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Autore: Just Izzy    24/02/2015    7 recensioni
"Bene... Vi starete chiedendo perché queste cassette siano arrivate proprio a voi. Semplicissimo, siete una delle tredici ragioni del mio suicidio. Non allarmatevi, nulla di grave. Ogni volta che vi vedrete vi guarderete in cagnesco e poi vi imbarazzerete perché siete colpevoli anche voi e chissà cosa avrà sentito l’altra persona su di voi. Nulla di personale."
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Traccia decima

Harry Watson. La sorella alcolizzata di John. Che chiede di me, Sherlock Holmes. Interessante. Forse non avrei dovuto mettere la mia e-mail sul blog.

 

Lo sento sospirare impercettibilmente e lo blocco prima che possa ricominciare a parlare. Mi chiedo che diavolo c'entri mia sorella con Sherlock.

Che io sappia non si sono mai incontrati.

Lui ha provato a dedurre la sua vita, c'è riuscito, ma non l'ha mai vista. Non gliene ho mai dato l’occasione, né lei ha mai suscitato la sua curiosità. Non ho mai presentato Harry come un caso, quindi come una cliente.

Ma allora, perché Harry ha deciso di contattare Sherlock?

È l'unica domanda che mi ronza in testa.

"Perché?"

Non trovo risposta ed è per questo motivo che mi decido a premere PLAY e ad andare a casa di mia sorella.

Per avere spiegazioni.

Perché devo sapere.

PLAY.

Perché Harry Watson ha chiamato me? Semplice.

Dopo il divorzio da Clara, nonostante fosse già ubriaca di suo, Harriet ha rincarato la dose, con la seria possibilità che potesse scoppiarle il fegato.

Perciò ha chiamato me, perché voleva che prima che accadesse (nonostante non sia successo nulla), voleva far pace con John.

 

Oh, questa è bella. Mia sorella prova rimorso tutto ad un tratto, ha voglia di chiedermi scusa.

E lo fa attraverso il mio "migliore amico".

Che codarda.

Mi ritrovo in un taxi, con i pochi soldi che mi rimangono. Biascico parole confuse che non capisco nemmeno io. Credo sia la via dove abiti Harry, ma ora come ora, non riesco a trovare collegamento alcuno.

 

Non capisco cosa sia il rimorso, perdonatemi.

Harry mi ha spiegato che non è una bella sensazione.

È quando tu soffri pensando a tutte quelle cose che hai fatto contro una determinata persona. In questo caso tutte le oppressioni, di ogni tipo, dalle più piccole marachelle da piccoli, ai "litigi per grandi", che John ha dovuto subire solo perché lei era troppo fatta o semplicemente troppo assetata di Jack Daniel's per capire ciò che il fratello aveva da dirle.

Mi chiedo se Mycroft provi rimorso.

 

Oh, ne prova eccome, Sherlock.

Arrivo, in quindici minuti circa, a casa di Harry e scendo dal taxi dopo aver pagato. Busso energicamente alla porta.

Ho tanta di quella rabbia in corpo che potrei rompere la porta con un solo colpetto ma, fortunatamente, non succede.

Riesco a controllarmi in certe situazioni. Mi ricordo solo dopo di mettere PAUSE, quindi mando indietro mentre sento lo spioncino della porta che si apre, e qualcuno dietro che si affaccia per guardare e scrutare chi è.

Due enormi occhi verdi spuntano da dietro la porta, mi scrutano con fare indagatore e sospettoso. Sono visibilmente stanchi.

-Sono John- dico con tutta la calma e la serenità che possiedo in questo momento. Quindi poca.

Dietro la porta, vedo un sussulto.

Forse non se lo aspettava.

Ma, ci metto la mano sul fuoco, Harry è parecchio sorpresa.

Apre la porta e la vedo nella sua interezza.

Lunghi capelli ricci e biondi, un tempo molto corti. Due enormi occhi verdi. Snella, alta.

