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Autore: __aris__    01/03/2015    12 recensioni
dal testo: Ma io non voglio il potere per me. Io ho vedo già oltre parole di Dio, so scegliere da solo cosa sia meglio per me. Voglio solo che anche quegli uomini appena nati abbiano le mie stesse possibilità. -- ff partecipante al conteste The Thousand and One Nights. spero vi piaccia e che venga recensita.
Genere: Angst, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Nickname forum: ariscarmen
Nickname EFP: __aris__
Numero di parole: 1983
Titolo: Il Ribelle
Genere: sovrannaturale, angeli e demoni
Rating: arancione
Avvertimenti: nella Bibbia il serpente che induce Eva a mangiare il Frutto della Conoscenza non è il Diavolo, l’assimilazione delle due figure avviene solo durante l’epoca della Patristica cristiana. In oltre l’idea che Lucifero sia colui che porta il libero arbitrio all’uomo è uno dei punti salienti dei movimenti luciferini che, a differenza dei culti satanisti (che venerano Satana come portatore di distruzione), vedono la figura di Lucifero in accezione positiva. Sebbene l’idea sia priva di fondamenti teologici ha incuriosito diversi intellettuali nel corso della storia (ad esempio Byron, Voltaire e Baudelaire) ed alcuni cabalisti che affidano al Diavolo il numero due, ovvero la divisione dall’unità cioè Dio. In fine ho scritto che Lucifero, prima di sfidare Dio, era un cherubino perché mi sembra di aver letto così da qualche parte ma, dato che non ne sono sicura, correggetemi se ho sbagliato.
 
 
 
 
 
Lui era stato il più bello ed il più fedele tra i figli di suo Padre fino a quando non venne cacciato. I suoi compagni, i suoi fratelli, combatterono strenuamente ma persero: alcuni morirono mentre gli altri furono cacciati assieme a lui. Mandati in un luogo buio ed oscuro, lontano dalla Luce perché gli occhi del Padre non si posassero mai più su di loro.
Traditore. Così Lui lo aveva chiamato e forse lo era anche. Ma è tradire rimanere fedeli a sé stessi anche a costo di scontrarsi con il proprio Creatore? È tradire scegliere di decidere da soli cosa sia giusto e sbagliato?
No. Secondo Lucifero quello non era tradimento. Tradire significava abbandonare i compagni che si erano ribellati assieme a lui, e che assieme a lui avevano combattuto e perso; coloro a cui aveva promesso mille altre battaglie per conquistare tutto quello che potevano conquistare o per perdere tutto quello che si poteva ancora perdere. Gli unici obblighi di fedeltà che sentiva erano verso sé stesso e verso coloro che avevano rischiato la vita al suo fianco. Gli obblighi verso Dio non li sentiva più da tempo immemore.
Per il resto Lucifero, il primo angelo a cadere, provava solo desiderio di vendetta nei confronti di un Padre che lo aveva rinnegato senza appello. Proprio Lui che si proclamava somma bontà. Dio era il creatore di tutto, visibile o invisibile, ma pretendeva dalle sue creature obbedienza ceca. La cosa andava benissimo per angeli come Michele e Gabriele, ma più lui contemplava Dio e più si chiedeva perché tutto nel Paradiso dovesse ruotare, letteralmente, intorno a Lui. Tutti gli angeli sempre a guardare Dio e mai rivolti verso i loro compagni. All’inizio aveva respinto questi pensieri, ma con il tempo gli resero insopportabile un’esistenza di mera contemplazione. Così si era avvicinato al Padre, uscendo dalla sua cerchia; solo questo fu sufficiente per sfidare il Creatore. Suo Padre nemmeno si degnò di guardarlo mentre gli rispondeva: l’Empireo si riempì della sua collera perché un angelo aveva appena messo in dubbio l’ordine da Lui creato. Michele fu il primo a levare la spada, seguito subito da molti altri. Fortunatamente per Lucifero alcuni angeli lo soccorsero; alcuni perché trovarono la reazione di Michele eccessiva, altri perché avevano i suoi stessi pensieri da molto tempo ma non avevano avuto il suo coraggio. La battaglia fu lunga e dolorosa per tutti. Si svolse sotto gli occhi di Dio e Lui non fece nulla perché i suoi figli non continuassero ad uccidersi tra loro. Semplicemente li lasciò morire, che fossero suoi devoti o suoi avversari.
Adesso Lui aveva creato dei nuovi giocattoli da tenere come ingenui infanti nel suo giardino per osservarli nei momenti di noia. Uomini, così li aveva chiamati, e li aveva creati a sua immagine e somiglianza dall’argilla. Eppure erano giocattoli rinchiusi in una gabbia dorata! Erano stati creati ad immagine e somiglianza di Dio ma non erano stati forniti dell’arbitrio di scegliere tra giusto e sbagliato. Di percepire il bene ed il male, come avrebbero detto le creature celesti.
Lucifero sapeva che se c’era una cosa che suo padre non tollerava era la disobbedienza ai suoi comandi e che avrebbe fatto di tutto perché Adamo ed Eva non infrangessero il suo volere. Se fosse riuscito a fargli mangiare il Frutto della Conoscenza non solo si sarebbe finalmente vendicato di come era stato cacciato ma avrebbe anche avuto un’arma nella sua guerra con il Creatore.
Lucifero pensò lungamente allo stratagemma da usare per entrare nell’Eden: il Giardino era custodito da cherubini; angeli valorosi che avrebbero combattuto strenuamente per difendere il Paradiso Terrestre. Quando decise di agire Raziel sorvegliava il giardino armato con un spada fiammeggiante. Il caduto agì in fretta: con Asmodeo ed Azazel risalirono le pendici del monte sulla cui cima si trovava l’Eden e tesero un’imboscata all’angelo per catturarlo.
 
