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Autore: fireslight    14/03/2015    4 recensioni
Conosce fin troppo bene quella volontà d’acciaio, la determinazione che scorge nelle sue iridi, come sangue di lupo nelle vene.
Poi, Sandor avverte le labbra della ragazza sulla fronte, i lunghi capelli di fuoco sfiorargli una tempia, [..] Sa che è tornato dall'inferno per avere il paradiso.

[Sandor/Sansa♥][AU − Afghanistan's War][Missing Moments • 74O words]
Genere: Angst, Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Di ritorno dall’inferno.
 
 

Una granata esplosa nel luogo sbagliato ed al momento sbagliato.
Del suo volto, osservandolo con attenzione in un coccio di vetro rivenute fra le rovine dell’esplosione, Sandor vede la carne viva esposta alle intemperie, deturpata dal fuoco.
Si chiede se al suo ritorno, − sicuramente sarà congedato dal servizio per un paio di anni, poi trasferito dietro qualche scrivania in chissà quale ufficio − lei potrà amarlo ancora, come poco prima di partire per la guerra.
La guerra, certo, di vittime ne ha mietute a sufficienza, negli ultimi tempi.
Quei dubbi sono peggiori che dover affrontare un gruppo di ribelli per le strade di un villaggio indifeso, con i civili tutt’intorno, perduti nel mezzo del nulla, solo una torcia contro l’immobilità silenziosa della notte in Oriente.
 
Dall’altra parte del mondo, Sansa attende notizie dell’unica persona che le sia rimasta, seduta con eleganza in aeroporto, calma e imperturbabile come una giovane donna fidanzata con un soldato dovrebbe essere.
Analizza indifferente la confusione di gente intenta ad osservare i tabelloni dei voli internazionali, valigie e caos ovunque, lei una piccola zattera in un oceano di flutti sconosciuti, tra i quali orientarsi è impossibile.
Ha perso tutto, padre e madre, i fratelli lontani e una sorella di cui non serba che un debole ricordo lontano, forse mai davvero vissuto. Eppure, ha imparato che vivere è più che sopravvivere, ha dovuto farsene una ragione, dopo qualche tempo.
Anche solo immaginare di dover affrontare un altro dolore, un’altra perdita − più distruttiva di quanto possa lontanamente concepire − le spezza il fiato nei polmoni.
Quando le dicono che l’aereo con a bordo i militari in congedo è atterrato, improvvisamente, sente una forza sconosciuta animarla da dentro, incendiarle i polmoni, le vene di fredda adrenalina.
 
Non appena scorge la sua figura minuta tra la calca − inizialmente sperduto fra una confusione associabile unicamente ai posti affollati che ha imparato a odiare − Sandor tenta di reprimere il primordiale istinto della fuga, timoroso di ciò che quegli occhi azzurri potrebbero comunicargli nell’immediato. Sansa procede lentamente verso di lui, quasi stupita di vederlo realmente lì, a pochi passi − come se una prova vera e tangibile della sua concretezza le fosse più che necessaria −  e quando si trovano faccia a faccia, il soldato vede gli occhi della ragazza riempirsi di lacrime, prima che lei si getti fra le sue braccia.
Per un attimo, niente è più importante che i loro corpi confusi nella folla dell’aeroporto, niente ha più importanza che il cercare disperatamente le mani l’una dell’altro, i lineamenti familiari di un viso, lacrime che premono per uscir fuori dagli occhi, imperiose sorelle di un orgoglio troppo a lungo deriso.
 
Più tardi, alla luce fioca di una piccola lampada, Sansa poggiata al suo petto, lui le carezza delicatamente la schiena nuda.
Non si abbandona a foschi pensieri come farebbe di solito, non adesso che è tornato − che può forse cercare di dimenticare, anche se sarà complicato, se non impossibile.
«È stato come tornare dall’inferno.» sussurra, mentre lei lo guarda, indolente, osservandolo con quella muta adorazione che lui conosce fin troppo bene, silenziosa.
Sa che non chiederà niente delle cicatrici sul volto, il marchio di un fuoco nemico lasciato come ricordo sulla sua pelle, eppure Sandor preferirebbe che lo facesse.
Vorrebbe che lei chiedesse spiegazioni, che non si arrendesse all’evidenza.
«Se vuoi,» accenna infatti poco dopo, ed il suono della sua voce è una risata lontana che sa di estate, di fresco e di serenità, «potrai dirmi cosa è successo, laggiù.»
Sandor la guarda negli occhi, − azzurro contro il grigio dei suoi − e accenna quello che sembra un sorriso, alla luce soffusa della lampada sul comodino.
«Un’altra volta, uccelletto.» Irrimediabilmente, comprende che è lui stesso a non volerne parlare, almeno per il momento. «Un’altra volta.»
 
«Andrà tutto bene.» Sansa gli sfiora piano il lato destro del viso, sfregiato dal fuoco dell’esplosione, senza alcun timore o ribrezzo.
Si blocca un attimo, stupito dall’audacia di quella ragazza che ha saputo rimettere in gioco ogni cosa, ogni sua convinzione. Strano come pochi gesti possano cambiare ciò in cui si crede, e lui conosce fin troppo bene quella volontà d’acciaio, la determinazione che scorge nelle sue iridi, come sangue di lupo nelle sue vene.
Poi, Sandor avverte le labbra della ragazza sulla fronte, i lunghi capelli di fuoco sfiorargli una tempia, e sospira quasi senza rendersene conto.
Sa che è tornato dall’inferno per avere il paradiso.
 






 
Note dell'autrice.
Buonasera people, ritorno dopo un po' di tempo a pubblicare qualcosa di decente, o almeno spero.
Ho immaginato questa AU in cui Sandor è un militare (maddai?) inviato a combattere in Afghanistan, durante la guerra del 2001-2014 e Sansa la sua ragazza (
), trasferitasi negli Stati Uniti dopo la morte dei genitori e del fratello maggiore - si, un po' di morti ammazzati in stile Martin erano d'obbligo a fini narrativi - ed i fratelli in Europa sparsi tra improbabili parenti - immaginate Bran e Rickon alle prese con zia Lysa e un piccolo Robin Arryn aw.
Niente, spero di aver mantenuto i personaggi IC - cosa cui tengo particolarmente, specie in contesti del tutto diversi da quelli abitualib - e che sia piaciuta; anche perchè devo ammettere che lo stile è un po' diverso da quello che uso di solito, ma non saprei perchè.
Ad ogni modo, mi farebbe piacere sapere davvero cosa ne pensate, che magari ci scappa un barattolo di Nutella sottobanco.
Alla prossima, un bacio to everybody,
fireslight.

 
 
  
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