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Autore: Pendincibacco    27/03/2015    2 recensioni
"La tenebra era densa, fredda e viscida, avida. Se la sentiva spalmata addosso, ovunque, e per quanto tentasse di liberarsene strofinandosi freneticamente le braccia e il viso, quella rimaneva attaccata a lei e si insinuava ovunque: sotto ai vestiti, nella testa, in profondità dentro al petto."
"Fino ad un paio di mesi prima, non avrebbe mai creduto di poter essere così debole, essere quel tipo di persona che percepisce i traguardi delle vite altrui come deprivazioni alla propria. [...]
Eppure, nello scivolare nell'incoscienza, l’immagine dei suoi amici di una vita che si allontanavano da lei le fece sentire forte in bocca il sapore dell’abbandono."
Il 90% del mondo detesta Sakura (io compresa, generalmente). Beh, credo che questa volta cercherò di farvela piacere.
La storia è incentrata su di lei e su come elabora la paura di essere abbandonata dai suoi migliori amici e compagni di team. Cresciuta, e finalmente cambiata, si rende conto che l'amore è molto diverso da come lo immaginava da bambina e che lo si può trovare nelle persone più impensate.
Storia legata alla fic "Respirare", inserita nella serie "Konoha, dopo la tempesta", di cui è parte integrante.
Continui riferimenti Sasu/Naru
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Konoha, dopo la tempesta.'
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Note dell'Autrice: Ehilà! Eccomi di nuovo qui con una nuova storia inserita nella serie "Konoha, dopo la tempesta" (si, lo so, ultimamente per i miei standard sto scrivendo un sacco)! Finalmente, dopo quasi un anno, propongo questo racconto che avevo elaborato, nella sua trama esenziale, quasi di pari passo a "Respirare". La lettura di quella prima ff della serie è caldamente consigliata a chi volesse dedicare qualche momento alla lettura di questa.
Mi cimento per la prima volta con una storia non incentrata su Naruto e Sasuke, che saranno comunque presenti, e mi concentro invece su Sakura, che sarà la protagonista indiscussa di questa breve ff. Chi non mi conosce non si spaventi: la "mia" Sakura non è una bambina viziata nè una donna di malaffare, giuro.
Nei dati della storia non ho segnato il pairing principale perchè, guarda un po', non esiste tra quelli selezionabili! Quindi se qualcuno di voi sapesse dirmi come devo fare per richiedere che venga inserito, beh, mi farebbe un grande piacere!
Buona lettura!
 


Il silenzio è dei colpevoli


Capitolo 1
Le tenebre nel cuore

 

- Ehi! –

Buio.

- Ehi, mi sentite? –

Tutto, intorno a lei, era completamente buio. Non un solo spiraglio di luce fendeva quell’oscurità assoluta, totale.

- Ascoltatemi per favore! –

La tenebra era densa, fredda e viscida, avida. Se la sentiva spalmata addosso, ovunque, e per quanto tentasse di liberarsene strofinandosi freneticamente le braccia e il viso, quella rimaneva attaccata a lei e si insinuava ovunque: sotto ai vestiti, nella testa, in profondità dentro al petto. Sakura, nonostante potesse normalmente dirsi una ragazza coraggiosa, aveva paura: il terrore le strisciava sulla schiena in lunghi brividi, le attanagliava lo stomaco come un’orrida morsa.
- Hei, fermatevi un momento! –
Eppure, nonostante il buio, Sakura li vedeva perfettamente: i due ragazzi, in piedi una decina di metri avanti a lei, si allontanavano dandole le spalle.
Doveva fermarli, non voleva rimanere sola in quel posto, così si mise a correre. Ma la tenebra aveva ormai raggiunto anche le sue gambe ed era fredda, collosa e pesante, le rallentava i movimenti. Dopo pochi metri Sakura cadde, su un terreno che non poteva nemmeno vedere, stremata; non le rimase che gridare, gemere e supplicare.

- Vi prego, non lasciatemi sola! Ragazzi, ho paura! Sasuke, aiutami, non riesco ad alzarmi! Lo giuro, non ti assillerò mai più, lo sai che sono cambiata! Naruto, torna qui, ti prego! Dammi una mano, siamo come fratelli! Non sono più quella di un tempo, ti voglio bene, non ti trascurerò mai più! Naruto, per favore … - singhiozzò la ragazza, ripiegata su sé stessa, ormai incapace di muoversi.

I ragazzi, inaspettatamente, si fermarono e Sakura li fissò supplicante e speranzosa; tuttavia i due non si avvicinarono a lei. Si voltarono e, dopo averla fissata per qualche momento, proruppero in due risate glaciali gemelle.
- Aiutarti? Perché dovremmo? Non servi più a nulla ormai … - affermò Sasuke, ghignando e abbracciando il compagno da dietro, posando il mento su una delle sue spalle per poi fissare la ragazza con uno sguardo gelido. Naruto si rilassò contro il petto del compagno e, guardando la compagna di team, voltò il viso verso quello di Sasuke per leccargli lascivamente una guancia, sul volto un’espressione di scherno.
- Povera Sakura … come ci si sente ad essere sempre di troppo? Ora non sono più io l’elemento di disturbo della squadra, eh? Sei diventata inutile: io e Sasuke non abbiamo bisogno di te, ci bastiamo l’un l’altro. – le disse il suo amico d’infanzia, per poi girarsi a baciare appassionatamente il compagno, ridendo di lei.

