Io mi sposo.
Già questo suona strano alle mie orecchie. Avevo perso le
speranze che qualcuno mi sposasse quando Jimmy è morto, ma
da quando Jack è
nella mia vita le sorprese sono aumentate in modo esponenziale.
Io sono Wendy O’Connor e sono una semplice tatuatrice,
non avrei mai immaginato di essere
la
prima ragazza per cui Jack Barakat si fosse preso una cotta e
l’ultima.
Sì, esatto. Quella che ha fatto il miracolo di
convincerlo che il matrimonio non fosse così terribile e che
fosse un percorso
che si potesse affrontare insieme. Adesso sono
dall’impareggiabile Kaori e sto
provando il mio abito da sposa. Come Holly ho scelto un abito con del
nero.
Il mio ha una sola spallina nera, dei disegni floreali
neri sul coperto, una gonna larga bianca e nera con un leggero
strascico, la
parte nera è sostenuta elegantemente da dei fiori bianchi.
È bellissimo e il matrimonio non è stato
organizzato da
May. Mia sorella ha urlato, ha bestemmiato, è stata
trattenuta da Jordan per
evitare che mi picchiasse, ma poi ho dovuto rassegnarsi
all’inevitabile: il mio
matrimonio non sarebbe stato organizzato da lei.
Io e Jack ci diremo di sì sulla spiaggia, in modo
semplice, circondati dai suoi parenti e dalle band. Verranno i Pierce
The Veil,
i We Are The In Crowd, i Paramore, i Tonight Alive, gli You Me
& Six, i
Bring Me The Horizon, i blink, Gli Of Mice And Men, gli Sleeping with
Sirens e
i 5 Seconds of Summer.
Non conosco tutti i componenti di queste bands, ma non
possono essere peggio dei miei parenti, in quanto ai parenti di Jack i
suoi si
sono rassegnati al fatto che lui sposerà una ragazza del
ghetto.
Due settimane fa siamo volati a Baltimora per una cena
con la sua famiglia, suo fratello e sua sorella mi hanno trattato
abbastanza
bene. Lei in particolare mi ha riempito di complimenti ironici su come
sia
riuscita a far mettere la testa a posto a Jacky.
In quanto ai suoi genitori sono stati freddi, ma gentili.
Alla fine della cena sua madre mi ha preso in disparte e mi ha guardata
negli
occhi.
“Se devo essere onesta non sono ancora convinta che Jack
faccia bene a sposare una ragazza con delle origini come le tue, ma lui
sembra
felice.
Hai lo strano potere di farlo felice e finché lui
è
felice, io sono felice. Vedi di non farlo soffrire e di non fare cose
disoneste.”
“Io non faccio cose disoneste, il mio negozio di tatuaggi mi
rende abbastanza.”
Avevo risposto piccata, lei aveva sorriso tirata.
“Va bene, allora limitati a farlo felice.”
Io avevo annuito, era quello più vicino a un benvenuto in
famiglia che ci
potesse essere. Sono stanca che le mie origini pregiudichino quello che
sono,
ecco perché mi sono trasferita qui. Qui sono solo la ragazza
che viene da
Baltimora.
“Wendy?”
La voce gentile dell’asiatica mi riscuote dai miei pensieri.
“Sì?”
“Cosa te ne pare del vestito?”
Io mi guardo nel grande specchio dell’atelier e vedo una
ragazza dai capelli di
un azzurro pallido che sfuma in un violetto che mi sorride un
po’titubante. Il
sorriso non è reso più largo dai piercing quasi
sulle guance.
“Non ti piace il vestito?”
“No, è assolutamente perfetto. Sono io che non
sono
abituata a vedermi con dei vestiti del genere. Tutto qui.”
La sarta mi sorride comprensiva.
“Non ti devi preoccupare. Le spose devono essere belle
nel giorno del matrimonio, come boccioli di sakura, ci si sposa una
volta
sola.”
Io annuisco, non riesco a immaginarmi con qualcuno
diverso da Jack.
Mi tolgo il vestito aiutata da Holly e Kaori lo ripone
via accuratamente, per far sì che il suo prezioso lavoro non
si sciupi.
