Note dell’autore: Eccovi al primo
capitolo dell’episodio “The Stolen Earth” che personalmente amo molto (come il
secondo episodio del resto).
Comunque,
ho impostato quasi tutti i capitoli, manca solo il metterli sul documento.
Inoltre so già come concluderlo, quindi serve solo tanta ispirazione e anche
tanta volontà di mettersi sotto a scrivere, ma non vi preoccupate, sono già al
lavoro e spero di pubblicare presto.
Bando alle
ciance e buona lettura.
Beta: Paolettazza e Feyilin
Disclaimer: Doctor Who e tutti i suoi personaggi non sono
di mia proprietà (purtroppo), tutti i diritti sono dei legittimi proprietari,
il mio è solo un divertimento.
La terra rubata (1)
Capitolo 1
La guerra inizia
La sua testa brulicava di domande senza risposta, mentre
la sua navicella velocemente lo portava dove voleva. Donna si teneva alla
console, sul viso la paura e l’incertezza.
Non c’era tempo per questo, dovevano tornare, doveva
tornare da lei, capire come fosse riuscita ad arrivare a Donna in un altro
universo, era impossibile.
Con un sussulto il Tardis si fermò e lui senza perdere
altro tempo corse fuori, erano tornati a Powell Estate, tutto sembrava nella
norma.
“È a posto, è tutto a posto” disse guardandosi attorno,
Donna era corsa accanto a lui.
“Non è successo niente” disse ancora più confuso di
prima, un ragazzino che portava i giornali alle porte si era fermato un po’ più
avanti di loro.
“Ehi ragazzino, che giorno è oggi?” chiese a voce alta il
Dottore.
“Sabato” urlò di rimando per poi correre via.
“Sabato? Grazie” annuì il Dottore.
“Bene, mi piacciono i sabati” disse ancora confuso.
“Dottore, come faceva Rose a essere lì in quel mondo?”
chiese Donna accanto a lui.
“Non ero in un mondo parallelo?” chiese ancora la rossa
confusa.
“Esatto, ma se lei riesce a passare dal nostro mondo e a
un altro parallelo, significa che i muri dell’universo stanno crollando, questo
mette pericolo tutto, ogni cosa” spiegò a mille all’ora.
“Ma come?” chiese ancora confuso per poi correre
nuovamente al Tardis. Controllare i dati dal Tardis poteva essere utile, magari
riusciva a fare chiarezza su quello che stava accadendo. Sentì Donna
avvicinarsi lentamente.
“La questione è un'altra” esordì la rossa con un tono
dolce che sorprese il Dottore, senza però distrarlo da quello che stava
facendo.
“Non so cosa ci aspetta, immagino sia brutta l’ho capito,
ma Rose potrebbe tornare, non è bello?” chiese dolcemente sorridendogli.
Il Dottore si fermò un attimo. Il fatto che Rose avesse
deciso di lasciarlo lo aveva spezzato, ma, nonostante il dolore della perdita,
la possibilità che lei sarebbe tornata da lui, che avesse viaggiato per
arrivare nuovamente da lui, apriva nuovamente il suo cuore.
“Sì, lo è” disse dolcemente sorridendo all’amica accanto
a lui.
Uno scossone li fece cadere a terra.
“Cosa diavolo è stato?” chiese Donna mettendo da parte il
suo lato dolce.
“Veniva da fuori” rispose il Dottore. Si rimise in piedi
e corse nuovamente alle porte del Tardis, seguito come sempre da Donna.
Aprendole, si trovò davanti uno spettacolo che non si aspettava. Erano nello
spazio, niente palazzi nè aiuole, ma stelle e qualche masso che passava davanti a
loro.
“Siamo nello spazio? Com’è successo?” chiese Donna
confusa.
Le domande nella mente del Dottore non facevano che
aumentare e le risposte sembravano sempre lontane. Corse nuovamente alla
console per leggere i dati.
“Cosa hai fatto?” chiese ancora Donna impaziente, ma ciò
che il Dottore vide sullo schermo lo confuse ancora.
“Non ci siamo mossi di un metro” disse fissando lo
schermo. Le coordinate erano quelle giuste, lì di solito si trovava la terra,
lì di solito c’era la casa di Rose e se loro non si erano mossi, voleva dire
solo una cosa. Sconvolto, alzò lo sguardo verso le porte ancora spalancate con
Donna accanto.
“Non ci credo” disse sospirando più confuso che mai,
corse nuovamente verso le porte affacciandosi ancora un po’ per guardare meglio
attorno.
“Il Tardis è nello stesso posto, è la Terra che non c’è
più” sentenziò sconvolto da quello che poteva significare.
