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Autore: Mala Mela    30/11/2008    12 recensioni
{MinatoKushina}
“È per questo che te lo chiedo” continuò la rossa. “Anche tu credi che questo sia un appuntamento? Io giuro che non lo so. Quelle ragazze hanno detto… insomma, che noi usciamo insieme!”.
“…e non è così?” domandò Minato interdetto, non cogliendo a pieno il problema.
“Ma certo che usciamo insieme!” esclamò Kushina arrossendo. “Quello che volevo sapere è… questo è un appuntamento?”.
Minato corrugò le sopracciglia.
“Dopo un’attenta riflessione credo… credo di sì” disse cauto.
Kushina socchiuse gli occhi e si massaggiò una tempia con aria pensosa.
Un appuntamento tra amici?” chiese infine fissando i propri occhi in quelli del ragazzo.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Yondaime
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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A Susi, che non ha trovato un titolo degno

A Susi, che non ha trovato un titolo degno.

 

Non uccidetemi <3

Mela

 

 

 

 

 

 

 

Just a date

 

 

 

 

 

 

 

 

Namikaze, secondo te questo può essere considerato un appuntamento?”.

 

Era una brava kunoichi, Kushina Uzumaki, certe volte troppo rumorosa e attaccabrighe, ma se le veniva affidata una missione la portava a compito, costasse quel che costasse. Sapeva muoversi silenziosa tra il fogliame, piazzare trappole letali ed invisibili, spiare e, ancora meglio di tutto ciò, sapeva cogliere alla sprovvista

Sempre e comunque.

 

Minato rischiò di strozzarsi con l’acqua che stava bevendo, tossì un paio di volte e posò il bicchiere, cercando di non arrossire.

 

Era la seconda volta che Kushina tornava a Konoha nel giro di pochi mesi e, come da copione, si erano incontrati all’Ichiraku ramen per pranzare insieme. Una sorta di consuetudine, l’avevano sempre chiamata.

Ma ora -ora- c’era bisogno di definire meglio la situazione.

La ragazza gli aveva posto la domanda in completa onestà, direttamente e, forse, ingenuamente. Ora lo guardava con gli occhi spalancati, in attesa di una risposta.

Insomma, lui era Minato Namikaze, queste cose doveva saperle, si ripeteva Kushina in continuazione. Doveva essere così perché… perché… perché lei non ne aveva la minima idea.

 

“Allora?” lo incalzò, senza staccare lo sguardo dal suo. Kushina aveva posato le bacchette ed ora, con i gomiti appoggiati al bancone e la testa sorretta dalle mani, attendeva impazientemente una risposta.

 

“Beh, ecco…” iniziò Minato, cercando di guadagnare tempo. “È una domanda strana!” esclamò scoppiando in una risata.

 

Quindi?”.

 

“Quindi… non mi sono mai fermato a pensarci” ammise  imbarazzato. Minato Namikaze. Imbarazzato.

 

“Impossibile!” lo liquidò Kushina, incrociando le braccia. “Scommetto che hai una complessa ed illuminante teoria a riguardo, ma ora cerchi di fare il finto modesto” concluse inclemente.

 

Minato impallidì. Quella ragazza doveva avere una fantasia alquanto fervida. Aveva detto la verità: nessuno gli aveva mai posto una domanda simile, in effetti non gli era mai capitato di trovarsi in una tale situazione, di conseguenza non sapeva minimamente come comportarsi.

 

Kushina, davvero… è una domanda strana!” ripeté a disagio. “Sono anni che ci troviamo a mangiare ramen al chiosco, fin dalla prima volta che hai messo piede a Konoha. Ricordi? È… normale, no?”.

 

Kushina era rimasta seria e lo fissava interrogativa.

 

“Questo lo so anch’io, ma non mi hai ancora risposto” osservò, corrugando le sopracciglia. “Il nostro è un appuntamento?”.

 

“Secondo te?” le ribaltò la domanda. “Tu trovi che questo sia un appuntamento?”.

 

I-io? Ah… n-non saprei” balbettò guardando altrove. “E poi sono stata io a chiederlo per prima. Non si può rispondere ad una domanda con un’altra domanda”.

 

Minato tossì nuovamente, schiarendosi la voce e cercando di riacquistare un briciolo di serietà.

 

“come mai ti interessa tanto?” le chiese, deciso a far luce sulla faccenda.

 

La ragazza si strinse nelle spalle impacciata, iniziando a giocare con una ciocca di capelli che le era sfuggita dalla coda. Ma come diavolo le era venuto in mente di tirar fuori un argomento tanto imbarazzante?!

