Il silenzio celò tutto il santuario, portando i cavalieri in uno stato di ulteriore tranquillità: le dodici case ormai per la metà deserte, risplendevano solo con gli ultimi bagliori del sole prima di illuminarsi di luce nivea e fiamme rosse dei focolari.

La primavera iniziava a dare accenni della sua presenza: i fiori iniziarono a fare capolino sui verdi e pianeggianti prati dei templi, gli alberi di frutto timidamente fiorirono. 

Tranne uno.

Alle dodici case la primavera si decretava quando l'albero di Ciliegio della Sesta casa dava alla luce il primo fiore dell'anno, il più bello e il più grande di tutto l'albero.

Ma quell'anno la nascita non avvenne, suscitando una minuscola curiosità in ogni cavaliere, Atena in persona aveva notato l'accaduto.

Ma d'altro canto, sulla Sesta casa non tirava la solita aria tranquilla e pacifica, tipica del cavaliere del Virgo.

Alla prima casa, Mur, era abbastanza irrequieto.

L'animo di Shaka era indecifrabile e intricato di suo, ma sta volta si stava mettendo d'impegno per capire quale fosse il problema dell'amico, finché un cavaliere non varcò la soglia della casa cercando il nome del custode.

Mu riconobbe la presenza e si protrase davanti al cavaliere della Fenice.

< Grande Mur, ho qualche domande da porle. > Un ordine più che una richiesta.

< Ti ascolto. > Rispose l'Ariete.

< Il Ciliegio non fiorisce, Shaka non esce da lì da ormai due settimane ed è primavera in tutta Grecia tranne che nella Sesta Casa. Non che mi preoccupi, Virgo è autosufficiente quanto basta per cavarsela, semplicemente trovo che tutto ciò sia strano. >

Ikki non osò dire di più, aveva già parlato troppo per i suoi standard.

Ci fu un silenzio quasi fastidioso in tutta la prima casa, perfino le ancelle si fermarono.

Finché Mur non si decise a fare un passo verso Ikki.

La tensione era alle stelle, le loro stelle.

< Tu entri in casa mia urlando come un matto, senza permesso e per dirmi cose che io so gia. Ma non sei venuto solo per quello, tu vuoi il mio aiuto per risollevare Shaka dal suo tunnel di tenebre... È così? Non mi aspetto una risposta. >

E così fu: il cavaliere della Fenice si girò e dopo un lasso breve di tempo sparì dietro le colonne dell'entrata.

Mur di animo sensibile, decise di acconsentire alla non-richiesta di Ikki, e quindi andare a parlare con Shaka.

Cosa non semplice... Il cosmo che emanava il Cavaliere quasi non lo fece indietreggiare tra la Quarta e la Quinta casa.

Varcò la soglia della Sesta casa, entrata e loto deserti.

Setacciò le stanze e ricevette la stessa accoglienza dell'entrata.

Il vento iniziò ad alzarsi e gli alberi si mossero disturbando il silenzio, delle nuvole color cenere si abbatterono sopra la Grecia e il Sole stentava a non essere travolto.

Finalmente Aries trovò Virgo, seduto nella posizione del Loto sotto il Pesco stesso, ancora spoglio e affranto.

In quel momento giurò di aver visto un fulmine abbattersi sull'amico, se non fosse che era solo il riflesso delle due armature proiettate nel laghetto di Ninfee del Buddha.

Non aveva la minima idea di come incominciare a trattare con l'ombra di Virgo, decise di non farlo...

Mosse due passi e per poco non inciampò nel laghetto, si mosse a destra e mancò di poco una ranocchietta, svoltò a sinistra e trovò fortunatamente solo prato.

Si incamminò e rimase fermo a due passi dal Virgo, che lo sentì arrivare ma non aprì gli occhi.

Tirò un respiro e mise la mano sulla spalla del Cavaliere d'Oro.

< È meglio entrare, il tempo si sta rabbuiando e non voglio che tu ti riduca a pioggia, Virgo. >

Shaka sorrise, prese la mano di Mur e la usò per rialzarsi.

I due Santi si allontanarono dal Pesco e Mur posò il braccio sulle spalle del Santo e gli tirò un leggero colpo al viso, ridendo.

Shaka a sua volta sorrise di nuovo e spinse l'amico.

< Ti devo qualsiasi cosa Mur per la tua misericordia e il tuo cuore enorme, ma devo molto anche a Ikki, credo che senza di lui non ti saresti avvicinato a me. > 

Mur rimase esterrefatto dalle parole appena sentite e spalancò gli occhi.

< Ma come... >

< Ottavo senso e la lingua troppo lunga di qualche ancella. >

Mur scoppiò in una fragorosa risata ed entrò in casa per prendere un thè.

Ikki tornò dall'allenamento con Seiya, stanco e ansioso di vedere se le condizioni di Virgo fossero migliorate.

Entrò nella Sesta Casa e lo trovò seduto al tavolo con una tazza vuota e una piena, capì subito.

< Te ne sono grato. > Furono le uniche due parole che echeggiarono nella Casa.

Ikki si girò e si sedette di fianco al Santo, bevendo un caffè e sfiorandogli la mano ogni tanto.

Angolo Autrice:

Secondo Capitolo aggiornato!
Spero sia di vostro gradimento e mi farebbe piacere se lasciaste una recensione quando avete finito...
Avvertimento: Da questo capitolo in poi è probabile che io aggiunga altri personaggi in luogo secondario, giusto per dare più trama.
Un bacio a tutti!
Vostra Crystal