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Autore: Lady Numb    10/02/2005    16 recensioni
Billie Joe Armstrong,Green Day,e Chester Bennington,Linkin Park,credono di odiarsi,ma un incidente imprevisto li costringerà a ricredersi...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Green Day, Linkin Park
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chester Bennington correva attraverso la folla che riempiva l’atrio del grattacielo dove si trovava lo studio di registrazione

N.D.A. I personaggi di questa storia sono membri dei gruppi Linkin Park e Green Day (CHE PURTROPPO NON HO IL PIACERE DI CONOSCERE...), realmente esistenti, mentre i fatti sono inventati da me e non riflettono la verità se non alcuni ampiamente confermati dai diretti interessati.

P.S. piccola legenda...

Mike=Mike Shinoda, Linkin Park

Mike=Mike Dirnt, Green Day

 

 

When the elevator stopped

 

 

Chester Bennington, vocalist della famosa band dei Linkin Park,  correva attraverso la folla che riempiva l’atrio del grattacielo dove si trovava lo studio di registrazione, il giubbotto in una mano, il bicchierino di caffè nell’altra: come ogni mattina era in ritardo e come ogni mattina Joe, il loro dj, glielo avrebbe fatto puntualmente notare.

Chester ci metteva davvero tutto l’impegno per essere in quello studio alle nove in punto: puntava la sveglia alle otto, preparava i vestiti la sera prima, aveva persino rinunciato al caffè a casa per prenderlo all’odiata macchinetta posta nell’atrio dell’edificio in cui doveva recarsi, tuttavia c’era sempre qualcosa che andava storto, poteva essere la sveglia che non suonava, i vestiti che sparivano, il bagno occupato, c’era sempre qualcosa che gli impediva di arrivare in orario.

Quella mattina era stata la volta di Draven, il suo bambino di due anni: quando Chester aveva aperto la porta della sua cameretta per controllare che andasse tutto bene, cosa che faceva ogni mattina, il bambino gli aveva fatto chiaramente capire che non voleva restare da solo perché aveva paura di qualcosa di non meglio definito.

Chester aveva cercato di calmarlo, ma non c’era stato verso, aveva dovuto svegliare Samantha, sua moglie, e dirle di restare col bambino.

Peccato che nel frattempo fosse passata mezz’ora e nonostante la corsa, quando Chester mise piede nell’atrio del palazzo erano le 9:15.

‘Benissimo Chaz, Joe che rompe è il tuo irrinunciabile buongiorno!’ pensò fra sé e sé Chester mentre chiamava l’ascensore, che fortunatamente era vuoto.

Chester schiacciò il bottone del sedicesimo piano e iniziò a pensare ad una spiegazione plausibile per Joe.

 

Dopo questa meravigliosa nottata passata in bianco non potevo chiedere di meglio che passare la giornata chiuso nello studio di registrazione!’ pensò Billie Joe mentre finiva di bere il suo caffè al bar del quarto piano.

Quella notte alle due suo figlio maggiore, Joseph, era arrivato nella camera sua e di sua moglie e lo aveva svegliato dicendogli che non si sentiva affatto bene e che aveva dei fortissimi dolori alla pancia.

Billie Joe, ancora mezzo addormentato, aveva acceso la luce e si era svegliato immediatamente: il bambino era pallidissimo e bastava guardarlo in faccia per capire che stava soffrendo le pene dell’inferno.

Velocemente svegliò sua moglie Adrienne e le disse di vestire sia Joseph sia l’altro figlio, Jakob, mentre lui preparava la macchina, poi si diressero verso l’ospedale.

Dopo circa un’ora di attesa, in cui sia Billie Joe che sua moglie erano passati dall’ansia alla preoccupazione allo stato puro, il dottore di turno li aveva informati che il bambino aveva l’appendice infiammata, insomma aveva l’appendicite e che lo avrebbero operato immediatamente quel pomeriggio.

