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Autore: Lady Diamond    17/02/2015    2 recensioni
Piccola long fiction ambientata cinque anni dopo la terza seri.
Celeste Riffler è cresciuta ed è una studentessa che vive a Milano con le sue amiche e Lucifero è un calciatore.
Il caso forse li aiuterà a rivedersi, ma cosa succederà?. Tutto inizia quando un nuovo personaggio incontra uno dei protagonisti della squadra dei celestini e da quel momento i pezzi dei puzzle si incastreranno di nuovo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Celeste, Lucifero, Memorino, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quella sera Celeste si sentiva in ansia.
Lucifero aveva sconvolto i suoi piani e l'aveva invitata a cena e la giovane contessina si era fatta prendere dalla paura, ed in pochi minuti aveva messo a soqquadro la sua stanza, e nonostante si sentisse stanca, non aveva intenzione di rinunciare all'appuntamento.
Quella mattina si era svegliata da sola ed aveva provato un forte senso di vuoto, aveva pensato che il moretto avesse cambiato idea, ma poco dopo aveva notato una rosa ed un biglietto, e immediatamente un sorriso era nato sul suo viso leggendo il testo.
"So che dovevamo vederci per un caffè, ma preferirei invitarti a cena.
Buongiorno Cele, e grazie per avermi ospitato questa notte.
- Lucifero".
 
Lucifero era la sua tortura, ma anche la persona migliore che avesse conosciuto. Dal primo momento che l'aveva conosciuto anni addietro l'aveva affascinata, e quel ragazzo, apparentemente superficiale, acido solo con lei per il suo status sociale, era la persona migliore che avesse conosciuto.
Era stato facile prendersi una cotta, ma meno facile fargli capire che lei provava quell'affetto, così diverso dal semplice voler bene , solo per lui, la persona a cui aveva donato il suo primo bacio.
Celeste ricordava bene quel ricordo, che era il più bello ma contemporaneamente anche il più brutto. Lui quel giorno era partito per l'Argentina, e lei l'aveva visto sparire via in quelle macchine mentre silenziose lacrime iniziarono a bagnarle il volto.
La contessina continuava a vagare per la stanza, sembrava quasi un'anima in pena, improvvisamente una figura a lei familiare apparve davanti alla porta, ma che per diversi minuti non notò.
"Celeste Riffler" trillo Veronica con un tono a metà fra il divertito e arrabbiato.
La castana fissò l'amica interdetta mentre i suoi occhi sembravano chiedere aiuto all'amica.
"Lucifero?" domandò prontamente la mora, osservando la stanza.
Molti vestiti della contessina erano sparsi alla rinfusa sul letto, mentre altri erano stati depositati con poca cura su alcune sedie.
"Esatto! Ed io non so cosa indossare, cioè è un appuntamento, ma non so che tipo di appuntamento e non voglio che pensi qualcosa di sbagliato" confessò la ragazza con una voce quasi isterica.
"Fammi indovinare, ti porta a cena fuori" rispose lei guardando l'amica con un'espressione furba.
Veronica era venuta a conoscenza della cena grazie a Memorino, che in quel momento era nella stanza dell'ex capitano dei Diavoli Rossi per studiare.
I due avevano instaurato in poco tempo un rapporto complice, scatenando la gelosia di Evelin, che aveva notato gli sguardi che lui regalava a Veronica , e appena ebbero udito degli strani rumori dalla stanza di Celeste, lo studente le aveva chiesto di raggiunge l'amica.
La mora si avvicinò alla contessina e la fece sedere su alcuni cuscini e immediatamente iniziò ad esaminare i vestiti dell'amica.
Prese una maglietta blu con inserti di pizzo un po larga, un jeans stretto a vita alta a cui aveva abbinato delle decoltè color argento.
Poco dopo, senza dire nulla si accomodò accanto all'amica ed iniziò ad armeggiare con i capelli, legandoli in una morbida treccia laterale.
Loro non avevano bisogno di parole , avevano imparato a comunicare attraverso gli sguardi, tramite gesti o sguardi. La loro amicizia era pura, senza malizia o invidia ed entrambe erano pronte a supportarsi sempre, talvolta mettendo da parte l'orgoglio.
 
