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Autore: Paperback White    21/03/2015    4 recensioni
Paul mostra ai ragazzi il nuovo brano che ha appena composto, sperando che uno di loro possa leggere il messaggio d'amore scritto al di là di quelle semplici parole.
Utilizzando il testo "Oh! Darling", una OS mclennon che parla di tutto l'amore di Paul verso il suo John.
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Scritta per il prompt "i'm happy just to write of you" indetto dalla pagina "Two of us".
Genere: Angst, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, George Harrison, John Lennon, Paul McCartney, Ringo Starr
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I'll never do you no harm

(Oh ! Darling)

 
Oh! darling, please believe me
I'll never do you no harm
Believe me when I tell you
I'll never do you no harm
 
Sventolo quei fogli davanti ai vostri occhi, dicendovi solo -Questo è il mio nuovo pezzo. Vorrei che fosse inserito nell’album-
Il tuo sguardo, quello di George e di Ringo si posano su quei pezzi di carta che avevo appena adagiato sopra il pianoforte lucido. E’ moltissimo tempo che non scrivo qualcosa con te, ed è la tua opinione che mi preme maggiormente di sentire. Trattengo il respiro mentre osservo i tuoi occhi ambrati scorrere sul testo, dietro le lenti rotonde. Sposto il mio sguardo sulla presenza bianca e nera alle tue spalle, talmente piccola nelle dimensioni ma dagli enormi poteri. Yoko non sta minimamente leggendo quello che ho scritto, ma piuttosto, ha il suo sguardo fisso sulla mia figura. Sento quegli occhi spenti, scuri come la pece che mi trapassano il corpo, sfogliandomi come un libro. Sembra alla ricerca di qualcosa, come se non credesse a quello che si trova davanti. Ha intuito che dietro quell'espressione che ho assunto si nasconde altro, solida corazza per non mostrare quanto quell'attesa mi snervasse. Ormai sono Paul McCartney dei Beatles, e cose del genere non dovrebbero intimorirmi, è quasi scontato che componga solo buoni pezzi. Ma io rimango comunque James Paul McCartney, l’amico d'infanzia tuo e di George, che state valutando il mio pezzo insieme.
-Mi piace- annuì Ringo, lanciandomi un sorriso d'incoraggiamento, seguito da George che in una sola espressione è riuscito a comunicarmi tutto quello che pensa.
Ma ancora non posso sospirare di sollievo. Ora manchi solo tu, il giudice più importante e spietato, l’unico in grado di farmi cambiare idea con le sue parole.
-Anche per me è buona. Direi che possiamo inserirla- acconsenti, guardandomi solo per un secondo, per poi tornare a fissare la tua compagna che si stringe forte a te, come a voler ribadire che sei una sua proprietà.
A ricordarmi che ormai non sei più mio.
 
When you told me
You didn't need me anymore
Well you know I nearly broke down and cried
When you told me
You didn't need me anymore
Well you know I nearly broke down and died
 
Vedendo i fatti, chiunque potrebbe pensare che la mia sia una vita perfetta. Una donna bella che mi ama, il raggiungimento dei miei sogni e un successo planetario. Ma a quale prezzo? Questi sette anni con i Beatles sono stati estenuanti, arrivando a moltiplicarsi dieci volte tanto. Ne sono passati solo sette ma sento la schiena pesante, come se avessi camminato su questa terra per quasi cent’anni, vivendo tutto quello che ci stava da vivere. E cosa è stata la mia esistenza in questi anni? Ho vissuto a stretto contatto con questi tre ragazzi, che hanno formato la mia famiglia. Ringo, l'ultimo acquisto, è stato l'amico più caro, più divertente e premuroso che chiunque possa meritare. George, il mio piccolo fratellino, gracile ragazzino che pendeva dalle mie labbra, fattosi uomo davanti ai miei occhi. E tu, John. Cosa potrei dire su di te? John Lennon è tutto, è un puzzle mai completato, una canzone mai terminata, una giornata sempre nuova. E’ qualcuno che ho sempre tentato di capire e che ho pensino creduto di aver compreso davvero, ed è stato proprio in quel momento che mi hai spezzato il cuore. Tu sei la mia metà, tanto sbruffone quanto io sono calmo, tanto arrogante quanto io sono cordiale, tanto sincero quanto io sono bugiardo. Bugiardo perché non ho il coraggio di dirti tutto quello che provo in questo momento, di come vorrei abbracciarti, baciarti, e farti nuovamente mio. Perché noi due eravamo una cosa sola, questo te lo ricordi ancora? Eravamo solo John e Paul, due ragazzi e una chitarra, parole intonate in una melodia e risate spensierate. Ed è della tua risata che mi ha fatto innamorare di te, fin da quando mi hai concesso di vederla durante il nostro primo incontro.
 
