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Autore: Spensieratezza    20/02/2015    5 recensioni
ATTENZIONE questa storia contiene vaghi spoilers sulla 10 x 14!
“NO! NON VOGLIO FARLO…Io ho….ho……PAURA!” e nel pronunciare quella parola, Caino rivide il ragazzino piangente e impaurito che guardava il suo fratellino salire su quell’albero troppo pericoloso e alto per lui.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Cain
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nel futuro
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“Il tuo passato parla chiaro, Caino, sei completamente pazzo “

Questo disse Dean Winchester, la persona che l’aveva ucciso.

Caino aveva risposto che no, non si era mai sentito così lucido, invece.

Ma non era la verità.
 


Mentre Caino sentiva la testa girare e diventare ora leggera, ora pesante e ora di nuovo leggera, ripensava alle parole di Dean, mentre Caino gli stava spiegando la sua folle missione di eliminare tutti i suoi discendenti…

“E che mi dici del ragazzino?”

“Poteva prendere entrambe le strade, meglio essere scrupolosi.”
 

No. davvero aveva avuto intenzione di uccidere un bambino? Davvero?

Cercava ancora di rialzarsi, ma le gambe non gli erano mai sembrate tanto pesanti.

Cercò di vedere, ma, all’inizio pensò addirittura di essere diventato cieco, ma poi tutto si rischiarò intorno a lui.
 

Uno spazio bianco, accecante.
 

Una figura in lontananza, vestita di bianco.

Una testa piena di riccioli biondicci e due occhi verde chiaro. Un viso giovanile.
 

No. No. Questo no.
 
Secoli….Millenni che non vedeva quel volto. Non lo vedeva da così tanto tempo che credeva di essersi dimenticato com’era fatto.
 

“Ciao fratello!”
 
Quella voce. Quel….nome…

Abele doveva sapere che cosa gli avrebbe fatto quel nome. Fratello.
 
Abele lo guardava sorridendo, poi serio, poi sembrava perplesso e un po’ preoccupato.

Caino si sentì terrorizzato. Lui, il padre dell’omicidio, che non aveva paura di niente e nessuno, lui che incuteva terrore a chiunque, tremava.
 
“Non ci vediamo da tanto tempo…non vuoi neanche salutarmi?”

“STA LONTANO DA ME!” gridò Caino, cominciando ad indietreggiare, senza alzarsi da terra.

“Non vuoi neanche dirmi che ti sono mancato?” chiese Abele, camminando verso di lui.

“VATTENE VIA, VIA!” gridò Caino, cercando di coprirsi con le mani.
 

Abele arrivò da lui e con una gentilezza inaspettata, gli tolse le mani dal viso.

“”No….no…”

“Guardami..” gli ordinò.

Caino volse la testa dall’altra parte, chiudendo gli occhi, allora Abele gli girò la faccia perentorio.

“Guardami.” Disse più dolce.
 

Caino lo guardò negli occhi, sentendo i suoi bruciare.

Dopo pochissimo, i suoi cominciarono a lacrimare.

Sentì la mano di Abele asciugargli una lacrima, piano.
 
“Hai cercato di far fuori la nostra stirpe…”

“Mi dispiace. Scusami.”

“Hai detto che la nostra stirpe è corrotta, contaminata.”

“È la verità…ma io non volevo..non volevo farlo…è solo che non riuscivo a fermarmi…”

“Hai parlato del tuo accordo con Lucifero, come di un rimpianto…se potessi tornare indietro, rifaresti la stessa cosa, sapendo a cosa saresti andato incontro?”

Caino ora lo guardò sorpreso. Si specchiò nei suoi occhi così verdi e non era sicuro di che risposta dare…quando era assieme a Dean poco prima, sembrava così sicuro della risposta…ora invece non ne era più sicuro e non era più sicuro della risposta che Abele voleva e avrebbe voluto sentire….

“Io….io non so…non so…” riuscì solo a balbettare.
 
Abele sorrise in modo comprensivo, poi lo fece alzare e cercò di spingerlo in una direzione.

“Che stai facendo?”

“Voglio farti vedere una cosa.”

“No. per favore…non voglio…non voglio vedere niente.” Disse Caino, pensando che Abele volesse mostrargli chissà quale atroci malvagità avesse compiuto nel suo oscuro e lungo passato.

“Ma come?? Il Grande Caino che ha paura?” gli disse Abele, tenendogli le braccia ferme dietro la schiena, ora che si erano avvicinati davanti a un laghetto, e un flashback forte come un fulmine li trapassò entrambi.
 
“Ho paura, Abele, ho paura, scendi!” gridava Caino ad un fratellino troppo intraprendente e spericolato, che si era arrampicato sugli alberi.

“No!” diceva lui, ridendo.

Caino allora sconfisse la paura per arrampicarsi e andare a prendere il fratellino e portarlo giù.

“Hai visto? Non avevi davvero paura!” diceva il piccolo, abbracciando il collo del fratello che lo teneva in braccio.
 
 


Ti ho perdonato, fratello, ma se desideri davvero lasciare il passato e il dolore alle spalle, guarda il tuo riflesso nell’acqua.” Gli diceva Abele.

“NO! NON VOGLIO FARLO…Io ho….ho……PAURA!”  e nel pronunciare quella parola, Caino rivide il ragazzino piangente e impaurito che guardava il suo fratellino salire su quell’albero troppo pericoloso e alto per lui. Per un attimo l’immagine di quel ragazzino piangente lo sopraffò così tanto che senti ogni cellula del suo corpo disintegrarsi. Il suo stesso corpo cadere a pezzi.
 