Lucifero era nella sua stanza, fissava l'orologio in continuazione: non vedeva l'ora di rivedere la sua Celeste.
Si, la sua Celeste, perchè dopo quella notte l'aveva di nuovo sentita sua e non avrebbe permesso a nessuno di portargliela via e lui era pronto a tutto pur di riaverla.
Aveva creduto di averla dimenticata, ma in ogni ragazza che aveva incontrato cercava sempre lei e solo dopo la notte precedente lo aveva capito.
Si strofinò le mani e velocemente prese le chiavi della sua auto.
Dopo circa un quarto d'ora giunse al condominio dove abitavano le ragazze, prese un lungo respiro e citofonò.
"Celeste?" domandò il ragazzo.
"Scende subito" rispose Veronica.
La ragazza osservò l'amica e le disse di andare, ma prima che la ragazza uscisse dalla porta, scherzando le disse: "Bimba fa attenzione, i maschi sono tutti pervertiti, quindi torna a casa presto".
"Ma che scema che sei" rispose la castana facendo una linguaccia all'amica, ed entrambe risero.
Lucifero era in ansia, stava camminando nervosamente avanti ed indietro, quando una voce a lui familiare lo ridestò dai suoi pensieri.
Era Celeste.
Si sentiva in imbarazzo e non sapeva cosa fare, lei gli aveva stravolto la vita anni prima, gli aveva insegnato a non avere pregiudizi, gli aveva fatto capire cosa significasse avere fiducia. Era stata il suo tutto durante i tre anni che avevano condiviso.
Entrambi si sorrisero, ma nessuno dei due sapeva cosa dire, difatti nessuno dei due voleva interrompere quel dolce gioco di sguardi carichi d'amore e cose non dette, ma una leggera pioggia li ridestò dai loro pensieri.
"Sei bellissima" sussurrò il moro prendendo la ragazza per mano.
Era bastato un solo tocco per farli rabbrividire.
"Grazie" mormorò lei, schioccando un leggero bacio sulla guancia del giovane, che le sorrise dolcemente.
In pochi minuti raggiunsero il    ristorante scelto.
Il locale era semplice, ma elegantemente ammobiliato, mentre le candele conferivano all'ambiente un aspetto appartato .
Un cameriere fece prendere loro posto, e dopo aver preso le loro ordinazioni sui dileguò.
"Allora, com'è andata la giornata?" chiese Lucifero, proiettando i suoi occhi in quelli ambrati di Celeste.
"Beh, ho studiato e lavorato ed ho anche sentito Samira. Ti manda i suoi saluti".
"Come se la passa? E Jeremy?"
"Oh, loro stanno bene e a quanto pare lui ha messo la testa apposto. Ha trovato lavoro a Banessa, dove studia anche Sam".
"Cavolo, certo che l'amore ha fatto bene al nostro amico Jeremy" rispose lui con un tono sorpreso, nonostante provasse un pizzico d'invidia per i suoi amici, ma era anche felice per loro.
"Senti chi parla, colui che era sempre in guerra con lui. Ricordo la vostra faccia quando Sam vi ha fregato il posto come capo cannoniere" rispose lei con un tono ilare che coinvolse anche il giovane.
Adorava vederla sorridere quando ricordava il passato, oppure quando lui le raccontava una storia buffa.
Semplicemente adorava lei e basta.
Desiderava poterla baciare, ma prima doveva scoprire cosa provava lei.
Era indeciso se porle quella domanda che gli stava balenando per la testa, aveva paura di sbagliare le parole, i modi, o i tempi, in fondo l'aveva rivista solo dopo cinque anni e quello era il loro primo appuntamento, escludendo le due serate precedenti.
Strinse il tavogliolo fra le dita, e continuando a mantenere lo sguardo su lei chiese:
"E di noi? Cosa ne pensi?".
Quella domanda lasciò Celeste senza parole, quasi come se un pallone le fosse finito in faccia senza preavviso.
Istintivamente sorrise, aprì e chiuse la bocca diverse volte, poiché le parole sembravano non voler uscire.
Lui dolcemente le prese una mano ed iniziò ad accarezzargliela, quel contatto per lui sembrava essere indispensabile per poter respirare.
Improvvisamente lei prese parola, e guardandolo negli occhi disse: "Tu sei stato la persona giusta al momento giusto. Lo eri prima e lo sei tutt'ora… sei la persona migliore che io conosca".
Nuovamente iniziarono a guardarsi negli occhi, dando vita ad un gioco di sguardi e di silenzi carichi di significato.
"Cele, posso dirti che lo stesso vale per me. Sai, non mi aspettavo di trovarti qui a Milano…"
"E invece sono qui, siamo qui".
"Semplicemente mi sei mancata, ma non da semplice amica. Sei stata, sei e sarai sempre e solo il mio unico e vero amore".
Celeste si sentiva felice come non si sentiva da anni, quelle parole l'avevano fatta sentire viva, come se nel suo cuore si fosse illuminata una piccola fiammella carica d'amore.
I due uscirono dal locale tenendo le loro mani intrecciate, e appena furono in macchina la contessina gli domandò se lui volesse portala nel suo appartamento.
Appena furono dentro, la ragazza si parò davanti al giovane e gli diede un bacio sulle labbra, che poco dopo venne approfondito.
Sembrava quasi che nessuno dei due potesse fare a meno di quel contatto, come se nell'universo non ci fosse nulla di più giusto.
"Ti amo" sussurrarono i due all'unisono, per poi scoppiare insieme in una grossa risata. Poco dopo lui la sollevò in braccio e continuando a baciarla la condusse nella sua stanza, dove dolcemente consumarono il loro amore rimasto per troppo tempo sopito.

 
 
 
Spazio autrice:
Alla fine ho deciso di non complicare troppo la storia per Celeste e Lucifero, sono troppo pucciosi *-*
Se devo essere sincera questo capitolo è stato difficile da scrivere, ci pensavo da giorni, ma non avevo nessuna idea, tant'è che non sapevo se continuarla o meno, ma eccomi qua.
Diciamo che scrivendo questo capitolo, nonostante le difficoltà mi sono divertita ed emozionata... Mi sembrava di vivere le emozioni dei protagonisti in alcuni punti, e scrivendo mi e ritrovata a sorridere immaginando alcune scene.
Vi annuncio che, anche se avevo deciso di continuare il rapporto Memorino-Veronica, ho deciso che questo sarà il penultimo capitolo.
Grazie ad ildiodeifluff e deathwriter che mi lasciano sempre un loro commento, ed anche a gattapelosa che mi ha spinta a scrivere finalmente questa storia che avevo in mente da anni.
Grazie ai lettori silenziosi e a chi ha messo la storia fra le preferite.
Ci vediamo con l'epilogo.
Baci a tutti,
Carmen.

 

   
 
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