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Autore: Dragasi    09/03/2015    2 recensioni
Grinlond è la guardia del corpo e migliore amico del principe Thorin prima che la disgrazia cada sul regno di Erebor, ma nemmeno la venuta del drago Smaug riuscirà a scalfire la fedeltà per il suo signore.
Causa smarrimento appunti l'aggiornamento della storia è rimandato a data da definirsi
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Balin, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Dwarves' Songs
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5. Verso Dale

Avevo appena finito di preparare i bagagli e sellare i pony per il nostro breve viaggio.
Mi diressi verso l’uscita delle scuderie per andare a svegliare Thorin, quando lui spuntò dalla porta.
«Sei pronto, Grinlond?»
«Certo, sire. Partiamo quando volete» risposi chinando il capo.
«Allora direi immediatamente, se arriviamo a Dale per pranzo stasera mangeremo ad una tavola imbandita!» mi disse lui allegro.
Io sorrisi divertito e mi avvicinai al suo pony per aiutarlo a montare, ma lui scosse il capo e disse: «Non ho cinquecento anni, ce la faccio da solo. Monta in sella e partiamo»
 
Uscimmo dalla Montagna ed iniziammo a condurre i pony al passo lungo il sentiero verso Dale. Il sole, lentamente, si affacciava timidamente sulla valle, il lieve tepore ci scaldava le membra e noi cavalcavamo uno di fianco all’altro. In silenzio. Io mi continuavo a guardare intorno, i sensi all’erta, pronto a sguainare le asce per difendere Thorin.
 
Il sole era già alto quando il mio signore decise di rompere il silenzio: «Sono preoccupato per mio nonno. Mi sembra diverso dal solito, una luce strana brilla nei suoi occhi»
Mi voltai verso di lui e chiesi: «Cosa vi preoccupa, uzbad[1]
Lui non si voltò, ma abbassò lo sguardo sulla testa del suo pony e continuò a parlare: «Da quando l’Arkengemma è stata trovata lui è cambiato. Sta diventando avido, non è il saggio Re che giunse alla Montagna conducendo il suo popolo. L’oro gli interessa più della nostra gente, anche mio padre sta iniziando a preoccuparsi. Qualcosa sta accadendo al Re»
«Sire, ho sempre considerato Re Thrór saggio e benevolo verso il suo popolo. Ci sta assicurando pace e prosperità, ma non so dirvi se è cambiato da quando l’Arkengemma è stata trovata, non ho l’onore di conoscerlo così bene, ma conosco voi e so che le vostre preoccupazioni sono aumentate» risposi.
Avevo notato che Thorin negli ultimi tempi si era incupito, camminava curvo, quasi come se il peso delle preoccupazioni lo schiacciasse, eppure eravamo così giovani: lui ventidue ed io ventun anni, agli occhi di molti Nani eravamo ancora dei bambini.
«Non ti posso nascondere nulla, vero, amico mio?» disse lui con un sorriso stiracchiato.
«A cosa servirei, altrimenti, mio signore?»
Lui si mise a ridere e per un momento mi parve dimentico delle sue ansie.
 
