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Autore: AliceBaskerville    03/04/2015    1 recensioni
‘ Zio, mamma, vorrei mi parlaste del nonno. ’, dichiarò con voce ferma.
La donna sorrise, sistemandosi lentamente un ciuffo di capelli dietro l’orecchio.
‘ Credo che ci sia qualcuno che ci terrebbe particolarmente a parlarti di lui. ’
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Winry Rockbell | Coppie: Edward/Winry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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‘ Nonna! Voglio che mi parli del nonno! ’

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Edward Elric aveva vissuto i suoi quindici anni con una continua ombra che gravava sulle sue esili spalle: l’immagine di suo nonno, quello da cui aveva preso il nome, che continuava a venir sovrapposta alla sua ogni giorno di più.

‘ Come stai crescendo in fretta, Ed, somigli così tanto a tuo nonno! ’, lo ripetevano così spesso da fargli quasi venire la nausea.

Edward non aveva mai conosciuto suo nonno, gli avevano spiegato che era morto appena il giorno dopo della sua nascita, ma nessuno parlava mai molto di lui. Per qualche strana ragione, nonna Winry si rabbuiava sempre ogni volta che sentiva pronunciare quel nome, Edward stesso riusciva quasi a vedere quella spina conficcata forse un po’ troppo in profondità nel cuore e nell’animo di quella donna all’apparenza così forte.
Per questo motivo, sua madre non gli aveva mai parlato nel dettaglio di nonno Edward, ma quella mattina si era deciso, aveva voglia di scoprire cos’avesse quell’uomo di tanto speciale da far sentire la sua mancanza così viva anche dopo quindici anni dalla sua scomparsa.
Varcata la soglia del soggiorno, vide, come ogni mattina, sua madre e zio Alphonse impegnati in una delle loro abituali chiacchierate mattutine.

Era una scena parecchio usuale in quella casa, zio Alphonse era solito venire spesso a trovarli, a volte portava con sé anche zia Mei.
Quando era più piccolo, pensava che queste continue visite da parte dei due coniugi fosse per mero sentimento affettivo, che li portava spesso a visitare la loro casa, ma poi aveva capito: zio Alphonse e zia Mei erano molto preoccupati per sua madre. La scomparsa improvvisa di nonno Edward in un momento così delicato doveva averla destabilizzata, non c’era altra spiegazione, Edward lo leggeva nei loro sguardi.

‘ Ed! ’ lo salutò lo zio, con il suo solito tono allegro e gentile, ‘ Come mai sei già in piedi? Di solito ti ci vogliono almeno le dieci per riuscire a mettere piede fuori dal letto. ’
‘ Zio, mamma, vorrei mi parlaste del nonno. ’, dichiarò con voce ferma.
La donna sorrise, sistemandosi lentamente un ciuffo di capelli dietro l’orecchio.
‘ Credo che ci sia qualcuno che ci terrebbe particolarmente a parlarti di lui. ’

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Ecco come il giovane Edward Elric si era trovato a casa di sua nonna, in piedi, un’espressione solenne stampata in volto e la curiosità di scoprire cos’avessero i due uomini di tanto simile.

Un sorriso amaro si fece strada sulle labbra di Winry, che rimase in silenzio per qualche attimo, prima di aprire bocca, con lo sguardo di chi era perfettamente consapevole che quella discussione, presto o tardi, sarebbe avvenuta.
‘ Tuo nonno, Ed, era straordinario. ’

Edward vedeva sul volto della donna un’espressione che non le aveva mai visto prima. Sua nonna, di solito, era una donna allegra, vivace, forse un po’ irascibile a volte, ma non era una donna malinconica, per niente. Quella disegnata sul suo volto non era un’espressione triste, sembrava quasi contenta, ma la sua voce la tradiva, nei suoi occhi si celava un velo di disperazione, conseguenza diretta di una ferita ancora aperta, impossibile da rimarginare.

