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Autore: lady lina 77    18/12/2008    3 recensioni
Quando si è piccoli, si crede alle favole, alla magia, a un uomo vestito di rosso che esaudisce i nostri desideri. Poi si cresce e si smette di credere a tutto questo e soprattutto a lui, al vecchietto in cui riponevamo tutte le nostre aspettative in una notte che per noi era magica. Ma basta un incontro casuale per riportare Gourry e Lina a quei giorni lontani e in una notte magica, un desiderio di molti anni prima, finalmente diventerà realtà. Fanfiction dedicata a tutti i fans di Lina e Gourry, ispiratami soprattutto dalla magia del Natale e della neve di Salisburgo e Innsbruck. Buon Natale!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quanto valeva un po’ di muschio triturato in confronto alla sua morte per congelamento? Probabilmente tantissimo visto che Lina, incurante della notte, della tormenta, del gelo e del buio, l’aveva sbattuto fuori dalla stanza della loro locanda in missione, per cercarne un po’.

Ok, forse Lina aveva ragione ad avercela con lui… Insomma, aveva perso il suo prezioso muschio per strada, non accorgendosi di averlo riposto in un sacchettino bucato. Quel muschio che lei gli aveva dato in custodia e che le sarebbe servito per qualche strano esperimento di magia che non ricordava molto bene. Ma questo non gliel’aveva detto, era già abbastanza arrabbiata quella sera con lui… Ci mancava solo che pensasse che non la ascoltava… Ci teneva alla sua vita lui…

Comunque, dopo la sfuriata isterica, la maga l’aveva sbattuto fuori dalla porta della sua stanza, ordinandogli di andare nel vicino bosco a cercare dell’altro muschio. Aveva minato anche il gesto di strozzarlo se non ne avesse trovato… Quindi, gelo, neve, buio a parte, doveva davvero sbrigarsi e trovare qualcosa. Ne andava della sua vita e Gourry lo sapeva bene che, quello che Lina prometteva, poi lo manteneva!

“Eeeeeeeeccccccccciiiiiiiiiiuuuuuuuuuuuu!!! Ma che freddo però!!!” – mormorò lo spadaccino fra uno starnuto e l’altro.

Per niente entusiasta della cosa, si addentrò nel bosco. Era terribilmente scuro… D’accordo, non era più un bambino e non c’era niente di cui avere paura, alberi, neve e buio non avevano mai ucciso nessuno, però… in quel momento se ne sarebbe volentieri stato al calduccio del suo letto, sotto alle coperte. E poi, con tutta quella neve, DOVE cavolo andava a trovarlo il muschio?

Con il piede diede un calcio alla neve fresca e poi proseguì attraverso quello che doveva essere un sentiero… Camminò per un po’ con la lanterna in mano, guardandosi in giro guardingo. Poi si fermò. Che cavolo procedeva a fare alla cieca? Non doveva camminare, doveva scavare nella neve per trovare quello che cercava. Il problema era che, toccare quell’elemento così freddo, nel momento in cui si sentiva congelare… Non ne aveva decisamente voglia! ‘ Ma in fondo… è per Lina… giusto?’.

Confortato da quel pensiero prese a pensare al da farsi. Magari, se cominciava subito, si sbrigava in fretta e poteva tornarsene al suo albergo velocemente. E avrebbe magari fatto sorridere la maga…

“ACCIDENTI!!!”.

Quell’esclamazione improvvisa, giunta dal nulla, nel silenzio della foresta, lo fece sobbalzare. A quanto pareva non era l’unico a trovarsi lì e a non gioirne…

Incuriosito, soprattutto per il fatto che quella voce sembrava appartenere ad un uomo anziano, si mise a camminare verso la direzione da cui aveva sentito quel commento stizzito. E rimase di stucco. Perché dopo alcun passi, in una radura, in mezzo a neve ed alberi, gli comparve davanti uno strano, buffissimo vecchietto. ‘Vecchietto per modo di dire…’.