Questa era un’altra cosa che gli dava fastidio: non gli piaceva affatto l’idea di essere lontano dall’ospedale mentre operavano suo figlio, sapeva che non poteva fare niente, ma avrebbe di gran lunga preferito vederlo quando fosse uscito dalla sala operatoria e soprattutto non gli andava l’idea che Adrienne fosse da sola.

Una volta arrivato avrebbe subito parlato con James, il loro manager, implorandolo di lasciarlo libero per il pomeriggio: probabilmente avrebbe dovuto strisciare ai suoi piedi per ottenere una risposta positiva, James aveva preso un impegno con la casa discografica, che si aspettava un cd dei Green Day per settembre ed erano terribilmente indietro con la lavorazione a causa del mixer che si era rotto, portando via con sé tutto ciò che i ragazzi aveva prodotto fino a quel momento.

Decisamente sarebbe stata un’impresa ardua, ma Billie Joe sperava di riuscire a far leva sull’umanità di James, anche perché cantare era l’ultima cosa che aveva voglia di fare e sapeva che non lo avrebbe fatto per niente bene, cosa che avrebbe fatto andare ulteriormente su tutte le furie il manager.

Svogliatamente si diresse verso l’ascensore e schiacciò il bottone per la chiamata.

Quando le porte si aprirono Billie Joe pensò che o quel giorno qualcuno in cielo doveva avercela con lui o la sua buona stella si era presa un giorno di ferie:  perché fra tante persone che avrebbe potuto incontrare quella mattina gli doveva capitare proprio Chester Bennington?

Dal canto suo, Chester non era molto più felice: era risaputo nell’ambiente che fra i Linkin Park e i Green Day non correva buon sangue, a causa di alcune affermazioni che circa due anni prima Tré aveva fatto a proposito di una canzone dei Linkin Park e da allora i due gruppi evitavano accuratamente di parlare gli uni degli altri e soprattutto di incontrarsi.

Per un attimo Billie Joe pensò di aspettare a prendere l’ascensore, ma uno sguardo all’orologio sommato alla consapevolezza di dover raggiungere il ventesimo piano lo dissuasero e salì, prenotò la fermata per il suo piano e le porte si richiusero mentre l’ascensore iniziava la sua salita.

 

Chester teneva lo sguardo fisso a terra, incontrare Billie Joe Armstrong quella mattina era proprio il massimo,  era già di cattivo umore all’idea di dover dibattere con Joe, per cui voleva evitare un qualsiasi tipo di comunicazione con il cantante dei Green Day: non si erano mai fatti una guerra aperta, i due gruppi non si erano mai lanciati frecciate gli uni con gli altri, tuttavia ciascun membro di ciascun gruppo sapeva bene che qualunque tentativo di conversazione avrebbe finito per vertere sull’episodio di due anni prima,  trasformando inevitabilmente qualsiasi colloquio in una lite.

Billie Joe stava pensando più o meno la stessa cosa, stava scorrendo tutte le opzioni del menù del suo cellulare per evitare un qualsiasi contatto visivo col vocalist dei Linkin Park, pregando che l’ascensore si sbrigasse a portarlo a destinazione.

BOUM!

Un forte scossone fece cadere a terra entrambi e subito dopo l’ascensore si bloccò, la pulsantiera si spense e l’unico pulsante che lampeggiava era quello della chiamata di emergenza.

‘Merda!’ disse Billie Joe, iniziando a prendere a calci la porta dell’ascensore.

‘Non credo che serva a molto’ gli fece notare Chester.

Billie Joe ‘hai un’idea migliore?’

Chester ‘sì’ e così dicendo premette il bottone d’emergenza, che avrebbe dovuto metterlo in contatto con l’atrio o direttamente con il servizio di emergenza.

Dopo pochi istanti si sentì una voce gracchiante provenire dal microfono, poi più nulla.

‘Merda!’ disse Chester, tirando un calcio alla porta.

