Anime & Manga > Inuyasha
Ricorda la storia  |       
Autore: roro    08/12/2008    18 recensioni
Allungai una mano con fare disinteressato, pregando che quella matta di Higurashi non notasse il mio imbarazzo – sarebbe stato ridicolo, e lei mi avrebbe preso in giro a vita –, quindi deglutii.
«Allora, stasera ti andrebbe di-».
«InuYasha, non fare l’idiota.
Leggi».
Grattandomi il capo, chiusi gli occhi e presi il fax. «Com’è andata?».
«Leggi, ho detto».

Prendete uno scrittore frustrato, la figlia del capo e tanti - troppi - amici irritanti. Mischiate tutto: cosa ottenete? Una storia folle, di istanti noiosi e di attimi lunghi una vita.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The bothering life of a forced wroter

The bothering life of a forced writer

*La seccante vita di uno scrittore costretto*

*\* Ebbene sì.
Contro ogni mia più rosea previsione, contro tutto, contro tutti... Sono qui. Con una nuova storia.
Sinceramente, non so da dov'è nata: ero sul motorino, pensando ai libri appena acquistati, quando qualcosa mi ha letteralmente folgorata. Un'idea totalmente assurda, certo, ma è pur sempre un'idea.
L'ho postata. Dopo averla fatta leggere ad Elisa - cui è dedicato il capitolo! *.* - e a Hime, ho detto: massì, postiamo! ù.ù Spero vi piaccia!
A dopo per le spiegazioni. */*

Prologo

 

Non mi piaceva il mio lavoro.

Ok, non mi lamentavo – guadagnavo decentemente ed ero discretamente famoso –, ma non mi piaceva. Lo trovavo monotono.

Ero uno scrittore. Uno importante.

Lo ero diventato qualche anno prima, dopo aver pubblicato miracolosamente un manoscritto autobiografico, abbastanza ironico, piuttosto intelligente. Non che io avessi mai sognato di scrivere, sia chiaro: semplicemente, mi ero ritrovato per mano un’idea decente, ed ero in condizioni economiche ristrette. Non era stata una mia scelta, quindi – mi ci ero ritrovato costretto. Se non avessi intrapreso quella carriera, probabilmente mi sarei ritrovato senza soldi, magari costretto a dormire sotto ad un ponte, nella periferia della città, in compagnia di un topo denutrito e di qualche vecchio barbone.

“Ehi?”.

Alzai distrattamente lo sguardo, come uniche compagne una lampada al neon ed il ritmico ticchettio delle mie dita sulla tastiera. Non mi piaceva lavorare sino a quell’ora.

“Hai del lavoro da fare, sai?”.

Kagome Higurashi, diciotto anni, figlia del mio capo, irritante. Si era fatta assumere per scherzo – e per arrotondare una già cospicua paghetta – e, per qualche strano scherzo del caso, sembrava divertirsi a prendermi di mira. Carina, certo, ma nulla di speciale.

Sollevai un sopracciglio. “Sto lavorando”, dichiarai, mostrando con fastidio il monitor. Avevo scritto tantissimo, quella sera. “Semmai, Higurashi, non dovresti disturbarmi. Dai fastidio”.

Sospirò, osservando critica il mio lavoro. “Fa schifo”, borbottò. “Sul serio, Inu-Yasha, mi aspettavo di meglio. Non sarò una scrittrice, ma almeno so scrivere cannuccia per bene. Ci vogliono due n”.

Arrossii, notando che , una striscia rossa sottolineava malamente il mio grossolano errore, frutto di una disattenzione duratura. “Distrazione”.

“Beh, non devi distrarti”, ridacchiò. Concentrata, iniziò ad attorcigliarsi una ciocca di capelli corvini intorno alle lunghe dita, mostrando una manicure curatissima e dei capelli perfetti. Odoravano di menta. “Dopotutto, sei o non sei importante?”.

“Non lo sono”, grugnii. Mi infastidiva essere considerato bravo. “Non ho scelto questo lavoro…”.

“… è stato lui a scegliere te”. Mi sorrise, alzandosi e battendomi una mano sulla schiena, come per incoraggiarmi. “Suvvia, hanyou, concentrati: sono sicura che puoi fare di meglio”.

Hanyou.

Ecco, questo soprannome mi irritava.

Sì, sono un mezzo demone. No, trovo irritante – nonché superflua – questa precisazione.

Ringhiai sommessamente, strappandole una divertita risata, e poi riportai gli occhi sullo schermo, tentando di ritrovare l’ispirazione.

Pensa, Inu-Yasha, mi dissi, cosa doveva avvenire alla sacerdotessa? Doveva essere fatta a pezzettini?

“Oh”.

Alzai lo sguardo. “Cosa?”.