Gourry lo guardò, da dietro gli alberi, di nascosto. Si sentiva stranamente intimorito, aveva la sensazione che stesse guardando qualcuno che non doveva essere visto. Era una persona stranissima, ne era stranamente… incantato. Doveva pesare diverse centinaia di chili, era imponente, aveva una lunga barba bianca che gli arrivava fino alla pancia, degli occhi gentili ed un viso simpatico. Indossava uno strano vestito rosso, con bottoni grossi e neri e indossava un lungo cappello, dello stesso colore rosso degli abiti e con un pon-pon bianco sulla punta. Ai piedi aveva dei grossi scarponi neri, lucidissimi e alla vita una cintura dello stesso colore. E sembrava in difficoltà. Stava armeggiando con il pattino di legno di quella che doveva essere la sua slitta. Anche il suo mezzo di trasporto era strano. Una slitta trainata da otto renne, piena fino all’inverosimile di sacchi pieni di pacchetti colorati. Non aveva mai visto nulla di simile…

“Ha bisogno di una mano?”. Quella domanda uscì dalla bocca di Gourry spontaneamente. Gli spiaceva vedere una persona anziana in difficoltà. Il pattino della sua slitta era rotto. Eppure, stranamente, gli sarebbe piaciuto anche starsene nascosto ad osservarlo ancora. Quel vecchio aveva un modo di fare, un’espressione che avrebbe potuto definire… da fiaba. Come quelle che gli venivano raccontate da piccolo. Ed ora che ci pensava, forse, una volta gli avevano anche parlato di un vecchietto simile a quello che aveva davanti in quel momento. Ma non riusciva a ricordare. Beh, decise di non pensarci troppo, se con lui ci fosse stata Lina, lei gli avrebbe detto che NON ricordare era una cosa abbastanza normale per lui… Al pensiero della maga sorrise. Solo per lei stava affrontando quel gelo e quella neve. Non l’avrebbe fatto per nessun altro. Perché più di tutto desiderava vederla sorridere…

Il vecchietto si girò verso di lui, interrompendolo dai suoi pensieri, con uno sguardo quasi stupito dal fatto di averlo davanti. Ma si ricompose subito, esibendo un sorriso gentile. “Oh… sono fortunato a quanto pare! Ho qui davanti un giovanotto gentile che vuole aiutarmi! Mi si è rotto un pattino della slitta, il legno si è spezzato! Puoi fare qualcosa?”.

Gourry annuì e si avvicinò alla slitta, inginocchiandosi per guardare meglio il danno. Il legno era completamente sgretolato in un punto e per far scivolare la slitta bisognava cambiare tutto il pezzo. Ma dopotutto erano in un bosco e c’era tanta legna e lui aveva con se una spada per levigarla. “Credo… di poterla aiutare. Ha dei chiodi con se?”.

“Certo! Li porto sempre per ogni evenienza. Muovendosi con un mezzo del genere, possono sempre servire!”.

Gourry sorrise. Un vecchio in giro da solo di notte, con una slitta trainata da renne e munito di chiodi… Mai gli era capitato un incontro tanto assurdo… “D’accordo, in un’oretta dovrei farcela allora! Mi aspetti qui!”. Senza attendere risposta si avvicinò al tronco di un albero, staccandone con la spada un ramo robusto. “Da piccolo facevo spesso cose simili, stia tranquillo!” – sussurrò all’uomo mentre, intento, intagliava il ramo, dandogli la forma di un pattino da slitta. In fondo era anche divertente, da bambino amava intagliare il legno con la spada. E poi quel vecchietto… gli infondeva uno strano senso di pace. L’avrebbe aiutato e poi si sarebbe rimesso alla ricerca del muschio per Lina. E poi, stranamente, non sentiva più nemmeno molto freddo, anche se era seduto in mezzo alla neve.

L’uomo dal vestito rosso rimase a fissarlo sornione, incantato dall’abilità con cui lo spadaccino maneggiava la sua spada a piacimento, levigando quel legno che, da grezzo, stava prendendo una sua forma. Non lo disturbò, lo lasciò tranquillamente lavorare. In fondo ogni artista ha bisogno di tranquillità…

“HO FINITO!!!”. Gourry scattò in piedi improvvisamente, dopo una mezz’ora buona di lavoro, ammirando il lungo e ricurvo pezzo di legno.