Billie Joe ‘non avevi detto che non serviva a niente?’

Chester ‘ho cambiato idea!’.

Billie Joe scosse la testa: la giornata era iniziata male e prometteva di proseguire ancora peggio.

Guardò il cellulare, con la flebile speranza che ci fosse rete e quando vide le due tacchette sul lato sinistro dello schermo per poco non fece i salti di gioia.

Chester ‘non colgo il lato divertente della situazione...’

Billie Joe ‘non c’è proprio nulla di divertente, ma per lo meno il telefono prende...’ e compose il numero di Mike.

Mike ‘Billie, si può sapere dove cazzo sei finito? James sta impazzendo e ce lo stiamo sorbendo noi!’

Billie Joe ‘digli di rassegnarsi, perché stamattina non si fa un cazzo, sono bloccato fra il dodicesimo e il tredicesimo piano e questo maledetto ascensore non ha la minima intenzione di muoversi!’

Mike ‘oh porca...’

Billie Joe ‘esatto, chiama qualcuno, chiunque, ma fa presto, ti prego, odio i luoghi chiusi!’

Mike ‘non sarai mica claustrofobico?’

Billie Joe ‘ti sembra il momento di chiedermelo?’

Mike ‘ok, messaggio ricevuto, ci sentiamo!’ e riattaccò.

Il ragazzo si lasciò scivolare con la schiena lungo la parete dell’ascensore finchè non si ritrovò seduto a terra.

Dopo qualche istante il suo cellulare riprese a suonare.

Billie Joe ‘pronto?’

Adrienne ‘Billie, sono io’

Billie Joe ‘ah, ciao’

Adrienne ‘hai parlato con James? ti lascia libero?’

Billie Joe ‘amore, c’è un problema...’

Adrienne ‘non dirmi che ti ha detto di no!’

Billie Joe ‘non ha detto proprio nulla perché non gliel’ho ancora detto...’

Adrienne ‘...Billie Joe Armstrong, sto per arrabbiarmi, quindi dammi una giustificazione che sia credibile!’

Billie Joe ‘sono bloccato nell’ascensore’

Adrienne ‘ah...e non ti tirano fuori?’

Billie Joe ‘è quello che spero...’

Adrienne ‘non ce la fai ad arrivare per oggi?’

Billie Joe ‘spero di sì...anche perché non credo che potrei reggere fino ad allora tappato qui dentro...dove sei?’

Adrienne ‘sono con Joseph’

Billie Joe ‘me lo passi?’

Adrienne ‘ok...’

Joseph ‘papà?’

Billie Joe ‘ehy, come va?’

Joseph ‘un po’ meglio...oggi ci sei vero?’

Billie Joe ‘faccio il possibile tesoro...’

Joseph ‘per favore...’

Billie Joe ‘tesoro, papà è chiuso in un ascensore bloccato al tredicesimo piano di un grattacielo, ma non appena mi liberano volo da te, ok?’

Joseph ‘sei da solo?’

Billie Joe ‘…no...’

Joseph ‘almeno non ti annoi!’.

Billie Joe non poté fare a meno di sorridere, Joseph era fatto così, sapeva trovare il lato positivo anche delle situazioni più improbabili.

Billie Joe ‘già...tu fai tutto quello che ti dicono, stasera sarà tutto finito, ok? non avere paura, non è niente!’

Joseph ‘va bene...ciao papà’

Billie Joe ‘ciao amore, ti voglio bene’ e riattaccò.

 

Chester aveva osservato per tutta la telefonata il ragazzo di fronte a lui e aveva capito che quella mattina era stata proclamata la rivolta dei figli.

Decise che se proprio doveva restare chiuso in quell’ascensore con l’altro tanto valeva tentare di avere una conversazione civile.

Chester ‘anche tuo figlio ha deciso di farti disperare oggi?’.

