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Autore: Daisur    02/04/2015    0 recensioni
“ti amo” furono le uniche parole che le uscirono dalla bocca, mentre piangendo affondava il suo volto nel petto di lui, tremando al solo pensiero che la loro tranquillità potesse essere distrutta in qualsiasi momento.
“presto si scatenerà una guerra e che noi lo vogliamo o no, finiremo per farne parte”
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza
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Il castello si stagliava all’orizzonte immenso come sempre, con le sue alte  torri che sembravano oscillare a causa del vento che costantemente serpeggiava tra di esse, mentre si protendevano fino quasi toccare le stelle nella perfetta oscurità di una notte senza luna.

“Sarà bello tornare a dormire su un letto vero” disse Lucian con la sua solita voce calma.

“Si ma quanto durerà” rispose Vi con tono quasi rassegnato.

“Non lo so, ma voglio godermi ogni singolo istante in cui siamo assieme, lontani dalle torri in Bot” cercò di rassicurarla lui, e avvicinandosi a lei, che era seduta accanto a lui, le prese la testa tra le braccia poggiandola dolcemente sul proprio petto.

“Ti amo” furono le uniche parole che le uscirono dalla bocca, mentre piangendo affondava il suo volto nel petto di lui, tremando al solo pensiero che la loro tranquillità potesse essere distrutta in qualsiasi momento.

“Lo so e anche io ti amo, al momento è l’unica certezza che ho”, disse mentre la luna si faceva spazio tra le nubi, andando a creare quasi un quadro con il castello che le faceva da sfondo, era un connubio perfetto, come se la luna e il castello si completassero  vicenda.

Era un paesaggio unico, emozionante, un paesaggio che aveva il sapore di casa, di amici e tranquillità, una tranquillità che speravano sarebbe durata a lungo.

 



*Toc Toc* “Chi è?” chiese Master Yi.

“Sono Katarina, scusa se ti disturbo nel bel mezzo della notte, possiamo parlare?” chiese lei,  con timore di averlo svegliato considerando che era quasi l’una.

“Certo lo sai che la mia porta è sempre aperta per te, anche a quest’ora” le rispose lui con tono dolce.

Detto ciò entrò e la scena che le si presentò davanti agli occhi era quella che vedeva ormai da mesi quando la sera lo andava a trovare, ovvero lui, il possente spadaccino dalla bravura quasi senza eguali nella landa degli evocatori, intento ad affilare la sua spada, che assicurava una morte rapida e veloce a chiunque la incontrasse.

Intorno a lui che era seduto al centro della propria stanza non vi era nulla tranne, il suo letto sistemato con cura e la mappa di Demacia, la loro terra, arrotolata su un tavolo posto all’estremità sinistra della stanza, sotto una finestra  che lasciava filtrare la luce della luna appena apparsa in cielo.

“Chissà perché non mi stupisce ciò che vedo” le disse lei sorridendo dimenticandosi dei timori iniziali.

“Ormai mi conosci, lo sai che mi piace tenere sempre pronta la mia spada nella sfortunata eventualità che  ce ne sia bisogno” le rispose lui a sua volta sorridendo.

“Quand’è che ti rilasserai un po’, siamo in pace non te ne sei accorto?” le disse lei avvicinandosi a lui con passo lento.

“Certo che me ne sono accorto, però ti ricordo che le tensioni tra i Cavalieri della Luna e la Compagnia del Flagello non accennano a diminuire , quindi preferisco essere sempre pronto e ti conviene esserlo anche tu!” le rispose Master Yi divenendo improvvisamente serio.

“Io sono nata pronta” disse Katarina sentendosi un pochino offesa, mentre mostrava i suoi coltelli tutti perfettamente affilati e menando qualche fendente nell’aria.

Divenuta anche lei seria chiese “Secondo te come andrà a finire?”.

“Vuoi la verità?” disse Master Yi con voce greve abbassando lo sguardo.

“Certo!” rispose di rimando.

“Presto si scatenerà una guerra e che noi lo vogliamo o no, finiremo per farne parte” disse fissando la sua spada.

“E puoi stare certa che quando accadrà io sarò pronto” aggiunse con voce più decisa.

“Saremo pronti” lo corresse subito lei.

“Già, saremo pronti” disse lui ripetendo le parole di Katarina, come se avesse ritrovato un po’ di fiducia.

Dopo ciò lei si diresse verso la porta con passo lento ma sicuro, contenta di averlo rassicurato un po’.

Mentre era sull’uscio e stava per andare via si senti prendere e abbracciare in maniera goffa.

L’abbraccio durò un attimo, si vedeva che lo spadaccino non era abituato ad eseguire questi gesti.

“La prossima volta avvertimi almeno mi giro” le disse lei non riuscendo a mascherare le guance che stavano divenendo rosse.

“Oh si certo” le rispose lui decisamente imbarazzato.

 “Un ultima cosa. Grazie” aggiunse prima che lei riprendesse la sua strada.

“Di nulla, lo sai che io ci sono sempre” disse mentre si allontanava velocemente per nascondere il suo volto che aveva preso un colorito rosso vivace, in quella notte che aveva preso una piega allo stesso tempo strana, insolita e speciale.

  
 
   
 
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