Il vecchio osservò compiaciuto l’opera. “Ottimo lavoro ragazzo!”. Poi dalla grossa tasca tolse un sacchettino. “Eccoti i chiodi! E grazie di tutto!”.

“Si figuri!”. Gourry si avvicinò alla slitta e staccò il pezzo rotto. Gli sembrava così strano che quel vecchio lo ringraziasse così sentitamente, in fondo non era normale aiutare le persone anziane in difficoltà? Gli faceva piacere farlo…

Dopo aver finito di staccare il pattino rotto, prese il legno appena levigato e cominciò a fissarlo alla slitta, usando l’elsa della spada come martello, per inchiodare tutto quanto. Ci mise poco e quando finì, rimase qualche istante fermo a fissare il suo lavoro. Era perfetto, a quanto sembrava gli anni non gli avevano fatto perdere la mano… “Credo che ora possa andare bene, la slitta dovrebbe muoversi”.

L’uomo gli si avvicinò sorridendo e dandogli una sonora pacca sulla spalla. “Ti ringrazio molto! Mi hai salvato! Con tutto il lavoro che ho da fare questa notte, non avrei saputo come fare… Molti bambini devono ringraziarti”.

“Eh?”. Gourry non ci stava capendo un accidenti… Che c’entravano i bambini e come mai un uomo così anziano lavorava ancora?

Il vecchio parve ignorare l’espressione stupita di Gourry. “Dimmi giovanotto, che ci fai qui in questo bosco da solo, di notte e con questo freddo?”

“Beh…” – Gourry lo guardò un po’ sospettoso, non era prudente rivelare gli affari propri ad uno sconosciuto, Lina glielo diceva sempre – “ecco…” – decise di fidarsi però, di quell’uomo poteva, se lo sentiva –  “Io sto cercando del muschio per la mia compagna di viaggio. Gli serve per degli esperimenti e io gli ho perso le scorte”.

Il vecchietto ridacchiò. “Capisco… La tua fidanzata eh?”.

A quelle parole, lo spadaccino arrossì di colpo. “N… no… ecco… è che, come le ho detto… glielo dovevo… E’ arrabbiata con me!”.

L’uomo sorrise. “Capisco… E dimmi, come si chiama la tua amica?”.

“Lina!” – rispose Gourry in tutta sincerità.

“Lina…”. L’uomo ripeté il nome piano, assorto in chissà quali pensieri. Poi fissò lo spadaccino con occhi pieni di riconoscenza. “Voglio aiutarti visto che hai aiutato me! Così potrai tornare presto da lei con quello che desidera. Sai, io ho la capacità di esaudire i desideri delle persone con l’animo gentile e con il cuore puro. Di solito sono bambini ma tu… rispecchi tutte queste caratteristiche. Posso darti tutto quello che vuoi, basta che tu me lo chieda e io lo tirerò fuori da quelle sacche piene di pacchetti”.

Lo spadaccino fissò la slitta con le sacche incuriosito. Aveva davanti un mago? Quei pacchetti sembravano regali… “Ecco… vorrei solo un sacchettino con del muschio triturato. Come quello che ho perso oggi!”.

“D’accordo!”. L’anziano si avvicinò alla slitta e slegò una delle sue sacche, estraendo un elegante contenitore in pelle nera e porgendoglielo. “Ecco quello che cercavi. Credi che basti?”.

Gourry fissò il sacchetto. Era più grosso di quello che aveva perso nel pomeriggio… Lo aprì e ne riconobbe il contenuto farinoso verde. “Si, certo che basta!” – rispose sorpreso – “Ma… ma davvero è per me? E come fa a materializzare tutto ciò che uno desidera?”.

Il vecchio sorrise sornione. “Te l’ho detto, è il mio lavoro esaudire i desideri delle persone buone. E ora dimmi, c’è qualcos’altro che vorresti? Qualcosa per te visto che quel sacchettino è per la tua amica…”.

