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Autore: MarcoG    09/12/2008    0 recensioni
Altrimenti intitolato: "Al passato non si può voltar le spalle". Joey Jacquet era un onesto lavoratore sposato con una bellissima moglie, abitava in una bellissima casa ed avevano un bellissimo figlio. La sua vita era perfetta...fino a quando alcune ombre del suo passato non iniziarono a tornare a galla.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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nydrali, una tua recensione in un mio scritto è un sogno che si avvera :) mi spiace per Lily, ma doveva fare quella fine per due motivi...il primo è che serviva per far partire la storia ^^' il secondo è che con lei avevi creato un personaggio troppo "avanti" per me :) riusciva a stupirmi in ogni cosa che diceva o faceva, io non sarei mai riuscito a "muovere" un personaggio simile senza snaturarlo completamente ^^




Abbandonato su una sedia dell'ospedale, sconvolto così come non lo era mai stato in tutta la sua vita, Joey stava provando per la prima volta un nuovo tipo di dolore. Il dolore dell'animo.
Aveva preso e soprattutto dato molte pugni in vita sua e si era spesso ubriacato fino a stare male, ma niente era paragonabile al dolore che sentiva in quel momento.
Lily era morta e con lei la sua ragione di vivere. Ancora non riusciva a credere che veramente la sua adorata moglie non c'era più.
- Monsieur?-
Joey non sentì l'infermiera che lo stava chiamando. I suoi pensieri erano rivolti alla tragica sorte di Lily, al fatto che nessun criminale di città riduce così le proprie vittime se vuole solamente rubare qualche soldo o gioiello.
-  Monsieur mi sente?-
Si accorse solo in quel momento della donna che gli stava di fronte.
- Sì?-
- E' arrivato l'agente Blanche e ha chiesto di parlare con lei.-
- Oh sì...dove lo posso trovare?-
Ascoltò le indicazioni dell'infermiera, dopodichè si alzò con gran fatica dalla sedia su cui era seduto ormai da mezz'ora. Si sentì improvvisamente vecchio, come svuotato di ogni forza.
Roland Blanche, 59 anni, era il poliziotto con cui Lily si preoccupò subito di stringere buoni rapporti. "Visto il tuo passato" ripeteva sempre, "è importante che ci facciamo amico qualcuno della polizia di Forcalquier, non si può mai sapere". Lo conobbero quando andarono per la prima volta in questura a rifare ufficiosamente i documenti, visto che a causa di una brutta sfortuna i due coniugi Jacquete erano stati rapinati e tutti i loro documenti erano andati persi. Lily si finse incredibilmente riconoscente per l'aiuto che l'agente Blanche le aveva dato a velocizzare tutta la burocrazia di cui c'era bisogno e arrivò anche ad invitarlo a cena. Il povero Roland, che era un uomo solo e non sposato, tentennò un po' davanti all'invito di Lily, ma quando lei si metteva in testa qualcosa riusciva sempre a convincere chiunque e difatti finì per accettare. Da allora si vedevano spesso, per una cena assieme o anche solo per una passeggiata nel weekend, ed entrambi riconobbero che Blache era veramente una brava persona e che erano stati fortunati a conoscerlo.
Ora era arrivato perchè probabilmente era stato avvisato di quello che era successo e conoscendo l'affetto che provava per Lily, sicuramente si era recato in ospedale appena aveva potuto.
Joey raggiunse la stanza del dottor Couturier come gli aveva detto l'infermiera e venne accolto dal dottore in persona e da Blanche. Il povero Roland aveva un'espressione distrutta, quasi quanto Joey.
- Oh Joey, io non so proprio come possano succedere certe cose- gli disse abbracciandolo ancora prima che lui potesse rispondere qualcosa.
- Ma li troveremo quei criminali, starò personalmente addosso ai miei colleghi fino a quando non li troveranno!-
- Ti ringrazio Roland- rispose Joey con tono assente. - Ho notato che sei venuto qui subito-
Al sentire queste parole il volto di Blanche si rabbuiò.
- Joey, forse è il caso che ti siedi. Io e il dottor Couturier dovremmo parlarti.-
I tre si accomodarono sulle eleganti poltrone di pelle scura e fu Blanche a parlare per primo.
- Non sono ancora passato da casa tua per vedere ciò che è successo, mi è stato solo riferito. Ti devo avvisare però che per decessi come questi si deve avviare tutta una particolare procedura e che...beh, potrà risultare molto dolorosa-. Roland sembrava realmente affranto dal dovergli dire tutte quelle cose.