Ho sempre pensato che potesse avere una carriera da modella, ma a quanto pare no. A quanto pare mia sorella ha deciso di rimanere nel nostro vecchio monolocale in periferia a bere e ridursi uno straccio, a rovinarsi la vita a ... A distruggersi.

La guardo ed alzo un sopracciglio.

Lei mi fissa confusa, chiedendosi, probabilmente, se sono io in carne ed ossa oppure una trappola di qualcuno.

Ha l'aspetto trasandato ... Non è più la stessa ragazza di un tempo che ascoltava i vinili vecchi e pieni di polvere.

-Non mi inviti ad entrare, Harry?- le chiedo con lo stesso tono di quando ero bambino e le chiedevo di entrare nella sua camera per ascoltare musica ad alto volume e non le urla di mamma e papà che litigavano.

Lei mi guarda e si sposta da un lato, facendomi cenno di entrare. La casa è sporca, nonostante l'aria apparentemente rustica. C'è un divano strappato, un tavolino da tè e milioni di bottiglie per terra. Non riesco a camminare senza aver paura di pestare il vetro di una di quelle bottiglie. Abbraccio la stanza con sguardo critico, cercando di immaginare lo stato delle altre. Lei chiude la porta e, mentre si stringe nelle spalle, mi si avvicina.

-Allora, ehm... Vuoi da bere?- mi chiede, mentre si siede sul divano e mi fa segno di imitarla. Per poco non le scoppio a ridere in faccia. Con che coraggio mi chiede "vuoi da bere"?

Che sarcasmo puntiglioso e orribile. Mi limito alla mia solita aria contrariata, alzando un sopracciglio. Lei capisce e si passa le mani sulle ginocchia.

-Posso farti un tè se ..- comincia ma le faccio un cenno della mano, zittendola.

-Non preoccuparti, non ho né sete né fame, sta’ tranquilla. Non te ne sei interessata per anni, perché dovresti adesso?- le chiedo cinico.

Lei si ammutolisce e si tormenta le mani.

Non avrei voluto mostrarmi così duro, ma lei non ha fatto altro che disprezzarmi quando non le servivo, quindi mi prendo qualche rivincite.

-Cosa è venuto a fare Sherlock a casa tua?- le chiedo con fare deciso, senza dar segno di volermi sedere.

-"Sherlock"? Non conosco ne...-

-Harry, non fare la finta tonta. Sherlock Holmes. Alto, snello, riccioli scuri e neri, occhi verdi. Lo conosci- le dico deciso, cercando di non arrabbiarmi o irritarmi troppo.

Lei deglutisce, messa alle strette. È strana vederla così fragile, senza la risposta pronta, mentre era sempre sull'attenti, pronta ad insultarti.

Il divorzio con Clara deve averla distrutta.

Comincia a farmi perfino pietà, forse perché mi immedesimo nella sua situazione.

Anche io ho perso qualcuno.

-L'ho chiamato io. Nel suo blog diceva che lavorava per aiutare le persone e ho inviato un'e-mail al suo indirizzo di posta elettronica. Non mi aspettavo venisse. Ma ti ho visto con lui, in TV e ho pensato che ... Eri mio fratello. Lui era tuo "amico" e quindi ... In ogni caso, dopo il divorzio con Clara sono uscita da questa situazione distrutta. Ho pensato al suicidio. Ho semplicemente chiamato Sherlock per portarti le mie ultime parole. Ma poi non l'ho fatto e lui ha continuato ad aiutarmi. Mi ha detto di raccontargli i nostri litigi: da quelli senza senso a quelli più pesanti. E io ho colto quell'occasione al volo, come una valvola di sfogo. E gli ho raccontato di noi, la nostra infanzia, tutto- mi dice tra i sospiri.

Poi prende un fazzoletto e si soffia rumorosamente il naso.

Mi chiedo come si sia posto Sherlock in questa situazione leggermente inverosimile e soprattutto perché non mi ha mai detto nulla.