Raziel era un potente cherubino armato con una spada fiammeggiante. Lunghi boccoli dorati ricadevano sulle spalle, circondando un viso dolce e delicato illuminato da occhi brillanti come zaffiri. Come tutti i cherubini, aveva quattro ali scarlatte con rifessi dorati che teneva richiuse su sé stesse in posizione di riposo.
Buon giorno fratello.” Lucifero comparve da un turbinio di piume nere. Anche le sue ali erano state rosse colorate in passato, ma lontano dalla Luce divina avevano assunto il colore delle notti senza luna. Raziel rimase sbalordito nel vedere il capofila dei ribelli davanti ai suoi occhi: anche se aveva perso la Grazia celeste, Lucifero restava una delle cose più belle del creato: i lineamenti perfetti e seducenti, i lunghi capelli castano scuro erano sempre gli stessi. Solo gli occhi erano cambiati: prima della cacciata erano color ambra, adesso neri con venature rosso sangue. Il sopracciglio destro era spezzato dalla cicatrice del colpo di spada con cui Michele lo aveva cacciato, ma ciò non bastava a deturpare la sua bellezza. Portava con fierezza le cicatrici delle battaglie che aveva combattuto, fiero della sua ribellione.
L’angelo si mise in guardia spiegando le ali: “Non siamo più fratelli. Hai rinnegato tuo Padre!” la lancia puntata contro il ribelle pronta a sprigionare saette di fuoco.
Lucifero perse la sua compostezza lasciando che lo sguardo si adombrasse per una frazione di secondo. Poi riprese la sua espressione impassibile, passeggiando lentamente attorno a Raziel che lo teneva costantemente sotto tiro. Solo qualche increspatura nella sua voce melodiosa trasudava il sapore amaro del ricordo della cacciata: “Io ricordo che fu Lui a ripudiarmi. Ricordo che fu Lui a mandare i miei fratelli a combattermi. Ricordo che fu Lui a lasciare che centinaia dei suoi figli morissero. Ma non sono venuto per rivangare il passato, fratello. Vorrei invece farti una proposta.”
Le narici del custode si dilatarono e gli occhi si strinsero a due fessure: “Non ho intenzione di ascoltare nulla da te. Tanto meno accetterei un accordo.”
Lucifero sospirò mestamente “Mi rattrista che tu dica così. Se mi avessi fatto entrare nel Giardino non ti avrei fatto alcun male.
Raziel ebbe solo il tempo di vedere Lucifero sbattere le sue quattro ali nere che due figure comparvero dalle piume: Azazel a destra ed Asmodeo alla sa sinistra. Azazel era un altro caduto; era stato un angelo potente e tra i primi a schierarsi con Lucifero. Anche le sue ali erano nere, gli occhi un tempo limpidi brillavano di follia, il sorriso benevolo si era mutato in una smorfia sadica: ciò che lo aveva reso un angelo bello e fiero adesso era completamente stravolto. Asmodeo invece era il demone della distruzione: era massicci e tozzo, aveva la pelle rosso scuro, quasi nera, due robuste corna gli spuntavano dalla fronte e due ali nere prive di piume completavano la sua figura.
In una frazione di secondo i due lo accerchiarono e lo colpirono ai fianchi con pesanti lance mentre Lucifero lo disarmava. “Avrebbe dovuto mettere qualcun altro al tuo posto. Michele sarebbe stato un degno avversario! Ma tu sei l’angelo della conoscenza e la battaglia non è adatta a te.” Commentò il ribelle atono.
Sanguinante l’angelo si accasciò a terra. “Vuoi uccidermi?” chiese fiero. Non aveva paura di morire perché era nel giusto.
L’altro lo guardò dall’alto in basso offeso per quelle parole “Io non uccido i miei fratelli.” Tuonò imperioso per poi concludere con un ghigno ammonitore “A meno che non sia necessario, si intende.” Lui non era come suo Padre, ma non avrebbe avuto pietà contro i suoi avversari.
Il sangue sporcava la veste candida di Raziel, le maestose ali erano diventate pesanti ed ingombranti, le lame acuminate gli bruciavano la carne; ma nulla faceva tanto male quanto vedere com’era diventato il Portatore di Luce. “Cosa ti è successo Lucifero? Una volta eri il più fedele tra noi cherubini!” sussurrò.
Il caduto si inginocchiò davanti al compago e gli accarezzò i morbidi riccioli dorati. “Ho capito che passare l’eternità a glorificare un Padre che non degna i suoi figli di uno sguardo non è per me.” Disse con semplicità.
