Un ritorno forse definitivo,o magari
momentaneo…
Un esperimento consumatosi in un attimo di pura ispirazione solo grazie
a
lui,Robbie Williams…
Ho una solo cosa da dire su questa song di R.Williams…
Ho sempre immaginato un’assolata e pigra giornata di
primavera,ascoltandola…
Infine voglio dedicare questa fics alla mia adorata
Hanami-chan…
Ti voglio bene,
Spero vi piaccia,fatemi sapere.
Un bacio.
Iria
Supreme
Aprii la porta del vecchio appartamento
abbandonato dove, in quegli ultimi tempi, mi rifugiavo.
Ero solo la povera vittima di antichi
ricordi e stupidi sospiri rievocati nel presente.
Avevo staccato la spina dal resto del mondo e mi sentivo bene.
Percorsi in silenzio il buio corridoio, percependo i movimenti di
qualche topo
all’interno delle pareti scrostate.
Mi fermai davanti la porta della mia camera e, aprendo l’uscio, varcai la soglia di quell’unico
angolo, da poco tempo a quella
parte, nuovamente vivo.
*Oh it seemed forever
stopped today
all the lonely hearts in London
caught a plane and flew away
and all the best women are married
all the handsome men are gay
you feel deprived.*
Oh,oggi mi è sembrato che
l'eternità si fosse fermata.
tutti i cuori solitari di Londra
hanno preso un aereo e sono volati via…
e tutte le donne migliori sono sposate,
tutti gli uomini carini sono gay
Senza
tempo e senza ragione l'universo percorre una famelica ed insensata
corsa.
Privo di curiosità, posai lo sguardo sulla strada
deserta ed assolata che si
snodava fuori dalla finestra aperta della camera.
La fresca brezza di primavera entrava pigramente, smuovendo le opache e
ricamate
tendine bianche -futile arredo di una stanza spoglia.
La luce si rifletteva in ogni angolo di quel mio amato rifugio
quotidiano.
Chiusi gli occhi, abbandonandomi ai raggi che bagnavano il mio volto.
La solitudine che avevo cercato era ciò che ritrovavo in
quell'istante di
delizioso silenzio.
Il tempo trascorreva conducendo, inesorabilmente, il mio corpo
al deperimento
organico cui tutti gli esseri viventi sono sottoposti.
Ma potevo coglierla, l'eternità...
Tempo illimitato, non paragonabile all'esistenza di una sola generazione.
Sorrisi.
Non potei evitarlo.
Che pensieri insensati..!
Eppure...
Ero solo nella camera, adoravo la mia stanza vuota, senza vita e senza
testimonianza alcuna; e quasi mi pareva di poterlo percepire, il rombo
del motore
di un aereo lontano che conduceva via i sospiri e le speranze di
passeggeri
innamorati e cuori non ancor colmati da quel dolce sentimento che fatale si
era
dimostrato nelle tragedie di cui fu un certo Shakespeare, l'autore...
Materia difficile, l'amore.
Il buon Eros sceglieva malamente e ciecamente le vittime per le sue
fatali
frecce e, struggente ed insensata, era l'asprezza di una delusione di un
amore
vano e disilluso, che nutrì e nutrì un cuore fino
a farlo traboccare di
desiderio, bramosia ed il più semplice calore.
*Yeah are questioning
your size?
Is there tumour in your humour,
are there bags under your eyes?
Do you leave dents where you sit,
are you getting on a bit?*
Tu ti senti svuotato
Se ti preoccupi della tua taglia?
C'è un tumore nel tuo umore,
hai le borse sotto gli occhi?
Lasci delle ammaccature quando ti siedi,
ne vuoi un pezzetto?
Mi
ero
sempre chiesto, fino a quel momento, perché l'importanza
dell'estetico e delle
frivolezze.
Creature viziose, gli umani.
Fui in grado, in seguito, di rispondere a questa mia (tanto
banale) domanda.
Sospirando, mi misi a sedere su quel comodo letto che avevo avuto la
fortuna, un
tempo, di poter acquistare.
