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Autore: Usagi Terrorist    30/03/2015    5 recensioni
Quando Derek aveva finalmente realizzato di essere innamorato di Stiles il suo primo impulso era stato quello di prendere la rincorsa verso la finestra della torre di Astronomia, la più alta di tutta Hogwarts.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Hogwarts_Sterek'
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Noooote: dunque, prima di iniziare volevo dire una cosa che probabilmente farà infuriare tutte le fangirl di Teen Wolf *ahah, sono pronta, fatevi sotto!*, e cioè che io odio Derek. E’ vero, amo i suoi pettorali, e i suoi addominali, e… avete capito sì? Ma vorrei comunque prenderlo a testate una puntata sì e l’altra pure, perciò ho deciso di fare un po’ la stronza con lui e ho pensato: che succerebbe se Derek fosse cotto come una pera di Stiles ma quest’ultimo non se lo cagasse neanche di striscio?
Ora, infilate questa premessa nell’universo Potteriano perché … bé, mi andava, e shakerate il tutto!
State per le leggere le mirabolanti avventure di un lupo mannaro che tenterà in ogni modo di conquistare il cuore di un ingenuo (ma mica tanto) mago ;)
 
 
 
 
Il lupo innamorato
 
Quando Derek aveva finalmente realizzato di essere innamorato di Stiles il suo primo impulso era stato quello di prendere la rincorsa verso la finestra della torre di Astronomia, la più alta di tutta Hogwarts.
Dopo la fase del rifiuto c’era poi stata la fase della rassegnata accettazione, ovvero, ore e ore passate a fare avanti e indietro come un lupo in gabbia per tutta la Sala Comune di Serpeverde, sotto lo sguardo un po’ stranito dei suoi compagni che, comunque, per non avere rogne, avevano preferito non fare domande.
Alla fine era giunto alla conclusione che la tattica migliore fosse quella di ignorare la cosa. Gli sarebbe passata di certo, perciò Stiles non doveva saperlo. No. In nessun modo.  Già se lo immaginava quell’iperattivo e fastidioso ragazzino che gongolava senza dargli tregua.
Se lo sarebbe tenuto per se, decise.
Più facile a dirsi che a farsi visto che, quando incrociò il ragazzo il giorno dopo nella Sala Grande, l’impulso di sfiorarlo fu quasi soverchiante. Dovette impegnarsi così tanto per impedirsi di prenderlo e trascinarlo nei bagni più vicini che fu quasi certo di aver sentito la propria mascella scricchiolare. Perciò ok, forse tenersi quella cosa per se non era proprio l’idea migliore, ma allora… Come fare a far capire all’altro i suoi sentimenti?
E’ vero, i due si conoscevano da quando anche il miglior amico di Stiles, Scott, era diventato un licantropo, l’anno prima, ma non si frequentavano che lo stretto necessario, erano pur sempre Serpeverde e Grifondoro…
Però, si disse, era sempre meglio che partire da zero, giusto?
Per prima cosa poteva provare ad essere un po’ più gentile, solo un po’, Stiles era sveglio, di sicuro avrebbe capito che c’era qualcosa sotto.
 
«Scott?»
«Eh?»
«Per caso Derek ti ha detto qualcosa?»
«Di che stai parlando?»
«Si bè, ho la sensazione che abbia qualcosa di strano… Qualcosa di strano con me, ha sempre questa faccia ultimamente, come se si stesse trattenendo dallo sgozzarmi, digrigna i denti e mi guarda di sottecchi, è piuttosto inquietante ecco, se potessi chiedergli se ci sono problemi mi faresti davvero un gran favore».
 
La tattica dell’essere gentile forse non era andata proprio come sperava, anzi, era finita miseramente a dire il vero, ma non tutto era perduto: lui era pur sempre Derek Hale del sesto anno, aveva una fila di ragazze che sbavava e strillava al suo passaggio, Stilinski non era altro che un moccioso del quarto che collezionava figure di merda una dopo l’altra e ok, forse dopo Lydia Martin era il miglior mago che avesse mai conosciuto, ma restava comunque uno sfigato e non si sarebbe certo rassegnato per così poco!
Era sicuro di aver letto da qualche parte che il contatto fisico aiutava molto in questi casi, e lui di fisico ne aveva da vendere, perciò…
 
«Derek…»
«Dimmi Stiles».
«Mi stai stritolando il braccio!»
 