Due lacrime rigarono le guance dell’angelo e si infransero nel sangue che macchiava la terra. “Così hai tradito.”
Lucifero si alzò in piedi contrendo la mascella “Io non ho tradito Lui! Lui ha tradito me!” l’aveva detta: la verità inconfessabile verità su cui si reggeva l’Empireo! “Mi ha attaccato, cacciato e rinnegato. Lui mi ha negato il Paradiso solo perché ho messo in discussione il suo volere. Ma nulla è immutabile Raziel. Nulla! Perseverare in questa ostinata idea è folle.”
Una terza lama si conficcò nel cuore dell’angelo nell’udire quelle parole, più affilata di quelle che gli trafiggevano i fianchi. Come aveva fatto una creatura celeste, tale e quale a lui, a diventare così? “Ti sbagli Lucifero: il suo volere è eterno ed immutabile.”
No fratello.” Disse il portatore di luce alzando il volto dell’ex compagno “Guardami! Io sono cambiato, Azazel è cambiato ed altri angeli nel tempo si uniranno alle mie schiere cambiando a loro volta. Forse anche tu un giorno seguirai il mio esempio.”
Raziel si sottrasse bruscamente a quel tocco gentile. “No! Mai!” urlò con indignazione ma Lucifero rimaneva imperturbabilmente sorridente davanti a lui.
Oh sì. Perfino quegli innocenti giocattoli che proteggi tra poco cambieranno e Lui li caccerà proprio come ha fatto con me.” Annunciò con voce di velluto.
Tutto ciò è sbagliato Lucifero! Te ne rendi conto?
Azazel ed Asmodeo risero di quella supplica che suonava tanto puerile alle loro orecchie, mentre Lucifero si limitò ad un leggero sorriso. “Giusto … sbagliato… bene e male non esistono. Esiste solo il potere e chi è troppo debole per usarlo.”
Sei impazzito fratello mio.” constatò tristemente “La tua ambizione ti ha corrotto a tal punto?
Ma io non voglio il potere per me. Io ho vedo già oltre parole di Dio, so scegliere da solo cosa sia meglio per me. Voglio solo che anche quegli uomini appena nati abbiano le mie stesse possibilità.
Non oserai entrare.” Sibilò il guardiano con le poche energie rimaste.
Entrerò invece e ti assicuro che riuscirò nell’impresa.” Poi si rivolse ai suoi compagni “Tenetelo fermo.” Ordinò e loro spinsero le lame ancora più in profondità girandole nelle carni dei Raziel per aumentare il dolore.
L’angelo urlò ancora, dopo qualche pesante respiro ebbe nuovamente la forza di parlare “Fermati prima che sia tardi! Ciò che farai sarà irreparabile.”
Lucifero parve non ascoltarlo mentre si avvicinava al cancello dall’Eden assorto nei suoi pensieri “Lo spero proprio. In una frazione di secondo io muterò il destino dell’umanità e nessuno potrà opporsi. Già li vedo … miliardi di esseri umani perennemente in bilico tra ciò che tu definisci giusto e sbagliato ma che alla fine faranno sempre scelte egoistiche motivandole con le miglio intenzioni. Dio ha creato l’uomo a sua immagine ed adesso io lo libererò dalle catene che gli ha imposto perché possa essere davvero felice.”
Raziel respirava a fatica, le forze lo stavano abbandonando, ma doveva comunque provare a fermare Lucifero. Anche se l’unica arma che gli rimaneva erano parole, probabilmente vane. “Non può esserci vera felicità fuori da Dio. Lo sai anche tu.”
Il ribelle non rispose subito contemplando i cancelli dorati del Paradiso Terrestre. Era cambiato da quando era un angelo devoto a Dio ma la Grazia che emanava quel luogo gli faceva ancora vibrare il cuore. L’unica differenza era che adesso la gioia aveva lasciato il posto ad una marea di sentimenti che ancora non comprendeva appieno. “Aspetta qualche tempo Raziel.” Disse pensieroso e l’angelo avrebbe dato qualsiasi cosa per poter vedere nella mente del caduto “Diamo modo ad Adamo ed Eva di avere innumerevoli discendenti e poi vedrai se ho ragione. Per ora rimani qui ed osserva; quando avrò finito ti libererò.” Poi si voltò indietro sorridente “Ma per adesso non muoverti … intesi?
Tutto ciò che Raziel vide prima di perdere i sensi fu Lucifero tramutarsi in serpente e strisciare sotto il cancello dorato per entrare nel Giardino dell’Eden. Poi ci furono solo il rosso del sangue ed il nero dell’oblio.
   
 
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