Lasciai scivolare una mano sul ruvido, vecchio e leggero
copriletto, chiudendo
gli occhi per rievocare ciò di cui quelle mura e quelle
stesse coperte erano
stati, anni addietro, testimoni.
Eros si era dimostrato ragguardevole nei miei confronti.
Potevo dire di essere stato... posseduto da un Dio fattosi di sangue e carne.
Fui totalmente perso nel suo tocco rovente, catturato dal suo svariato
umore, intrappolato nei bracieri del suo amore.
Risi lievemente e fui presto preso da un senso di lontana nostalgia.
Quel Dio, il mio Dio, aveva lasciato il chiaro segno del suo funesto e
delicato
passaggio: perché lo
aveva portato via, il
frammento dell'aureo sentimento che ero stato tanto sciocco da
porgergli.
*Will you survive?
You must survive!
When there's no love in town
this new century keeps bringing you down
all the places you have been
trying to find a love supreme.*
Sopravvivrai?
Devi sopravvivere
Quando non c'è amore in città,
questo nuovo secolo ti deprime…
sei stato in così tanti posti
a cercare un amore supremo
I
più
antichi filosofi greci lo avevano spesso accennato: 'Coloro che gli Dei amano, muoiono giovani'
Avevano ragione…
Certamente, non ero morto, ma si trattava di una sorta di
amara metafora: non
avrei più vissuto, mi sarei limitato semplicemente a
sopravvivere...
Perché dovevo farlo...
Perché la resa non era mai rientrata nei miei standard; e
spero che ancora per lungo
tempo si terrà lontana dalla mia vita.
Perché la morte era penetrata ben oltre lo strato organico
del mio fragile e
miserabile corpo…
Mi sollevai delicatamente, e la mia attenzione fu catturata da un foglio
sul
pavimento.
Con vivace curiosità raccolsi quel pezzo carta.
…
Era mio, indubbiamente.
Avevo riconosciuto il disegno; negli anni avevo di gran lunga migliorato
lo
stile che vantavo, e quel piccolo ritratto a matita mi diede
l’impressione di un
simpatico scarabocchio.
Ma sussurrava così chiaramente antiche parole…
Il foglio era ingiallito ai bordi ed alcune linee erano quasi
scomparse, sbiadite
dal tempo…
Ma i bei tratti erano stati risparmiati ed ancora così
intensi e reali erano
quegli spavaldi, tristi e fiammeggianti occhi.
Ripiegai il disegno, posandolo e poggiandomi a mia volta sulla scrivania
traballante, divorata in piccola parte dalla tarme.
Mi ero sentito vacillare nel rievocare quel
sentimento che pareva essere
divenuto un tabù...
Non ho mai vantato grande saggezza… Ma come disprezzai quegli anni senza amore né passione.
Eros, Eros..!
Dove avevi perso il tuo arco e le tue frecce?
Psiche, la tua amata, ti tratteneva tra le
sue dolci braccia?
Lo avevo sempre ricercato ed inseguito, l’amore.
Miravo all’incarnazione perfetta e più rispondente
al mio ideale…
Ma perfezione ed amore
sono sempre stati principi opposti, schierati agli
antipodi, senza convivere o incontrarsi mai.
*Oh what are you
really
looking for?
Another partner in your life to abuse and to adore?
Is it lovely doves stuff
do you need a bit of rough?
Get on your knees!*
Oh cosa stai
cercando veramente?
Un altro partner di cui abusare o da adorare?
È roba da piccioncini innamorati,
hai bisogno di qualcosa di selvaggio?
Mettiti in ginocchio.
Con uno
scatto
frustrato aprii il cassetto della scrivania, chiudendovi dentro il
ritratto.
Tirai subito dopo un sospiro di sollievo, inspirando quanto
più ossigeno fosse
possibile.
Mi era sembrato di essere rimasto in apnea per lunghissimi ed
interminabili
minuti…
Perché il passato si era nutrito di
così
tanti respiri, sospiri, parole ,gesti e grida…
Ricaddi seduto sul pavimento polveroso, incrociando le gambe e
posando i
palmi sulle ginocchia.