“Ci vediamo la settimana prossima.”
Io annuisco.
“Il tuo matrimonio va bene?”
Chiede gentilmente a Holly.
“Sì, va benissimo.”
Lei sorride e noi usciamo dall’atelier, arrivate a casa ci faremo un bel
the, poi io aspetterò
il ritorno di Jack, oggi ho chiuso il negozio.
Attraverso il caos di Los Angeles e parcheggio finalmente
nel garage, apro la porta che da lì porta alla cucina e
seduta su una delle
sedie trovo May sul piede di guerra.
“Ciao, May.”
“Ciao. Come sono andate le prove?”
“Oh, bene.”
“Senti, non vuoi che ti organizzi il matrimonio in chiesa
ed è ok, ma lasciami organizzare almeno il ricevimento,
addobbare la casa,
etc.”
Io guardo mia cugina.
“Va bene, te lo concedo. Basta solo che non stressi
troppo me e Jack, ti lascio carta bianca.”
Lei mi guarda per un attimo torva, poi annuisce.
“Davvero non vuoi partecipare di più
all’organizzazione?”
“No, ho visto come è andata con Holly e Alex.
Troppo stress.”
“Sta bene, adesso vado.
Ciao.”
Io e Holly ci beviamo il sospirato the in silenzio, mi dispiace che May
ci sia
rimasta male, ma penso che la sincerità sia la politica
migliore.
“Pensi che si sia offesa?”
“No, non credo.”
“Lo spero, vorrei vedere ancora Andy.”
Le appoggia la sua tazza sul tavolo.
“A proposito di Andy, tuo fratello verrà al
matrimonio?”
Andrew è anche il nome di mio fratello, non solo di mio
nipote.
“Sì, mi ha detto di sì. Ha detto che ha
anche una
sorpresa per me. Chissà cosa ha in mente, spero niente di
pericoloso.”
Holly mi sorride rassicurante.
“Sono sicura che non sarà nulla di pericoloso.
Adesso
però devo andare, grazie del the.”
Mi lascia da sola nella grande casa, io mi fumo una sigaretta e poi mi
butto a
peso morto sul divano, decisa a godermi la giornata di riposo.
Solo quando Jack arriva a casa mi alzo dal divano e lo
ringrazio per essere passato dal cinese e aver comprato la cena, oggi
non avevo
voglia di cucinare.
“Grazie mille, amore.
Oggi non avevo voglia di cucinare!”
Lui ridacchia.
“L’avevo intuito, oggi hai provato
l’abito da sposa.”
“Già. Senti, ho permesso a May di organizzare il
ricevimento, pranzo qui a
casa. Ho fatto male?”
Lui si gratta il mento con un’ombra di barba.
“No, hai fatto bene. Io non ho nulla in contrario, spero solo
che non sia
stressante.”
“Le ho dato carta bianca.”
Lui sorride.
“E allora va bene.”
Si avvicina a me e mi bacia. Sì, va tutto bene.
Non c’è nulla di cui preoccuparsi.
Due giorni prima del matrimonio, mentre sono
impegnatissima a controllare il menù con May prima di dare
l’ok al catering,
qualcuno suona al campanello.
“Vado io, tu controlla il menù.”
Sento la voce di mia sorella e una voce maschile,
incuriosita lascio perdere quello che sto facendo e vedo mio fratello
sulla
porta. Urlando come una matta gli salto in braccio e lo stringo forte.
“Brutto stronzo, potevi dirmi che saresti tornato! Ti
sarei venuta a prendere all’aeroporto!”
Lui ride.
“Volevo farti una sorpresa, ma non sarà
l’unica.”
Io lo guardo curiosa, ha una luce gioiosa che danza negli occhi azzurri.
“Ho mollato l’esercito, ho abbastanza soldi per
mettere
su il ristorante che volevo.”
Lo abbraccio di nuovo, ululando di gioia. Niente più
preoccupazioni o paura di
ricevere una chiamata in piena notte che mi avvisava che il soldato
Andrew
O’Connor è caduto in azione.
Quando mi stacco da lui, noto che dietro di lui
c’è una
figuretta: una bambina di al massimo dieci anni dalla pelle abbronzata
e grandi
occhi verdi.