Gourry lo fissò intimidito. “Ma no, grazie! Non ho bisogno di niente, davvero!”.

“E su, non fare il modesto, ci sarà pure qualcosa che vuoi, no?” – insistette il vecchio.

Lo spadaccino ci pensò su. Se insisteva… Ma cosa poteva volere lui? Aveva già tutto quello che desiderava… Anzi, no, quel giorno una cosa che desiderava gli era mancata. “Ecco io… vorrei che Lina sorridesse stasera, che non fosse più arrabbiata con me. Ma questa è una cosa che non può togliere per magia da una delle sue sacche, giusto?” – concluse deluso. Non poteva aiutarlo anche se il suo aiuto col muschio era stato fondamentale per non fare andare in completa escandescenza Lina…

L’uomo in rosso, forse intuendo i suoi pensieri, scoppiò a ridere. “I miei non sono solo doni materiali, posso donarti tutto quello che vuoi. E prima che tu vada a letto, stasera, la vedrai sorridere. Passerete una bella serata voi due, te lo prometto” – concluse strizzandogli l’occhio.

Per qualche motivo sconosciuto, a quelle parole, Gourry arrossì di nuovo. “Passeremo una bella serata perché sto per tornare col… muschio?”.

Il vecchio scoppiò a ridere. “Non solo per questo!”. Poi si avvicinò di nuovo ad una delle sue sacche, estraendone una piccola scatoletta bianca con dei forellini. “Sai, io la conosco Lina, la tua amica! E conosco anche te… Una volta anche voi sapevate tutto di me ma poi siete cresciuti e, come sempre succede, avete smesso di credere alle favole e ai sogni e mi avete dimenticato. Ma io non ho dimenticato voi… Con la tua amica ho un debito in sospeso. Questo, per non mettere in difficoltà i suoi genitori, quando era piccola non ho potuto portarglielo. E lei lo desiderava tanto… Ma ora… direi che non ci sono problemi” – concluse mollandogli gentilmente in mano la scatolina.

Gourry la fissò confuso. Si… muoveva? Che diavolo c’era dentro? E chi era quel vecchio??? Ciò che diceva non aveva senso, non lo capiva… Eppure… c’era quella strana storiella che gli raccontavano da piccolo e che non riusciva a ricordare… Gli ronzava nella testa… Improvvisamente, perso in quelle domande, si rese conto che l’anziano era montato sulla sua slitta, pronto a partire. Se non lo fermava non avrebbe avuto risposta alcuna alle sue domande… “Hei, aspetti! Ma lei chi è? Come si chiama?”.

L’uomo si voltò verso di lui sorridendo gentilmente. “Oh beh, mi chiamano in tanti modi, sai? Ma direi che il mio nome vero, se non ricordo male, dovrebbe essere Klaus”.

“Klaus…” – ripeté lo spadaccino meccanicamente, cercando di ricordarsi dove avesse già sentito quel nome.

Il vecchio, con le redini, fece cenno alle renne di partire. “Ora devo andare Gourry, come ti ho detto ho tanto lavoro da portare a termine stanotte. E stai attento a quella scatolina, dentro c’è qualcosa di fragile. Non la aprire a dalla alla tua amica, dentro c’è qualcosa che lei desiderava tanto!”.

Come faceva a conoscere il suo nome? Gourry non ricordava di averglielo rivelato… Ma quello strano vecchietto aveva detto di ricordarsi di lui. Come faceva? E conosceva anche Lina… E cosa diavolo c’era che si muoveva dentro a quella scatoletta??? Se dentro Lina ci trovava una lumaca, una volta aperta, era la volta buona che lo spediva in orbita sulla luna con un Giga Slave!!! Alzò gli occhi in cerca di risposte ma il fiato gli si strozzò in gola. Perché davanti a lui c’era un’immagine da sogno… La neve che cadeva, quel bosco che di colpo sembrava incantato e quella slitta che lui aveva aiutato a riparare che, tirata su dalle renne, non scivolava sul terreno ma per magia, con quello strano vecchietto vestito in rosso in sella, volava in alto nel cielo, con i suoi sacchi pieni di pacchetti ricoperti da carta colorata. “Ma allora… ma allora era davvero un mago?!”.