“Non mi avevi detto di aver cominciato un nuovo manoscritto”.

Inarcai un sopracciglio, tentando di fare mente locale, e di ricordare se, in un passato non troppo remoto, avevo iniziato un qualcosa di vagamente somigliante ad un libro – liste della spesa, scarabocchi, frasi insensate, aforismi… No. Nulla di decente. A meno che…

Higurashi?”.

Si voltò, sorridendomi, e sventolando un cd che – me lo sarei ricordato per sempre – avevo avuto la malsana idea di portare in ufficio. E di etichettare “Note personali – nuovo libro”. Ahi-ahi, Inu-Yasha. Fregato.

“Posalo”, ordinai, facendo del mio meglio per non usare la violenza. Il capo mi avrebbe ucciso, se avessi sfiorato la sua principessina. “Non sto scherzando, posa quel dischetto e tutto andrà bene”.

Mi sorrise, passandoselo tra le mani, carezzando la superficie lucente e la scritta scarlatta. “Perché?”, domandò. “Dopotutto, tu lavori per me, giusto?”.

Scossi il capo, infastidito. “Per tuo padre, Higurashi. Io lavoro per tuo padre”, precisai, notando che sorrideva soddisfatta. Ecco, questo era uno dei principali motivi per cui i nostri caratteri erano incompatibili: lei si divertiva a prendermi in giro, io detestavo le donne con il senso dello humour. L’unica fidanzata che era durata più di un mese – quando avevo quindici anni, e tutto mi sembrava sfolgorante – era fredda e distaccata. Non fece una piega neppure quando mi trasferii a Tokyo.

Mi amava, ma non era ossessiva.

Adoro quel genere di donna – mi fa sentire libero, anche se so perfettamente di non esserlo.

“Posalo”, ripetei, passandomi una mano tra i capelli argentati, regalo di pessimo gusto della mia natura demoniaca. “Non è interessante. Sono appunti”, garantii.

In parte era vero.

Erano appunti. Per un libro, certo, ma pur sempre appunti.

Idee idiote partorite in una notte di follia, durante la quale avevo bevuto diversi drink ad alto tasso alcolico ed avevo gozzovigliato sino a mattina con Miroku, l’unico persona che sembrava divertirsi quando usciva con me.

“Dai”. Mi sorrise, mettendolo in tasca ed alzandosi. Sembrava contenta. Schifosamente, contenta. “Dai, Inu, non lo farò leggere a nessuno!”. Giunse le mani, osservandomi con gli occhi di un cucciolo bastonato – tutt’a un tratto, mi sentii un verme.

Dannata.

“Ok”, grugnii, senza entusiasmo. La luce della lampada iniziava ad infastidirmi, e non sopportavo più il click dei tasti. “Leggilo. Divertiti. Fai come vuoi, Higurashi”.

Rise. “Grazie”, biascicò. Era leggermente arrossita, e giocava nervosamente con un lembo del suo giubbotto. Sembrava quasi una mocciosa normale. “Ti prometto che non lo farò leggere a nessuno”, aggiunse, sorridendo.

Sbuffai, alzandomi – la sedia da scrivania fece un fastidioso rumore, scivolando sul parquet, e sospirai, affranto. Mi era già successo di dover ripagare danni allo studio. “Sì, d’accordo”.

“Ah”.

Sbiancai, quando le sue mani – quelle perfettamente curate – mi sfiorarono il capo, stringendo piano le orecchie. Le mie orecchie da cane. Quelle che mi marchiavano come hanyou.

“Ci vediamo, cucciolotto”, ridacchiò, facendomi ciao-ciao con la mano e uscendo dal mio studio.

Stupida.

Stupida mocciosa.

Stupida, dannatissima mocciosa.

Sbuffai. Non era assolutamente la mia giornata fortunata.

Higurashi mi aveva nuovamente preso in giro. Non avevo concluso quello schifo di capitolo. Non avevo nulla da fare.

“Meglio tornare a casa, vah”.









*\* E' un prologo breve. Molto breve.
Ma i prologhi, solitamente, sono brevi, quindi penso sia ok. Anche perché il primo capitolo è già in cantiere.
Kagome - non preoccupatevi - è irritante. Dopotutto, è pur sempre la visuale di Inu-Yasha, ed è logico che lui la consideri antipatica. ù.ù Ovviamente, con il tempo la situazione cambierà... Eccome, se cambierà!
Ma non anticipo nulla - non ho molte idee su cui basarmi, per ora.
Spero che il prologo vi abbia incuriosito: se così è stato, mi impegnerò a farvi ottenere il seguito. ^^ In caso contrario... Ditemelo! XD
Baci, spero di leggere molti commenti! Alla prossima! */*
   
 
Leggi le 18 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: roro