Sakura inorridì: quelli non potevano essere loro, non erano davvero i suoi amici. Loro non l’avrebbero trattata così, non l’avrebbero davvero esclusa, nonostante il loro rapporto. Le cose sarebbero cambiate, cambiano sempre quando tra due persone si stabilisce un legame sentimentale; “ma non in quel modo” pensò, angosciata.
Osservò Sasuke ridere, come non aveva mai fatto in sua presenza, mentre Naruto gli leccava il mento: erano belli, come un’opera d’arte, e l’uno non aveva occhi che per l’altro. Quasi senza rendersene conto cominciò a piangere e l’oscurità sembrò stringere la sua morsa su di lei: la sentiva in gola, ormai; una presenza viscida e ingombrante che le spezzava il respiro e lo rendeva incerto, rantolante.
I due ragazzi la fissarono, ancora abbracciati. Sorridevano entrambi, ma non era un sorriso piacevole: era spento, senza luce. Nel sorriso di Naruto lei aveva sempre visto il sole, tuttavia in quel momento non ne era che un pallido e freddo riflesso; una smorfia grottesca e crudele.
- Qui non c’è più niente per te, Sakura. Addio. –
Non appena Naruto ebbe pronunciato queste parole, le sagome dei due ragazzi si fecero sfocate, indistinte, e cominciarono a svanire. Sakura tentò di avvicinarsi a loro, cercò di gridare, ma il buio vischioso la tratteneva a terra e le spezzava la voce.

Quando i compagni svanirono del tutto la ragazza, disperata, emise un ultimo gemito, quindi fu ridotta al silenzio: la massa scura nella sua gola la rendeva afona, provocandole sforzi di vomito a cui non poteva dare sfogo.
Cieca, muta e sorda, immersa in quell’alieno mondo di tenebra, non poté che fare un’unica cosa: pensare.
“Sto morendo.”
***

Sakura si svegliò singhiozzante, in un lago di sudore, ma comunque felice di ritrovarsi nel proprio letto. Il pigiama le si era attaccato addosso come una seconda pelle, così con gesti rabbiosi se lo strappò di dosso, tollerando appena la biancheria intima, asciugandosi quindi le lacrime con il dorso della mano.
“Solo un sogno. Solo un altro stupido sogno.” si ripeteva, cercando di ritrovare la tranquillità, respirando lentamente per calmare l’alzarsi e abbassarsi affannato del petto. Quando battito cardiaco e respirazione ebbero raggiunto un certo equilibrio la ragazza gettò il lenzuolo di lato, alzandosi per prendere qualcosa di fresco da bere.

In cucina la luce interna del frigorifero gettava bagliori giallastri sul suo profilo, mentre se ne stava rannicchiata a terra con un bicchiere di limonata in mano e lo sguardo spento, fisso sulle mattonelle chiare del pavimento. Il liquido fresco le stava dando sollievo, abbassando la temperatura vulcanica che sentiva dentro di sé. “Forse” pensò, con il bicchiere appoggiato alla tempia “tutto questo limone mi provocherà pure il vomito, così mi libererò di questa nausea orrenda.”
Ma Sakura era troppo stanca e spossata persino per poter vomitare; così, quando il sudore le si raffreddò addosso tanto da farle sentire un leggero brivido, si trascinò stancamente verso il letto. Sdraiandosi gettò un’occhiata all’orologio posato sul comodino: le cinque del mattino. Le rimanevano solo un paio d'ore di sonno prima del turno in ospedale. Si rannicchiò sul materasso e, nonostante il caldo estivo, si coprì con il lenzuolo leggero, semplicemente per sentirsi sicura, in un certo sciocco senso “protetta”.

Le ci volle un certo tempo per riuscire ad addormentarsi davvero; pensieri, paure ed ansie si mescolavano nella sua mente rendendola inquieta, anche nel dormiveglia. Prima di cedere davvero al sonno Sakura si diede della sciocca per la milionesima volta. Non le sembrava possibile che una cosa del genere l’avesse scombussolata a tal punto, quantomeno nell’inconscio. Perché la notte non riusciva semplicemente a gioire per i suoi amici, come faceva di giorno?
Fino ad un paio di mesi prima, non avrebbe mai creduto di poter essere così debole, essere quel tipo di persona che percepisce i traguardi delle vite altrui come deprivazioni alla propria. Non era quel genere di individuo, non voleva esserlo.
Eppure, nello scivolare nell’incoscienza, l’immagine dei suoi amici di una vita che si allontanavano da lei le fece sentire forte in bocca il sapore dell’abbandono.




Note finali: Il capitolo è piuttosto breve, dato che è una specie di introduzione; spero vivamente di riuscire a rendere i prossimi un po' più corposi. Come al mio solito gli aggiornamenti probabilmente non saranno regolari, tuttavia non sono tipa da lasciare una storia in stallo per oltre sei mesi, quindi diciamo che tendo a farmi sentire il prima possibile! Fatemi sapere cosa ne pensate e, come al solito, segnalatemi pure eventuali errori, provvederò a correggerli!
Alla prossima!
  
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