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Autore: LadyBones    08/03/2015    0 recensioni
Dal testo:
"[...] Lei non c'era più ma io l'avevo vista. Aveva semplicemente spiccato il volo e, ora, era in un posto migliore di questo. [...]"
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I NEED TO LET YOU GO


 

Elizabeth?!? sussurrò una voce a pochi centimetri dal mio orecchio. Del fiato caldo finì per solleticarmi la pelle e con un gesto veloce della mano cercai di scacciare via quel ronzio. 
Elizabethhhh?!? 
Il mio nome riecheggiò in nella stanza costringendomi ad aprire lentamente un occhio. Il chiarore della luna penetrava attraverso i vetri della finestra segno che doveva essere notte fonda ma ero così stanca da riuscire a malapena a tenere le palpebre aperte. Per un attimo credetti seriamente di aver immaginato quella voce così tirai un po’ più su la coperta per riprendere il sonno esattamente lì dove l’avevo interrotto. Passarono appena alcuni secondi quando una mano non mi strattono con prepotenza.
 Elizabeth stai forse cercando di evitarmi? mi chiese quella voce stizzita.
Riaprì nuovamente a fatica gli occhi ritrovandomi il viso di Sophie a pochi centimetri di distanza. Quei suoi due pozzi d’acqua chiara risaltavano ancora di più in nella semioscurità mentre, con impazienza, mi scrutavano.
No, sono solo stanca… sussurrai flebilmente stropicciandomi gli occhi. Le mie parole non sembrarono fermarla e, senza pensarci due volte, tirò via le coperte ridendo divertita.
Andiamo, voglio farti provare una cosa…sarà divertente! esclamò emozionata. In quel momento mi ricordò quando, da bambina, non riusciva ad aspettare per mettere le mani su un nuovo giocattolo, poi i giocattoli furono sostituiti dai ragazzi.
Non posso, i miei genitori mi hanno detto che devo lasciarti andare… sussurrai quasi in un lamento. Sgranò gli occhi non appena udì le mie parole. La vidi indietreggiare tenendo le braccia lungo il corpo.
Vuoi abbandonarmi anche tu? Sei la mia migliore amica…insieme per sempre, ricordi? le sue labbra si incresparono segno che da lì a poco sarebbe scoppiata a piangere. Sospirai appena balzando giù dal letto forse con un po’ troppa fretta.
Insieme per sempre… replicai semplicemente. Il suo viso cambiò espressione velocemente e feci appena in tempo ad avvertire la sua stretta intorno alla mia mano che mi trascinò con sé. La casa era completamente silenziosa e dovemmo fare piano mentre salivamo lungo le scale in direzione della balconata più alta. Le assi scricchiolavano sotto i nostri piedi nudi e la mia vestaglia sfrusciava contro le mie gambe. Sophie spalancò la porta trascinandomi con sé mentre la sua risata riecheggiava intorno a noi. La sentì liberare la mia mano dalla sua stretta prima di salire sul cornicione. La fissai sbattendo un paio di volte le palpebre prima di vederla voltarsi verso di me e tendermi la sua mano.
Vieni… sussurrò semplicemente.
Titubante la seguì avvertendo il freddo di quel marmo sotto i piedi. Guardai giù per un istante cercando di capire quanti metri ci separassero dal suolo. Rabbrividì appena avvertendo la camicia da notte gonfiarsi leggermente per via della brezza.
Voglio insegnarti a volare… disse Sophie sorridente allargando le braccia. In quel momento mi sembrò proprio come uno di quegli uccelli pronti a librarsi in volo. Deglutì a fatica sfregandomi la pelle scoperta degli arti con le mani.
Non voglio…Sophie io…ho paura…non posso… balbettai cercando una scusa per scendere da lì. Lei, però, sembrò non volermi ascoltare. Afferrò la mia mano sorridendomi.
Ci sono io con te, non ti succederà nulla…voleremo libere come libellule…io e te… mi incoraggiò e io non potei fare altro che annuire. Saremmo state libere ed avremo spiccato il volo. Sorrisi a quel pensiero allargando le braccia proprio come aveva fatto lei poco prima.
Uno…due… iniziò a contare lanciandomi un’occhiata. Le sorrisi prima di fare un bel respiro profondo.
Tre… esclamai pronta a librarmi in volo. Feci un passo avanti inclinandomi prima di sentire delle braccia afferrarmi e trascinarmi con loro.
Elizabeth! gridò la voce di mio padre mentre mi trascinava lontano da lì.
No, Sophie..no! gridai con tutta la forza che avevo in gola. Mi liberai dalla sua presa sporgendomi da quel cornicione ma di Sophie non c’era più nessuna traccia.
Sophie non c’è più Elizabeth…te lo ricordi? Devi lasciarla andare… sussurrò mio padre prima di prendermi in braccio e riportarmi nel mio letto. Lei non c’era più ma io l’avevo vista. Aveva semplicemente spiccato il volo e, ora, era in un posto migliore di questo. Ogni tanto, però, tornava a trovarmi. Lei tornava sempre.




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NdA: Ci sarebbero mille cose da dire sulla schizofrenia perchè è così complessa e piena di sfumature che è difficile descriverla con una sola frase. Mi sono voluta soffermare sulla sua sfumatura iniziale quando si è in bilico su un filo del rasoio e non si sa da che parte si finirà per cadere. Basta una scintilla per dare fuoco a tutto il resto come in questo caso. Spero solo di essere riuscita a mettere in luce questa piccola sfumatura.A presto, -LadyBones

 

   
 
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