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Autore: Katherine_Smolder    12/03/2015    1 recensioni
"Ragazzi", esordì il professore, "essendo domani otto anni dal crollo delle torri gemelle a New York, vi pregherei di fare una ricerca dettagliata al riguardo".
Francesca si perse ad ascoltare il suo insegnante di storia, facendo calcoli mentalmente. Otto anni dopo il 2001... fanno 2009, mentre lei si era addormentata nel 2015.
Sbiancò.
"Che minchia sta succedendo?"
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(1)
Ad Elisa,
che mi ha appoggiato in questa follia.
Ti voglio bene.


"Rimane comunque il fatto che Louis Tomlinson é un figo sia con i capelli a scodella, sia con i capelli da modello appena uscito dall'Abercrombie" detto ciò, Francesca si alzò facendo strisciare la sedia sul pavimento e sbadigliando rumorosamente. "Ora vado a letto. A domani" Salutò le coinquiline con un cenno svogliato della mano e si diresse in camera sua, mentre le altre ragazze continuavano a parlare dell'ultimo video dei One Direction. Quando si infilò sotto le coperte, si raggomitolò su se stessa e chiuse gli occhi addormentandosi sul momento.

La mattina dopo sentì una lieve pressione sul braccio che la smuoveva delicatamente. "Fra' " Sua madre le strinse leggermente la spalla, chiamandola. "Dai, muoviti" continuò vedendo la figlia dormire profondamente senza dare cenni di risveglio. Ma un piccolo dubbio fece entrare Francesca in dormiveglia: che ci faceva sua madre a Londra? L'aveva lasciata a Bradford con il resto della famiglia...
"Non vorrai arrivare in ritardo il tuo primo giorno di scuola del terzo anno, vero?!"
Francesca socchiuse gli occhi e, con la voce impastata dal sonno, "Mamma? Che ci fai a Londra?" chiese.
Jocelyn Morris sorrise con un angolo della labbra, scostandole le coperte e andando ad aprire la finestra, alzando la serrenda. "Londra?! Tesoro sei ancora nel mondo dei sogni".
Francesca si sollevò sui gomiti con gli occhi ancora socchiusi che si abituavano alla luce che entrava dalla finestra appena aperta, mentre la madre prendeva e metteva a posto alcuni vestiti che aveva lasciato malamente appoggiati sulla sedia della scrivania. 
Un attimo.
Lei non aveva più la scrivania in camera. O meglio, quella scrivania era rimasta a Bradford a casa dei suoi.
"Ma dove sono?" chiese guardandosi intorno e appoggiando lo sguardo sui poster dei The Calling appesi lungo la parete frontale del letto. Quella stanza era praticamente la stessa in cui aveva vissuto fino a sei anni prima. 
"Hai bevuto ieri sera, non é vero?" Jocelyn richiuse l'anta dell'armadio e si girò a guardare la figlia, "quante volte devo dirti che hai solo 16 anni?"
"Cosa?!?" 
Francesca si scostò rapidamente le coperte di dosso. 16 anni? "Mamma, ma se devo farne 22 la settimana prossima!" rispose mentre poggiava i piedi per terra e si alzava piano, abbandonando il letto. Che poi, lei aveva anche terminato la scuola!
La madre sollevò lo zaino da terra e se lo caricò su una spalla, "Te lo porto in cucina". 
Francesca, irritata, si girò verso di lei e spalancò le braccia. "La smetti con questa commedia? Non sei tu che hai preso il gene teatrale in questa famiglia!" 
Jocelyn alzò gli occhi al cielo e lasciò la stanza, imboccando il corridoio. "Certo, come no. Muoviti se no farai ritardo."
"Ma quale ritardo! Oggi non ho neanche lezione!" Sbuffò, andando verso il bagno. Ma quando era tornata a casa dei suoi? Aprì la porta e si diresse verso il lavandino, passandosi una mano sul viso e sollevando la testa resa ancora pesante dalla stanchezza. Quando incontrò il suo riflesso nello specchio, lanciò un urlo.
Aveva l'acne a ricoprirle le guance paffute, le sopracciglia folte e due borse ad incorniciarle gli occhi scuri che potevano benissimo essere paragonate a due ventiquattrore. Ma la cosa che più la sconvolse furono i capelli che le arrivavano appena sulle spalle in una massa incolta di ricci indomabili, sostituendosi alla cascata di boccoli scuri che aveva faticato a far crescere e che ormai le erano arrivati a metà schiena.
"Ma che cazzo di scherzo é?!" 
Sua madre accorse dalla cucina con sguardo sconcertato. "Ti sembra modo di gridare a prima mattina?"
Francesca si sfiorò le guance e la fronte orripilata e si girò verso sua madre, "Ma che malattia ho? Pensavo di aver già passato questa fase buia della mia vita!"
