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Autore: Hikari_F    20/02/2015    3 recensioni
Non era amore il sentimento che mi spinse a desiderare di proteggere quel nobile eroe con tutta me stessa. Non era amore il sentimento che mi indusse ad entrare nell’accademia militare. Non era amore quello che mi persuase ad imbracciare un’arma da fuoco. Non era amore quel che mi portò sul campo di battaglia.
No.
Era qualcosa di ancora più forte.
Per pietà, siate buoni con me! Si tratta della mia primissima fiction, non poteva non essere una royai :D Buona lettura!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang | Coppie: Roy/Riza
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La prima volta che i miei occhi di bambina incontrarono i suoi, spavaldi eppure così espressivi, non avrei mai potuto immaginare che avrei finito per amarlo e proteggerlo per tutta la vita: il ragazzetto sfacciato dagli scompigliati capelli neri ed il sorriso ammaliatore, quel ragazzetto a cui guardavo con diffidenza e fastidio, sarebbe cresciuto diventando Roy Mustang…il mio colonnello, nonchè mio unico e profondo amore.
 
Giorno dopo giorno, mese dopo mese, il mio corpo crebbe e si trasformò in quello di un’adolescente dalle curve morbide, con corti capelli biondi…femminile, nonostante l’atteggiamento da maschiaccio tradisse quel bell’aspetto aggraziato. Crescevo sotto il suo sguardo intenso che mi studiava, mi scavava dentro, mettendomi completamente a nudo in un solo istante.
Imparai a scambiare qualche parola con lui, poi a conoscerlo: ben presto la sua presenza come allievo di mio padre cessò di infastidirmi. Divenne un piacere sapere che tra quelle quattro mura avrei trovato lui, sempre pronto a stuzzicarmi con qualche commento irriverente, a trasformare i musi lunghi in sorrisi…la verità, anche se a quell’età è una verità scomoda e difficile da accettare, è che ero completamente innamorata di lui, del modo in cui era entrato nella mia routine, mutandola in qualcosa di completamente diverso ed eccitante.
-Ehi, Riza?- Sussurrò Roy, stiracchiandosi e mettendo via i testi d’alchimia.
-Sì?- Mormorai in risposta, varcando timidamente la soglia dietro cui mi ero nascosta per ascoltare la sua voce intenta al ripasso. Avrei voluto chiedergli da quanto tempo si fosse accorto della mia presenza, nonostante la porta chiusa, ma ero troppo intimidita per riuscire a proferire qualcosa di diverso da un monosillabo.
-Il respiro.- Disse, ridacchiando; poiché lo guardai senza capire, spiegò -Ho sentito il tuo respiro, dietro la porta. Volevi dirmi qualcosa?-
Fu un duro colpo! Non era la prima volta che facevo una cosa del genere: quante altre volte se n’era accorto? Cosa avrebbe pensato di me? Le mie guance si colorarono di un rosso intenso, senza che potessi far nulla per spegnere quell’incendio.
-Nulla. Volevo solo…chiacchierare. Se hai finito di studiare.- Balbettai, incapace di guardarlo.
Avrei voluto che arrossisse di rimando, ma naturalmente non accadde.
-Volevi solo chiacchierare, eh?- Il suo sorriso si fece ancora più largo -Io avrei un’idea migliore.-
 
Se fossi stata identica a qualunque altra ragazzina della mia età, avrei immediatamente capito a cosa si stesse riferendo…ma io ero Riza Hawkeye, cresciuta lontana da ogni tipo di malizia: il pensiero della prima volta sotto le lenzuola non mi aveva mai nemmeno sfiorata, nonostante avessi compreso da tempo che il mio interesse per Roy non si poteva propriamente definire platonico.
Quando chiuse a chiave la porta alle proprie spalle capii che forse nemmeno lui si sentiva davvero consapevole di quel che stavamo per fare…incredibilmente intravidi del rossore sulle guance.
Fui assalita da mille dubbi e domande mentre si distendeva su di me baciando delicatamente il mio collo, mentre cercava invano di sbottonarmi la camicia con le mani tremanti che si ritrovava. Era pronto? Sapeva quanto fosse importante quello a cui stavamo andando incontro? Ma soprattutto…
-Aspetta.- Sussurrai, lottando disperatamente contro il desiderio improvviso di lasciarmi andare alle mie più recondite emozioni -Perchè?- chiesi, dando voce agli interrogativi che vagavano per la mia mente -Perché?- Ripetei, sfidando il suo sguardo penetrante con i miei grandi occhi nocciola.
-Non lo so.- Fu la sincera risposta -Ma ogni volta che ti vedo, mi viene voglia di fare questo.-
In quell’istante fu come se il tempo si fosse fermato.
Le sue labbra screpolate si posarono sulle mie, sfiorandole in quello che supposi essere il primo bacio per entrambi. L’inesperienza fu presto messa da parte da un’esperienza tutta nuova, che acquisimmo direttamente sul campo: al primo incontro di labbra ne seguirono altri, in un crescendo di passione, ognuno diverso dal precedente. Sembrava inconcepibile anche solo immaginare di fermarsi…
Eravamo sospesi in un’altra dimensione, soli, desiderosi solo di baciarci ancora e ancora e ancora…fino a che…
Nessuno dei due proferì parola; ci limitammo ad uno sguardo di sfuggita per capire che era quello che entrambi desideravamo, l’unico mezzo per spegnere l’incendio che divampava nei nostri corpi, devastandolo con uno ancora più bruciante.
-Riza.- Disse, infrangendo il silenzio -Sei sicura?-
 Risposi con un ultimo bacio; a quel punto non era possibile tornare indietro. Non più.
I nostri corpi nudi si strinsero nell’abbraccio più profondo, fondendosi in un'unica entità; eravamo entrambi immaturi, giovani, inesperti. Facemmo l’amore nel modo più dolce e impacciato che si possa immaginare, eppure non l’avrei voluto diverso per niente al mondo: eravamo stati travolti da qualcosa più grande di noi, troppo difficile da capire…più complesso di qualunque alchimia.
-Roy.- Sussurrai: non sapevo che di lì a poco avremmo smesso di chiamarci per nome, non sapevo quando sarebbe stato emozionante, un giorno, riuscire a rivolgerci nuovamente l’una all’altro con quell’incredibile spontaneità -Ho paura.-
-Anche io.- Fu la risposta -Ho paura che tutto questo non succeda mai più.-
Il mio corpo fu scosso da un tremito…io ero semplicemente atterrita. Avevo paura di quanto era accaduto, temevo la maestosità di un sentimento e di una passione che andava al di là della mia comprensione.
-Invece sarà proprio quel che succederà.- Dissi risoluta, rivestendomi in fretta –Non…non dobbiamo più permettere che accada.-
Roy mi fissò, inespressivo; evidentemente non si sarebbe mai aspettato una risposta del genere.
Senza aggiungere altro lasciammo la stanza, nonchè unica testimone di quell’istante che ci aveva visto bruciare e poi rinascere come fredda cenere.
-Mai più.- Ripetei, più a me stessa che a lui, mentre tentavo con ogni mezzo di cancellare dalla mia mente tutto quel che avevo provato…
Ma era come i tatuaggi che mio padre avrebbe, un giorno, impresso dietro la mia schiena.
Un marchio indelebile, una parte di me; io e il futuro alchimista di fuoco ci eravamo scottati, ma avremmo custodito quelle cicatrici per sempre, nonostante tutto, al riparo da ogni sguardo…persino dai nostri.
   
 
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