- Che cosa intendi esattamente?-
- Intendo dire che dovremo fare un'autopsia al corpo di Lily- si fermò per un attimo, maledicendosi per il modo diretto in cui glielo aveva appena riferito, - e che casa tua dovrà essere sigillata dalla polizia in quanto scena di un crimine. Dovrai stare in un albergo per un po', mi spiace veramente moltissimo.-
Joey chiuse momentaneamente gli occhi portandosi una mano sulla fronte, cercando di trovare la forza per assorbire tutto quello che gli era appena stato detto.
- Ce ne è proprio bisogno Roland?- chiese infine.
Prima che l'agente potesse rispondere qualcosa il dottore Couturier non mancò di fargli notare la gravità della situazione.
- Credo proprio di sì, signor Jacquet. Sua moglie non è morta per un trauma unico ma per una serie di profonde lesioni che le sono state trovate su tutto il corpo. Per un caso come questo c'è bisogno di tempo e nulla deve essere trascurato-.
Joey lo fulminò con lo sguardo. "Un caso?" Era questo che era Lily per lui? Un caso?
Blanche si rese conto dallo sguardo di Joey che Couturier non aveva usato il giusto tatto e prima che potesse rispondere gli propose di uscire un attimo dalla stanza.
- Ci sono un paio di cose che ti devo dire...in privato.-
Joey annuì e uscì dalla stanza del dottore senza salutarlo. Blanche invece gli strinse velocemente la mano dopodichè lo seguì fuori e si chiuse la porta alle spalle.
- Mi dispiace per come ti ha parlato, purtroppo le disgrazie come quella che è successa a Lily per loro sono solo statistiche e...-
- Non affannarti troppo a giustificarlo, Roland- lo interruppe lui. - E poi cosa ne pensano i dottori di quello che è successo è l'ultimo dei miei pensieri.-
- Hai ragione Joey, scusa. Vado a prenotare l'hotel per te e Alexander ok?-
Lui annuì e  Blanche scomparve iniziando a fare le sue chiamate. Anche Joey prese il suo cellulare e digitò il numero di Alexander, cercando mentalmente le parole giuste per dirgli cos'era successo. Da quando era arrivato in ospedale non lo aveva ancora sentito e ora doveva dirgli che sua madre era morta, che la sua casa sarebbe stata inagibile per qualche giorno e che d'ora in poi sarebbero vissuti insieme solo loro due. Chiamò il suo numero ma risultò libero fino a quando non scattò la segreteria telefonica. Lily si arrabbiava sempre quando lo chiamava e non rispondeva, quella sera poi era sabato e chissà in quale postaccio si era andato a cacciare. D'altra parte era meglio così, se fosse stata una serata di settimana sarebbe rimasto in casa e di conseguenza coinvolto nella tragedia.
Gli lasciò un messaggio in segreteria dicendogli di richiamarlo immediatamente, dopodichè cercò con lo sguardo il primo posto libero disponibile per sedersi e ritornò a pensare a Lily. Avrebbe dovuto chiamare anche sua sorella, Morgana, per avvertirla di ciò che era successo. Sicuramente lei gli avrebbe dato la colpa di tutto, visto che conosceva bene il passato di Joey e anche la sua fedina penale. Morgana in passato aveva chiesto più e più volte a Lily se era convinta di sposare quell'individuo allora chiamato James Hawk, ma lei aveva sempre cercato di tranquillizzarla rispondendole che riusciva a vedere la vera anima di James e non era quella che vedevano tutti. James Hawk era un brav'uomo, doveva solamente andarsene da quei posti malvagi in cui era cresciuto e si sarebbe scoperto un uomo diverso e migliore.
Morgana non si convinse mai di quello che sua sorella le diceva ma non sentì la necessità di continuare ad insistere. In fondo era a Lily che doveva piacere, lei con la sua famiglia era andata a vivere in Italia e di conseguenza si sarebbero visti molto poco.
Ora però si sarebbero dovuti rincontrare e solo Dio sà cosa gli avrebbe detto.
Il suo cellulare iniziò a vibrare riportandolo un'altra volta bruscamente alla realtà. Era suo figlio che lo stava chiamando; prese un bel respiro, si alzò e diede avvio alla comunicazione.
- Che vuoi papà?- si sentiva un forte trambusto in sottofondo alla voce di Alexander.-
- Devi venire subito qua all'ospedale Salvator, figliolo. E' accaduto un brutto incidente a tua madre.-

***



- Ci deve essere una prenotazione a nome nostro, Jacquet.- chiese Joey.
La ragazza alla reception si mise a guardare sbadigliando la lista delle prenotazioni e trovò il loro cognome. Alzò gli occhi su Joey e Alexander e pensò che non avevano per niente la faccia da turisti. Allungò il collo per vedere se avevano bagagli con loro ma non vide nulla.
- Siete qui in vacanza?- chiese alzando appena un sopracciglio.
- No, siamo di  Forcalquier. Abbiamo bisogno di una stanza perchè....- le parole gli morirono in gola. Fece per riprendere la parola ma Alexander lo interruppe.