Billie Joe fissò Chester sorpreso: non si aspettava che fosse proprio lui a cercare di dare il via ad un dialogo,  tuttavia decise che non era il caso di fare lo scontroso, se tutto andava come pensava lui ci sarebbero volute almeno un paio d’ore prima che li tirassero fuori e non aveva voglia di passarle in un’atmosfera di tensione.

Billie Joe ‘sì...l’abbiamo portato in ospedale stanotte, ha l’appendicite...’

Chester ‘ah...mi dispiace...’

Billie Joe ‘perché, anche tuo figlio ha iniziato bene la giornata?’

Chester ‘c’erano i mostri in camera...o per lo meno credo che fossero mostri’

Billie Joe ‘interessante...questa fase per fortuna l’hanno superata entrambi dopo i quattro anni’

Chester ‘consolante visto che Draven ne ha due...entrambi hai detto?’

Billie Joe ‘sì, Joseph e Jakob...non sapevo che avessi un figlio comunque’

Chester ‘io non sapevo che ne avessi un secondo, siamo pari’

Billie Joe ‘già...’

Chester ‘e quando lo operano tuo figlio?’

Billie Joe ‘oggi pomeriggio...spero che ci tirino fuori alla svelta, vorrei esserci’

Chester ‘capisco, anch’io vorrei essere presente se operassero Draven...’

Billie Joe ‘è tuo il telefono che sta vibrando?’.

Chester fissò il suo cellulare e vide il display illuminato e il nome di Joe che campeggiava nel mezzo.

Chester ‘purtroppo è il mio...pronto?’

Joe ‘DOVE ACCIDENTI SEI FINITO CHESTER CHARLES BENNINGTON?’

Chester ‘calmati Joe...sono bloccato nell’ascensore’

Joe ‘...COSA?!’

Chester ‘esattamente quello che ho detto...’

Joe ‘e quando ti tirano fuori?’

Chester ‘spero il più presto possibile...’

Joe ‘ok...quindi posso annullare tutto per stamattina...’

Chester ‘se trovi qualcuno che canta al posto mio...’

Joe ‘spiritoso...ciao’.

Chester rimise il telefono in tasca, poi cominciò a parlare da solo.

Chester ‘io lo sapevo, lo sapevo! e domani chi lo sente, chi se lo sorbisce!’.

Billie Joe lo stava osservando piuttosto preoccupato, sperava che fosse la confusione causata dal panico della situazione la ragione di quell’atteggiamento in Chester, ma non ne era davvero così sicuro.

Billie Joe ‘ehm...tutto ok?’

Chester ‘sì...stavo solo pensando che domani Joe mi farà una tirata esagerata sul fatto che se fossi puntuale almeno una volta nella mia vita tutto questo casino non sarebbe successo...’

Billie Joe ‘anche voi in ritardo sulla lavorazione?’

Chester ‘ma no, siamo in largo anticipo, ma Joe è fatto così, lui vuole fare tutto subito e ci sottopone a dei ritmi di lavoro a dir poco stressanti...niente da dire su di lui, è uno dei miei migliori amici, ma quando ci si mette diventa terribile!’

Billie Joe ‘mi ricorda James, il nostro manager...specie adesso, siamo in terribile ritardo, abbiamo perso tutto quello che avevamo fatto fin’ora, quindi siamo...come dire, nei casini fino al collo...’

Chester ‘è terribile...’

Billie Joe ‘non dirlo a me...praticamente a casa ci torno solo per dormire...’

Chester ‘a proposito di casa, sarà meglio che chiami prima che Sam lo venga a sapere per vie traverse...’.

Sam ‘pronto?’

Chester ‘ciao, sono io...ti comunico che sono bloccato nell’ascensore del grattacielo e che non ho la più pallida idea di quando mi tireranno fuori!’

Sam ‘non ci posso credere...’

Chester ‘taci, è una giornata no...Draven?’

Sam ‘dopo che te ne sei andato ha dormito per un’oretta, poi si è svegliato, adesso è nel box a giocare’

Chester ‘ok, salutalo, ci sentiamo più tardi’

Sam ‘va bene...fammi sapere, mi raccomando!’

