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Autore: LaRagazzaImpossibile    28/02/2015    0 recensioni
Volete rilassarvi? Eccovi una Colepaldi leggera da leggere con una tazza di tè e biscotti!
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Togliete il Dottore, togliete Clara, togliete che Peter e Jenna sono attori famosi.
Immaginateli come una ragazza in cerca di una nuova vita e un uomo di mondo, accomunati da un incontro speciale.
Buona lettura!
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jenna-Louise Coleman, Peter Capaldi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Tè, biscotti e Colepaldi -
 


Capitolo 2: Verde acido.
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"oh, perdonami, mi trovi un po' incasinata" disse imbarazzata.
Imbarazzata soprattutto dal fatto che il suo vicino era ben vestito al momento, anche se era in tuta, completamente nera, maglietta nera e felpa sbottonata grigia, scarpe da ginnastica nere, oddio, non era proprio ben vestito, ma era ordinato, forse per questo era vestito bene, bho, troppi pensieri.
"tranquilla, stavo andando a fare una corsetta, so che sarebbe arrivato qualcuno in questo appartamento ma...non immaginavo te" disse guardandola dall'alto al basso.
Eccolo qua, un altro piacione, un rimorchiatore seriale.
Ma che vuole?
"ahahah" forzò una risata, era troppo indaffarata, non poteva occuparsi dei vicini, soprattutto ora.
Anche se lui effettivamente...no dai, lasciamo perdere.
Voleva liberarsene, non per scortesia, ma perchè era indaffarata e terribilmente a disagio, per fortuna aveva ancora il trucco addosso.
"Che ne dici, ci vediamo per pranzo? Non credo tu riesca a cucinare dato lo stato della tua casa".
Ma grazie.

"ohw, io credo di avere da fare per quell'ora.."
"sono un ottimo cuoco" disse strizzando un occhio, dai Jenna, tanto se metti scuse prima o poi il pranzo con questo te lo devi appioppare.
"Va bene allora, ci vediamo per pranzo" sbiaccicò un sorriso.
"A dopo!" e si mise in corsa per le scale.
Jenna alzò gli occhi al cielo e chiuse la porta, "che pallone gonfiato", disse sbuffando e tornando ad ammirare l'infinito lavoro e i mobili che erano lì a dirle "spostami, scartami, puliscimi..".
Tre ore per scartare e posizionare mobili dell'ingresso, tra una mela, un bicchiere d'acqua e qualche poltrona spostata a ritmo di musica canticchiando canzonette commerciali, l'ingresso fu pronto, o quasi, c'era solo da posizionare i soprammobili.
Le 12:10, Peter potrebbe tornare da un momento all'altro, non importa ma una sistemata dobbiamo darcela.
Corse in bagno e si buttò nella doccia, lavò anche i capelli rovinati dall'umidità della mattina, infilò i primi pantaloni liberi, un paio di ballerine e una camicetta, si rifece il trucco, qualcosa di semplice e tirò i capelli in uno chignon, giusto per stare più fresca.
Passò la prima mezz'ora.
Un'ora.
Un'ora e venti.
Stava cominciando seriamente ad avere fame.
Tanta fame, un po' per la stanchezza della mattinata, un po' per l'orario, un po' per l'ansia che può recarti pranzare con uno sconosciuto appena conosciuto.
Ecco le quattro bussate ancora una volta.
Aprì la porta con aria funesta, Jenna potrebbe spaccare tutto quando ha fame.
"Hey!" disse Peter con il corpo penzolante sostenuto solo dalla mano poggiata al cornicione della porta di Jenna, evidentemente stremato dalla corsa intensa.
Ma quale 'hey!'?? potrei mangiare anche te in questo momento, voleva dirglielo, ma per non sembrare scortese riuscì solo ad abbozzare un sorriso sbieco.
"Peter" disse più in tono affamato che di saluto.
Era sudato, ma dalla maglietta nera ciò non traspariva, al contrario invece si vedeva chiaramente da qualche macchia sulla felpa grigia, la fronte lucida, i capelli trasandati.
"allora..che si mangia?" chiese Peter staccando la mano dal cornicione, Jenna spalancò gli occhi e schiuse la bocca, il suo sguardo era coperto da un velo tra lo stupito e l'irritato, tanto che l'unico pensiero che le frullò in testa fu "cosa?? Mi ha invitata lui! Dovremmo mangiare da lui!".