Ricordavo certe uscite per "casi troppo complessi per essere aiutati da te, John", ma non avrei mai pensato che incontrasse mia sorella di nascosto.

-La prima volta che ci siamo visti lui mi ha squadrato. Credo gli ricordassi te, per questo mi ha aiutata. Poi ha cominciato a blaterare cose da psicopatici in maniera meccanica. Cose come: "alcolista", "divorziata", "appassionata di musica vecchio stile". Non ho proprio capito cosa significassero. Poi mi ha chiesto cosa avevo che non andasse e gli ho detto che il problema si era risolto ma che volevo comunque chiarire con te, chiederti scusa. Gli ho chiesto alcune cose su come trattarti e lui veniva a casa mia a spiegarmi ogni sfaccettatura del tuo carattere, in maniera minuziosa- mi risponde lei.

Il suo sguardo non è tra noi. È in trance, in un altro mondo. Le succedeva spesso e continua a succederle quando pensa o cerca di ricordare qualcosa.

-È stato straordinario- mi dice, mentre si passa una mano tra i capelli scombinati.

Annuisco, ricordo troppo bene la situazione.

-Poi, dopo altre visite mi ha detto che il suo lavoro era finito. Che quando ti avrebbe riferito tutto, tu saresti venuto qui da me, per chiarire e far pace. Ed eccoti qui- mi dice sospirando. Sembra sollevata.

Non credo sappia del suicidio di Sherlock.

Le vado vicino e le circondo le spalle con un braccio.

-Quando eravamo ragazzi questa situazione significava "nulla di buono"- mi dice appoggiando la sua testa sulla mia spalla.

Sto per ricominciare a piangere, nemmeno fossi una checca isterica. Mi limito a prendere grandi respiri prima di parlare.

-Harry .. Sherlock è ... Lui si è suicidato- le dico, mentre serro occhi e bocca per non scoppiare a piangere.

La sento sussultare, senza mai piangere davvero. Non so se si stia trattenendo o meno.

-Quanto è durata questa situazione?- le chiedo, sospirando alla fine.

-Otto mesi- mi dice, prima di singhiozzare. La stringo più forte a me.

-Lui era innamorato, sai? Quando descriveva il tuo carattere, per quanto sembrasse impassibile, aveva una strana luce negli occhi. Quella luce l'ho vista solo negli occhi di Clara quando ci siamo sposate- mi dice, mentre mi mette una mano sulla schiena.

Rimaniamo in quella posizione, con gli sguardi persi nel vuoto, per quelli che sono dieci minuti buoni. Infine decido di rialzarmi.

-Grazie, Harry. Ti voglio bene- le dico, mentre mi accompagna alla porta.

-Stammi bene, fratellino- mi dice, ammiccando, sulla soglia. Ridacchio leggermente prima di riprendere il mio viaggio squinternato.

 

PLAY.

In ogni caso l'ho aiutata. È una brava ragazza, somiglia molto a John, del resto. La sua non è proprio una colpa. E' solo un' escalation per far andare John da lei e chiarire.

Mi sono ritrovato molto nel suo carattere, nelle sue manie di autodistruzione ...

 

 

Diamine.

Se solo fossi stato più attento ad entrambi, forse, non saremmo arrivati a questo.

 

Infatti, la prossima persona della lista sono io, già.

Sherlock Holmes che accusa Sherlock Holmes. Rassicurante, no?

PAUSE.

 

Rassicurante un cazzo, Sherlock.

 

 

Note dell' autrice.

Rassicurante, no?

Okay, magari no. Non so se siete sorpresi o meno, ma spero lo siate, a questo punto.

Non ho molto da dire se non il mio costante ringraziamente nei vostri confronti e nella mia beta Inathia Len, il mio genio, praticamente.

Ci vediamo al prossimo capitolo!

With so much love,

BAZINGAA!

  
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