Chester ‘stai tranquilla, ti faccio sapere, ciao’.

Billie Joe ‘i mostri?’

Chester ‘estinti guarda caso quando sono uscito di casa...quel bambino è terribile certe volte, non vuole lasciarmi uscire’

Billie Joe ‘vuol dire che ti vuole bene’

Chester ‘lo so e ne sono felice...almeno lui se lo merita, un padre decente, non come il mio’

Billie Joe ‘per lo meno tu un padre ce l’hai...’

Chester ‘cosa vuoi dire?’

Billie Joe ‘beh...il mio è morto quando avevo dieci anni...il cancro non perdona, si sa...non è stato facile, gli volevo davvero molto bene...è stato lui che mi ha incoraggiato ad andare avanti con la musica, mi ha regalato la mia prima chitarra, ce l’ho ancora adesso, anche se non la uso molto spesso...preferisco tenerla come una sorta di reliquia...’

Chester ‘mi dispiace...direi che abbiamo avuto esperienze diametralmente opposte io e te...’

Billie Joe ‘cosa intendi?’

Chester ‘io avrò anche avuto un padre e ce l’ho ancora, questo è vero, ma ho passato dodici anni a sperare che morisse...’

Billie Joe ‘ma cosa ti ha fatto per spingerti ad odiarlo in questo modo?’

Chester ‘beh...non so come spiegarlo in modo soft, per cui ti dirò chiaro e tondo che mi ha violentato più o meno per tutta l’infanzia e l’adolescenza...è per quello che eravamo furibondi quando il vostro batterista ha fatto quelle affermazioni su Crawling due anni fa, quella canzone parla della mia esperienza e i ragazzi lo sanno, per cui ce la siamo presa particolarmente’

Billie Joe ‘mi dispiace, non lo sapevo, davvero...’

Chester ‘non sei l’unico...di solito ne sanno più i fans degli altri gruppi che conosco’

Billie Joe ‘già, i fans sono fantastici...se ti prendono in amore diventano stupendi’

Chester ‘certo che c’è da ridere...sanno più cose di noi i fans di quante non ne sappiamo noi stessi gli uni sugli altri...’

Billie Joe ‘proprio così...tu pensa che una volta stavo visitando un sito di alcuni nostri fans e c’erano raccontati degli avvenimenti che nemmeno io mi ricordavo, ma a quanto pare li ho vissuti sul serio!’

Chester ‘è il colmo...’.

Billie Joe stava lentamente rivalutando se non tutta la band per lo meno Chester: non era poi così male, non era quella persona scontrosa e antipatica che sia lui sia Mike e Tré avevano sempre creduto, era un ragazzo normale con una terribile esperienza alle spalle.

Senza volerlo si ritrovò a comparare le loro due vite: lui aveva perso il padre a dieci anni, praticamente subito,  ma per lo meno poteva affermare di averlo avuto per davvero un padre, Chester invece aveva vissuto con un mostro, almeno così la pensava lui.

Anche Chester stava pensando che forse sia lui che i ragazzi se l’erano presa troppo per quello stupido episodio di due anni prima e non avevano nemmeno provato a discuterne con l’altra band, si erano lanciati una serie di accuse più o meno pesanti e poi si erano semplicemente ignorati, senza che nessuno trovasse il coraggio di ammettere i propri errori.

I Green Day avevano sbagliato a giudicare senza conoscere, ma i Linkin Park avevano sbagliato a non farglielo notare.

‘Ehy, va tutto bene là dentro?’.

Chester e Billie Joe si voltarono simultaneamente verso la porta.

Billie Joe ‘Tré, sei tu?’

Tré ‘e certo che sono io, chi vuoi che sia, la fata turchina?!’

Billie Joe ‘idiota...quando ci tirano fuori di qui?’