Il vecchio, dal cielo, mentre il suono delle campanelle delle renne riempiva il silenzio della notte, alzò il braccio a salutarlo. Gourry sorrise, ricambiando il saluto. A quanto pare di lavoro, quel vecchietto, doveva averne tanto, vista la fretta che aveva.

Si mise in tasca il sacchetto col muschio e strinse fra le mani la scatolina bianca che continuava a muoversi. Non sapeva perché ma era certo che lì dentro – e quel vecchio non si sbagliava – c’era qualcosa che Lina avrebbe gradito…

 

***********

 

“Ma dove diavolo sei stato??? E come mai sei così conciato???”. Lo sguardo di Lina, nel trovarsi Gourry congelato ed infreddolito davanti alla porta della sua stanza, era allibito. Ancora un po’ e a Gourry sarebbero spuntate le stalattiti di ghiaccio dal naso…

Lo spadaccino la guardò negli occhi sorpreso. Lei DOVEVA sapere dove era andato visto che ce lo aveva mandato lei… “Ma come? E il muschio? Mica lo volevi? Sono semplicemente uscito a cercartelo visto che è meno pericoloso camminare in una bufera di neve di notte che starti vicino quando sei arrabbiata…”.

Lina sbatté gli occhi stupita. Il muschio? A dire il vero… se l’era già dimenticata quella storia… “Ma io mica dicevo sul serio, cretino!!! Dovresti saperlo che quando sono arrabbiata straparlo ma mica sono così sadica da mandarti in giro di notte con questo freddo! Se muori congelato, chi mi fa da guardia del corpo gratis? Il muschio potevo benissimo cercarmelo domani in un qualsiasi negozio di magia, mi sono arrabbia perché non stai mai attento a quello che dico o ti affido!”.

Lo spadaccino spalancò gli occhi. Quello era il momento in cui, qualsiasi uomo normale, si sarebbe dovuto arrabbiare. Ma nel suo caso, Lina era sempre talmente disarmante che non ci riusciva. A dire il vero non riusciva mai a essere davvero arrabbiato con lei, nemmeno per faccende più serie. “Quindi… ho rischiato la polmonite per niente? Ma io il muschio l’ho trovato davvero, sai? E poi… non è vero che non sto mai attento a niente, a te di solito sono attentissimo!”.

L’ultima frase avrebbe forse avuto un risvolto romantico ma Lina rimase colpita da un’altra parte della risposta di Gourry. “Davvero hai trovato il muschio? Con questo tempo? E come diavolo hai fatto?”.

Lo spadaccino ridacchiò. C’era il trucco in effetti, senza quello strano vecchietto vestito di rosso, dubitava che sarebbe riuscito nell’impresa. Sospirando, scivolò all’interno della stanza della sua compagna, chiudendo la porta dietro di se. “Se mi dai un attimo” – sussurrò sedendosi sul letto – “ti racconto cosa mi è successo la fuori! E’ stato tutto così strano!”.

“Che vuoi dire?” – domandò Lina sedendoglisi accanto e fissando con attenzione il sacchetto in pelle e la scatolina bianca che il suo compagno teneva fra le mani.

“Ecco io… ho incontrato un uomo strano. Un uomo strano, anziano, una specie di nonno con una lunga barba bianca. E sembrava… conoscerci” – concluse Gourry confuso, sperando che Lina riuscisse a dare un senso a quello che gli era capitato. Lei ci riusciva sempre dopotutto…

La maga lo guardò incuriosita. “Racconta!” – gli intimò, pratica.