Poi Abele, mentre lo abbracciava ancora da dietro, tenendogli ferme le braccia, gli disse con una dolcezza inaspettata:

“Eppure, hai vinto le vertigini...." gli disse, prendendogli le mani,che erano attaccate agli occhi.

"quando ti tuffasti nella fossa del male " e adesso gli stava togliendo le mani dagli occhi, mentre Caino ancora a occhi chiusi, non opponeva resistenza, in una sorta di dolce arrendevolezza..

…   per me......”  disse Abele, scoprendogli il volto e trovando gli occhi di Caino ora aperti che lo fissavano solenni di illuminata comprensione.



Caino pensò che Abele doveva sapere che cosa gli avrebbero fatto quelle parole.

“Guarda il riflesso nell’acqua, fatello.” Disse ancora Abele.
 
Caino guardò. Si avvicinò con lentezza davanti alla superficie dell’acqua e guardò dentro.

Vide sé stesso com’era da adolescente. Un viso pulito e innocente e due occhi grigi e luminosi. Nessuna traccia di malvagità incisa. Nessuna piega di sofferenza aveva dilaniato quel viso.
 
“Come…come è possibile?” sussurrò, toccandosi il viso.

“Siamo in Paradiso, fratello. Siamo qui dove tutti i grandi sbagli ed errori vengono perdonati e il dolore cancellato.”

“Dio mi ha permesso di essere qui in Paradiso con te, dopo tutto quello che ho fatto, dopo il male che ho causato??” domandò stupito Caino.

“Quello che tu hai fatto…sacrificare te stesso per salvare me, ha gettato una macchia di male sulla terra, incancellabile, ma ha gettato anche un’ombra d’amore eterna, e anche quella è incancellabile, fratello, e sai quanto Dio dia importanza all’amore!”
 
Caino era ancora confuso. Abele continuò:

“ C’è una cosa, in grado di lavare via e perdonare tutte le colpe, fratello, ed è il Sacrificio Supremo. Non il sacrificio di altre persone, ma quello personale! Per salvare me, hai annientato te stesso e hai già ricevuto il castigo più grande di tutti. Ora che anche tu sei morto, non credi di aver già pagato abbastanza?”

Caino fissò Abele negli occhi.

“Ti ho fatto del male….”disse, accarezzandogli una guancia. “Restare qui con te è anche più di quello che meriti…”

“Per tanto tempo non hai fatto altro che stabilire tu che cosa meritassi o meno, adesso lascia che siano altri a stabilirlo per te.” Disse Abele dandogli un dolce bacio sulla guancia e indugiando su quella stessa guancia, mentre delle lacrime rigarono il volto di Caino, sopraffatto dalla tenerezza di quel gesto.

Caino poi cedette e lo abbracciò, piangendo più forte.

“Ti voglio bene.” Si lasciò scappare poi.

“Lo so, fratello, so che me ne hai sempre voluto, e anche se non te l’ho mai detto, anch’io ti voglio bene. Avrei voluto farlo prima.”
 



Finalmente il peso che Caino sentiva addosso per tutta la vita, decise di lasciare il suo corpo. Caino lo sentì come un macigno troppo pesante che si muoveva nel suo stomaco e che per la prima volta si muoveva, indeciso, che tremava, perché accortosi che qualcosa era cambiato stavolta, che finalmente non aveva più motivo di restare li e felice perché sapeva di aver finalmente trovato la pace, il macigno si sgretolò in ogni sua molecola e finalmente si dissolveva, lasciando al suo posto una leggerezza che non sentiva da tanto tanto tempo.

“Il marchio, Caino. Guarda. Non c’è più. È scomparso!” disse Abele, raggiante di gioia e Caino sentì la felicità irrompere con ancora più prepotenza.

Sì, finalmente quel marchio che l’aveva perseguitato per secoli, se n’era andato.

Aveva sempre creduto che avrebbe fatto male quando sarebbe successo e invece era dolce come una carezza, come le carezze e gli abbracci di Abele.
 

“Ho sempre pensato che la cosa più importante per me fosse…la Prima Lama…ero uno sciocco….quanto sono stato cieco…” disse Caino. Non riusciva ancora a credere a quanto era assoggettato a quell’oggetto, a quanto lo desiderasse sopra ogni altra cosa, ma ora che Abele era li con lui, capiva quanto era stato sciocco ad aver dimenticato che cosa fece davvero iniziare tutto. Il profondo amore per suo fratello.

Abele sorrise e non disse niente. Coprì solo con un gesto del suo lungo mantello, con dolcezza,  i loro corpi, nascondendoli completamente. Per lunghissimo tempo il mondo gli aveva portato via suo fratello, separandolo da lui e adesso finalmente erano di nuovo vicini.

















Note dell'autrice: 

Volevo inserire anche qualche immagine, ma già il testo strazia così, quindi penso sia abbastanza ahhahah

Posso dire che la puntata della 10 x 14 mi ha ispirata questa ff e scrivere questa storia mi ha sconbussolata! Mi stavo anche commuovendo quando la scrivevo, insomma mi ha toccato molto, e capita con poche ff che scrivo, anche se poi alla fine adoro tutte le storie che scrivo, ma poche mi emoziona proprio scriverle! Spero abbia emozionato anche voi!

Avrei voluto vedere Abele anche nel telefilm e avrei voluto che avesse un confronto con Caino. Ce l'avevano promesso e mi hanno illuso u.u

Mi è piaciuta l'idea di un ritrovo tra i due fratelli, finalmente, dopo tanto tempo, e mi è dispiaciuto tantissimo per Caino nella puntata scorsa!

avevo detto che siete liberi di vederla come volete, slash o non slash, ma ho cambiato idea, io so qual è la verità perchè sono io l'autrice e quiindi mi rimangio le mie stesse parole :)
   
 
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