“E questa bambina chi è?”
“Oh, l’ho adottata. I suoi sono morti per un
bombardamento e ha iniziato a
girare intorno al nostro accampamento così mi sono informato
su cosa si potesse
fare per lei. L’ho tenuta in affidamento per un
po’, poi finalmente mi hanno
permesso di adottarla, sono molto rilassati su queste cose
laggiù, gli
orfanotrofi traboccano di bambini.”
Io le sorrido, lei mi restituisce un sorriso incerto. Io
mi abbasso alla sua altezza.
“Io sono Wendy, la sorella di Andrew. Come ti
chiami?”
“Amina.”
Mi risponde con una voce timida, poi si guarda intorno curiosa.
May si avvicina con un bel sorriso stampato in faccia.
“Io sono May, la sorellina di Andrew.”
“E quell’uomo chi è?”
Indica timidamente il tizio del catering.
“Oh, lui è un signore con cui sto concordando cosa
mangiare al mio matrimonio. Mi sposo tra due giorni, lo sai?”
Guardo May, lo strascico del mio vestito è un problema
perché rischia di
sporcarsi in spiaggia, ma se Amina mi facesse da damigella…
May capisce al volo
e annuisce in modo impercettibile.
“Tanti auguri, devi dipingerti le mani
però.”
“Lo farò.”
“Non con quelle cose, però.”
Indica i miei tatuaggi, io ridacchio.
“No, no. Ti piacerebbe essere la mia damigella? Potresti
tenere lo strascico del mio vestito.”
I suoi occhi si illuminano.
“Sì, ma solo se mi lasci dipingere le tue
mani.”
“Va bene.”
Mi alzo in piedi.
“Avete già una sistemazione?”
“No, per ora no.”
“Allora starete qui, non vi preoccupate, Jack è
abituato alle invasioni dei
miei parenti.
May, dà loro una mano e io finisco qui.”
Mia sorella annuisce e io rivolgo di nuovo la mia attenzione
all’uomo del
catering, un’ora dopo abbiamo finito e io mi siedo sul divano
massaggiandomi la
testa, Andrew mi raggiunge.
“Come ci si sente a sposarsi?”
“Strani, ma in senso positivo. Come ci si sente a essere
padre.”
“Bene.”
“Dov’è la piccola?”
“Dorme, non è abituata a voli del
genere.”
Chiacchieriamo ancora un po’ fino all’arrivo di
Jack, lui
e mio fratello si salutano e io scatto in piedi come se il divano mi
avesse
dato la scossa.
“Non ho preparato niente da mangiare!”
“Ho preso due pizze giganti, dovrebbero bastare per
tre.”
“Quattro.”
Lo correggo automaticamente io.
“Sei incinta, Wen?”
“No, vedrai presto.”
Jack mette i cartoni delle pizze sul tavolo e mio fratello sale al
piano di
sopra per tornare con Amina. Lei guarda curiosa Jack, i suoi occhi
saettano
dalla sua faccia ai suoi capelli.
“Lui è Jack, il mio futuro marito.”
“Io sono Amina, ciao. Papà Andrew mi ha
adottato.”
“Oh, piacere di conoscerti.”
Ci sediamo a tavola e iniziamo a mangiare, Amina gradisce molto la
pizza, fa
concorrenza a Jack per l’appetito con cui la mangia.
Finita la cena lei e Andrew vanno a letto, io e Jack ci
sdraiamo sul divano.
“Altra invasione in corso?”
Mi chiede divertito.
“Sarà breve, deve trovare una casa per lui e per
la
figlia e “Future Hearts” come va?”
“Benissimo, anche se mi dispiace partire subito dopo il
matrimonio e lasciarti da sola.”
“Chi ti dice che sarò da sola? Ho parlato con
Holly e
Bryan, possono trovare un sostituto temporaneo.”
“Cosa stai cercando di dirmi?”
Mi chiede con gli occhi che brillano.
“Doveva essere una sorpresa, ma ormai…
Verrò in tour con
voi!”
Lui mi abbraccia e mi bacia.