Oh! Darling if you leave me
I'll never make it alone
Believe me when I tell you
I'll never do you no harm
(Believe me darling)
 
Sono passati troppi anni da quando ti vidi per la prima volta, con quella bellezza sfacciata e quell'espressione irriverente. Al tempo ero solo un timido ragazzino che cercava di farsi più grande ai tuoi occhi. Provai fin da subito una forte ammirazione nei tuoi confronti, apparivi spavaldo e sicuro di te, intenzionato a proseguire la strada verso quel sogno che ci accomunava. Quando suonai Twenty Flight Rock e vidi sul tuo volto comparire un bel sorriso pensai "ce l'ho fatta". Desideravo moltissimo riuscire a convincerti quanto valessi, e che meritavo di entrare nel tuo gruppo, di stare al tuo fianco. Ma riuscii a fare molto di più. Quei pomeriggi passati nella mia camera a suonare insieme, alternati ai giorni in cui scrivevamo versi di una canzone su un quaderno, sono i primi momenti in cui quella conoscenza divenne amicizia. Con te sono cresciuto con addosso il profumo di sigaretta, alcool e libertà, aprendo gli occhi verso un mondo che stava cambiando. Ho capito solo grazie a te quanto fossi un uccellino rinchiuso in una gabbia, prigione dalle sbarre invisibili persino a me stesso, timoroso di fare del male ai miei cari con il mio comportamento scorretto. Tu hai aperto quelle sbarre e mi hai preso per mano, accompagnandomi a quell’uscita, partecipando con me alle meraviglie che la libertà poteva concedermi. Ed è stato in quel momento che una tenera attrazione ha iniziato a trasformarsi in amore. Ma avrei dovuto capirlo subito, quando socchiudevo gli occhi vedendoti sorridere a Stuart allo stesso modo in cui sorridevi a me, quando lo imitavi, e come quei gesti stritolavano il mio cuore in una morsa dolorosa. Notare quanto quel ragazzo ti avesse colpito, plasmandoti a suo modo, era per me una sconfitta che non potevo accettare. Lui non aveva alcun diritto su di te: io ero arrivato per primo e non doveva osare cambiare nulla in te, così perfetto ai miei occhi. Fu durante il viaggio a Parigi che mi resi conto di quanto ti volessi fisicamente vicino: mi soffermavo a fissare ogni rughetta del tuo volto, il modo in cui camminavi, le mani che scorrevano sul tuo strumento e i riflessi bronzati che il sole concedeva ai tuoi capelli. Ma sentivo al tempo stesso crescere il desiderio di solleticare quei tuoi lineamenti, di sentire le tue mani sulla mia pelle, odorare quei soffici filamenti rossi, bramoso di sapere che profumo e che consistenza avessi. Amburgo fu la nostra luna di miele: fu durante quelle frenetiche giornate, saltellando dal palco al letto, con una tedesca pronta a scaldarci il corpo, che entrambi volemmo provare qualcosa di nuovo, che avesse il sapore di conosciuto. La nostra prima volta te la ricordi? Ti ricordi il tocco delle mie dita, il sapore dei miei baci? Ti ricordi i miei gemiti di piacere, come ti bastasse così poco per farmi stare bene? Questo perché eri tu, soltanto tu ad avere le chiavi d'accesso a quella parte più profonda e nascosta di me, che avevo imparato a coprire dietro un velo di finta sicurezza. Stessa insicurezza che ci univa, entrambi senza una mamma, alla ricerca di quella mancanza d'affetto che riuscimmo a darci a vicenda. Vi era già Cynthia nella tua vita, e vi sarebbe stato anche il piccolo Julian ma non mi importava: perché sapevo che poi saresti tornato sotto le lenzuola, accarezzandomi la testa e sussurrandomi "Ti amo principessa".
Quel soprannome che trovavo così fastidioso, che minava la mia virilità, ma che mi manca così tanto. Ma in fondo, non era poi così lontano dalla realtà: come nelle fiabe avevi salvato la principessa dal suo castello fatto di incertezze, trascinandomi in un mondo che ci spaventava entrambi, ma che tu affrontavi con un sorriso. Perché se non ho mai rinunciato a quel sogno, se oggi sono il numero uno, è stato grazie a te. Possibile che nelle storie vi debba essere sempre un principe e una principessa? E’ così difficile concepire che possano esserci due principi innamorati? Dare all’amore un sesso e una classificazione è degradante: siamo noi umani a plasmare con le parole tutto quello che vediamo, sentiamo e proviamo, e siamo subito pronti a fossilizzarci su concetti che sono di natura stessa empirici e facilmente modificabili.
Ed è sempre stato questo il problema: quel sentimento, che avrebbe impedito ai nostri obiettivi di essere raggiunti. Quindi, cosa fare? Nascondere tutto, ingabbiare nella segretezza e nella menzogna quell’amore, non facendolo vedere a nessuno, neppure ai nostri migliori amici. Forse è stato proprio quello a soffocarlo e a portarci alla fine. Perché era una creatura vivente che andava accudita e difesa, mentre entrambi l’abbiamo obbligata al suicidio. Se fossimo stati meno impauriti, meno bramosi di gloria, forse ora saremo solo due poveri amanti in fuga, che strimpellano la loro musica sulle strade del mondo. Ma saremmo insieme, e non rinchiusi nella stessa stanza, distanti, senza poterci toccare. La mia opprimente gelosia ti ha messo alle strette e ti ha gettato tra le gambe di una donna, capace di accogliere il tuo dolore sul suo grembo, fittizia figura di una madre non presente nella tua vita.
E io, per contro, mi sono trovato la mia donna. Io amo Linda con tutto il cuore, è spiritosa e solare, è la mia roccia e la mia migliore amica. Ma non è te. Io posso fare l'amore con lei, la sposerò e avrò dei figli con lei, ma non sarà mai come è stato con te. Nessun sentimento sarà paragonabile al mio grande amore per John Winston Lennon.
 