Jocelyn si passò una mano tra i capelli neri, esasperata. "Tanto a scuola andrai comunque. Questi scherzi con me non attaccano".
"Ah!" disse Francesca indicandola, sempre più innervosita, "E così io starei scherzando! Non tu, che te ne esci con questa storia del primo giorno di scuola, dei brufoli, e dei capelli!" elencò urlando. "Cosa cazzo sta succedendo?!"
La madre sbuffò e la incenerì con lo sguardo. "Finchè vivrai sotto questo tetto io ti proibisco di utilizzare un linguaggio tanto scurrile!"
"Ma infatti sono sei anni che me ne sono andata da Bradford, mamma, e posso parlare come voglio" Si prese la testa tra due mani, facendo profondi respiri e cercando di calmarsi.
"Senti" la madre le appoggiò una mano su una spalla, "ne riparliamo quando torni. Ora, per favore, preparati che sei in ritardo." Cosi dicendo, tornò in cucina a preparare la colazione.
Francesca aprì l'anta del mobiletto per prendere il fondotinta, ma non ve n'era traccia. Così si lavò la faccia e i denti e tornò in camera sua. Controllò il telefono appoggiato sulla scrivania, cercando il suo bellissimo iphone. Sollevò una specie di Nokia grande quanto una sveglia, osservandolo come se fosse un alieno. "Mamma" urlò continuando a rigirarsi tra le mani quella schifezza, "dov'é il telefono?"
"Sulla scrivania, é impossibile che tu non lo veda, grande com'é"
"Ma il mio iphone 6 non c'é!"
Sua madre urlò dalla cucina al di sopra del rumore delle padelle che friggevano "Il phon é nel bagno, ma adesso cosa c'entra? Vieni, le uova sono pronte".
Francesca sbuffò, decidendo a quel punto di restare al gioco della madre, anche se era davvero di cattivo gusto. Prese la divisa della sua vecchia scuola, pensando al perché sua madre la tenesse ancora conservata, e si vestì rapidamente.
Terminata la colazione, si rifiutò di portare il telefono a scuola e si fece accompagnare da Jocelyn - non senza sbuffare per l'ennesima volta - come i vecchi tempi.
Una volta attraversato l'ingresso della Tong High School, sentì una voce chiamarla. Si girò aggiustandosi la cinghia dello zaino sulla spalla e cercò qualcuno tra la folla di studenti accalcati nell'ingresso. Vide la sua vecchia amica Alexandra sbracciarsi per farsi vedere e la raggiunse, ritagliandosi uno spazio in quella calca colorata di bordeaux e nero. "Ehilà" disse sporgendosi per darle un bacio sulla guancia "come stai? É da molto tempo che non ci vediamo!" Le prese le spalle e la allontanò per vederla meglio. "Però" soppesò Francesca guardandola "non sei cambiata affatto. Come sta Anthony?" chiese. Alexandra ricambiò lo sguardo, basita. 
"Ehm...chi é Anthony?"
Francesca aggrottò le sopracciglia e le diede un beffetto sulla guancia. "Stamattina vi sentite molto comici, a quanto pare."
"Ma che ti prende?"chiese Alexandra aggiustandosi gli occhiali sul naso. "E poi, io non conosco nessun Anthony".
"Come no!" disse Francesca spingendola un po' mentre tutti gli studenti si radunavano in gruppi per essere scortati nelle classi. "Che se é il tuo promesso sposo! Dopo otto anni di fidanzamento era pure ora che vi decideste".
"Non capisco proprio di cosa tu stia parlando" disse l'altra guardandosi intorno. "Credo che tu abbia bevuto un po' troppo ieri sera.."
Francesca rise scrollando i capelli corti. "A quanto pare mia madre ti ha reso partecipe di questo scherzo...ma comunque, perché siamo qui? É una rimpatriata di liceali? Credevo che quella dell'anno scorso bastasse e avanzasse"
Alexandra sospirò e la prese per il gomito, "Dai, andiamo ora, altrimenti vanno in classe senza di noi".
Francesca sorrise fra sé, "Allora mi tocca davvero recitare quest'oggi, come se mia madre volesse una prova della mia bravura al riguardo. Non mi hanno mica preso alla Royal Academy of Dramatic Arts ad occhio" concluse rimanendo senza fiato solo ad aver pronunciato il nome dell'accademia in cui studiava da circa quattro anni.
Alexandra la condusse verso un gruppo di giovani che si salutavano animatamente, abbracciandosi. "Ehi ragazzi" urlò sorridendo, mentre Francesca li guardava confusa, pensando a quanto fossero rimasti tutti uguali. Possibile che fosse cambiata solo lei in quegli anni?
Si girò a cercare altre facce amiche, quando i suoi occhi si bloccarono su un ragazzo leggermente in disparte.
Le venne un colpo al cuore.