Mi allungai verso una parete dove, dalla mensola in alto, era ricaduto un
libricino dalla copertina rossa rilegata e che in quel momento giaceva
rivolto
verso il muro ingiallito -notai che la carta da parati andava scollandosi.
Lo presi ed iniziai a sfogliare con un cipiglio sconcertato
l’oggetto della mia
attenzione…
'Il Piccolo
Principe’
Sbuffai, rilanciandolo
lì dove lo avevo
raccolto.
Ero già abbastanza depresso, non avevo bisogno di leggere di
un moccioso dai
capelli d’oro morto e mai più
ritrovato, chiaro riferimento ad una fanciullezza sfumata troppo presto...
Ma non potei fare a meno di rattristarmi.
La mia mente ha sempre fatto strani collegamenti tra i vari pensieri e
nemmeno
quella volta se ne era risparmiati.
Cos’avevo?
Più nulla…
Cosa cercavo?
Non ne avevo la minima idea.
Thanatos, Thanatos..!
Perché
sentivo il bisogno ed il desiderio del tuo freddo bacio?
Ricordavo
il tocco di gelide mani in notti
di estate ed il calore di un inconsapevole amore in serate
d’inverno.
Potevo riassaporare la violenza di frustrati sfoghi nella
tranquillità e nella
pigrizia dei pomeriggi di primavera e la malizia di nuovi giochi
d’amore sul
tappeto nel soggiorno, di fianco al fuoco che scoppiettava nel camino durante la
notte di
Capodanno.
C’era ancora l’odore dell’amore e la
folle danza e la fusione di due corpi, nati
per essere una sola anima…
Nel bene e nel male…
*Yeah turn down the
love songs that
you hear
’cause you can't avoid the sentiment
the echoes I your ear
saying love will stop the pain
saying love will kill the fear
Do you believe? You must believe!*
Sì,abbassa
il volume delle canzoni d'amore che
senti.
perché non puoi sfuggire al sentimento
che riecheggia nel tuo orecchio…
dicendo che l'amore curerà il dolore,
dicendo che l'amore sconfiggerà la paura…
Crederai?
Devi credere!
Lo stereo a cui
avevo ridato vita, crudelmente
bisbigliava:
*Reflections of me in your eyes,
oh please
Talk to me, show some pity
You touch me in many, many ways
But I'm shy, can't you see*
Tremai…
Lo avvertii, il mio corpo si scosse violentemente.
Mi diressi alla fonte di quell’assurdo e straziante
lamento, calando di colpo il rumore
infernale.
Un cupo riflesso del mio longilineo profilo era intrappolato in
infuocati laghi
di lava…
Parole che, al dolce accenno, supplicavano un muto istante di
compassionevole
attenzione si liberarono dalla loro prigione di ricordi, tornando
prepotenti a
rioffiorar dalle mie labbra…
Amore, non ho mai visto la neve; voglio
ascoltarla, la caduta dei candidi fiocchi!
Perché la neve è bianca?
La sua purezza lava via i peccati?
Ma io… Non sono mai stato toccato da un fiocco di
neve…
Volevo credere nel fatto
che
fosse l’amore ad evitarmi, mi resi conto infine che ero io che
tentavo di
sfuggirgli.
Inutilmente, stupidamente, banalmente…
Le
frecce di Eros, dolce Eros, lasciavano profonde e dolorose ferite.
Cosa può curare un dolore d’amore se
non l’amore stesso?
Phobos, perché tormenti il fragile
Eros?
Molte volte mi ero dimostrato più vile di
quanto credessi: cedendo alla
paura, mai avevo dato calda fiducia all’amore…
Amore forte e combattivo, amor che sa
rinascere e mai più morire…
Dovevo crederci, solo questo.
Dovevo convincermi ed abbracciare quel pensiero formulato
e più volte
ripetuto che, come una litania, risuonava nella mia stanca mente.