‘ Era un alchimista, sai? Ha fatto una stupidaggine, e ne ha pagato le spese. Per rimediare al suo errore, ha rinunciato all’uso dell’alchimia, ma non prima di cambiare Amestris dall’interno. Ha rinunciato al titolo di alchimista di stato e al suo immenso potere, ma ha dato tanto a questa terra. Siamo cresciuti insieme, io, lui e zio Alphonse, credo di essere stata innamorata di tuo nonno sin da quando eravamo bambini, ma me ne sono resa conto solo molto più tardi. Da quando partì per Central City, lo vidi poco, non si faceva sentire mai, ne sentivo così tanto la mancanza da mettere spesso da parte i miei spiccioli per riuscire ad andare da lui. Non siamo mai stati fidanzati. Era un tipo così singolare che poco dopo essere tornato a Resembool, subito prima di partire per un viaggio verso l’Occidente, chiese la mia mano. Abbiamo avuto quasi subito dopo il matrimonio tuo zio, e poco dopo anche tua madre. E’ stato davvero un ottimo padre e marito. Quando tua madre volle fargli conoscere tuo padre, Edward non ne volle sapere. Diceva che nessuno si sarebbe dovuto avvicinare alla sua bambina, per nessun motivo. Tuo padre è venuto qui più volte a chiedere la mano di tua madre, ma ogni volta Edward gliela negava, inventandosi sempre una scusa diversa, gli attribuiva colpe o difetti che non aveva giusto per tenerlo lontano. Ci vollero due anni prima che acconsentisse al loro matrimonio, e col tempo si è affezionato a tuo padre. Sono contenta che sia riuscito a vedere il suo primo nipote, prima che quella malattia ce lo portasse via, sono sicura che non chiedesse altro. Vedi, Ed, sono passati quindici anni, eppure il suo profumo aleggia ancora in ogni angolo della casa. Io non mi sono neppure abituata ad apparecchiare il tavolo solo per me, ogni singolo giorno c’è quel piatto in più che aspetta. Sembra quasi che non sia mai andato via, eppure non posso fare a meno di soffrire la sua mancanza, di sperare di svegliarmi nel cuore della notte a causa del suo fastidiosissimo russare, eppure sono quindici anni che dormo fin troppo bene. Gli somigli tanto, Ed. Hai i suoi stessi occhi dorati, la sua stessa espressione determinata, il suo stesso carattere, come lui ti arrabbi ogni volta che si parla della tua altezza. Stai crescendo, e ogni giorno gli somigli sempre di più. Non potevi scegliere un modello migliore, sono felice. ’

Una lacrima solitaria era scesa lentamente sulla guancia ormai rugosa della donna, prontamente scacciata via, rimpiazzata da un sorriso che di sorriso aveva davvero ben poco.

Edward aveva mantenuto fino a quel momento un silenzio religioso, si era messo seduto e aveva ascoltato attentamente il discorso della nonna.
Si alzò lentamente, raggiungendo l’anziana, per poi avvolgerle le spalle in un abbraccio.

‘ Grazie, nonna. ’

Finalmente aveva capito. Ora sapeva di portare il nome di un grande uomo, sapeva di portare sulle sue spalle un grande onore. Sarebbe toccato a lui mantenere vivo l’Alchimista d’Acciaio, e l’avrebbe fatto. Avrebbe cominciato a studiare l’alchimia e quel vecchio, da dovunque lo stesse guardando, non avrebbe potuto fare altro che ammettere di essere fiero di aver lasciato al mondo un erede come lui.


Angolo autrice:
Eccomi tornata nella sezione di FMA. Ho scritto questa fanfic mesi or sono e a essere sincera ora come ora non mi convince molto, però la tentazione di pubblicarla era troppo forte, insomma, ho pubblicato di peggio.
Sarei molto felice se mi lasciaste la vostra opinione, anche se mi scriveste che sono il peggior aborto della vita per aver scritto tale schifo.
Grazie per aver letto, ci rivediamo a una prossima storia.

 
  
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