“Amore, è bellissimo! Sono felicissimo, non vedo
l’ora di
sposarti!”
Io sorrido, anche io penso la stessa cosa: non vedo l’ora
di avere la mia fede al dito.
Chiacchieriamo un po’, poi finiamo per addormentarci sul
divano e venire svegliati da Amina la mattina dopo.
“Papà ha fatto la colazione.”
“Se voglio mangiarla? Non mi perderei una colazione
preparata da mio fratello per niente al mondo!”
Do una gomitata a Jack che grugnisce e si massaggia una
costola.
“Jack, sveglia! Andrew ci ha fatto la colazione!”
“Spero che da sposati non mi rifilerai più certe
gomitate, sono fatto di ossa
anche io.”
Io gli massaggio il petto.
“Scusa, Jack! Solo che la colazione preparata da mio
fratello è davvero buona!”
Ci alziamo dal divano e lo raggiungiamo nella grande
cucina di villa Barakat, sul tavolo ci sono waffles, muffins, pancakes
e una
torta.
“A che ora ti sei svegliato?”
“Alle cinque, ho problemi con il jet-lag e ho deciso di
utilizzarli in modo
produttivo.”
Jack guarda tutto quel ben di Dio con la bava alla bocca, credo che
ormai si
sia dimenticato completamente la gomitata.
Si getta sul cibo e mangia come un maiale, mio fratello
mi lancia un’occhiata che significa: “Sei davvero
certa di volerlo sposare?”,
io annuisco con vigore.
Non mi importa niente del fatto che mangi come un maiale,
lo voglio sposare con tutta me stessa.
E alla fine il giorno è
arrivato.
Amina mi ha dipinto le mani con l'henne come promesso e sono uscite
benissimo. Me le guardo nervosamente.
Adesso sono sola in casa con Andrew e conto i minuti che mi
separano dall’uscire dalla porta e andare finalmente in
spiaggia. Ieri mio
fratello ha conosciuto l’altro Andrew ed è andato
in brodo di giuggiole, non
finiva più di spupazzarselo, anche Amina è
rimasta entusiasta del suo neo
acquisito nipote.
“Va tutto bene, Wen?”
Mi chiede mio fratello.
“Sì, solo non vedo l’ora di essere in
spiaggia a
sposarlo.”
“Lo ami proprio.”
“Più della mia vita. Lo so che può
sembrare un coglione,
ma a volte serve un’idiota per rimanere sani.”
“Oddio, se citi i testi dei The Ark sei proprio innamorata
persa.”
Ride lui.
“Sì, Cristo. Non vedo l’ora che quella
dannata lancetta
raggiunga l’ora giusta, e tu?”
“Io? Sono appena arrivato a Los Angeles.”
“Sì, ma c’è qualcuno che ti
interessa, te lo leggo in
faccia.”
“C’era una ragazza marine che mi interessava
parecchio,
ma è caduta in azione. Ci eravamo sposati per far
sì che ci dessero Amina.”
Io rischio di cadere per terra dallo shock.
“E quando contavi di dirmi una cosa del genere?”
“Quando l’avrei superata, fa male parlarne. Tenevo
molto
a Zoya.”
All’improvviso riesco a capire un po’ meglio il suo
dolore, se mi togliessero
Jack impazzirei.
“Beh, il giorno che ne vorrai parlare la porta di casa
mia è aperta e tu sei il benvenuto.”
“Grazie, per me significa molto.”
Dà un’occhiata all’orologio.
“Forza, tesoro! È arrivata
l’ora.”
Mi prende per mano – come faceva da piccolo per uscire con me
a giocare nelle
giornate di sole – e mi porta alla macchina che ho
noleggiato. L’autista ci
sorride, io ricambio con una specie di smorfia e poi entro.
Le strade di Los Angeles mi sembrano strane oggi, come se
mi trovassi in un video in technicolor in cui i colori sono
più accesi del
solito.
Arriviamo alla spiaggia e salgo i gradini che mi separano
dal lungomare, la gente mi guarda curiosa – non capita tutti
i giorni di vedere
una sposa vestita di bianco e nero che si dirige verso il mare
– io non li
considero nemmeno.