Gourry chiuse gli occhi per riportarsi alla mente ogni particolare di quello strano incontro. E alla fine raccontò di quello strano signore vestito di rosso che per lavoro, esaudiva i desideri delle persone buone, riempiendole di doni e di cose desiderate. Raccontò della strana sensazione che aveva risvegliato in lui quell’incontro, di quel ricordo di una fiaba che forse gli raccontavano da bambino. Raccontò della sua slitta piena di sacche da cui usciva ogni cosa che una persona desiderava, delle renne che la trainavano in alto, nel cielo, volando. Raccontò che quell’uomo sembrava sapere tutto di loro due e non solo, sembrava sapere tutto di ogni essere vivente. Raccontò che era stato gentile, affettuoso, dolce come poteva essere un nonno. E che da una delle sue sacche aveva tirato fuori il muschio di cui lei aveva bisogno, come ricompensa per l’aiuto che lui gli aveva dato.

Il volto di Lina si addolcì a quella storia. “Sembra quasi che tu sia stato in una favola. Eppure è strano, sentendoti parlare, anche a me sembra voler tornare in mente qualcosa che da piccola sapevo e che ora ho come… dimenticato. E se per te questo è normale…” – sbuffò – “per me non lo è affatto!!! Eppure… un vecchietto vestito di rosso su una slitta trainata da renne… Che porta i doni…”.

“Lui ha detto che ci si dimentica di lui crescendo, quando si smette di credere alle favole” – intervenne Gourry per aiutarla nel corso dei suoi pensieri.

Il volto di Lina assunse una sfumatura amara. “Già, con la vita che facciamo, coi ‘simpatici’ incontri demoniaci che viviamo, in effetti è da tanto che ho smesso di credere alle favole”.

Gourry sorrise dolcemente, scostandole un ciuffo ribelle dalla fronte. “Comunque, non immusoniti di nuovo. Questo è per te” – sussurrò dandogli in mano il sacchettino col muschio – “e anche questo!” – dichiarò posando sul letto la scatolina bianca.

“Cos’è?” – chiese lei fissando quel piccolo oggettino che sembrava… muoversi.

Gourry scosse la testa, pregando dentro di se che non fosse uno scherzo e che lì dentro non ci fosse una qualche strana lumaca. “Non lo so! Me l’ha data quel vecchio, ha detto che era in debito con te da tanto, che lì dentro c’è qualcosa che tu desideravi da bambina ma che non ha potuto darti”.

Titubante, Lina allungò la mano. Cosa desiderava lei da bambina? E quel vecchio, che ne sapeva? “Come hai detto che si chiamava?” – chiese aprendo la scatola.

“Klaus! Non te l’avevo ancora detto in effetti…” – rispose lui.

“Che strano nome… nordico…” – rispose Lina aprendo la scatoletta. E rimanendo poi senza parole. Perché, del tutto inaspettatamente, ne uscì un piccolo, dolce pulcino giallo, che prese subito a pigolare.

Gourry la fissò spaesato. “Un pulcino? Ma che significa?”.

La maga rimase immobile, frastornata, a fissare il pulcino che le saliva sulle gambe alla ricerca di calore. In effetti, ricordava, i pulcini scambiano per la loro mamma ogni essere umano che incontrano. Sorridendo lo aiutò a salire sopra le sue cosce, accarezzandogli il pelo morbidissimo. “Un pulcino…” – sussurrò come se sapesse cosa stava succedendo – “sai Gourry, da piccola, tanto tempo fa, ne volevo uno! A dire il vero, volevo qualcosa di più grosso ed addestrabile, un cane o un gatto ad esempio. Come tutti i bambini. Ma i miei genitori mi avevano detto che non si poteva, che erano animali impegnativi e che non potevamo prendercene cura visto che viaggiavamo spesso per lavoro. Ma io avevo capito, mi ero intestardita, che il problema fosse solo per il fatto che erano animali grossi”.

“E allora hai chiesto loro un pulcino che era piccolo. Ma loro ti hanno detto di no, giusto?” – la interruppe Gourry, presagendo l’epilogo della storia.