Aveva i capelli corti e neri alla Justin Bieber, i pantaloni a bassa vita e una felpa di parecchie tagli più grandi, le labbra imbronciate e lo zaino lasciato a terra ai suoi piedi. Francesca rimase senza fiato, il cuore a mille che le batteva nella cassa toracica e la stanza che si era fatta incredibilmente calda. Stava per fangirlare come non mai nella sua vita, perché non gli era mai stata così vicino prima d'ora, si beava della sua bellezza solo dietro uno schermo. Prese Alexandra per il braccio facendola quasi cadere per terra e le indicò il ragazzo con l'indice che le tremava. "Per quale assurdo motivo Zayn Malik é qui e nessuno gli sta saltando addosso?"
Alexandra guardò in quella direzione, per poi tornare sugli occhi illuminati di Francesca, "Ma di chi parli, del muto?"
L'altra si girò con il viso sconvolto verso l'amica. "Ti rendi conto, vero, che quello é Zayn Malik dei One Direction?!" Urlò.
Alexandra sollevò entrambe le sopracciglia folte e prese a seguire i compagni che si dirigevano verso l"aula che era stata assegnata loro per il terzo anno scolastico. Francesca la seguì di conseguenza, con gli occhi incollati su Zayn. 
"One- che?" disse Alexandra mentre si passava una mano tra i capelli crespi.
Francesca la liquidò con un gesto della mano, "Non posso credere che lui sia lì ed io sono ancora qui a parlare con te senza gettarmi addosso a lui e farlo mio".
Alexandra fece una smorfia. "Hai davvero bevuto troppo. Non hai mai considerato Malik".
"Ma cosa dici!" urlò l"altra mentre entravano in classe e Zayn scompariva in un altro corridoio, diretto chissà dove. "No ti prego!" Francesca gridò cercando l'iphone - che non aveva - in tasca, "Non te ne andare, voglio prima farmi una f-"
Non riuscì a finire la frase perche Alexandra le tappò la bocca con la mano, mentre la faceva sedere al banco che aveva scelto. "Giuro che se non la smetti ti do uno schiaffo."
Francesca, scoraggiata, buttò la testa sulla superficie piana. "Non posso credere di aver perso l'occasione della mia vita", ma poi rialzò lo sguardo puntandolo sull'amica "e che tu non stia facendo niente! Circa un anno fa stavi per essere investita per avere un suo autografo!"
Alexandra appoggiò lo zaino sul banco e tirò fuori un quaderno. "Fra', il gioco é bello finchè dura poco. Poi diventa noioso.."
Ma Francesca la ignorò, mentre guardava gli altri compagni di classe. "Che poi" puntualizzò, "non capisco perché nel 2015 continui a vestirsi cosi. Quella moda é passata da un pezzo".
Alexandra bloccò il braccio a mezz'aria. "Che hai detto?"
"Che nel 2015 è assurd-" ma venne bloccata dalla mora.
"Lo so cos'hai detto".
"E allora perché mi fai fare la figura della scema?"
Alexandra ridacchiò. "Non capisco perchè tua sia andata avanti con gli anni.."
Francesca, confusa, picchiettò un dito sul banco. "Non ho fatto proprio niente."
"Ma se stiamo ancora nel 2009".
Francesca scoppiò a ridere mentre il professore entrava in classe. "Certo, come vuoi.."
Alexandra le indicò il calendario appeso al muro di fronte a lei. "Guarda tu stessa!"
Francesca si ricompose e puntellò lo sguardo sulla data evidenziata: 10 settembre 2009.
"Certo che questo scherzo l"avete organizzato proprio bene"
Alexandra aggrottò le sopracciglia. "Sei strana, non capisco di che scherzo tu stia parlando. Ne hanno organizzato uno a mia insaputa?" Disse passandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Francesca la ignorò, continuando a vedere la data cerchiata in rosso, mentre il professore parlava a tutta la classe. 
"Ragazzi", esordì, "essendo domani otto anni dal crollo delle torri gemelle a New York, vi pregherei di fare una ricerca dettagliata al riguardo".
Francesca si perse ad ascoltare il suo insegnante di storia, facendo calcoli mentalmente. Otto anni dopo il 2001... fanno 2009, mentre lei si era addormentata nel 2015.
Sbiancò.
"Che minchia sta succedendo?" 



Salve a tutti.
Quest'idea mi è venuta a partire da un sogno che ho fatto l'altra notte, per cui è molto autobiografica - nel senso restrittivo del termine.
I protagonisti di questa long che sto scrivendo sono gli One Direction e saranno tutti presenti, don't worry.
Se questo inizio vi ispira almeno un po', vi pregherei di lasciarmi un commento così che possa capire se andare avanti o se sarebbe meglio che elimini subito questa storia che, tra l'altro, è la prima che scrivo.
Buona permanenza,
Kath.

 
  
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