Giungemmo alle porte di Dale poco prima di mezzodì. Una guardia ci intimò di fermarci e domandò: «Chi siete? Cosa siete venuti a fare nella città di Dale?»
Io smontai da cavallo e raggiunsi Thorin che mi stava porgendo una pergamena chiusa da un sigillo. La presi e la porsi alla guardia rispondendo: «Io sono Grinlond figlio di Gràim, detto Grinlond dalle Due Asce, lui è il mio signore e padrone: il principe Thorin, nipote del Re Sotto la Montagna. Siamo qua per conto del Re Thrór»
La guardia prese la lettera e ruppe il sigillo per dare una scorsa veloce al suo contenuto. Dubito che sapesse leggere, in ogni caso mi restituì la lettera e ci lasciò passare rivolgendo un inchino a Thorin.
Una volta giunti al palazzo del governatore lasciai i pony ad uno stalliere con la raccomandazione di prendersene cura e ci incamminammo su per la scalinata che conduceva al portone del palazzo. Le guardie ci ordinarono nuovamente di fermarci. Una delle sei guardie di fronte al portone ci domandò: «Chi siete?»
Questa volta fu Thorin ad avanzare per rispondere, estraendo dall’interno del mantello una busta con il sigillo reale.
«Sono Thorin, figlio di Thrain, figlio di Thrór, e questi è la mia guardia personale, Grinlond dalle Due Asce. Sono qui in rappresentanza di mio nonno, il Re Sotto la Montagna»
Un altro degli uomini prese la lettera per leggerla, dopo un momento passato in silenzio abbassò la pergamena e rivolse un inchino a Thorin, per poi dire: «Sire, benvenuto a Dale. Devo chiedervi di lasciare le vostre armi qui, me ne occuperò io stesso»
«Vi ringrazio, messere» rispose Thorin sganciandosi l’ascia e lo scudo e consegnandoli alla guardia.
Io non mi mossi e la guardia disse: «Anche il vostro servitore deve entrare disarmato»
Thorin si volse e si rivolse a me: «Grinlond, hai sentito»
Io provai a protestare, non volevo rischiare di non essere in grado di proteggere il mio signore: «Uzbad[2]…»
Lui non volle sentire ragioni e mi disse: «Siamo tra amici, non ho nulla da temere qui. Lascia le tue armi»
Chinai il capo per rispetto e risposi a malincuore: «Ai-menu duzhuk, uzbad[3]»
Consegnai le mie asce alla guardia e seguii all’interno Thorin.
Un servitore ci condusse fino nello studio del governatore e ci annunciò per poi farci entrare non appena ebbe l’ordine.
Il governatore era un uomo poco più alto di un Nano di media altezza, aveva i capelli neri tagliati corti ed una corta barba nera gli copriva il viso. La barba probabilmente era lunga per gli standard umani, ma da giovane Khuzd[4] quale ero mi sembrò molto corta.
Aveva degli occhi verdi e colmi di una luce sveglia.
Si alzò e rivolse un inchino a Thorin invitandolo ad accomodarsi su una poltrona ricoperta di velluto rosso.
Il mio signore ricambiò l’inchino ed io lo imitai, poi lui si sedette sulla poltrona indicatagli dal governatore, mentre io rimasi in piedi in un angolo della stanza.
«Principe Thorin, sono lieto di vedervi»
«Il piacere di vedervi è mio, governatore Atek» rispose cordialmente Thorin.
«Siete cresciuto molto dall’ultima volta che vi vidi, all’epoca eravate un bambino» disse Atek con tono affabile.
«Per la mia gente lo sono ancora» si limitò a commentare divertito.
Io nel frattempo rimanevo in silenzio, immobile, quasi facessi parte del mobilio della stanza.
«Cosa vi porta qui, sire?»
«Una richiesta di mio nonno. Sarebbe felice di avervi come ospite, alla prossima luna piena, per un banchetto nelle sale di Erebor per festeggiare il perdurare della nostra alleanza»
«Ed io sarei altrettanto felice di venire a brindare con voi Nani»
«Sarò lieto di portare la notizia a Re Thrór, governatore»
Il governatore aggiunse: «Questa sera sarete mio ospite, sire Thorin»
«Accetto molto volentieri il vostro invito, governatore»
«Vi farò condurre nelle vostre stanze, sire. Il vostro servitore potrà sistemarsi negli alloggi della servitù» disse il governatore suonando un campanello.
Thorin rispose: «Vi ringrazio, avrei solo una richiesta»
Il governatore annuì, facendo segno a Thorin di continuare.
«Preferirei che Grinlond stesse vicino a me, se non è un problema»
«Assolutamente no, sire. Gli farò preparare una stanza di fianco alla vostra»
Il quel momento un ragazzo sui sedici anni spuntò timidamente dalla porta e chiese: «Avete chiamato?»
«Porta il principe Thorin nelle sue stanze, per favore, Joan» disse con tono gentile Atek.
«Subito, signore»
Thorin si alzò ringraziando il governatore e si incamminò dietro al ragazzo. Io mi avviai dietro di loro in silenzio.
 
Una volta soli nella sua stanza, Thorin, mi disse tutto allegro: «Che ti avevo detto? Stasera si festeggia! Spero che ci sia anche l’idromele»
Io gli risposi facendo notare che l’invito non era rivolto a me: «Il governatore ha rivolto l’invito solamente a voi, sire. Non siederò con voi a tavola»
Thorin ignorò la mia osservazione: «Ma figurati! Stasera brinderemo insieme» disse convinto.
 
Ero in piedi dietro lo scranno sul quale era seduto Thorin. Osservavo la tavola, imbandita con ogni bendidio, a cui erano seduti i nobili di Dale insieme al mio signore ed al governatore.
Azzardai un passo avanti e mi chinai a sussurrare una frase all’orecchio di Thorin: «Che vi avevo detto, sire?»
Senza voltarsi mi rispose in un soffio: «Un solo nano a tavola, non puoi capire la noia…»
«Posso immaginarla, uzbad» risposi ridacchiando per poi tornarmene al mio posto.
Sentii Thorin ringhiare un’imprecazione in Khuzdul ed io continuai a ridacchiare ancor più divertito.
 
Il mattino dopo svegliai Thorin quando il sole era già alto.
Lui si alzò lamentandosi: «Non sono mai stato ad un banchetto più noioso e c’era pure poca birra…»
«In realtà avete bevuto moltissimo, secondo gli Umani…» gli feci notare iniziando a raccogliere le sue cose.
«Era comunque poca birra» commentò lui per poi aggiungere «Tra quanto possiamo essere pronti a partire?»
«In un’ora o due, mio signore» risposi chiudendo la sua sacca.
«Io vado a prendere congedo dal governatore, tu prendi le mie e le tue armi e aspettami davanti alle stalle con i pony sellati»
«Ai-menu duzhuk, uzbad» dissi e uscii dalla stanza con la sua sacca su una spalla.
 
[1] Signore o mio signore.
[2] Signore, o “mio signore”
[3] Al vostro servizio, mio signore
[4] Nano, plurale Khazad
 
Angolino di Dragasi
Ciao a tutti! Eccomi finalmente tornata con questa "canzone"! Dopo aver concluso l'impresa che è stata "When you walk in life, you see" che mi ha impegnato per un anno intero (almeno son stata di parola, 52 drabble esatte) ho ripreso in mano quest'altra mia impresa, di cui ho finalmente ritrovato gli appunti.
Questo capitolo mi serviva un po' da passaggio per ricollegarsi all'inizio del primo capitolo, quindi era necessario che lo scrivessi. Forse è un po' noiosetto, però dal prossimo spero di riuscire ad emozionarvi un po' di più. Un grande abbraccio.
Ai-menu duzhuk,
Dragasi
   
 
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