fiene su a camera mia, foglio farti fetere nuofa piastra che a me ha recalato la mia mamma!”

Joe non fece in tempo a rispondere che si ritrovò a correre per il corridoio, trascinato da Bill che saltellava peggio della Vispa Teresa. Circa a metà strada incrociarono Bill e Georg, ai quali l’americano lanciò uno sguardo così terrorizzato che avrebbe impietosito persino il conte Dracula, ma i due non riuscirono nemmeno a rendersene conto, che la coppia era già sparita.

“Arme Joe...(Povero Joe...) Commentò Georg, scuotendo il capo e, questa volta, fu il turno di Tom di battergli amichevolmente sulle spalle.

 

È l’uomo per me

Fatto apposta per me

(Mina, L’uomo per me)

 

“Feti, Cio? Qvesta è piastra ti ultima cenerazione, ancora no c’è in necozi. Mia mamma ha afuta a prezzo speciale perché è amica di commesso, ja.”

“Sì, immagino...” Mormorò Joe, seduto sul letto e aggrappato al piumino al punto da far assumere alle sue nocche una delicata tonalità molto prossima al bianco. “Po...possiamo tornare di sotto, ora?”

Bill prese un profondo respiro: era il momento, il suo momento e non se lo sarebbe lasciato scappare.

Dopotutto, lui era Bill Kaulitz, no?

“No, Cio, io tefe tirti una cosa... una cosa molto importante.”

“Ehm...sul serio? Beh, se è così importante forse è meglio che sentano tutti, no?” In un lampo, Joe fu in piedi davanti alla porta della stanza, ma altrettanto velocemente l’altro gli fu vicino, il viso distanziato dal suo solo grazie a quei dieci centimetri d’altezza che li separavano.

“Ho...ho qualcosa sulla faccia?” Esalò, cercando a tentoni la maniglia della porta dietro di sé, mentre l’altro lo scannerizzava dalla testa ai piedi con aria famelica.

Nein... Cio, ascolta, io penso che arrifa un momento nella fita quanto non si può più essere pampini e allora pisogna essere sinceri e tire agli altri quello che si profa e io...

Non lo dire non lo dire non lo dire non lo dire!!!!

“Io sono innamorato ti te, Cio Cionas.”

Fu allora, proprio nel bel mezzo di quell’appassionata dichiarazione, che la vide.

La sua unica via di fuga.

La finestra che, con un salto di appena un paio di metri, dava sulla terrazza del balcone di sotto.

Aperta.

Sfruttando la statura inferiore rispetto al suo spasimante, con uno scatto vi fu davanti e poi fuori, mentre Bill, basito, era ancora immobile sulla porta.

Big Rob che, drink alla mano e cuffia di lana in testa, era uscito in balcone per prendere un po’d’aria, sussultò al vedersi atterrare davanti un Joe a dir poco sconvolto, gli occhi dilatati come se avesse visto un fantasma.

“Ragazzo, ma sei impazzito? Mi hai fatto prendere un...

“Nascondimi!” Sibilò il giovane, correndo dietro di lui e aggrappandosi alle sue spalle, mentre anche Bill si apprestava a scavalcare, con qualche difficoltà in più, il davanzale della finestra.

“Per la miseria, vuoi dirmi che è successo?”

“Che è successo? Che quello mi stava per saltare addosso, ecco che è successo! Digli che non ci sono, che non mi hai visto, ti prego!

Nel frattempo Bill, che invece era perfettamente conscio della presenza del suo innamorato, era atterrato con non molta grazia ai piedi dell’immenso bodyguard e si stava rialzando, un’espressione perplessa dipinta in viso.

“Perché sei scappato, Cio?” Domandò con aria innocente, mentre Big Rob si spostava, lasciando i due ragazzi faccia a faccia.

Ok, Joe, fatti coraggio, non può farti niente...

“Perché... perché non sono gay, Bill e non ho nessuna intenzione di diventarlo. Mi dispiace.” Detto ciò, si avviò verso il salotto a passo di marcia, fiero di sé per come aveva concluso quella faccenda, mentre Bill si accasciava, distrutto, sulla spalla di Big Rob, piangendo a dirotto.

 

Da quel giorno Joe Jonas fece molta più attenzione ai desideri che esprimeva, soprattutto a quelli che esprimeva in tv, dove tutto il mondo lo poteva sentire...e, forse per una fortuita casualità, la ridente città di Monaco non ospitò mai più un concerto dei Jonas Brothers.

 

Fine

 

E ora....un bel lavoretto di Minako:86!!!

http://img167.imageshack.us/my.php?image=gayfn9.png

 

   
 
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