Piccoli piaceri

Náli era un Nano che apprezzava i piccoli piaceri della vita.
Come giocare coi suoi figli, baciare la sua fiera e bellissima moglie… O anche fare uno spuntino dopo una dura giornata di lavoro in miniera.
Peccato che, al momento, la dispensa fosse più vuota del suo stomaco.
«Dís!» chiamò, richiudendo lo sportello e pensando agli ospiti che si erano presentati alla loro porta la sera prima. «Sua Altezzosità Reale e Dwalin hanno di nuovo finito il nostro cibo!»
Sua moglie entrò nella stanza tenendo in braccio il piccolo Kíli. «Lo so» disse, sbuffando un poco. «Ciò che non hanno divorato è bastato giusto per la colazione e il pranzo. Per stasera bisognerà fare un salto al mercato».
Náli sospirò. «Mi raccomando» disse a Kíli, «non seguire mai l’esempio di tuo zio».
Il bambino non parve recepire un granché delle sue parole, impegnato com’era a toccare la barba e i capelli scuri della madre. Per qualche motivo, li trovava decisamente più affascinanti di quelli biondi del padre.
Dís scosse la testa, divertita. «Sono sicura che Thorin avrebbe qualcosa da ridire».
Náli fece una faccia buffa a beneficio del figlio. «Non mi interessa. Io sono un Nano per bene, che non svuota le dispense altrui, e voglio che Fíli e Kíli seguano il mio esempio».
«Mi spiace deluderti» replicò Dís, «ma i tuoi figli sono dei piccoli predatori che svuoterebbero la dispensa di chiunque».
Náli aprì la bocca, e in quel momento anche Fíli entrò in cucina. «Oh, mim azaghâl» lo accolse suo padre. «Vieni a dire alla tua amad che tu sei un Nano per bene».
«Lo zio Thorin è andato via?» domandò invece Fíli.
Sentendo la sua voce, Kíli guardò giù, le manine saldamente poggiate sulle spalle di Dís, e sorrise al fratello.
«È andato in un posto che si chiama Brea per svolgere alcuni affari» rispose lei.
«È lontano?» insistette il bambino, e Náli lo prese su, sedendosi su una sedia e sistemandoselo sulle ginocchia.
«Non è vicinissimo».
Fíli corrugò la fronte e rivolse gli occhi azzurri verso suo padre.
«Allora» esordì Náli, «cosa ti preoccupa?»
Il bambino si mangiucchiò il labbro. «E se lo zio non torna?»
Náli si domandò da dove fosse nata quella paura. Non era certo la prima volta che Thorin lasciava le Montagne Azzurre.
«Nessun problema» disse, dando una pacchetta rassicurante alla testolina bionda del figlio, «noi avremmo più cibo, e tu saresti il nostro nuovo re».
«Náli!» lo redarguì Dís, mentre Fíli lo guardava con tanto d’occhi.
«Volevo dire, torna di sicuro, non preoccuparti».
Suo figlio gli sorrise, rassicurato, e Náli pensò che a momenti avrebbe dovuto recarsi al mercato per rimpolpare la loro dispensa.
Non subito, però, perché lui era un Nano che si prendeva il tempo per apprezzare i piccoli piaceri della vita.
Come sedere in una stanza col proprio primogenito sulle ginocchia, mentre sua moglie e il piccolo di casa si trovavano poco distanti.
Per lui, in fondo, quei piccoli piaceri erano i piaceri più grandi.