Acquario-Scorpione
(parole: 181)
Il
Santo dell’Acquario era considerato da molti semplicemente
un solitario ma questo non lo aveva mai infastidito.
La
verità era che apprezzava il silenzio più del
ciarlare
animato che contraddistingueva il Santuario che e non lo aiutava a
concentrarsi.
C’era
però chi non si lasciava scoraggiare dalle dicerie sul
suo conto e che sovente passava a disturbare la quiete che il Santo
dell’undicesima
casa si ritagliava tra una missione e l’altra.
“Ehi
musone, che combini?!” un vociare squillante
accompagnato dall’eco di passi sul marmo del tempio fecero
emettere a Camus un
rantolio sconfortato.
“Leggevo
Milo, leggevo…” Solleva gli occhi solo un istante,
tanto basta per essere abbagliato dal sorriso smagliante del Santo
dello
Scorpione che con mano lesta gli sottrae il volume dalle mani con una
risata.
“Sai
che novità…” soffia Milo, riponendo il
libro nella
libreria lì accanto, cominciando a sommergere il povero
commilitone di un fiume
di parole con un’abilità pari a quella di un
televenditore.
Il
Santo dell’Acquario apprezzava il silenzio più di
ogni
altra cosa ma proprio non riusciva a detestare il ciarlare di Milo
dello
Scorpione.
Mi scuso in anticipo per eventuali errori ma io e la punteggiatura non andiamo proprio d’amore e d’accordo…