- Ci dia la chiave per favore, siamo stanchi.-
- Sì, certo certo.- risposte stizzita la ragazza. Diede loro un'ultima occhiata sospettosa dopodichè li salutò e li vide sparire all'interno dell'ascensore.
- Dio che stronza che era quella- esclamò Alexander una volta pigiato il tasto del loro piano.
- Sono le due del mattino Alex, è normale che sia poco gentile con noi-
- Normale un cazzo! E' il suo lavoro quello!- urlò come risposta.
Joey si passò nuovamente una mano sulla fronte, un gesto che durante le ultime ore stava iniziando a ripetere spesso. - Tua madre non ha mai approvato il fatto che tu dica tutte queste parolaccie, lo sai bene-
Le porte dell'ascensore si aprirono e i due cercarano la loro stanza. Appena entrati Alexander ricominciò. - Già...però ora non c'è più.- disse buttandosi sul primo letto che trovava.
Joey lo guardava ancora in piedi con le chiavi in mano.
- Cosa intendi dire?-
- Voglio sapere cos'è successo papà. Chi è stato a fare questo alla mamma? Tu lo sai?- c'era qualcosa di aggressivo nella sua voce.
Joey chiuse la porta a chiave e poi si abbandonò anche lui lentamente sull'altro letto libero. Sospirò, sapendo che questo era un'argomento che avrebbe dovuto toccare prima o poi.
- Perchè me lo chiedi?-
- Oh andiamo papà! Te lo devo ricordare io cos'hai fatto in passato? Voglio sapere se sai chi è stato, se hai un'idea di chi ha...- il suo tono cambiò drasticamente quando avrebbe dovuto aggiungere "ucciso la mamma". Era evidente che stava cercando di rimanere calmo ma il dolore dentro di lui era troppo grande per poter continuare a recitare quella parte.
- Non dobbiamo subito pensare che sia stato qualcuno che ci conosce Alex, lo sai anche tu quanti poco di buono ci sono in giro...-
- Stronzate papà!- urlò Alex. I suoi occhi diventarono rossi e Joey si sentì stringere il cuore. - La mamma era la persona più buona di questo mondo, mai nessuno avrebbe osato farle del male! Se è successo quello che è successo è perchè qualcuno ce l'aveva con te, lei non c'entra niente!-
Quello che seguì fu un pianto a dirotto, Joey provò ad avvicinarsi ma Alex ricacciò il suo abbraccio e corse a chiudersi in bagno. Il loro rapporto non era mai stato dei migliori ma quello che era successo a Lily rischiava di diventare la goccia che faceva traboccare il vaso.
 Joey si alzò e lo raggiunse dietro la porta del bagno, senza provare ad entrare.
- Alex non devi fare così...- anche la sua voce era tremante dal dolore. - non dobbiamo comportarci in questo modo proprio ora. Tua madre diceva sempre che bisogna avere qualcuno accanto nei momenti difficili...non starmi lontano...- si fermò per un attimo. -...ti prego- sussurrò, ma Alex non potè sentirlo.
Joey aveva bisogno di qualcuno a cui appoggiarsi per non impazzire. Sua moglie era morta e non aveva neanche la forza di pensare alla possibilità che ad ucciderla fosse stato lui indirettamente con il suo passato. Quello era un caso della polizia, lui non c'entrava niente, eppure non poteva fare a meno di pensarci.
Dall'altra parte della porta Alexander non riusciva a contenere le lacrime. Appena raggiuntà l'età adulta Lily gli aveva parlato del passato di Joey e la sua prima domanda fu: "quindi siamo in pericolo mamma?". Lei si era limitata a sorridergli e a rispondergli che non si sarebbe dovuto preoccupare, ma non negò mai il fatto che il loro passato avrebbe potuto un giorno tornare a galla. "Se dovesse succedere qualcosa ci penseremo io e papà a risolvere tutto, non ti preoccupare" aveva aggiunto. Da quel giorno Alex aveva iniziato a vedere Joey in modo diverso; erano cominciate le prime litigate, piuttosto normali per la sua giovane età, che finivano però con frecciatine acide sul suo passato. Il ragazzo si era messo in testa che Joey poteva essere in qualche modo un pericolo per sua madre e questo gli impedì di stringere un vero rapporto di fiducia con lui. Appena aveva un problema, di qualsiasi tipo, andava sempre da sua madre.
Joey dall'altra parte della porta si rendeva conto di tutto questo. Ora più che mai era necessario gestire bene quel momento di dolore: se non riusciva a mantenersi calmo con suo figlio che fine avrebbe fatto il loro rapporto? Probabilmente Alex avrebbe voluto andarsene da casa e a quel punto Joey sarebbe rimasto effettivamente solo.
Non c'era niente che lo spaventasse di più in quel momento. 
  
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