L’amore mi aveva toccato in tanti modi…
Aveva succhiato la mia pelle e sfiorato le mie labbra, aveva morso la
mia carne
e violato la mia intimità.
Aveva amato il mio corpo e corrotto il mio spirito, aveva adorato la mia
anima e
lambito il mio cuore.
Avevo conosciuto la violenza di un bacio…
Apprezzato e goduto di una profonda e passionale spinta, di una lenta
fusione
nel proprio corpo.
C’era la timidezza di un mio fugace sguardo e
l’ironico sorriso del Dio che mi
stava amando, nel ricordo che stavo rivivendo.
La mia sciocca timidezza, la mia inesperienza e l’iniziale
pudicizia…
Dovevo
solo credere nell’emozione di
quell’attimo…
Sarebbe tornata.
Lo speravo...
This new century keeps bringing you down
All the places you have been
Trying to find a love supreme…
A love supreme *
Quando non c'è amore in città,
questo nuovo secolo ti deprime…
sei stato in così tanti posti
a cercare un amore supremo…
Un amore supremo
Era
così frustrante…
La mancanza di amore, intendo.
O
più
precisamente l’amore donato e mai ricevuto.
Ancora oggi, rievocando quel pensiero, non posso fare a meno di avvertire
un peso
nel mio animo.
Fardello di così tante e tali
dimensioni
da risultare insopportabile, su scarne spalle.
Mi aveva schiacciato.
E risalire era così doloroso e faticoso.
Le mie mani graffiate, sanguinanti e stanche non avrebbero retto ad un
ennesimo
e sfiancante tentativo di ribalta
Perché Eros ti tendeva
solo una volta la
mano…
Sui volti dei rari passanti sotto la mia finestra distinguevo
solo il
bianco e il nero.
Neanche la più lontana sfumatura di quel delicato colore di
cui gli artisti
cantavano e cantano tutt’ora.
Non vi era la figura alata che, librandosi in volo con un dolce e delicato battito
d’ali, compiva il suo dovere.
Amor che si innamora e mai più bersaglia i solitari
cuori.
Psiche… Cos’hai fatto..?
Mi era sempre piaciuto il profumo
della primavera.
Portava con sé rinascita e speranza che, nonostante fossero
destinate a
consumarsi lentamente e dolorosamente, sarebbero rinate.
Perché Persèfone ritornava sempre tra
le braccia dell’affettuosa madre.
La primavera era l’unico medicinale che possedevo
contro il malato secolo
in cui stavo vivendo e in cui sarei morto.
L’inverno era il mio riposo, l’estate il mio terrore.
Perché per Persèfone si
avvicinava il
momento di ricongiungersi con l’amato marito…
Carezzai il marmo sporco del davanzale della
finestra, mordendomi un labbro.
Condussi senza particolare interesse gli occhi su di
un’anziana signora che
sollevando lo sguardo mi sorrise, mostrandomi un lieve e debole cenno di
saluto.
Inizialmente sorpreso, poco dopo ricambiai con un mezzo sorriso.
Il colore del cuore di quella debole donna era di un rosso intenso, ben
più
acceso di quello dei miei lunghi capelli.
Era possibile che ancora qualcuno vivesse
per amore?
*I
spy with my little eye
something beginning with (ah)
got my back up and now she's screaming
so I've got turn the track up
sit back and watch the royalties stack up*
Con il mio occhietto spio
qualcosa che comincia con (ah)
ho alzato le chiappe e adesso lei grida,
così devo alzare il volume,
sedermi dietro e guardare le royalties che crescono…
Richiusi la
finestra che produsse un rumore sordo e cigolante.
Voltandomi, mi bloccai di colpo; e posai lo sguardo su di un particolare che
in quei
giorni avevo completamente ignorato: il divanetto nella camera.
Era stato coperto da un polveroso e lacero lenzuolo bianco che, come in
trance, sollevai immediatamente con frenesia.
Poco dopo ricaddi seduto, senza forze, sul vecchio arredo e mi coprii gli
occhi
con mani tremanti.
Perché era lì
che, giocando, avevamo
consumato per la prima volta il nostro amore.