I miei occhi sono calamitati dalla piccola folla che vedo
vicino alla battigia, ordinatamente organizzati in due file,
sicuramente dietro
ordine di May. È minuta, ma forte, un generale in gonnella.
Il fatto che Tony si metta a suonare qualcosa che
somiglia alla marcia nuziale va voltare tutti verso di noi, compresi il
mio futuro
sposo e i testimoni: Alex e Holly.
Il sorriso smagliante sul volto di Jack mi fa saltare
parecchi battiti, non l’ho mai visto così felice e
sapere di essere io la causa
mi rende felice di riflesso.
Con passo lento e solenne tra le due file con un sorriso
che mi va dall’orecchio all’altro e finalmente
arrivo al fianco di Jack.
Il prete inizia la cerimonia, ma io ho occhi solo per
lui, sono solo vagamente consapevole di quello che
c’è attorno a me.
Il mio sogno si sta realizzando, non sto sognando.
“Vuoi tu Gwendolen Phoebe O’Connor sposare il qui
presente Jack Bassam Barakat e giurare di stargli accanto nella buona e
nella
cattiva sorte, in salute e in malattia?”
“Sì.”
Gli infilo l’anello al dito, la mia mano trema un
po’.
“Vuoi tu Jack Bassam Barakat sposare la qui presente
Gwendolen Phoebe O’Connor e giurare di starle accanto nella
buona e nella
cattiva sorte, in salute e in malattia?”
“Sì.”
Lui mi infila l’anello al dito, quello sbagliato, poi si
corregge e lo mette su
quello giusto con un sorriso di scuse.
“Con l’autorità conferitami dallo stato
della California
vi dichiaro marito e moglie, ora lo sposo può baciare la
sposa.”
Jack alza il velo che mi copre parzialmente il volto e mi
bacia con passione, suscitando una risatina divertita da parte di Alex.
Quando
si stacca ripassiamo tra le due file accompagnati dalle note di Tony.
Le due
file si sciolgono e ci lanciano tutti del riso, io invece mi volto e
sento che
la folla dietro di me trattiene il respiro. Con un movimento fluido
lancio il
mio bouquet e poi mi volto per vedere chi l’abbia preso:
è Sophie che se lo
rigira tra le mani, incredula.
Guarda Vic per un attimo e poi sorride senza motivo,
spero che il mio mazzo di fiori le porti bene.
Eseguito anche questo rito ci dirigiamo verso il buffet in
spiaggia, ho deciso di organizzarne uno qui prima del pranzo vero e
proprio in
villa.
Mi fanno tutti le congratulazioni, io le accetto, ma poi
il mio occhio cade su Andy che sta giocando con Willow – la
figlia di Ronnie
Radke , Bliss – quella di Jeremy Davis e Copeland, quella di
Kellin Quinn.
Willow e Andy sembrano andare particolarmente d’accordo tanto
che Copeland
finisce per sentirsi esclusa e giocare solo con Bliss.
Mi sa che tra qualche anno quei si sposeranno!
Non sono l’unica a essersene accorta, anche Ronnie sta
guardando il gruppo di
bambini.
“Andy e Willow vanno molto d’accordo,
vero?”
“Sì, forse questa volta una Radke ce la
farà a conquistare un O’Connor.”
Dice a bassa voce per non farsi sentire da Vic, io sorrido.
“Chi lo sa.”
Jack si avvicina a noi e mi abbraccia da dietro, guarda
anche lui i bambini.
“Presto ne avremo uno nostro.”
Mi sussurra in un orecchio, io rischio di sciogliermi in lacrima
davanti a
tutti.
“Sì.”
Dico semplicemente.
“Ti amo, Jack Barakat.”
“Ti amo anche io, Wendy O’Connor.”
Tra le sue braccia, in compagnia delle mie sorelle, di mio fratello e
dei miei
amici mi sento finalmente davvero al sicuro.
Meglio, mi sento la donna più fortunata del mondo.
Cenerentola e le altre principesse delle fiabe mi fanno
un baffo, io le batto tutte.
Io ho il mio principe libanese.
Questa è Wendy.
Questo è il vestito
Questo è Andrew
Questa è Amina.