O, lingua desueta, desunta grotta in sul lago, perché porti il feretro del defunto Slavo? Non fu ei meno vorace di saperti apprezzare? Non fu ei men contento di poterti vivere e te riportare al ciel stellato con l'imponenza del suo fiato? Non son grato che un altro uomo da me si volga e che alla terra nuova linfa dolga, ma nemmeno gli canterei i salmi con le voci ch'ei rifiutò poiché distanti, coi vostri nonni desolati nelle fosse, straziate le carcasse, perché in eternità esposte alla vicinanza di viltà incommosse.