Se
avessi potuto
rivivere quell’esperienza, lo avrei fatto.
Non avevo rimorsi…
Solo l’amerezza colmava il mio cuore.
C’erano labbra che sfioravano con desiderio il
mio ventre, baciavano il
mio addome per poi tornare a mordere la mia bocca e farla diventare rossa e gonfia per
l’incontenibile passione.
C’erano le nostre mani incrociate e un bacio posato sul mio
interno coscia.
C’erano le mie dita bianche tra i suoi capelli.
Riascoltavo i miei sospiri e i miei gemiti, rivedevo il suo soddisfatto
sorriso.
E poi…
E poi riavvertivo le mie guance infiammarsi per il galante, quanto
malizioso
gesto, di baciare la mia mano.
Ed ancora gemevo e piangevo per la nostra fusione.
Mi riscossi a fatica e con ben poca convinzione da quello stato.
Fu solo per non rievocare grida e dolore.
Fu solo per non riascoltare la mia voce
disperare…
Dovevo distrarmi, qualsiasi modo mi sarebbe andato bene.
Mi diressi verso lo stereo ancora acceso ed alzai il volume al massimo.
Le potenti casse riproducevano dolci note, ma non volevo
aver tempo da sprecare ascoltandole.
Accompagnato da quel suono mi diressi verso l’abbandonata
cucina, che spaziosa
mi si parava davanti.
Sul tavolo nelle mie visite in quegli ultimi giorni avevo gettato le
varie royalties(*)…
Sorrisi con orgoglio e soddisfazione al loro gran numero, per poi
recuperare un
altro paio di lettere dalle tasche dei jeans.
Mi sarei dovuto impegnare parecchio; un buon modo per tenere impegnato
il tempo…
Dannato tempo che scorrevi inesorabile…
*I know this girl she likes to switch teams
and I'm a fiend but
I'm living for a love supreme.*
Conosco
questa ragazza a lei piace
scambiare le squadre
e io sono un demonio,ma
sto cercando un amore supremo…
Potei dire di essermi rilassato: in quel momento leggere, sfogliare e selezionare i lavori più interessanti fu
un impegno quasi godibile…
E se anche la mia pigrizia trovava piacere nello svolgere quel compito
allora, probabilmente, ne
avevo proprio bisogno…
Ignorando il vergognoso strato di polvere che ricopriva il
tavolo, incrociai le
braccia sul ripiano, poggiandovi la testa per darmi una meritata tregua.
Guardai un punto fisso non preciso che, per quanto a lungo
l’abbia osservato, oggi non capisco quale realmente sia stato…
Ricordo solo che scoppiai a ridere.
Improvvisamente e apparentemente senza ragione.
Ragione contenuta in un lontano bisbiglio che tempo prima, mentre ero
nella
stessa posizione e allo stesso posto, mi solleticò
l’orecchio.
Perché ero un Demonio voglioso a
letto…
Mi coprii immediatamente il volto arrossato dalla
vergogna…
La prima volta che sentii quelle parole stavo per soffocarmi con la
pasta
appena mangiucchiata.
Al tempo, al risolino che seguì quella mia reazione, vi fu la
conferma che
quell’imbarazzante affermazione era tutt’altro che
esagerata.
Quella notte gridai dal piacere più di un dannato.
Ogni fluido movimento nel mio corpo creava quella frenesia e quella
maledetta
voglia di provarlo ancora e ancora.
Creava la voglia di sentirmi sfiorare con
la delicatezza cui spettava ad un fiore…
Creava la voglia di chiedere un contatto più
profondo…
Creava la voglia di amare e di essere amati…
Creava l’amplesso che raggiunsi poco dopo che il mio amante
si fosse sciolto in me.
Mi alzai di scatto, sbattendo le mani sul tavolo, sollevando
una nuvoletta di
polvere.
Tremando, cercai di restituirmi un contegno…
Perché quello che avevo perso e che
cercavo era un Amore Supremo, ben al di là di quello che Eros
avrebbe avuto la capacità
di donarmi.