 

“Sai com’è…” iniziò incerta. “Settimana scorsa, qualche giorno dopo il mio arrivo, mi trovavo nel palazzo dell’hokage in attesa che mi affidassero i documenti da portare a Uzu e…”.

 

“…e?” chiese lui, apprensivo.

 

E c’erano delle kunoichi, ferme nel corridoio. Io mi sono appoggiata al muro e ho atteso in silenzio il mio turno”.

 

Il ragazzo sorrise.

 

“In silenzio? Stendo a crederci” osservò ironico, cercando di spezzare la tensione.

 

“Sì, in silenzio” scandì Kushina assottigliando gli occhi.

 

“Scusa, scusa, volevo solo accertarmene”.

 

“Beh, mentre aspettavo non avevo niente di meglio da fare che ascoltare accidentalmente ciò che queste ragazze dicevano” chiosò leggermente, torcendosi le mani con nervosismo.

 

“In pratica hai or-“.

 

Non ho origliato” lo precedette nervosa. “Semplicemente parlavano a voce stranamente alta. Probabilmente volevano che io ascoltassi”.

 

Minato si limitò ad annuire.

 

E hanno parlato di… di… insomma, di noi. Hanno insinuato delle cose davvero poco carine”.

 

Che tipo di cose?” indagò lui, sporgendosi di più verso di lei.

 

“Hanno detto che ogni volta che metto piede a Konoha esco con te, che abbiamo sempre mille appuntamenti, e poi quando torno a Uzu, chissà cosa faccio!” continuò Kushina, scaldandosi. “Io le ho ignorate, ovviamente, ma volevo appenderle fuori dalla finestra! Per chi mi hanno presa?”.

 

Sullo sgabello accanto al suo, Minato la guardò divertito. Non stentava a credere che le kunoichi della foglia potessero essere tanto pettegole, ma lo stupiva il nuovo autocontrollo di Kushina, fino a farlo sorridere.

 

È per questo che te lo chiedo” continuò la rossa. “Anche tu credi che questo sia un appuntamento? Io giuro che non lo so. Quelle ragazze hanno detto… insomma, che noi usciamo insieme!”.

 

“…e non è così?” domandò Minato interdetto, non cogliendo a pieno il problema.

 

Ma certo che usciamo insieme!” esclamò Kushina arrossendo. “Quello che volevo sapere è… questo è un appuntamento?”.

 

Minato corrugò le sopracciglia.

 

“Dopo un’attenta riflessione credo… credo di sì” disse cauto.

 

Kushina socchiuse gli occhi e si massaggiò una tempia con aria pensosa.

 

“Un appuntamento tra amici?” chiese infine fissando i propri occhi in quelli del ragazzo.

 

Lui sbatté più volte le palpebre.

 

“Io… beh…” mormorò veramente in difficoltà.

 

Ma che razza di domande faceva?

 

“Mettiamola così” gli venne incontro lei. “Se io… se io, a Uzu, uscissi con altri… uhm… sì, se io avessi degli appuntamenti con altri ragazzi, a te darebbe fastidio?”.

 

C-come?” Minato sgranò gli occhi. “Se fai questo interrogatorio a tutti i ragazzi con cui esci, dubito di dovermi preoccupare!”.

 

La ragazza s’incupì, tirandogli unleggero’ pugno e mormorando tra i denti un poco lusinghiero: “stupido”.

 

“Scherzavo terribilmente, come al solito” aggiunse lui, massaggiandosi la spalla dove era appena stato colpito.

 

“Ti prego, sto cercando di essere seria” lo implorò.

 

“Hai ragione”.

 

Quindi… a te darebbe fastidio o no?” chiese ancora con apprensione.

 

Minato abbassò le palpebre sugli occhi azzurri, tacendo per qualche secondo, contribuendo ad aumentare l’agitazione di Kushina.

 

Quindi questo è un appuntamento?” ripeté nuovamente lei, ormai in panico.

 

“Sì” rispose lui con convinzione, aprendo gli occhi.

 

E…?”.

 

E se tu uscissi con altri ragazzi mi darebbe molto fastidio”.

 

“Bene” concluse Kushina imbarazzata.

 

“Bene” concordò lui sorridendo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

_________________________

È l’ultima, giuro.

Solo che una MinatoKushina tira l’altra, ecco tutto.
Se il titolo fa schifo è colpa di Susi che non mi ha voluta aiutare >_<

 

 

 

   
 
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