“Già!” – rispose Lina non staccando gli occhi dall’animaletto che si era rannicchiato su di lei tranquillo, cullato dalle carezze della maga – “Ma ad un certo punto non lo avevo più chiesto ai miei genitori. Era inverno, era più o meno questo periodo e avevo domandato un pulcino a…” – sospirò – “Come te… non me lo ricordo… Ci credevo però, questo lo rammento bene. Ma il pulcino non è mai arrivato e poi ho finito per dimenticarmene, crescendo”. Distrattamente prese a fissare la neve che cadeva, dalla finestra. Era bellissima, candida, pura. Come quella notte. Non si sentivano rumori sulla strada, persino i viandanti si erano rifugiati in locande o in appartamenti presi in affitto, evitando schiamazzi. Era una notte di pace, forse persino i demoni erano lontani. E, anche se non sapeva chi fosse, era convinta che il merito fosse di quel vecchietto che aveva incontrato Gourry, quel vecchietto che stranamente ricordava un suo sogno di tanti anni prima, quando era bambina. E lo aveva realizzato. Era una situazione strana ma per la prima volta decise che non voleva indagare, che era meglio e soprattutto giusto, che tutto rimanesse un bellissimo mistero. Anche se… “Gourry scusa, il pulcino è bellissimo e lo desideravo da piccola ma ora… che me ne faccio?”.

Lo spadaccino ridacchiò. “Beh Lina, se lo tiriamo su bene… fra qualche mese sarà un polletto bello grasso! Chissà che mangiata!”.

“Non ci provare!!!” – esclamò Lina racchiudendo protettivamente il pulcino fra le sue mani ed allontanandolo da lui, esibendo la sua migliore mimica facciale minacciosa – “questo è il mio pulcino e NON si tocca!”.

Gourry scoppiò a ridere. “D’accordo, d’accordo, scherzavo! Non mi dirai che stai diventando vegetariana? O che ti stai intenerendo davanti ad un piccolo, indifeso pulcino? Sarebbe così fuori dal tuo personaggio”.

Lina arrossì di colpo. “NO!!! Non c’è problema che mi addolcisca, ne vuoi una dimostrazione con un bel Dragon Slave in fronte?”.

“No grazie!” – rispose Gourry allontanandosi lievemente da lei. Non era il caso di giocare col fuoco.

Lina sorrise di nuovo, fissando l’animaletto fra le sue mani. “E’ un regalo e come tale va trattato! Tutto qui! E’ il mio pulcino arrivato solamente con qualche anno di ritardo. Per una notte posso essere romantica anch’io, no?”.

“Direi di si!”. Gourry la fissò. In quel momento stava sorridendo. Un bellissimo, dolcissimo sorriso. Anche lui aveva avuto il suo regalo, come gli aveva promesso il vecchio. Lina sorrideva e non era più arrabbiata con lui. Cosa poteva volere di più?”.

La maga mise il pulcino per terra, sopra ad una piccola coperta accartocciata a modi nido e l’animaletto si rannicchiò sopra, appisolandosi. Poi lo coprì. “Sai Gourry, prima, quando non c’eri, ero un po’ preoccupata. Non credevo che fossi uscito davvero e poi…” – arrossì – “mi chiedevo perché… non venivi da me. Dopo ieri sera credevo che… sarebbe diventata una nostra abitudine”.

Gourry la imitò, arrossendo. Sapeva bene a cosa si riferiva. A quel qualcosa di bellissimo e desiderato che finalmente, la sera prima, era diventato una realtà. “Beh… ero impegnato a cercarti il muschio. Ma sarei arrivato dopo, davvero. E infatti… sono qui!”.

Lina sorrise, gli si avvicinò e appoggiò la testa sulla sua spalla. “Allora… visto che il pulcino sembra voler fare la nanna… direi che…”.

Non riuscì a finire la frase. Gourry le catturò le labbra con un bacio e poi, gentilmente, la spinse sulle coperte, stendendosi sopra di lei. Quel vecchietto ci aveva azzeccato di nuovo. Perché quella serata sarebbe stata DECISAMENTE piacevole per lui e per Lina. Proprio come lui gli aveva predetto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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