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Autore: Zury Watson    23/03/2015    10 recensioni
John Watson alle prese con il proprio flusso di pensieri dopo la morte di Sherlock Holmes, gettatosi dal tetto del St. Barts.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Goodbye, John

Era tutto più semplice quando era solo dolore.
È assurdo, ma è così. Ora lo so.
Era più facile chiudere gli occhi e vederlo solo cadere.
Solo cadere.
Immediatamente sprofondare dentro ad un cuscino e piangere tutte le mie lacrime pensando che fosse solo caduto.
Solo caduto.
E vedere me stesso correre verso di lui, le gambe molli e un insopportabile senso di nausea. Combattere contro lo svenimento che vuole difendere il mio corpo dallo shock.
È caduto.
Rialzarmi da terra e guardarlo.
Attimi orrendi.
Guardarlo. Orrore.
Non crederci.
E guardarlo.
C'è sangue.
Prendergli il polso e infine crollare.
I suoi occhi.
Sangue.
Non c'è battito.
Crollare anche dopo.
Quegli occhi.
Un cuore muto.
E piangere ancora per notti intere e interi giorni.
Era più facile.
Adesso è diverso.
Con il passare del tempo si diventa freddi e incredibilmente razionali.
E con la razionalità e la freddezza che il tempo mi ha restituito riesco a vedere oltre la caduta.
Oltre la caduta.
Asfalto. Pioggia e sangue. Sull'asfalto.
Quegli occhi. Sull'asfalto.
Il suo corpo. Pioggia e sangue.
Anche se non vorrei. Non lo vorrei.
Si è buttato. Sherlock si è buttato.
Sherlock.
L'amicizia che mi lega a lui, sì che mi lega, non legava. L'amicizia che mi lega a lui non accetta tutto questo.
Impossibile. Flash della caduta. Flash di un suicidio. A rallentatore. A ripetizione.
È morto.
Pensare a lui è un tormento. Non pensarci è anche peggio.
Mi gira la testa. Mi gira anche altro a dirla tutta e prenderei a calci pure la sua tomba se servisse a riportarlo in vita.
Vita. Darei la mia.
Ha rifiutato il mio aiuto, mi ha allontanato inventandosi l'incidente a Mrs. Hudson.
Si è ucciso.
Senza chiedere il mio parere. Non contavo niente io. Niente.
E niente è quel che mi resta adesso.
Niente.
Mi ha detto addio per telefono. Per telefono.
Addio.
Addio, John.
Clic.
Che stupido. E che bugiardo.
Hai mentito, Sherlock. Hai mentito perché sei ancora qui, nella mia testa e nello sguardo triste di Lestrade ogni volta che lo incontro. E nell'assenza di Mycroft che mi aveva chiesto di tenerti d'occhio. Ho fallito e non servo più neanche a lui.
È più difficile anche piangerlo, adesso.
Dolore e razionalità.
L'oblio di un limbo.
È difficile alzare la cornetta e telefonare a Mrs. Hudson.
Telefonare. Addio. Clic.
Impossibile mettere piede in Baker Street.
221B.
Sherlock Holmes, consulente investigativo.
Afghanistan o Iraq?
Addio.
Come si fa a dirgli addio?
Le persone vanno a dire addio ai defunti visitando le loro tombe, ma anche quella è una bugia. L'addio è per sempre e invece poi loro, sciocchi, sulle tombe ci ritornano ancora e ancora e ancora illudendosi ogni volta che sia un addio.
Io non ci vado sulla sua tomba. A dirgli poi che cosa?
Capita che uno abbia dei fratelli nella vita. Capita. Ma quelli non te li scegli, ti capitano. Gli vuoi bene e li proteggi, ma non li hai scelti.
Li proteggi.
Mycroft. Sherlock.
Fratelli.
Li proteggi.
Io e te non eravamo fratelli, ma ti considero mio fratello e credimi, Sherlock, se ti dico mille proiettili farebbero meno male e meno rabbia di questo.
Vedi? Parlo ancora con te anche se tu sei morto, perciò non venirmi a dire che era un addio! Ti sei ucciso, dannazione!
Bugiardo.
Non sono riuscito a proteggerlo.
Riavere un controllo razionale sulle cose non mi impedisce di soffrire.
Vorrei urlare fino a non sentire più niente.
Urlare. Il suo nome.
Come quando stava per prendere quella pillola. Come quando si è buttato da là sopra.
Il suo nome.
Non sono più nemmeno riuscito a pronunciarlo il suo nome.
A stento riesco a pensarlo quel suono.
Sherlock.
Ora capisco anche la faccenda dei sentimenti.
I sentimenti.
Fratelli.
È una scusa. È paura.
Paura di soffrire, di restare soli.
Non mi avresti perso se non mi avessi lasciato. Sono io ad averti perso.
Ho perso. Ho fallito.
Se ci incontreremo di nuovo un giorno, vedrai se non ti prendo a pugni, Sherlock. Vedrai se non ti faccio nero. Vedrai se non ti faccio rimpiangere di avermi lasciato qui a piangerti, in compagnia del tuo ricordo e del vuoto che la tua geniale follia ha lasciato ovunque. Anche se non lo ammetterai mai, io so che mi hai voluto bene, quindi non provare a negarlo. E proprio per questo sarò così arrabbiato che avrai paura di me e mi chiederai scusa per tutto questo. Il grande Sherlock Holmes mi chiederà scusa, hai sentito bene. Scusa. Amico. Fratello.





N.d.A.
È doveroso ringraziare chi mi dedicherà una parte del proprio tempo scegliendo di leggermi e lasciarmi un parere.

   
 
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