Di Derek si potevano dire molte cose, ma non certo che fosse un tipo particolarmente paziente o tollerante, di solito, se voleva una cosa, se la prendeva senza tante storie. Nemmeno lui sapeva spiegarsi come mai stesse trattando quella situazione con tanto riguardo, ma forse era arrivato il momento di essere un po’ più diretti.
Lo aspettò un pomeriggio fuori dall’aula di Difesa contro le Arti Oscure, sapeva che era la materia preferita di Stiles, sapeva anche della sua stramba idea di diventare Auror come il padre (il mingherlino Stiles… Auror?), perciò sapeva che era il momento migliore per parlare con lui.
 
«Stiles…» disse vedendolo uscire dall’aula insieme a Scott e Kira per richiamare la sua attenzione.
«Derek?» Stiles sembrava genuinamente sorpreso e fece cenno ai due amici di precederlo.
«Io… Devo parlare. Con te».
«Oh certo, va bene. Davvero, sono felice che siamo passati dal volermi uccidere al volermi parlare, questo è un grosso passo avanti».
Derek si limitò a fissarsi i piedi, indeciso… Come avrebbe dovuto cominciare?
«Quindi…?»
«Mi piaci».
«Oh, ehm… Anche tu, credo».
«Davvero?» Derek alzò lo sguardo di scatto, puntandolo speranzoso sull’altro, che al contrario sembrava un po’ imbarazzato.
«Sì insomma, ammetto che non abbiamo iniziato proprio col piede giusto, ma sai, il più delle volte scherzavo quando dicevo di volerti morto, ecco… Mh perciò, sì penso che anche tu mi piaccia in fondo, sei un buon amico».
 
Da qualche parte nel suo petto, Derek ebbe la netta sensazione di qualcosa che lo colpiva mozzandogli il fiato. Se scoprire di essere innamorato era stato traumatico, scoprire di non essere ricambiato era probabilmente cento volte peggio.
Stiles lo salutò con un’amichevole pacca sulla spalla e corse a raggiungere i suoi amici, lui, invece, rimase inchiodato sul posto per parecchi minuti prima di riuscire a riprendersi e raggiungere un po’ barcollante la sua Sala Comune.
 
«Ehi Stiles!»
«Scott!»
«Amico senti, hai mica visto Derek in giro?»
«No, perché me lo chiedi?»
«Niente è solo… Non sono sicuro ma mi pare piuttosto giù di morale in questi giorni».
«Ah quello… Bè probabilmente è perché l’ho rifiutato».
«Ah… Aspetta COSA?!»
«Abbassa la voce cretino! Si è successo l’altro giorno, dopo la lezione di Difesa contro le Arti Oscure».
«Ok, ma pensavo ti piacesse, cioè, mi avevi detto di trovarlo attraente».
«Certo che lo trovo attraente, ma l’hai visto bene?»
Scott soffocò uno sbuffo. «Ma allora perché l’hai rifiutato?»
«Perché è anche un grandissimo idiota».
L’amico restò a fissarlo perplesso, così Stiles dovette spiegargli: «Senti, lo trovo attraente dalla prima volta che l’ho visto, ok, e onestamente non mi sarei mai aspettato che uno come lui potesse provare qualcosa per uno come me, però insomma, Derek è uno abituato ad avere tutto e subito, e alla fin fine ho paura di essere trattato alla stregua di un giocattolo, perciò se ci tiene davvero troverà un modo per dimostrarmelo, altrimenti eviterò semplicemente  di prendere una batosta in futuro, quando si sarà stancato di me».
«Va bene, credo di aver capito cosa vuoi dire, mi sembra una roba da matti, ma ho capito, se dovessi aver bisogno di qualcuno che prenda quel pallone gonfiato a morsi in culo sai dove trovarmi».
 
Derek non riusciva a darsi tregua: credeva che dopo essere stato rifiutato quel sentimento sarebbe svanito a breve, invece era sempre più forte e insopportabile… E faceva male.
Confidarsi con Erica era stato solo peggio, secondo l’amica, infatti, era “innamorato cotto” e c’era poco da fare. Alla fine decise di chiedere a Scott, chi meglio di lui poteva conoscere i gusti di Stiles?
 