"eh eh eh!" rise scherzosamente Peter battendo un colpo con le mani e putandole gli indici "te l'ho fatta ahahah".
"aaah" Jenna emise un suono che doveva essere una risatina, ma aveva troppa fame per pensare al tipo di risata da sfoggiare, così quello stupido suono era evidentemente una risatina da presa in giro.
"Dai è pronto" disse lui battendo un colpetto sulla spalla della vicina.
Jenna varcò la soglia di Peter, e le si aprì un appartamento meraviglioso, arredato esattamente come lei aveva immaginato di arredare il Suo: mobilio moderno, colori sobri abbinati a tenui e qualche fermo di colore acceso che accentuava i dettagli importanti e i punti salienti della casa.
Il soggiorno era ampio, pavimento bianco lucido, una pianta grassa all'entrata su un ripiano in vetro dalle linee eleganti, un divano al centro nero con tre cuscini verde acido, due pouf ai lati del divano, uno bianco, l'altro verde acido, un tappeto nero, sotto il tavolino basso che precedeva l'enorme mobilio con un altrettanto enorme televisore a schermo piatto, un balcone con un tendone grigio e qualche quadro appeso qui e lì.
Un Kandinskiji sulla parete e un Picasso sull'altra.
"prendo il pranzo, accomodati" disse Peter interrompendo ancora una volta il suo filo analitico.
Jenna annuì e lo seguì in cucina prendendo posto al tavolo, la cucina era più piccola, nulla di interessante, anzi, forse la stanza meno interessante dell'appartamento.
Peter prese due confezioni in cartone bianco e la guardò stranito.
"Perchè sei seduta lì?"
Jenna imbarazzata si alzò, con lo sguardo confuso, questo tizio è Sheldon Cooper, gli ho rubato il posto, pensò.
"Io non mangio mai in cucina, solo nel mio salotto".
"ohw, okay" disse Jenna, stupita dal fatto che nel salotto appena analizzato, non vi erano tavoli da pranzo, impossibile le fosse sfuggito.
Peter la invitò a sedersi sul divano, stessa cosa fece lui.
Con aria trasandata poggiò i piedi (con le scarpe) al bordo del tavolino sul tappeto nero che precedeva l'enorme mobilio.
Jenna lo guardava sempre più stupita, era seduta ben composta all'angolo del divano con il suo cartonato del pranzo in mano.
Quella situazine le bastò per capire che tipo eccentrico e frivolo era Mr. Capaldi, un uomo dal nome elegante e dai modi ambigui, decise di comportarsi in base a ciò che aveva analizzato.
"Così sei un ottimo cuoco?" disse guardando nel cartone di cibo comprato dal cinese della strada.
"Certo! -disse lui- sono io che ho portato lo zongzu dal cinese di sotto, lui lo ha cucinato, ma l'idea è stata mia..in pratica l'ho cotto io!"
Jenna scosse il capo divertita e cominciò a mangiare gli zongzi.
"Allora Coleman, come mei sei qui?" chiese con il boccone pieno,
"Vivevo a Cardiff, con la mia famiglia, ma mi sono spostata a COventry per motivi...personali" disse mandando giù,
"molto personali?"
"vuoi che ne parli davvero?"
"oh no, se non vuoi no..dimmi, di cosa ti occupi qui?"
"sono ancora alla ricerca di un lavoro stabile, ma per ora lavoro nella caffetteria di un amico di mio fratello, tra due giorni inzierò, il tempo di sistemare l'arredamento"
"posso darti una mano quando ne hai bisogno"
"grazie..tu invece? Mr. Capaldi?"
"no, nonono, non chiamarmi 'Mr.' sembra ancora più vecchio di quanto già non lo sia".
"nah, non penso tu sia così vecchio"
"mh -disse Peter deglutendo- quanti anni ho secondo te?"
"no dai, non farmelo dire -disse Jenna agitando una bacchetta- farei una figuraccia"
"tranquilla, ne ho meno di 150"
"ohoh! Grazie ahahha" rise divertita, era la prima volta che non si sentiva a suo agio con un neo-conosciuto.
"dai su... quanti me ne dai?" chiese Peter poggiando il cartone sul tavolino e fissandola sfoggiando uno pseudo sguardo magnetico, parodizzando gli attori sexy.
"mmh...- la metteva davvero in imbarazzo indovinare l'età della gente-  149?" disse lei sorridendo.
"oh! -disse Peter portandosi una mano alla fronte, Jenna pensò che non avesse gradito la battuta, Peter spostò la mano sugli occhi come per coprirli e aprì due dita come spavanetato da una scena horror -mi hai scoperto".
Risero entrambi continuando a mangiare.
 
   
 
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