“L’intero pianeta è svanito” disse con tono preoccupato.
Tenne gli occhi chiusi, concentrandosi su quello che
doveva fare, le mani fermamente strette sull’arma che aveva in braccio. Ormai
si era abituata alla sensazione di essere tirata da tutte le parti e aveva
imparato a concentrarsi sul suo scopo, evitando di pensare al vuoto che le
prendeva lo stomaco ogni volta.
Quando sentì la terra ferma sotto i piedi, si concesse di
sospirare lentamente e aprì gli occhi trovandosi davanti i palazzi familiari
del Powell Estate. Deglutì mandando via le lacrime, non era quello il momento
di aggrapparsi ai ricordi della sua vecchia vita. Guardò in alto nel cielo e
vide i pianeti allineati, per fortuna era arrivata al momento giusto, doveva
essere appena successo, perché c’era ancora fin troppa calma attorno a lei.
“Ora siamo nei guai” sospirò sapendo fin troppo bene cosa
stava per succedere.
“E questo è solo l’inizio” continuò caricando la sua
arma. Aveva il tempo per preoccuparsi di una cosa importante, poi sarebbe
ricominciata la ricerca del Dottore, non doveva essere troppo lontano, si erano
agganciati alle coordinate del Tardis.
Di corsa salì le scale, fino a quando non si scontrò con
la madre Jackie che era appena uscita dall’appartamento.
“Rose” disse la donna con tono allarmato. La bionda le
sorrise, spostò la sua arma e si aggrappò alla madre assaporando quell’attimo.
Era passato troppo tempo dall’ultima volta che si erano viste, o almeno per lei
era passato troppo tempo.
“Piccola, che sta succedendo?” chiese preoccupata la
donna, sciogliendosi dall’abbraccio.
“Non ora mamma” disse sospirò e mandando via alle
lacrime.
“Tesoro cosa succede? Sei così cambiata” disse con
dolcezza accarezzandole la guancia e asciugandole le lacrime.
“Entriamo in casa” disse di corsa spingendo la madre nel
loro appartamento.
“Rose, cosa sta succedendo?” disse ancora allarmata.
“Ascoltami con molta attenzione, io non posso restare, ma
devi promettermi che non lascerai questo posto per nessun motivo” si raccomandò
la ragazza fissando la madre dritta negli occhi.
“Rose, ma” tentò di parlare, ma la biondina scosse la
testa fermandola.
“Ti prego mamma, non ho tempo, devo trovare il Dottore,
ma devi promettermi che non uscirai di casa” continuò con determinazione.
“D’accordo, farò come vuoi” disse infine la donna
sconfitta, Rose le sorrise e si mise a cercare in giro.
“Ti spiegherò tutto una volta risolta questa faccenda. Ma
prima devo fare una cosa importante” disse prendendo l’ex portatile che Mickey
le aveva lasciato in caso di emergenza. Prese una pen drive che aveva nascosto
nella sua giacca viola e la collegò al computer, digitò qualche tasto, finché
non riuscì a collegarsi con la UNIT e i loro monitoraggi.
“Ohi, da quando sai fare queste cose?” le chiese Jackie
accanto a lei.
“Lunga storia” disse velocemente continuando a digitare.
Sullo schermo apparvero le trasmissioni dal satellite, 200 astronavi puntavano
sulla Terra. Sentì la madre sussultare accanto a lei. Sullo schermo apparve un
messaggio in rosso “Messaggio in entrata!” poco dopo si sentì dappertutto.
“Sterminare! Sterminare!” la voce metallica dei Dalek
fece tremare tutto e Jackie corse alla finestra. Rose, dal canto suo, rimase al
computer, doveva riordinare le idee.
“Sterminare! Sterminare!” a ripetizione la voce
continuava a diffondersi, Rose si alzò e riprese l’arma con sé.
“Rose, non pensare di uscire con quelle cose la fuori”
disse preoccupata la donna.
“Mamma, devo andare, qui starai al sicuro, so per certo
che i Dalek prenderanno di mira altre zone. Devi solo promettermi di non uscire
da casa, per nessun motivo” impose Rose tenendole le mani tra le sue. La madre
annuì silenziosamente e Rose l’abbracciò di nuovo.
“Ti voglio bene mamma” disse sospirando e assaporando
quel loro momento insieme.
“Ti voglio bene anch’io Rose” rispose la donna. Dopo di
che si separarono.
“Fa attenzione, tesoro” si preoccupò la donna. Rose le
strinse le mani nuovamente sorridendole, per poi uscire tenendo stretto il
fucile. Sospirò, mandando via le lacrime nuovamente, quello non era il momento
per piangere.
Fine
Capitolo 1