«Derek te l’ho già detto: non ne ho idea».
L’altro, che da mezz’ora correva dietro a Scott, decise di averne abbastanza e, afferrandolo per la collottola, lo inchiodò al muro: «Senti un po’, voi due vi conoscete da prima di arrivare qua a Hogwarts, non dirmi che Stiles non è mai stato con qualcuno, avanti».
«Uff, ma quanto insisti? Ok, stava con una biondina, ma è durata poco, ed è dal primo anno che ha una cotta per Lydia».
«Lydia Martin?»
«Già, lei, contento?»
«No».
«Se ti piace davvero, invece di importunare me, va da lui e diglielo!»
«Ci ho già provato!»
«E allora provaci meglio».
«Non ho intenzione di mettermi in ridicolo per lui».
«Metterti in ridicolo? E’ questo che pensi significhi essere innamorato di qualcuno? Se è così amico ti avverto: stai alla larga da Stiles» concluse Scott ringhiando e strattonandosi dalla presa dell’altro.
 
Ormai Derek aveva la sensazione di vivere in un perenne stato di torpore. Le parole di Scott lo avevano colpito, ma ancora non sapeva che fare.
In ogni caso il suo rendimento scolastico cominciava a calare, per lui era quasi impossibile stare attento durante le lezioni, per non parlare degli allenamenti di Quidditch: quando non se ne dimenticava e riusciva ad arrivare in orario giocava talmente male che per la partita successiva era già stata decisa la sua sostituzione.
Meglio così: Scott era il Cercatore dei Grifondoro, e questo significava che il suo amico Stiles non si perdeva una partita, sapere di dover giocare sotto gli occhi di quel ragazzino lo innervosiva all’inverosimile, perciò la decisione del capitano era stata una manna dal cielo.
Eppure sapeva anche di non poter continuare così, per lo meno non per la sua sanità mentale.
 
Era quasi una settimana ormai che non vedeva Stiles, neanche per caso o di sfuggita nella Sala Grande, perciò quando quel pomeriggio lo vide a pranzo seduto al tavolo della sua casata, mentre rideva spensierato coi suoi amici, ebbe un attimo di smarrimento e solo una veloce sgomitata da parte di Erica lo avvertì che stava fissando il giovane grifondoro.
Provò sul serio a comportarsi come se niente fosse, e nei giorni seguenti classificò ciò che successe come un “colpo di stanchezza”, fatto sta che quando si girò per lanciare un’occhiatina veloce a Stiles, vide chiaramente una tizia avvinghiata al suo braccio.
Prima che qualcuno potesse fermarlo, o che lui stesso potesse rendersi conto di ciò che stava facendo, si era diretto verso il tavolo dei Grifondoro, aveva scostato malamente la ragazzina e afferrato Stiles per il bavero della camicia imprimendo le proprie labbra sulle sue in un bacio veramente poco casto, fra gli applausi della Casata di Grifondoro, che già da un pezzo sapeva che qualcosa bolliva nel pentolone.
 
 
 
Epilogo
 
Da quel fatidico pomeriggio nella Sala Grande, era difficile non vedere Stiles e Derek insieme ogni volta che le lezioni lo permettevano. Ovviamente la notizia si era sparsa a macchia d’olio ed entro sera tutta la scuola ne era già al corrente, ma la cosa che forse i due non si erano aspettati era scoprire che le possibili pretendenti erano più spaventate da Stiles che da Derek.
«Bè, in fondo ho già battuto parecchi studenti dell’ultimo anno nei duelli di incantesimi».
«Si ma…»
«E potrei fare una pozione proibita ad occhi chiusi».
«Però…»
«Senza contare che le mie Fatture sono tipo leggendarie!»
«Stilinski! Per la barba di Merlino, io sono un licantropo!»
«Oggigiorno a nessuno fanno più paura certe cose Sourwolf, mi spiace».
 
 
 
 
 
P.S.: e niente, era la mia prima fic su Teen Wolf, spero sia piaciuta almeno un pochino, intanto sto già accarezzando l’idea di farci un seguito. Commentate se vi va, ma siate clementi per favore, se no scappo piangendo.
  
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