Tré ‘porta ancora un po’ di pazienza, il servizio di emergenza lo hanno chiamato, ma tu tieni anche conto che sono le undici del venerdì mattina!’.

Billie Joe e Chester guardarono involontariamente gli orologi: davvero era già passata un’ora e mezza?

Non se ne erano resi conto proprio per nulla.

Joe ‘Chester, sei ancora vivo?’

Chester ‘sì Joe, vivo e vegeto!’

Joe ‘ok...tu non soffri di claustrofobia, vero?’

Chester ‘no, questa manca all’elenco delle mie malattie...’

Joe ‘cretino...’

Tré ‘ehy, Billie!’

Billie Joe ‘che c’è?’

Tré ‘sai che James era un furia?’

Billie Joe ‘Tré, non avresti potuto darmi una notizia più lieta in questo momento, avevo proprio bisogno di tirarmi su il morale!’

Tré ‘oops...’.

Billie Joe ‘lo vedi, lui non lo fa apposta, le stronzate gli escono spontanee quando parla!’

Chester ‘dovrei fargli conoscere Mike, mi sa che andrebbero d’accordo...’.

Entrambi si misero a ridere e tutti fuori dall’ascensore rimasero stupiti sentendo le risate venire da dietro la porta.

Mike ‘Chester? stai ridendo da solo?’

Chester ‘ti ricordo che su questo ascensore siamo in due!’ e sia lui che Billie Joe ricominciarono a ridere più forte.

Mike ‘mi sa che lo abbiamo perso...’

Joe ‘mi sa che li abbiamo persi entrambi...’

Tré ‘concordo pienamente...’.

 

Mezz’ora più tardi i due erano ancora chiusi nell’ascensore e stavano parlando tranquillamente del più e del meno come due amici di vecchia data.

Improvvisamente le porte si spalancarono e i ragazzi si trovarono davanti alle loro band che li aspettavano  con impazienza.

Tré ‘ehy, stai bene Billie?’

Billie Joe ‘sì, tutto ok...dov’è James, ci devo parlare, non posso restare, Joseph è in ospedale, lo devono operare di appendicite...’

Mike ‘lo sa già, lo ha chiamato Adrienne...credo che lo abbia minacciato di morte o di qualcosa di simile,  perché ha acconsentito senza fare una piega...’

Billie Joe ‘Adrienne sa esseremolto convincente quando vuole...allora io vado’ e così dicendo si voltò verso l’uscita e vide Chester circondato dalla sua band.

In fondo quella mattinata non era stata buttata via, Billie Joe si era reso conto dell’errore di valutazione che aveva commesso e con molta probabilità ci aveva guadagnato un nuovo amico.

Chester lasciò per un attimo i suoi amici e si diresse verso di lui.

Chester ‘buona fortuna per tuo figlio, spero che vada tutto bene’

Billie Joe ‘grazie...magari ci si becca in questi noiosi corridoi’

Chester ‘ok, ciao!’.

Billie Joe lo salutò e imboccò la porta che conduceva alle scale di ascensori per un po’ non ne voleva più sapere.

Mike ‘Chester...ma teoricamente tu non odiavi i Green Day?’

Chester ‘e allora? nella vita si cambia anche idea! avanti, al lavoro, abbiamo ancora tutto il pomeriggio davanti!’ e così dicendo di diresse verso le scale, dato che anche lui non voleva sentir parlare di ascensori per i successivi due mesi, mentre gli altri lo seguivano confusi.

 

The End

 

 

FINITA!!

SPERO CHE VI SIA PIACIUTA, L’IDEA MI E’ VENUTA IMPROVVISAMENTE MENTRE GIOCAVO A FLIPPER (DELLA SERIE “MA NON AVEVI NIENTE DA FARE!”) E L’HO TROVATA QUANTO MENO CARUCCIA...

ASPETTO LE VOSTRE SPLENDIDE E RIGENERANTI RECENSIONI!

BESOS!

Lady Numb

   
 
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