Eros… Sono stufo di essere la tua vittima preferita.
…
Ma amo l’amore che hai saputo
donarmi…
*When
there' s no love in town
This new century keeps bringing you down
All the places you have been
Trying to find a love supreme…
A love supreme *
Quando non c'è amore in città,
questo nuovo secolo ti deprime…
sei stato in così tanti posti
a cercare un amore supremo…
Un amore supremo.
Scoppiai a piangere…
Da troppo tempo trattenevo quelle assurde lacrime.
Non avevo pianto nell’ora della violenta separazione, non
avevo pianto fino a
quel momento: non ne avevo avuto il coraggio, era come ammettere una
grave
sconfitta.
Amor sognato
e che non avevo
ritrovato…
Forse il motivo per cui continuavo a rifugiarmi in quel
vecchio
appartamento era solo per potermi nutrire dei ricordi che trasparivano
vivi da
quelle maledette mura.
Non era per amor della solitudine, per la stanchezza, per la pace o la
riflessione.
Era per quel sentimento che scivolava via dalle consunte pareti e mi
trafiggeva…
E mi feriva.
E mi uccideva.
Eros, meraviglioso Eros, mio carnefice…
Se avessi asciugato
o meno
le gocce salate che deturpavano i miei lineamenti, non me ne accorsi.
Seppi solo di essere ricaduto in ginocchio sul pavimento.
Se continuai a piangere, questo fu per me un mistero.
Quel luogo era colmo solo del mio infelice amore.
Perché io avevo amato ed ero stato usato…
Perché io avevo vissuto e sentito scorrere la Passione nelle
mie vene.
Perché io avevo sentito straripare il mio cuore e avvertito
la mia anima
straziarsi.
Perché la violenza e la freddezza di un bacio feriva
più di una qualsiasi altra
arma.
Perché l’amore di cui mi ero nutrito e di cui mi
ero dissetato era il mio amore
supremo…
‘E
tu, possibile che mi abbia solo
usato? Possibile che ciò che ho sempre avvertito in ogni
nostro minimo contatto
fosse stato solo un abile inganno?’
*Come
and live a love supreme
don't let it get you down
everybody lives for love.*
Vieni
a vivere un amore supremo
non permettere che ti butti giù
tutti vivono per amore.
Stringendo i pugni, deglutendo, mi
sollevai…
Accartocciai le lettere con forza, per poi gettarle sul pavimento.
Ripresi la mia giacca, che avevo riposto su una sedia in un angolo ed in
silenzio mi avviai verso l’ingresso.
Eros ti supplico, abbandona il mio corpo e libera la mia anima!
Sopirai ancora un volta in quel giorno (e non fu il mio
ultimo lungo
respiro della giornata).
E quando aprii la
porta di ingresso, per
poco non ebbi un collasso…
Lui, lui era lì…
La mano stringeva una chiave tesa verso la
serratura, l’espressione, invece, sembrava seccamente sorpresa…
I suoi occhi di lava riflettevano il mio
profilo.
“Kai…” Le mie labbra si mossero
d’istinto nell’accennare quel nome.
“Ciao, Yurij.” Trasalii al suo saluto, per poi
incontrare i suoi occhi, ancora.
Eros viveva e bruciava in quel fuoco.
E quella notte tornai a sospirare, supplicare e gridare per il
desiderio di quel
Dio che mi possedeva e possedeva il mio Amore.
Amore supremo e mai finito.
*Owari*
(*)Il
diritto che gli artisti hanno a ricevere commissioni per
ogni copia del loro lavoro venduto
Prima di lasciarvi avevo un’ultima cosa da dire all’oggetto delle mie
attenzioni nelle fics ^^:
Perché
l'odio è amore e l'amore odio...
Perché mi hai colpito,
Perché mi somigli maledettamente,
Perché sei la mia vittima perfetta,
Perché ti ammiro,
Perché sei patetico.
Perché...
Perché...
Perché esisti...
Le mie scuse,ma a mai più un mio ritiro.
Iria