Autrici: Luce e Tenebra
Genere: Avventura, Comico, Sience-fiction, Romantico (ma poco poco)
Personaggi Principali: Decimo Dottore, Undicesimo Dottore, Jack Harkness, Nuovo personaggio, Sorpresa!
Personaggi Secondari: Amelia "Amy" Pond, Rory Williams, Donna Noble, Ianto Jones (per chi non lo conoscesse, è un personaggio di Tochwood, spin-off di Doctor Who)
Tipo di coppia: Het
Disclaimer: Fidatevi, Doctor Who non ci appartiene, non ci arricchiamo con le pazzie della domenica mattina e tutti i dirittti appartengono a Moffat, alla BBC e a chiunque ce li abbia
Prologo
Era una giornata nebbiosa, con una nebbia così fitta che non si vedeva a un palmo dal proprio naso. Condizione ideale per fare atterrare una cabina blu del 1964.
All’interno della cabina, si stava svolgendo un bizzarro litigio tra due ancor più bislacchi fratelli.
― Vorrei capire per quali motivi deve venire anche lui, Theta. Ce la caviamo benissimo da soli! ― disse Sigma, il minore dei due, con la schiena appoggiata alla consolle e le braccia incrociate sul petto. I suoi vestiti avevano un che di antiquato, con il cravattino blu intonato alle bretelle. La camicia a righe non si adattava alla sua fisionomia, che a una qualunque persona sarebbe parsa quella di un normale quindicenne.
Il maggiore, dopo averlo scacciato dalla pulsantiera del TARDIS, si passò una mano tra i capelli ― Mi pareva di averteli spiegati poco fa. Uno per uno. – ribatté tirando una leva sospetta e schiacciando qualche pulsante. Anche lui era vestito in maniera bizzarra per un adolescente, l’idea di una persona che portava contemporaneamente un elegante completo gessato e le Converse rosse sarebbe parsa ridicola ai più, ma su di lui non lo sembrava, tutto il contrario. L’unica cosa vagamente moderna erano i suoi capelli, che parevano quasi sconfiggere la legge della gravità.
Sigma sbuffò ― Facciamo finta che li abbia sentiti e che li ricordi. Chi è? Come fa ad avere il numero di telefono del TARDIS?
― Jack è una specie di amico di famiglia e ci ha avvertito lui di quello che sta succedendo sulla Terra. Ha il diritto di partecipare. ― e con quest’ultima affermazione, Theta fece atterrare il TARDIS con il suo caratteristico rumore.
Qualcuno bussò alla porta e i due andarono ad aprire. Appoggiato allo stipite della cabina, c’era un
bel ragazzo che poteva avere sì e no diciassette anni, con gli occhi azzurri grandi come fanali e dei capelli castani molto curati. La prima cosa che Sigma notò fu il lungo cappotto militare con tanto di medaglie dell’esercito, che sembrava risalire alla Seconda Guerra Mondiale.
Il nuovo arrivato sorrise rivolgendosi palesemente al fratello maggiore ― Siete arrivati nel posto giusto al momento giusto: è un record! ― ma il minore intervenne ridacchiando e si scostò un ciuffo castano dal viso ― In verità, abbiamo sbagliato prima epoca, poi luogo e infine direttamente pianeta. Anche se in quest’ultimo caso potrebbe essere stata colpa mia.
Theta
lo fulminò con lo sguardo ― Non era necessario dire proprio
tutto!
Quando i due fratelli si furono riappacificati e Jack smise di ridere,
i tre si
avviarono verso il loro obiettivo.
― Sarà meglio che vi dica che dovremo imbucarci in una
scuola. ― disse Jack con
nonchalance ― Quindi cercate di comportarvi come degli umani, okay? ― i
due
sguardi perplessi che ricevette non furono esattamente incoraggianti,
ma il
ragazzo continuò imperterrito ― Di recente ho rilevato delle
distorsioni spazio–temporali
che sembrano avere il loro epicentro in questa scuola, così
ho deciso di chiamarvi.
― detto questo, Jack
superò i cancelli
di un alto edificio antiquato e austero e li condusse alla segreteria
della
loro nuova scuola. Arrivato davanti all’impiegata che si
occupava delle
iscrizioni Jack chiese loro se avevano ciascuno la propria carta
psichica e
disse di fare come faceva lui.
Il ragazzo si avvicinò al bancone, fece vedere la carta
psichica – allo stesso
tempo ovviamente regalò alla signorina qualche sorriso e
commenti maliziosi –
compilò qualche foglio e poi ritornò verso i due
Gallifreyani ― Semplice, no? A
proposito, la sezione è la G e la stanza è la 139.
Theta si fece avanti subito seguito da un Sigma distratto ― Io e mio
fratello
vorremmo iscriverci. ― la signora annuì guardandolo e si
chiese cosa avesse il
ragazzo per tenere gli occhi così sgranati, caratteristica
che metteva un po’
di soggezione perfino a Sigma. Ma anche con gli occhi sgranati sapeva
essere
molto affascinante, faceva sempre stragi di cuori. Senza volerlo
peraltro. Le
ragazze non erano certamente il suo forte.
― Nomi ed età? ― non era la prima volta che
s’inventavano dei nomi, così il
giovane alieno rispose prontamente ― John e Matt Smith, rispettivamente
sedici
e quindici anni. ― Sigma fece una faccia indignata, ma si
limitò a qualche
buffa espressione facciale di rimprovero per
quell’età così ridicola. Aveva
fatto cent’anni il mese scorso!