When you told me
You didn't need me anymore
Well you know I nearly broke down and cried
When you told me
You didn't need me anymore
Well you know I nearly broke down and died
 
Ora ci troviamo seduti pronti a registrare. Yoko è dovuta andare via e finalmente posso respirare, senza la sua presenza che aleggia intorno a noi. Tu ti trovi davanti a quello splendido pianoforte che accoglie le tue ruvide dita, pronto a quel lavoro, routine nelle nostre vite. Ti osservo spostare un ciuffo fastidioso e rileggere la spartitura, ripassando quello che dovresti fare. Rubo con gli occhi la tua figura, toccandoti con il mio sguardo. Noto come cambi espressione, come se ti fossi reso conto di qualcosa. Avrai intuito che quel testo è dedicato a te? La mia ultima richiesta, la mia supplica?
 
Tesoro per favore credimi, non ti farò mai del male.
Tesoro se mi lasci non ce la farò mai da solo.
 
-Aspettate un momento- una voce interrompe la nostra preparazione, la voce di un tecnico, che ti porge un bigliettino. Vedo il tuo sguardo mentre scorri sulle parole scritte là sopra, e come la tua espressione si illumini, mostrando esattamente quel lato che amo di te.
Sollevi il capo e ci guardi tutti quanti, con un ebete sorriso che colora il tuo viso -Ragazzi è fatta! Yoko ha ottenuto il divorzio-
Tutti ci avviciniamo a farti i complimenti, persino io, nonostante la tua felicità strida con l’immane tristezza che quella notizia provoca in me.
-Mi fa piacere, amico- ti dico, coprendomi di falsità.
Tu accetti le nostre finte congratulazioni, credendole vere, pronto finalmente a coronare il tuo sogno d’amore con quella donna.
 
I'm free
This morning
Baby told the lawyer it's OK
Believe me when I tell you
I'll never do you no harm
 
Canticchi, ispirandoti alla mia canzone, facendo un inchino divertito alla tua performance. No John, non hai capito niente. Non hai colto quello che volevo davvero dirti. Non hai voluto capire che sei tu il mio tesoro. Tu eri mio, ma ormai sei suo.
Ingoio a fatica il rospo, e mi avvicino al microfono. Ho capito John, è finita. E me ne farò una ragione, coccolato tra le braccia di Linda, il secondo amore della mia vita, sarò pronto a seppellire il primo. Chiudo gli occhi, rigettando l'ultima speranza nei tuoi confronti e li riapro subito. Dopotutto sono Paul McCartney, componente dei Beatles, ed urlo le mie emozioni attraverso la musica, dialogando davanti ad un microfono mentre pizzico le corde del mio strumento.
 
Oh! Darling, please believe me
I'll never let you down
Oh, believe me darling
Believe me when I tell you
I'll never do you no harm


NOTE DELL'AUTRICE: Eccomi qui <3 Per chi mi conosce sarà una grande sorpresa leggermi alle prese con la McLennon, ma per una volta ho voluto tentare di scrivere qualcosa di nuovo. Quindi si, questa è la mia primissima McLennon. Ergo, se fa schifo, è per quello. Seriamente, non so gestire bene i sentimenti di John e di Paul, quindi se avete suggerimenti sparate!
La foto che ho postato sotto il titolo è l'immagine che io stesso ho scelto, e che mi ha fatto capitare "Oh! Darling" , canzone che a dir poco venero. Ma quale canzone dei Fabs non è da amare? Visto il testo, mi sono concessa una versione angst della coppia, ribaltata dalla parte di Paul. Mi piace scrivere in prima persona, per cui mi sono fatta prestare i panni dal Macca e ho tentato questa piccola OS. Volevo scrivere un qualcosa che racchiudesse tutto l'amore (tragico, in questo caso) di Paul, e quando ho scoperto che il giorno della prima incisione John ha ricevuto la notizia del divorzio di Yoko (con tanto di canzone che le ha dedicato), bé avevo la mia storia praticamente stampata in testa.
Spero che possa piacere, e per qualsiasi cosa davvero, dite pure senza problemi: sono davvero una novellina!
Ringrazio chiunque leggerà questa storia, e in particolar modo un ringraziamento speciale a Kia che mi ha detto "ok vai, scrivi una mclennon che per me sei pronta" (detto da te è una sicurezza XD) e per il suo incoraggiamento,e un enormissimo e specialissimo ringraziamento ad Anya per il betaggio e la sua costante pazienza, la supportazione e la sopportazione ai miei scleri (santa donna <3)
Baci
White

 
  
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