Quando arrivò il momento di mostrare i documenti, Theta
sfoggiò senza timore la
propria carta psichica, ma il minore cominciò a pensare a
tutt’altro cambiando
inevitabilmente il contenuto del “documento” che la
segretaria stava
analizzando ― M-ma… qui c’è scritto che
non capisci perché tuo fratello si
ostini a non comprarti un fez!
Dopo aver sistemato la faccenda dei documenti, i tre ragazzi
sistemarono il
TARDIS in un’aula in disuso – non senza qualche
difficoltà: si sa, i viaggi
piccoli sono i più complicati – e portarono le
proprie valige in stanza. Appena
arrivati nel locale dove avrebbero passato i prossimi mesi,
però, tra i
fratelli sorse un altro
dibattito.
― Sigma, riesci a inciampare da fermo. Non ti farò stare sul
letto di sopra, ti
rigenereresti a suon di cadute! ― Fece Theta, cercando di staccare il
fratello
dal punto della stanza in cui si era cementato, invano ― Ma i letti a
castello
sono forti! Guarda, si sale sul letto con una scaletta. Non
è magnifico? ― disse
l’altro continuando a stare appiccicato alla suddetta scala.
Jack si accostò al duo ― Ehi, se volete posso starci io
sopra. Sapete, quando
sto sopra do il meglio di me! ― il sorriso in pura malizia e la
strizzata
d’occhio con cui il ragazzo accompagnò la proposta
confuse definitivamente
Sigma ― Credo di non aver capito cosa intende, Theta.
― Meglio così. ― rispose il fratello alzando gli occhi al
cielo guardando male
Jack, che si limitò a ridere e a dirgli di rilassarsi. Theta
capiva i doppi
sensi che faceva Jack, al contrario del fratello, ma questo non voleva
dire che
li apprezzava. Nonostante quello Jack era un suo carissimo amico.
Poco dopo Sigma era seduto sul letto superiore e, mentre Theta e Jack
sistemavano i vestiti nei propri armadi, guardava sospettoso la stanza,
notando
che il quarto letto era già occupato ― Quindi avremo un
compagno di stanza umano.
― disse ad alta voce, non parlando con nessuno in particolare.
Jack si girò a guardare ― Beh, anch’io sono
umano, anche se non in senso stretto. Che problema
c’è?
Sigma si sistemò il solito ciuffo fuori posto ―
Niente, ma mi trovo più a mio agio con gli alieni. Gli umani
catalogano la
maggior parte delle cose che non capiscono come
“assurdo”, “pazzo” e
“strano”.
Theta ridacchiò ― Lo fanno solo con te, e non
hanno esattamente tutti torti! – prima che Sigma potesse
rispondere Jack
suggerì di andare a prendere le uniformi per il giorno
successivo.
I ragazzi s’incamminarono per raggiungere una sala comune
dove vari operatori
scolastici stavano distribuendo delle divise a una marea di ragazzi. Il
trio si
divise e ciascuno di loro si mise in fila per prendere i vestiti della
propria
taglia, suscitando un po' di curiosità per il loro bizzarro
modo di
vestire. Quando si ritrovarono dopo aver provato i vestiti, erano tutti
e tre molto
perplessi. Le uniformi erano composte da pantaloni giacca e cravatta
blu e
camicia grigia, il tutto decorato con lo stemma della scuola: un
ippogrifo
grigio con dietro uno scudo blu con intarsi argentati. Anche le scarpe
erano
comprese nell’uniforme, ed erano marroni dal taglio classico.
― Ehi, almeno non ti vedrò più con quelle
ridicole scarpe di tela! ― ghignò
Sigma riferito al fratello, che si stava aggiustando la cravatta.
Quando ebbe
finito, gli rispose serafico ― Beh, non sono io quello
che dovrà rinunciare al suo adorato farfallino. ― Sigma per
poco non svenne.
Jack invece si limitò a cercare di infilare il cappotto
militare sopra la
giacca dell'uniforme, con poco successo.
Mentre si dirigevano in sala mensa, Theta ricordò al
fratello che da quel
momento in poi avrebbe risposto solo al nome di John Smith e che lui si
sarebbe
dovuto presentare come Matt Smith, ma soprattutto che non doveva dire a
nessuno
chi erano e cosa facevano in quella scuola. Sigma parve essersi
convinto, così,
dopo averlo fissato a lungo per assicurarsi che avesse capito
l'importanza di
quei segreti, il fratello gli sorrise ― Conosceremo un sacco di umani.
Non è
divertente?
Sigma, pardon, Matt annuì ― Sì... ma
mi manca
il mio farfallino!
Angolino Autrici
Luce: molto piacere, io sono
Luce, la mia amica Tenebra non sta scrivendo con me questo angolino con
me perché... è complicato. sappiate che anche lei
vi saluta - per inciso, in questo account siamo in due. lo so
che si era capito... era per puntualizzare.
Ora, parliamoci chiaro, questo è un esperiemnto, la nostra
prima AU, e non saimo certe se vi piacerà o meno, noi
tentiamo.
Il capitolo è stato scritto da Tenebra, apliato da me e...
insomma, credo abbiate capito che qua scriviamo assieme.
l'aggiornamento di questa storia sarà difficile, sapete,
compiti, interrogazioni (tipo che io domani ho una verifica, tipo),
proveremo ad essere veloci con gli aggiornamenti, ma non diamo
garanzie.
Le recensioni sono sempre gradite, ci piacerebbe sapere se vi piace la
caratterizzazione dei personaggi, se facciamo strfalcioni ci piacerebbe
esserwe avvertite.
Al prossimo capitolo!!
Luce e l'assente Tenebra